Ultimi Video

Sarto per signora



31.3.24
 

Petrov


Il palcoscenico di un teatro è il luogo dove per antonomasia tutto è possibile. Può accadere che i figli di due naufraghi degli anni di piombo, cresciuti senza conoscere la verità sui loro genitori, tentino un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca di qualcosa che forse non è andato perduto per sempre e che potrebbe restituire loro un briciolo di consapevolezza e di serenità. Forse un gioco di ruolo che ha bisogno di un arbitro e lo trova, per quegli strani nodi che intrecciano i fili della memoria collettiva, proprio nell’uomo che in una notte di settembre del 1983 ebbe fra le mani il destino dell’umanità salvandola dall’olocausto della guerra nucleare. Erano ancora una bambina ed un bambino innocenti, Lei e Lui, quando all’apice della Guerra Fredda il tenente colonnello dell’esercito sovietico Stanislav Efgrafovic Petrov decise in solitudine che i sei missili intercontinentali apparsi sul suo monitor erano un’illusione e la vita di ogni essere umano una realtà che,al contrario, andava difesa ad ogni costo. Una storia che riguarda di nuovo da vicino ognuno di noi.


31.3.24
 

Decamerone



27.3.24
 

DAVIDSON

Angelo Mai 29 Febbraio 2024

DAVIDSON | MAURIZIO CAMILLI/BALLETTO CIVILE

liberamente tratto dalla sceneggiatura Il Padre Selvaggio di Pier Paolo Pasolini, concept e drammaturgia Maurizio Camilli | coreografia Michela Lucenti | con Maurizio Camilli e Confident Frank | disegno luci Vincenzo De Angelis | disegno sonoro Andrea Gianessi | datore luci Francesco Traverso | assistente alla regia Ambra Chiarello assistente alla coreografia Francesco Collavino | produzione Balletto Civile, in collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazionale / focus CARNE | con il sostegno di ATER (Modena) e ICK (Amsterdam) e del Ministero della Cultura Italiana MIC

– Che cos’è la poesia, signore?” chiede Davidson 

– Ma tu lo sai! – dice il professore.

– No, non lo so! – protesta il ragazzo scuotendo la testa ricciuta.

– Sì, lo sai!

– No, non lo so!

– Sei un africano, sei immerso nella poesia!

– No, la poesia è una cosa dei bianchi.

– Canta una canzone del tuo villaggio!

Davidson si mette a cantare uno dei canti del suo villaggio.

Ma il canto è nella sua testa strettamente unito alla danza. E allora cantando si mette a danzare.

Un lungo canto, una lunga danza.

– Ecco, questa è la poesia!

Il Padre Selvaggio è un abbozzo di sceneggiatura scritta nel ’63 e pubblicata postuma nel fatale 1975. Il regista non trovò finanziatori, spaventati dalla sua libertà di pensiero, e il film non si realizzò. È  la storia di Davidson, un ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa e del suo incontro con un insegnante progressista e tormentato – una figura di frontiera alter ego dello stesso Pasolini – che cerca di dare ai suoi ragazzi un’istruzione moderna e anticolonialista. Questa opera sospesa racconta soprattutto il conflitto tra l’insegnante e Davidson, diffidente alle novità di metodo e di cultura del nuovo insegnante proprio perché è il più intelligente. Il cuore di questo contrasto è il dilemma del rapporto tra bianchi e neri, il problema della libertà e della democrazia, della tensione verso l’altro da sé.

Uno scritto breve ed intenso, con una forte valenza politica e non solo poetica, una sorta di canovaccio che sfugge alle definizioni concepito da Pasolini soprattutto come una successione di immagini e di indicazioni di azioni. Una sceneggiatura ibrida che mischia codici e linguaggi differenti e proprio nell’assenza della sua realizzazione offre un grande potenziale espressivo. 

Una forma indefinita che presenta qualità visive che si prestano alla messa in scena danzata, in una vertigine tra opera letteraria e teatro fisico.

Balletto Civile ha incontrato nei suoi viaggi il suo scaltro Davidson a Modena.

