22 marzo 2023
Fanny & Alexander
SYLVIE E BRUNO
liberamente tratto da Sylvie e Bruno di Lewis Carroll Ed.
Einaudi
ideazione Chiara Lagani e Luigi De Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
regia, scene e luci Luigi De Angelis
con Andrea Argentieri, Marco Cavalcoli, Chiara Lagani, Roberto Magnani, Elisa
Pol
musiche e sound design e musiche di Emanuele Wiltsch Barberio
cura del suono e supervisione tecnica Vincenzo Scorza – costumi Chiara Lagani
ringraziamenti Anita Baliani, Paul Behnam, Brando Carella, Vittoria Casadio
Lombini,
Guido Farina, Anna Frantini, Leo Molduzzi, Rodolfo Sacchettini
la canzone del giardiniere è cantata da Emanuele Wiltsch Barberio – immagine
Igor Siwanowicz – foto di Enrico Fedrigoli
Produzione Ravenna Festival, E Production / Fanny & Alexander in
collaborazione con Ravenna Teatro
Tratto dall’omonimo libro di Lewis Carroll la compagnia
Fanny & Alexander presenta uno spettacolo in cui la dimensione visionaria
del sogno porta al di fuori dalla percezione ordinaria della realtà. Una doppia
storia che si sviluppa in parallelo. Da un lato una contrastata vicenda
d’amore, e dall’altro una storia “magica”. Sylvie e Bruno è una favola
contemporanea che ha al suo centro crisi politiche, epidemie mortali e un
tragico senso di fine, ma anche la forza creativa dei sogni e il potere
vivificante dell’immaginazione. Immaginatevi di essere terribilmente stanchi e
che il sonno stia per sorprendervi e trascinarvi al fondo di un sogno. Il punto
di partenza di questo spettacolo è proprio quello stato parzialmente vigile e
al contempo di semi-abbandono in cui il corpo si fa improvvisamente pesante, la
mente si solleva e quasi possiamo vederci dall’alto, salvo repentini sussulti
delle membra che, se non ci svegliano, segnalano proprio un profondo
inevitabile trapasso ad un mondo “notturno”, fatto di immagini e suoni volatili
eppur consistenti. Siamo allora nel mondo dei sogni, un mondo dotato di sue
regole parallele che in qualche modo riorganizzano e trasformano le immagini
diurne con quelle del nostro inconscio. Sulla scena, gli attori sono in un
certo senso le radici sensibili di questo processo, che attraversando molti ruoli,
permettono al pubblico di restare attaccato alla dimensione “concreta” della
rappresentazione, fatta di pochissimi elementi visivi, poiché l’azione è
immersa in uno spazio inizialmente “neutrale”, che a poco a poco si va
caratterizzando nel riempirsi di voci e di suoni che ricreano in modo
iperrealistico una serie di luoghi che, nella logica surreale del sogno, si
materializzano, come ologrammi sonori o puri fantasmi, dando vita alle due
storie intrecciate. (…) I due mondi, sogno e realtà, hanno incidenti e modi
differenti, hanno una logica diversa e questa logica è affidata in primo luogo
all’incantevole Bruno e in minor grado a due erratiche e confinarie figure di
Professori, impegnati in scoperte scientifiche molto carrolliane, nonché in una
sorta di filosofica, strampalata forma di “resistenza”. Nel mondo magico,
infatti, è appena avvenuto un violento colpo di Stato, operazioni di
aggiotaggio fatato, mentre nel mondo reale, al culmine della storia, infuria
una terribile misteriosa febbre, simile alla pandemia di questi nostri giorni.
Dunque, da un lato abbiamo un mondo al collasso in cui all’improvviso irrompe
la forza della bellezza e dell’immaginazione; dall’altro un mondo piagato da
una terribile, metaforica malattia, che però sopravvive, in nome della potenza
dell’amore e dell’arte.
22 marzo 2023
Fanny & Alexander
SYLVIE E BRUNO
liberamente tratto da Sylvie e Bruno di Lewis Carroll Ed.
Einaudi
ideazione Chiara Lagani e Luigi De Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
regia, scene e luci Luigi De Angelis
con Andrea Argentieri, Marco Cavalcoli, Chiara Lagani, Roberto Magnani, Elisa
Pol
musiche e sound design e musiche di Emanuele Wiltsch Barberio
cura del suono e supervisione tecnica Vincenzo Scorza – costumi Chiara Lagani
ringraziamenti Anita Baliani, Paul Behnam, Brando Carella, Vittoria Casadio
Lombini,
Guido Farina, Anna Frantini, Leo Molduzzi, Rodolfo Sacchettini
la canzone del giardiniere è cantata da Emanuele Wiltsch Barberio – immagine
Igor Siwanowicz – foto di Enrico Fedrigoli
Produzione Ravenna Festival, E Production / Fanny & Alexander in
collaborazione con Ravenna Teatro
Tratto dall’omonimo libro di Lewis Carroll la compagnia
Fanny & Alexander presenta uno spettacolo in cui la dimensione visionaria
del sogno porta al di fuori dalla percezione ordinaria della realtà. Una doppia
storia che si sviluppa in parallelo. Da un lato una contrastata vicenda
d’amore, e dall’altro una storia “magica”. Sylvie e Bruno è una favola
contemporanea che ha al suo centro crisi politiche, epidemie mortali e un
tragico senso di fine, ma anche la forza creativa dei sogni e il potere
vivificante dell’immaginazione. Immaginatevi di essere terribilmente stanchi e
che il sonno stia per sorprendervi e trascinarvi al fondo di un sogno. Il punto
di partenza di questo spettacolo è proprio quello stato parzialmente vigile e
al contempo di semi-abbandono in cui il corpo si fa improvvisamente pesante, la
mente si solleva e quasi possiamo vederci dall’alto, salvo repentini sussulti
delle membra che, se non ci svegliano, segnalano proprio un profondo
inevitabile trapasso ad un mondo “notturno”, fatto di immagini e suoni volatili
eppur consistenti. Siamo allora nel mondo dei sogni, un mondo dotato di sue
regole parallele che in qualche modo riorganizzano e trasformano le immagini
diurne con quelle del nostro inconscio. Sulla scena, gli attori sono in un
certo senso le radici sensibili di questo processo, che attraversando molti ruoli,
permettono al pubblico di restare attaccato alla dimensione “concreta” della
rappresentazione, fatta di pochissimi elementi visivi, poiché l’azione è
immersa in uno spazio inizialmente “neutrale”, che a poco a poco si va
caratterizzando nel riempirsi di voci e di suoni che ricreano in modo
iperrealistico una serie di luoghi che, nella logica surreale del sogno, si
materializzano, come ologrammi sonori o puri fantasmi, dando vita alle due
storie intrecciate. (…) I due mondi, sogno e realtà, hanno incidenti e modi
differenti, hanno una logica diversa e questa logica è affidata in primo luogo
all’incantevole Bruno e in minor grado a due erratiche e confinarie figure di
Professori, impegnati in scoperte scientifiche molto carrolliane, nonché in una
sorta di filosofica, strampalata forma di “resistenza”. Nel mondo magico,
infatti, è appena avvenuto un violento colpo di Stato, operazioni di
aggiotaggio fatato, mentre nel mondo reale, al culmine della storia, infuria
una terribile misteriosa febbre, simile alla pandemia di questi nostri giorni.
Dunque, da un lato abbiamo un mondo al collasso in cui all’improvviso irrompe
la forza della bellezza e dell’immaginazione; dall’altro un mondo piagato da
una terribile, metaforica malattia, che però sopravvive, in nome della potenza
dell’amore e dell’arte.
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