POETICA
poesie di Franco
Arminio
con Caterina Carpio,
Federica Dominoni, Tindaro Granata, Emiliano Masala, Francesca Porrini
testi e regia Tindaro Granata
elaborazione drammaturgica Proxima Res
scene e costumi Margherita Baldoni
disegno luci Stefano Cane
assistente alla regia Federica Dominoni
produzione Proxima Res
Poetica è una mappa
“umanografica” dei paesi italiani, un viaggio alla scoperta di luoghi che
conservano la memoria della gente che li ha abitati.
Se guardiamo attentamente i paesi delle nostre provincie, vedremo che sono
pezzi di vita lasciate lì a invecchiare come l’intonaco di una casa; sono
storie di persone, come finestre si aprono e si chiudono al mondo; sono
sacrifici e sono gioie, si incrociano come vicoli e strade.
Grazie alla potenza evocativa delle parole di Franco Arminio, poeta e
paesologo, riusciamo a ritrovare l’anima di un paesaggio che sta lentamente
scomparendo. Forse non sta parlando solo di un paese reale, ma di un luogo che
è nell’anima di ognuno di noi.
Attraverso le poesie di Arminio, tornano a vivere personaggi mitologici e
personaggi popolari, figure il cui ricordo affiora ancora oggi nei discorsi di
chi è rimasto.
La scrittura di
Tindaro Granata, vuole essere a servizio della poesia di Franco Arminio,
sperimentando un modo originale di far dialogare poesia e drammaturgia
teatrale, a volte includendo l’una all’altra, a volte rimanendo separate per
unirsi solo attraverso lo spazio vuoto Tindaro ha scritto grazie al confronto
continuo, con gli attori e le attrici in scena, della compagnia Proxima Res:
Caterina Carpio, Emiliano Masala, Mariangela Granelli e Francesca Porrini.
Grazie a loro è stato creato l’adattamento di Poetica e grazie ai loro ricordi
sono nate le cinque brevi storie, che raccontano un momento cruciale nella vita
di una persona, un abbandono.
L’intuizione della
scenografa e costumista di Proxima Res, Margherita Baldoni, crea un paese
immaginario, onirico e originale, con cinque stendini sui quali si appendono i
sogni e si fanno sgocciolare le fatiche di una vita di mille e più emozioni.
Le storie e le poesie si muovono tra gli stendini, grazie agli attori e le
attrici, come a muovere ogni persona in un quotidiano fare perso nel tempo.
Poetica è un tentativo di dialogo con i propri paesi, fisici o interiori. C’è
bisogno di poesia.
Non limitarti a
galleggiare,
scendi verso il fondo
anche a rischio di annegare.
Sorridi di questa umanità
che si aggroviglia su sé stessa.
Cedi la strada agli alberi.
Franco Arminio
“Rinchiuso in una torre di parole”
Una serata con Dylan Thomas legge Tommaso Ragno
Poeta, scrittore e drammaturgo gallese.
Nel corso di una vita straordinariamente intensa, per quanto breve, Dylan
Thomas ha scritto poesie, saggi, sceneggiature, racconti (molti a sfondo
autobiografico) e un dramma teatrale dal titolo Sotto il bosco di latte la
cui versione radiofonica ha vinto il Prix Italia nel 1954.
Figlio di un professore della grammar school di Swansea, Dylan Thomas
mostra sin dall'infanzia i segni di una vocazione sicura. A soli vent'anni
scuote l'ambiente letterario londinese con Diciotto poesie (Eighteen
poems, 1934), nel quale afferma lo stile di una poesia naturale e istintiva,
per quanto pervasa da un'inquietudine oscura.
Insieme a un gruppo di giovanissimi poeti e scrittori, s'impone come alfiere di
un cosiddetto "nuovo romanticismo", sorto in reazione
all'intellettualismo e al classicismo di cui erano accusati Auden, e i poeti
del suo gruppo.
Al 1936 risalgono le Venticinque poesie (Twenty-five poems), cui
seguono Il mondo che respiro (The world I breathe, 1939), e La
mappa d'amore (The map of love, 1939) che comprende liriche e prose.
Il libro che raccoglie le sue più note (e forse più belle) poesie è Morti
e ingressi (Deaths and entrances, 1946).
Le varie raccolte di poesie apparse tra il 1934 e il 1952 sono state poi
ripubblicate nel volume di Poesie scelte 1934-1952 (Collected poems
1934-1952, 1952).
Poco prima della morte pubblica Il medico e i diavoli (The doctor and
the devils, 1953).
Ricordiamo anche la sua produzione narrativa, il cui picco è forse il
notissimo: Un ritratto dell'artista da cucciolo (A portrait of the
artists as a young dog, 1940) e il radiodramma Sotto il bosco di latte (Under
the milk wood) pubblicato postumo nel 1954.
Dopo la sua morte è stata data alle stampe una raccolta di Lettere scelte (Selected
letters, 1966), e Lettere a Vernon Watkins (Letters to Vernon
Watkins, 1957).
Fra le tante pubblicazioni postume: Quite early one morning (1954), Adventures
in the skin trade (1955).
L'originalità di Thomas sta nell'inconfondibile mélange di reminiscenze
celtiche con stilemi che attingono a tutto quanto il Novecento ha prodotto
sino a quel momento, e al recupero di tradizioni letterarie passate: i
movimenti e le avanguardie, i surrealisti francesi alla visionarietà di Blake,
alle metafore ardite dei metafisici del XVII secolo.