Questo spettacolo sarà fatto con lui.

Il Padre Selvaggio è un abbozzo di sceneggiatura scritta nel ’63 da P.P. Pasolini. È  la storia di Davidson, un ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa e del suo incontro con un insegnante progressista, tormentato e anticolonialista. Uno scritto breve ed intenso, con una forte valenza politica e non solo poetica, che mischia codici e linguaggi differenti, canovaccio perfetto per una vertigine tra opera letteraria e teatro fisico.

Il Padre Selvaggio scritto nel ’63 da P.P. Pasolini è una sceneggiatura che mischia codici e linguaggi differenti, una vertigine tra opera letteraria e teatro fisico.

È  la storia di Davidson, ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa e del suo incontro con un insegnante progressista, tormentato e anticolonialista

Il cuore dello spettacolo è il dilemma del rapporto tra bianchi e neri, il problema della libertà e della democrazia, della tensione verso l’altro da sé.

 

10.3.24
 

Miss Mother


Teatro Tordinona 3 Marzo 2024

Monica è una madre single che spinge la figlia di 10 anni, Erika, a partecipare a estenuanti concorsi di bellezza per piccole miss. Durante l’ennesima gara, Erika ha un blocco: non vuole più competere e non riesce a spiegare il perché. La madre cerca di spronare la bambina a non mollare, ma questo non farà che peggiorare la situazione. 

Miss Mother affronta in toni crudi e grotteschi una delle competizioni più pesanti al mondo: quella tra madre e figlia. Tra battute che strizzano l'occhio alla stand up comedy ed echi di fatti di cronaca realmente accaduti, il primo studio dello spettacolo cerca di rispondere a diversi interrogativi: fino a che punto un rapporto tra due persone che si amano può essere compromesso dalla smania di vincere? A cosa si è disposte a rinunciare, in quanto donne, per avvicinarsi al sogno dorato del "jet set"? Chi vince davvero alla fine? 

 

Testo di Emilia Agnesa, regia di Francesca Orsini, con Bianca Mastromonaco

 

Per info e prenotazioni missmotherproduzione@gmail.com

 


10.3.24
 

Memorie di un Menestrello Napoletano




5.3.24
 

Of The Nightingale I Envy The Fate

Teatro Biblioteca Quarticciolo 24 Febbraio 2024  

Of The Nightingale I Envy The Fate (Dell’usignolo invidio la sorte)
MOTUS

ideazione e regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande
con Stefania Tansini
drammaturgia Daniela Nicolò
suono dal vivo Enrico Casagrande
ambienti sonori Demetrio Cecchitelli
direzione tecnica e disegno luci Theo Longuemare
brano musicale R.Y.F. (Francesca Morello)
props in lattice _vvxxii
abito Boboutic Firenze
foto Ilaria Depari
assistente costumista e scenografa Susana Botero
illustrazione Lilsis.art
grafica Federico Magli
video Vladimir Bertozziproduzione Francesca Raimondi
organizzazione e logistica Shaila Chenet
comunicazione Dea Vodopi
promozione Ilaria Depari
ufficio stampa comunicattive.it
distribuzione internazionale Lisa Gilardino
una produzione Motus con TPE / Festival delle Colline Torinesi
residenze artistiche ospitate da Lavanderie a vapore Torino, Centro nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni, AMAT Marche
con il supporto di MiC, Regione Emilia-Romagna

 

Per quelle di noi che vivono sul margine ritte sull’orlo costante della decisione ostinate e sole
(Audre Lorde, Litania per la sopravvivenza)

