Auditorium Spin Time
Labs
P A S O L I N I
O R G I A
UNA LETTURA
Con Mariangela
Granelli e Francesco Villano
Sound design Dario
Felli
A seguire
conversazione con Sergio Lo Gatto
Grafica Cristina
Gardumi
In una delle tante
case di questo quartiere, in una sera ferma, di festa, una coppia di
coniugi decide di tentare un rituale orgiastico per liberarsi, seppur
momentaneamente, del corollario di norme e ideali borghesi a cui la loro vita è
votata.
Cullati da sempre nel
sonno della morale comune - ereditata da un passato fascista e da un presente
diversamente fascista (conformista, tecnocratico, qualunquista) - decidono di
svegliarsi, di bucare il velo e “toccare la realtà”.
Questa orgia non
riuscirà. La grazia dell’ordine saprà farli desistere.
Il loro corpo è ormai
segno vivente di quel mondo che fa dell’amore degli altri purezza e del loro
colpa.
Finché in una sera di
primavera… nell’aria si muove l’aria.
Finalmente. Senza
rimorsi, senza decidere.
Trallalà.
Siamo nel 1966.
Forse.
Òrgia s. F. [dal lat. Orgia,
neutro pl., gr. ὄργια (pl. Di ὄργιον), affine a ἔργον «opera»] (pl. -geo -gie). –
1. Cerimonia rituale,
frequente nella tradizione di numerose religioni[...], consistente in una
manifestazione di carattere tumultuoso, i cui partecipanti, sottraendosi
temporaneamente alle norme che regolano il comportamento consueto della
comunità, si abbandonano a un’esplosione senza freno della vita fisica e psichica
[...]. Orge (o feste) dionisiache, nell’antica Grecia, le celebrazioni del
culto di Dioniso, durante le quali le baccanti partecipavano al furore sacro
indotto dal culto orgiastico proprio di quel dio con forme di eccitazione
parossistica che si coronava addentando vivo o mangiando crudo (omofagia) un
cerbiatto, incorporazione di Dioniso.
Auditorium Spin Time
Labs
P A S O L I N I
O R G I A
UNA LETTURA
Con Mariangela
Granelli e Francesco Villano
Sound design Dario
Felli
A seguire
conversazione con Sergio Lo Gatto
Grafica Cristina
Gardumi
In una delle tante
case di questo quartiere, in una sera ferma, di festa, una coppia di
coniugi decide di tentare un rituale orgiastico per liberarsi, seppur
momentaneamente, del corollario di norme e ideali borghesi a cui la loro vita è
votata.
Cullati da sempre nel
sonno della morale comune - ereditata da un passato fascista e da un presente
diversamente fascista (conformista, tecnocratico, qualunquista) - decidono di
svegliarsi, di bucare il velo e “toccare la realtà”.
Questa orgia non
riuscirà. La grazia dell’ordine saprà farli desistere.
Il loro corpo è ormai
segno vivente di quel mondo che fa dell’amore degli altri purezza e del loro
colpa.
Finché in una sera di
primavera… nell’aria si muove l’aria.
Finalmente. Senza
rimorsi, senza decidere.
Trallalà.
Siamo nel 1966.
Forse.
Òrgia s. F. [dal lat. Orgia,
neutro pl., gr. ὄργια (pl. Di ὄργιον), affine a ἔργον «opera»] (pl. -geo -gie). –
1. Cerimonia rituale,
frequente nella tradizione di numerose religioni[...], consistente in una
manifestazione di carattere tumultuoso, i cui partecipanti, sottraendosi
temporaneamente alle norme che regolano il comportamento consueto della
comunità, si abbandonano a un’esplosione senza freno della vita fisica e psichica
[...]. Orge (o feste) dionisiache, nell’antica Grecia, le celebrazioni del
culto di Dioniso, durante le quali le baccanti partecipavano al furore sacro
indotto dal culto orgiastico proprio di quel dio con forme di eccitazione
parossistica che si coronava addentando vivo o mangiando crudo (omofagia) un
cerbiatto, incorporazione di Dioniso.
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