Auditorium Spin Time
Labs
P A S O L I N I
O R G I A
UNA LETTURA
Con Mariangela
Granelli e Francesco Villano
Sound design Dario
Felli
A seguire
conversazione con Sergio Lo Gatto
Grafica Cristina
Gardumi
In una delle tante
case di questo quartiere, in una sera ferma, di festa, una coppia di
coniugi decide di tentare un rituale orgiastico per liberarsi, seppur
momentaneamente, del corollario di norme e ideali borghesi a cui la loro vita è
votata.
Cullati da sempre nel
sonno della morale comune - ereditata da un passato fascista e da un presente
diversamente fascista (conformista, tecnocratico, qualunquista) - decidono di
svegliarsi, di bucare il velo e “toccare la realtà”.
Questa orgia non
riuscirà. La grazia dell’ordine saprà farli desistere.
Il loro corpo è ormai
segno vivente di quel mondo che fa dell’amore degli altri purezza e del loro
colpa.
Finché in una sera di
primavera… nell’aria si muove l’aria.
Finalmente. Senza
rimorsi, senza decidere.
Trallalà.
Siamo nel 1966.
Forse.
Òrgia s. F. [dal lat. Orgia,
neutro pl., gr. ὄργια (pl. Di ὄργιον), affine a ἔργον «opera»] (pl. -geo -gie). –
1. Cerimonia rituale,
frequente nella tradizione di numerose religioni[...], consistente in una
manifestazione di carattere tumultuoso, i cui partecipanti, sottraendosi
temporaneamente alle norme che regolano il comportamento consueto della
comunità, si abbandonano a un’esplosione senza freno della vita fisica e psichica
[...]. Orge (o feste) dionisiache, nell’antica Grecia, le celebrazioni del
culto di Dioniso, durante le quali le baccanti partecipavano al furore sacro
indotto dal culto orgiastico proprio di quel dio con forme di eccitazione
parossistica che si coronava addentando vivo o mangiando crudo (omofagia) un
cerbiatto, incorporazione di Dioniso.
MATERNITÀ
UNO SPETTACOLO DI
FANNY & ALEXANDER TRATTO DAL RACCONTO DI SHEILA HETI (TRADUZIONE MARTINA
TESTA, SELLERIO EDITORE, 2019)
DRAMMATURGIA, COSTUMI CHIARA
LAGANI| REGIA, LUCI, PROGETTO SONORO LUIGI DE ANGELIS| CON CHIARA
LAGANI| ARTWORK ELEANOR SHAKESPEARE| ARCHITETTURA SOFTWARE
MULTISCELTA, CURA DEL SUONO, SUPERVISIONE TECNICA VINCENZO SCORZA| ORGANIZZAZIONE,
PROMOZIONE MARIA DONNOLI, MARCO MOLDUZZI| PRODUZIONE E
PRODUCTION/FANNY & ALEXANDER| GRAZIE A ATELIERSI, GIOVANNI
CAVALCOLI, SILVIA VEROLI
In Maternità,
tratto dal racconto di Sheila Heti, una donna si chiede, di fronte al pubblico
seduto davanti a lei, cos’è che la trattiene dal mettere al mondo un figlio.
Non si tratta di un monologo, ma di una strana specie di dialogo, sospeso tra
dimensione assembleare e gioco con il caso. Di fronte alle domande più
difficili Sheila si rivolge alle persone in sala a cui è stato dato un piccolo
telecomando con cui rispondere ai suoi quesiti. Le risposte si proiettano a
ritmo incalzante su uno schermo sospeso sulla scena in un oppressivo codice
binario: tutto è sì, oppure no, tutto è bianco, oppure nero. Sì e no è il
timbro di un accanimento, di un’ostinazione, di una strana slabbratura
dell’anima della protagonista che, mentre si interroga con ironia e ferocia su
una questione così nodale, tende il ragionamento fino all’eccesso infrangendo a
tratti il velo del pudore e portandoci a riflettere sul valore della scelta.
