ULTIMI CREPUSCOLI SULLA TERRA - (22/05/24)


CANALE:
Teatro Vascello 10 maggio 2024

ULTIMI CREPUSCOLI SULLA TERRA

Liberamente ispirato all’opera letteraria di Roberto Bolaño

Regia e drammaturgia Fabio Condemi
Scene, drammaturgia dell’immagine, costumi, Fabio Cherstich
con Anna Bisciari, Lorenzo Ciambrelli, Federico Fiochetti, Vincenzo Grassi, Sofia Panizzi, Eros Pascale

luci Paride Donatelli
disegno del suono Andrea Gianessi
assistente alla regia Andrea Lucchetta
assistente alla drammaturgia Vera Ortega
foto di scena Claudia Pajewski

si ringrazia Silvia Rigon per la consulenza teorica e drammaturgica 

produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico

Quando è stato più felice?
Io sono stato felice quasi tutti i giorni della mia vita,
almeno per un piccolo momento, anche nelle
circostanze più avverse

(Roberto Bolano, intervista con Mónica Maristain)

Questo spettacolo tratto da vari testi di Roberto Bolaño (Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce; 2666; puttane assassine; chiamate telefoniche) nasce come saggio finale del biennio dell’accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Attraverso il montaggio di vari testi di Bolaño abbiamo cercato di comporre un mosaico di temi, personaggi e  parole. Nella drammaturgia due storie viaggiano in parallelo: da una parte la storia di Angel Ross (personaggi principale di ‘consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce’), scrittore fallito con l’ossessione per Stephen Dedalus che precipita in una spirale allucinata di delitti e violenza insieme quando incontra Ana. Dall’altra la storia delle vittime di femminicidio nel deserto di sonora in una città che prende il nome fittizio di Santa Teresa e che ricorda molto Ciudad Juarez, che è, secondo Bolaño ‘ la nostra maledizione e il nostro specchio, lo specchio inquieto delle nostre frustazioni e della nostra infame interpretazione della libertà e dei nostri desideri’. Il labirinto di Dedalo e il deserto (che secondo Borges è il labirinto più irrisolvibile) sono le coordinate all’interno delle quali si manifestano i fantasmi evocati da Bolaño e dalla sua scrittura. In questo territorio letterario si incontrano e si mescolano in modo stupefacente i ricordi del golpe di Pinochet del 73 in Cile, i film di Tarkovskji e di Godard, i versi di Leopardi, le canzoni dei Doors, e una miriade di storie e di vite che si intrecciano tra loro spesso guidate dal caso. 

”Leggendo i libri di Roberto Bolaño si ride, ci si infastidisce, ci si commuove, si ha paura, ci si annoia, si soffre, ci si sente persi, si prova ansia, si sogna, si crede che possano esistere ancora passioni estreme, ci si illude che la poesia abbia senso, si pensa che niente abbia senso, si crede che tutto sia vano, e ci si convince che vivere sia meravigliosamente insano: dove si trova qualcosa del genere nei romanzi degli ultimi trent’anni? in nessun altro scrittore di oggi la letteratura è così grandiosamente allegra e disperata. Ammaliati dalla stupefacente capacità affabulatoria di Bolaño, e dalla sua voce al tempo stesso amabile e ironica, ci addentriamo in un labirinto di luoghi, di segni, di incontri, di libri, di quadri, di sogni, di storie che generano altre storie: un labirinto dove ci aggiriamo frastornati e felici, senza tuttavia sentirci mai perduti.  Giuseppe Montesano

 Per i temi trattati si consiglia la visione dello spettacolo ad un pubblico adulto.

Teatro Vascello 10 maggio 2024

ULTIMI CREPUSCOLI SULLA TERRA

Liberamente ispirato all’opera letteraria di Roberto Bolaño

Regia e drammaturgia Fabio Condemi
Scene, drammaturgia dell’immagine, costumi, Fabio Cherstich
con Anna Bisciari, Lorenzo Ciambrelli, Federico Fiochetti, Vincenzo Grassi, Sofia Panizzi, Eros Pascale

luci Paride Donatelli
disegno del suono Andrea Gianessi
assistente alla regia Andrea Lucchetta
assistente alla drammaturgia Vera Ortega
foto di scena Claudia Pajewski

si ringrazia Silvia Rigon per la consulenza teorica e drammaturgica 

produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico

Quando è stato più felice?
Io sono stato felice quasi tutti i giorni della mia vita,
almeno per un piccolo momento, anche nelle
circostanze più avverse

(Roberto Bolano, intervista con Mónica Maristain)

Questo spettacolo tratto da vari testi di Roberto Bolaño (Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce; 2666; puttane assassine; chiamate telefoniche) nasce come saggio finale del biennio dell’accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Attraverso il montaggio di vari testi di Bolaño abbiamo cercato di comporre un mosaico di temi, personaggi e  parole. Nella drammaturgia due storie viaggiano in parallelo: da una parte la storia di Angel Ross (personaggi principale di ‘consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce’), scrittore fallito con l’ossessione per Stephen Dedalus che precipita in una spirale allucinata di delitti e violenza insieme quando incontra Ana. Dall’altra la storia delle vittime di femminicidio nel deserto di sonora in una città che prende il nome fittizio di Santa Teresa e che ricorda molto Ciudad Juarez, che è, secondo Bolaño ‘ la nostra maledizione e il nostro specchio, lo specchio inquieto delle nostre frustazioni e della nostra infame interpretazione della libertà e dei nostri desideri’. Il labirinto di Dedalo e il deserto (che secondo Borges è il labirinto più irrisolvibile) sono le coordinate all’interno delle quali si manifestano i fantasmi evocati da Bolaño e dalla sua scrittura. In questo territorio letterario si incontrano e si mescolano in modo stupefacente i ricordi del golpe di Pinochet del 73 in Cile, i film di Tarkovskji e di Godard, i versi di Leopardi, le canzoni dei Doors, e una miriade di storie e di vite che si intrecciano tra loro spesso guidate dal caso. 

”Leggendo i libri di Roberto Bolaño si ride, ci si infastidisce, ci si commuove, si ha paura, ci si annoia, si soffre, ci si sente persi, si prova ansia, si sogna, si crede che possano esistere ancora passioni estreme, ci si illude che la poesia abbia senso, si pensa che niente abbia senso, si crede che tutto sia vano, e ci si convince che vivere sia meravigliosamente insano: dove si trova qualcosa del genere nei romanzi degli ultimi trent’anni? in nessun altro scrittore di oggi la letteratura è così grandiosamente allegra e disperata. Ammaliati dalla stupefacente capacità affabulatoria di Bolaño, e dalla sua voce al tempo stesso amabile e ironica, ci addentriamo in un labirinto di luoghi, di segni, di incontri, di libri, di quadri, di sogni, di storie che generano altre storie: un labirinto dove ci aggiriamo frastornati e felici, senza tuttavia sentirci mai perduti.  Giuseppe Montesano

 Per i temi trattati si consiglia la visione dello spettacolo ad un pubblico adulto.

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