Alla sfera animale, dell’incivile, del selvatico è ricondotto il talento di profetessa di Cassandra. Nell’Orestea il corifeo paragona il suo lamento incomprensibile al canto di un usignolo: dalla risposta della “giovane inascoltata” viene il titolo di questa performance-grido, dove la battaglia di Cassandra è rievocata dal corpo-voce di Stefania Tansini nei momenti che precedono la sua ingiusta uccisione come schiava/adultera e ξένη/straniera. Un rito sciamanico dove si fondono la stereotipica fragilità femminile e il suo spirito di vendetta infuocato, le funeste visioni del futuro, come la prodezza animale, l’eleganza del gesto e dello sbattere di ciglia – usignolo ibridato da piume tropicali che si rifrange in uno spazio alterato – in dialogo con una luce mobile (d’oltremondo?) che la insegue e la sfida. Anche il suo linguaggio oscilla, fluido, fra lucidità e mimetismi animali che lo rendono stridore ostinato e dolcissimo. Dopo il viaggio agli inferi, torna in superficie trasformata e nutrita dalle larve serpentine della terra, via i piumaggi leggeri, emerge a testa bassa pronta per continuare, perché ancora una volta, non era previsto che noi sopravvivessimo, come scrive una combattente/Cassandra come Audre Lorde.

 

4.3.24
 

DIGIUNANDO DAVANTI AL MARE

Spin Time 23 Febbraio 2024

DIGIUNANDO DAVANTI AL MARE

drammaturgia Francesco Niccolini
regia Fabrizio Saccomanno
con Giuseppe Semeraro

 Vincitore Premio “Museo Cervi Teatro per la memoria” – Festival di Resistenza 2020
Premio della Critica “Ermo Colle” 2022

 La figura di Danilo Dolci sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione: poeta, intellettuale, pedagogo. Dopo un breve viaggio in Sicilia decide di ritornarci e di mettersi al fianco degli ultimi, dei diseredati, dei banditi come li chiamava lui stesso. Negli anni cinquanta organizza e promuove tantissime manifestazioni e scioperi in difesa dei diritti dei contadini, dei pescatori, dei disoccupati. Il suo attivismo gli valse due candidature a premio Nobel per la pace e il riconoscimento a livello internazionale del suo operare. Sempre in quegli anni con i contadini progetta e realizza una radio clandestina, un asilo, una diga, l’università popolare insieme a tanti progetti culturali. Quello che più mi interessa in questa figura sono le sue qualità umane, il suo grande potere comunicativo e soprattutto la fiducia che sapeva spargere attorno a sé. Qualità che gli permisero di creare un grande movimento popolare che sfociò nel grande “Sciopero alla rovescia”; manifestazione che rivendicava il fatto che dei disoccupati per protesta andavano a lavorare rendendosi utili in lavori per la collettività. Danilo Dolci voleva, con i disoccupati Siciliani, ricordare all’Italia intera che per la Costituzione Italiana il lavoro è un diritto ma anche un dovere se questo lavoro ha un’utilità pubblica. Durante la manifestazione Danilo Dolci fu arrestato assieme ad alcuni collaboratori, ne segui un processo che segnò un profondo spartiacque nell’Italia del dopoguerra.

genere: teatro di narrazione, teatro d’attore

FESTIVAL TEATRALE DI RESISTENZA 2020

Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria – 19^ edizione
Luglio 2020, Casa Cervi – Gattatico (Reggio Emilia)

 Per la 19ˆ edizione del Festival Teatrale di Resistenza,  la Giuria attribuisce il 1° Premio allo spettacolo Digiunando davanti al mare, ideato e interpretato da Giuseppe Semeraro della compagnia Principio Attivo Teatro, per la regia di Francesco Saccomanno e la drammaturgia di Francesco Niccolini, con la seguente motivazione:
– Con un neorealismo teatrale di limpida efficacia, Giuseppe Semeraro fa rivivere l’impegno dell’intellettuale Danilo Dolci verso i derelitti della Sicilia di settant’anni fa: dilaniata dalle macerie del dopoguerra e dalle penetrazioni mafiose, nella sostanziale indifferenza della politica. Dolci era uno scrittore e fine agitatore che si sporcava le mani nella quotidianità delle
persone, allo scopo di consentire a tutti l’accesso a beni essenziali quali il cibo e l’acqua, il lavoro e la cultura. Quest’ultima vissuta come mezzo che crea possibilità d’intense relazioni e reciproco apprendimento tra esseri umani. Ed è proprio la sua caratura di essere umano che traluce con
comunicativa nella recitazione di Semeraro, ricorrendo alla vivacità del dialetto e intarsiando scene d’avvolgente cifra cinematografica. Tanto da restituirci la vicenda siciliana di Dolci nei suoi aspetti di spiazzante creatività: in grado di sensibilizzare le coscienze e di fare sentire più
uniti tra loro gli umili ai quali è andato incontro. Un messaggio di solidale vicinanza che risuona forte lungo questo tempo di distanziamento personale, causa gli effetti di una tremenda pandemia.