Il dialogo col pubblico oscilla tra immedesimazione e giudizio proiettando sul
testo una serie di interrogativi intimi e comuni su temi da sempre controversi.
Description (of a
description)
di Lucinda Childs e Hans
Peter Kuhn
con Lucinda Childs
testo Susan Sontag
musica, set e light design Hans Peter Kuhn
direttore tecnico Reinhard Bischsel
direzione di progetto Marta Dellabona
direzione di produzione Martina Galbiati
produttore Franco Laera
……………………………
Schrödinger
had a cat named Milton
di Michele Pogliani e MP3
Dance Project
coreografia Michele Pogliani in collaborazione con i danzatori
con Agnese Trippa, Nicolo’ Troiano, Mattia Romano, Michele Pogliani
visual design Michele Innocente
sound design Maurizio Bergmann
voce recitante Lucinda Childs
light design Stefano Pirandello
costumi e scenografia Tiziana Barbaranelli
riprese video Daniele Lazzara
coordinatore di produzione Fabrizio De Angelis
Durata: 60’
LUCINDA
CHILDS E LA COMPAGNIA MP3 DANCE PROJECT DI MICHELE POGLIANI DI NUOVO INSIEME A
ROMA
Dopo il successo della tournée italiana e poi internazionale
dello spettacolo Relative Calm, la grande
coreografa statunitense Lucinda Childs torna a Roma assieme a Michele Pogliani
e alla sua compagnia MP3 Dance Project per un evento al Teatro Vascello di
Monteverde, dal 4 al 7 aprile 2024.
Lo spettacolo, composto da due parti vede nella prima, in
esclusiva italiana, Description (of a description) di
Lucinda Childs e Hans Peter Kuhn, narrazione nata da un inquietante testo di
Susan Sontag. Che accade se un uomo collassa su un marciapiede? In scena la
coreografa stessa con la sua magnetica presenza a recitare in un’ascesa di
movimenti sempre più rarefatti e malcerti. Un’occasione per godere ancora di
questa protagonista della scena minimalista USA, e in questi nostri tempi
incerti per farci aiutare dall’arte a trovare chiavi per leggere la realtà.
Michele Pogliani – che con la compagnia di Childs ballò a lungo
prima di questa rinnovata collaborazione – nella seconda parte presenta, in
prima assoluta, Schrödinger had a cat named Milton (ispirato
al celebre paradosso sulla probabilità della meccanica quantistica del gatto di
Schrödinger, secondo cui finché non si apre la scatola è impossibile sapere se
il gatto all’interno sia vivo o morto). Un pezzo che ci ricorda che tutto può accadere,
ma può anche non accadere: per MP3 Dance Project, in scena con Pogliani anche
Agnese Trippa, Nicolò Troiano e Mattia Romano con il sound design di Maurizio
Bergmann. In uno spazio astratto si aprono porte [portali] che lasciano
intravvedere un’altra realtà e altre dimensioni. Le video installazioni sono
curate da Michele Innocente, i costumi e le scene da Tiziana Barbaranelli.
La compagnia MP3 Dance project e lo stesso Pogliani saranno impegnati anche il
27 e 28 marzo alla Nuvola dell’Eur con il progetto Dancing Glass uno
spettacolo\evento con la direzione artistica di Lucinda Childs per la danza e
Oscar Pizzo per la musica, in cui risuoneranno 12 Etudes per piano di Philp
Glass in dialogo con altrettante creazioni originali commissionate a 14 tra
coreografi, musicisti e video artisti internazionali.
