Biblioteca Elsa Morante 7 settembre 2024
Marcello Sambati
Ontogenesi_Il passo viandante
Essere in faccia alla natura e non agli uomini, è l’unica
disciplina. Di fronte alla natura inerte l’unica risorsa è pensare.
Simon Weil
Voce e parola sospesa nel fallimento dell’intelligenza, atto
disperato del sentire e del sapere davanti all’incerta apparizione del
Possibile, del mistero della differenza nella figura della separazione.
La realtà non è tutta nell’intelligenza dell’umano – proprio
ciò che ad essa sfugge ne decreta l’oltraggio e il fallimento. C’è un tempo in
cui bisogna fermarsi per rinascere.
Pensiero del giardino della terra, perlustrazione dei suoi
mondi, ascolto delle sue lingue mute, fino ai silenzi analogici dell’inorganico
e dell’immateriale – polvere, pietra, gelo-visioni, sentimenti, illuminazioni.
“Noi” come categoria biologica-immaginaria in un teatro di mondi.
Siamo tutti membri della comunità biotica della terra, ogni
forma di vita, stupefatta della sua stessa possibilità di essere, è nella
nostra stessa vita. Sui nostri sentieri e, ancora per poco, ai nostri
orizzonti.
Solstizio d’inverno, cielo stellato. Intorno i moniti
della notte, dove cresce la pianta del più niente, a ricordarci
il suo sempre tornare, come un perdono prima della fine.
A cura di Marcello Sambati. Due serate dedicate
all’esplorazione di mondi e tecniche
dell’immaginario, unico fenomeno umano in grado di contrastare efficacemente
l’ormai
inarrestabile assedio della tecnica e dell’artificio. Solo opere fantastiche
possono contrapporsi ai prodotti della tecnica. Da forme sensibili a forme
immaginative individuali e collettive che attingono dall’inesplorato della
natura una grammatica dell’immaginazione per orientarsi nel mondo. Siamo tutti
membri della comunità biotica della terra. Ogni forma di vita è umana in quanto
è nominata e decisiva per l’ uomo. Seconda edizione
Nel possibile c’è più del reale Bergson
Marco Ariano – Canti Ibridi _ Landscapes
Corpi impropri, smisurati, corpi che si oltrepassano in mozionalità
ecofoniche, in catastrofici paesaggi della risonanza.
Non distinguere un’anima e un corpo. Non dividere il ritmo
dal respiro corporeo che gli dà vita, dal movimento trascorrente.
S.Solmi
Marcello Sambati
Ontogenesi_Il passo viandante
Essere in faccia alla natura e non agli uomini, è l’unica
disciplina. Di fronte alla natura inerte l’unica risorsa è pensare.
Simon Weil
Il Giardino delle Voci
Necessarie, consapevoli, alchemiche, rigeneranti.
Visioni, respiri, scritture, radici di lingue, canti e incanti di esistenze.
Evento corale che attinge all’immenso patrimonio del
pensiero artistico, poetico e filosofico.
Ecco il mio Nome
A cura di Elena Rosa
Video-performance sull’esperienza poetica e visiva
dell’Incontro-Laboratorio con i giovani migranti.
Uno è sempre l’indice di una molteplicità: un evento,
una singolarità, una vita. Una vita è ovunque.
Deleuze
Biblioteca Elsa Morante 7 settembre 2024
Marcello Sambati
Ontogenesi_Il passo viandante
Essere in faccia alla natura e non agli uomini, è l’unica
disciplina. Di fronte alla natura inerte l’unica risorsa è pensare.
Simon Weil
Voce e parola sospesa nel fallimento dell’intelligenza, atto
disperato del sentire e del sapere davanti all’incerta apparizione del
Possibile, del mistero della differenza nella figura della separazione.
La realtà non è tutta nell’intelligenza dell’umano – proprio
ciò che ad essa sfugge ne decreta l’oltraggio e il fallimento. C’è un tempo in
cui bisogna fermarsi per rinascere.
Pensiero del giardino della terra, perlustrazione dei suoi
mondi, ascolto delle sue lingue mute, fino ai silenzi analogici dell’inorganico
e dell’immateriale – polvere, pietra, gelo-visioni, sentimenti, illuminazioni.
“Noi” come categoria biologica-immaginaria in un teatro di mondi.
Siamo tutti membri della comunità biotica della terra, ogni
forma di vita, stupefatta della sua stessa possibilità di essere, è nella
nostra stessa vita. Sui nostri sentieri e, ancora per poco, ai nostri
orizzonti.
Solstizio d’inverno, cielo stellato. Intorno i moniti
della notte, dove cresce la pianta del più niente, a ricordarci
il suo sempre tornare, come un perdono prima della fine.
A cura di Marcello Sambati. Due serate dedicate
all’esplorazione di mondi e tecniche
dell’immaginario, unico fenomeno umano in grado di contrastare efficacemente
l’ormai
inarrestabile assedio della tecnica e dell’artificio. Solo opere fantastiche
possono contrapporsi ai prodotti della tecnica. Da forme sensibili a forme
immaginative individuali e collettive che attingono dall’inesplorato della
natura una grammatica dell’immaginazione per orientarsi nel mondo. Siamo tutti
membri della comunità biotica della terra. Ogni forma di vita è umana in quanto
è nominata e decisiva per l’ uomo. Seconda edizione
Nel possibile c’è più del reale Bergson
Marco Ariano – Canti Ibridi _ Landscapes
Corpi impropri, smisurati, corpi che si oltrepassano in mozionalità
ecofoniche, in catastrofici paesaggi della risonanza.
Non distinguere un’anima e un corpo. Non dividere il ritmo
dal respiro corporeo che gli dà vita, dal movimento trascorrente.
S.Solmi
Marcello Sambati
Ontogenesi_Il passo viandante
Essere in faccia alla natura e non agli uomini, è l’unica
disciplina. Di fronte alla natura inerte l’unica risorsa è pensare.
Simon Weil
Il Giardino delle Voci
Necessarie, consapevoli, alchemiche, rigeneranti.
Visioni, respiri, scritture, radici di lingue, canti e incanti di esistenze.
Evento corale che attinge all’immenso patrimonio del
pensiero artistico, poetico e filosofico.
Ecco il mio Nome
A cura di Elena Rosa
Video-performance sull’esperienza poetica e visiva
dell’Incontro-Laboratorio con i giovani migranti.
Uno è sempre l’indice di una molteplicità: un evento,
una singolarità, una vita. Una vita è ovunque.
Deleuze
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