Teatro Colosseo dal 1 al 29/4 2001 "Tempo Scaduto" Rielaborazione di Gea Martire, dal libro di Giovanna Mozzillo "Recita Napoletana". Regia di Gea Martire, con Tosca D'Aquino, Nadia Baldi Elisabetta D'Acunzo, Miriam Liguoro, Gea Martire Silvia Santagata. La lettura del libro di Giovanna Mozzillo riconduce inevitabilmente al teatro. "Voci recenti e voci antiche, quasi tutte femminili... disperate o nostalgiche.. sfacciate o beffarde..", scorci di vita di donne sono raccontati dall'autrice in forma di testimonianza diretta molto prossima al monologo teatrale. Non a caso titolo del libro è: "Recita Napoletana". L'idea di riportare sul palcoscenico queste voci non balena a chi legge ma è già  nella natura stessa della pagina scritta, nella struttura delle brevi intensissime evocazioni. Più che un' idea è una necessità  di palcoscenico che si ritrova tra le righe: basta solo coglierla, ed io l'ho colta. Ho lasciato che quelle voci di donne parlassero tutti più volte, le ho ascoltate con attenzione, le ho raccolte in una rete di emozioni poi le ho lasciate andare: quelle rimaste impigliate nella rete si sono offerte alla rappresentazione già, incredibile a dirsi ad una prima lettura, collegate o meglio legate tra loro tanto da mutarsi da più storie che erano in una storia a più voci. Voci di vicoli napoletani, di esperienze semplici ma per questo nobilissime, voci di case con televisori sempre accesi, di vite immaginate e non vissute, voci che desiderano raccontare e, nel racconto, alleggerirsi. Non pettegolezzi di donne borghesi in una sala da the ma pezzi di cuori di donne del popolo in una bottega dove vanno a comperare... che cosa? E' lì che le ho fatte incontrare, che le ho immaginate come un desiderio di gioco e la propensione ad un irridente filosofeggiare che le unisce oltre lo scritto di Giovanna Mozzillo.
Teatro Colosseo dal 1 al 29/4 2001 "Tempo Scaduto" Rielaborazione di Gea Martire, dal libro di Giovanna Mozzillo "Recita Napoletana". Regia di Gea Martire, con Tosca D'Aquino, Nadia Baldi Elisabetta D'Acunzo, Miriam Liguoro, Gea Martire Silvia Santagata. La lettura del libro di Giovanna Mozzillo riconduce inevitabilmente al teatro. "Voci recenti e voci antiche, quasi tutte femminili... disperate o nostalgiche.. sfacciate o beffarde..", scorci di vita di donne sono raccontati dall'autrice in forma di testimonianza diretta molto prossima al monologo teatrale. Non a caso titolo del libro è: "Recita Napoletana". L'idea di riportare sul palcoscenico queste voci non balena a chi legge ma è già  nella natura stessa della pagina scritta, nella struttura delle brevi intensissime evocazioni. Più che un' idea è una necessità  di palcoscenico che si ritrova tra le righe: basta solo coglierla, ed io l'ho colta. Ho lasciato che quelle voci di donne parlassero tutti più volte, le ho ascoltate con attenzione, le ho raccolte in una rete di emozioni poi le ho lasciate andare: quelle rimaste impigliate nella rete si sono offerte alla rappresentazione già, incredibile a dirsi ad una prima lettura, collegate o meglio legate tra loro tanto da mutarsi da più storie che erano in una storia a più voci. Voci di vicoli napoletani, di esperienze semplici ma per questo nobilissime, voci di case con televisori sempre accesi, di vite immaginate e non vissute, voci che desiderano raccontare e, nel racconto, alleggerirsi. Non pettegolezzi di donne borghesi in una sala da the ma pezzi di cuori di donne del popolo in una bottega dove vanno a comperare... che cosa? E' lì che le ho fatte incontrare, che le ho immaginate come un desiderio di gioco e la propensione ad un irridente filosofeggiare che le unisce oltre lo scritto di Giovanna Mozzillo.
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