OH SCUSA DORMIVI
di Jane Birkin
traduzione di
Alessandra Aricò (Edizioni Barbès, 2008)
con Alessandra
Vanzi e Marco Solari
collaborazione Gustavo
Frigerio | Produzione Florian Teatro – Centro Produzione Teatrale
Grazie a Artisti 7607
– Patrizia Bettini – Marcella Messina – Mario Romano – Paolo Modugno – Paola e
Alessandro (Spazio di Mezzo, Baglio d’Arte di Marausa). Per le foto ad
Andrea Cavicchioli, Piero Marsili, Marcello Mascara, Ionela Mimiteh
Negli anni ’90 Jane
Birkin scrive Oh pardon tu dormais, testo teatrale con l’andamento di un
lungo racconto, un atto unico che si sviluppa in 17 quadri nell’arco di tempo
di una notte in una camera da letto.
Una coppia che convive
da anni, in cui la donna cerca conferma di amore dal suo compagno, ma lui non
riesce a dimostrarglielo. In questa notte difficile i due si rimproverano,
lottano, si lasciano, si riuniscono, si straziano ed inteneriscono in un gioco
doppio, tra parole e azioni che a volte le contraddicono: come se un filo
parallelo al dialogo materializzasse pensieri e desideri più o meno espliciti.
Alle volte la vita di
una coppia può trasformarsi in un vero terreno di lotta. Un ring.
Rivendicazioni, insicurezze, rimproveri, debolezze, gelosie. Tutti i colpi sono
ammessi, anche i più bassi. Ma nel confronto c’è spazio anche per alcuni
momenti di dolcezza, di tenerezza.
Per osservare da fuori
questo agone niente di meglio di una scena vuota dove si disegnano i percorsi
dei due protagonisti: incroci, faccia a faccia, schivate, rifiuti,
accerchiamenti.
Un atlante
sentimentale dove ogni passo è un messaggio per l’altro, un segnale che può
essere di minaccia o di coinvolgimento. C’è spazio anche per la seduzione
naturalmente. Ma anche quella in un attimo può trasformarsi in vendetta o in un
ricatto.
C’è spazio anche per
la simulazione. I protagonisti ci sono o ci fanno? Ognuno mette in scena un
teatrino per l’altro che è complice nella finzione. Quante volte l’hanno già
fatto!
È un gioco che può
sorprenderli, che può animare la noia data dall’abitudine. Sono disillusi,
stanno invecchiando, forse non si amano più, ma hanno bisogno l’uno dell’altro.
Il confronto è crudele e il testo di Jane Birkin è asciutto, battute brevi e
secche, un ritmo implacabile che costringe i protagonisti a uno svelamento che
ci rende voyeur, che ci fa tifare per l’uno o per l’altro, ci rimanda alla
nostra vita, al nostro personale confronto con l’altro che amiamo.
Un allestimento
volutamente essenziale, una scenografia fatta di luce, per un’ora circa di
spettacolo.
Lo spettacolo ha avuto
un’anteprima nazionale il 10 settembre 2023 nella rassegna Tempora
Contempora al Convitto Palmieri di Lecce e in prima nazionale
il 14 e 15 ottobre al Florian Espace di Pescara.
Dosaggio ormonale
di e con Giuditta Cambieri, eclettica artista romana.
Parole e canzoni si intrecciano durante una tempesta
ormonale in cui Giuditta si ritrova a navigare in un mare di sudarelle tra
verità più o meno scomode venute a galla durante quella perturbazione. Pezzi di
cuore tagliuzzato, ricordi di speranze naufragate, parole che era meglio non
sentire e altre che sarebbe stato meglio dire, immagini uscite da scene di vita
vissuta e di vita sopravvissuta. L’ormone, si sa, è come un coreografo
impazzito; ti fa saltellare un po’ qua e un po’ là. Così in un percorso di riflessioni
drammaticamente comiche e non solo, le due si ritrovano a fare il punto sull’
essere donne, sull’essere bisessuale, sull’essere madre in un mondo fatto a
misura di maschio. Insomma un mondo fatto apposta per lui, fatto apposta come
un dispetto. Ma non tutte le perturbazioni vengono per nuocere. Non è più tempo
d’aspettare, di non dire, di non fare è tempo invece d’imboccare la gloriosa
strada della tanto temuta ed agognata menopausa.
In sintesi, attempate da ora ma resistenti da sempre!