3.3.24
 

OH SCUSA DORMIVI

Angelo Mai 22 Febbraio 2024

OH SCUSA DORMIVI

di Jane Birkin

traduzione di Alessandra Aricò (Edizioni Barbès, 2008)

con Alessandra Vanzi e Marco Solari

collaborazione Gustavo Frigerio | Produzione Florian Teatro – Centro Produzione Teatrale

Grazie a Artisti 7607 – Patrizia Bettini – Marcella Messina – Mario Romano – Paolo Modugno – Paola e Alessandro (Spazio di Mezzo, Baglio d’Arte di Marausa). Per le foto ad Andrea Cavicchioli, Piero Marsili, Marcello Mascara, Ionela Mimiteh  

Negli anni ’90 Jane Birkin scrive Oh pardon tu dormais, testo teatrale con l’andamento di un lungo racconto, un atto unico che si sviluppa in 17 quadri nell’arco di tempo di una notte in una camera da letto.

Una coppia che convive da anni, in cui la donna cerca conferma di amore dal suo compagno, ma lui non riesce a dimostrarglielo. In questa notte difficile i due si rimproverano, lottano, si lasciano, si riuniscono, si straziano ed inteneriscono in un gioco doppio, tra parole e azioni che a volte le contraddicono: come se un filo parallelo al dialogo materializzasse pensieri e desideri più o meno espliciti.

Alle volte la vita di una coppia può trasformarsi in un vero terreno di lotta. Un ring. Rivendicazioni, insicurezze, rimproveri, debolezze, gelosie. Tutti i colpi sono ammessi, anche i più bassi. Ma nel confronto c’è spazio anche per alcuni momenti di dolcezza, di tenerezza.

Per osservare da fuori questo agone niente di meglio di una scena vuota dove si disegnano i percorsi dei due protagonisti: incroci, faccia a faccia, schivate, rifiuti, accerchiamenti. 

Un atlante sentimentale dove ogni passo è un messaggio per l’altro, un segnale che può essere di minaccia o di coinvolgimento. C’è spazio anche per la seduzione naturalmente. Ma anche quella in un attimo può trasformarsi in vendetta o in un ricatto.

C’è spazio anche per la simulazione. I protagonisti ci sono o ci fanno? Ognuno mette in scena un teatrino per l’altro che è complice nella finzione. Quante volte l’hanno già fatto!

È un gioco che può sorprenderli, che può animare la noia data dall’abitudine. Sono disillusi, stanno invecchiando, forse non si amano più, ma hanno bisogno l’uno dell’altro. Il confronto è crudele e il testo di Jane Birkin è asciutto, battute brevi e secche, un ritmo implacabile che costringe i protagonisti a uno svelamento che ci rende voyeur, che ci fa tifare per l’uno o per l’altro, ci rimanda alla nostra vita, al nostro personale confronto con l’altro che amiamo.

Un allestimento volutamente essenziale, una scenografia fatta di luce, per un’ora circa di spettacolo.

Lo spettacolo ha avuto un’anteprima nazionale il 10 settembre 2023 nella rassegna  Tempora Contempora al Convitto Palmieri di Lecce e  in prima nazionale  il 14 e 15 ottobre al Florian Espace di Pescara.

3.3.24
 

L'Amor che (non) move il sole



2.3.24
 

BARBAROS



2.3.24
 
 
Support : MarXoB
Copyright © 2011. e-performance.tv - All Rights Reserved
Template Created by MarXoB | Published by e-performance.tv
powered by Blogger