VI.PA.RO. Storie di Santi e Veleni.... un ponte tra passato e presente
Un viaggio al Sud (Puglia) tra lavoro, fatica e sfruttamento, dolore e malattia, amore, devozione e religiosità attraverso danze simboliche, stilizzate e intense che ci riportano a rituali antichi ...sotto gli occhi di tre Santi: "San Vito dove si danza nell’acqua, San Paolo che per primo scacciò la serpe, dove i piedi battono un tempo sempre uguale, San Rocco e la sua danza dei coltelli per scacciare i malanni “. Dal passato al presente. Questa l’anima dello spettacolo, intenso e vero. Un progetto coreografico della Compagnia Carlucci/ Cananiello (Mattia Carlucci e Riccardo Cananiello): due i danzatori in scena che rendono vivo il racconto di una intera Comunità.
Suggestivo e potente,
senza spettacolarizzazioni superflue, la performance di Mattia Carlucci
e Riccardo Cananiello ha intrecciato la danza tradizionale legata ad
antichi rituali con la danza contemporanea proponendo ai pubblici quadri
intensi che riportano ai simboli del tarantismo, i nastri, l'acqua, i colori,
il ragno, il serpente, i coltelli, il ritmo del tamburello. Da Galatina a
San Vito dei Normanni a Torrepaduli - ma come viene spiegato, si tratta di
un viaggio “che parte dalla Puglia e guarda a tutto il
Mediterraneo". E', infatti, un viaggio universale che tocca malattia
e sofferenza, lavoro e sfruttamento, ma anche l'amore. Ed è la danza che,
come una preghiera è fonte di riscatto. Uno spettacolo che nasce da
dentro, dal cuore dei protagonisti, entrambi salentini, legati alla tradizione
per legami familiari, e che possono ancora giovarsi di ricordi veri,
esperienze, racconti ascoltati dagli anziani come testimonia del resto la
colonna sonora fatta di registrazioni di canti antichi e testimonianze
delle anziane sul ruolo della pizzica, la danza che guariva. Ed è questa verità
la fonte dei ricordi dei due giovani espressi nella parte teatrale dello
spettacolo.
L'intersecarsi
di danze popolari, danza contemporanea e teatro è la miscela che conduce
lo spettatore a passare da un passato mitico al nostro presente. Un progetto
coreografico interessante che si è concretizzato anche grazie a un felice
incontro.
"Io e Riccardo- racconta Mattia
Carlucci- ci siamo conosciuti lo scorso gennaio qui a Roma, alla Casa della
Pace, spazio dove lui cura la direzione artistica e dove io ho avviato il mio
laboratorio stabile di teatro danza connesso alle danze popolari del sud Italia.
Siamo entrambi salentini, fortemente legati alla nostra terra e al nostro
patrimonio culturale orale fatto di danze antiche, cunti e canti. Il nostro
amore per il teatro ci permette di difendere la memoria di chi prima di noi ha
danzato e cantato, tramandandoci tutto questo. L'arte del teatro e della danza
diventa un grande canale espressivo per raccontare tutto questo. Un passato
antico fatto di sofferenza e miseria, ma anche di tanto amore e devozione. Per
dare voce a chi non l'ha mai avuta. Ecco perché le registrazioni dei canti di
Nonna Rosina, di Rita Lelli (musicoterapeuta di San Vito dei Normanni). Tutto
diventa ponte tra passato e presente, per raccontare come il rito e il mito
antico hanno senso di esistere ancora oggi e la danza e il teatro - ancora una
volta - si offrono a servizio di tutto questo. Da tutto questo nasce la volontà
mia e di Riccardo di raccontare ciò: uno spettacolo devozionale coreutico per
San Vito, San Paolo e San Rocco e alle danze connesse alle loro figure".
"Lo spirito- le
parole di Mattia e Riccardo- non è quello di una fedele
riproposizione della filologia della danza tradizionale, ma quello di cercare
nuovi linguaggi, mantenendo allo stesso tempo il sentimento di un tempo
per raccontare l'antico dal punto di vista della nuova generazione che oggi ha
la responsabilità di conservare e continuare a tramandare questo grande
patrimonio orale e ringraziare in qualche modo tutte quelle persone che hanno
danzato e suonato prima di noi, che hanno permesso che Vi.Pa.Ro - Storie di
Santi e Veleni vedesse la luce".
VI.PA.RO. Storie di Santi e Veleni.... un ponte tra passato e presente
Un viaggio al Sud (Puglia) tra lavoro, fatica e sfruttamento, dolore e malattia, amore, devozione e religiosità attraverso danze simboliche, stilizzate e intense che ci riportano a rituali antichi ...sotto gli occhi di tre Santi: "San Vito dove si danza nell’acqua, San Paolo che per primo scacciò la serpe, dove i piedi battono un tempo sempre uguale, San Rocco e la sua danza dei coltelli per scacciare i malanni “. Dal passato al presente. Questa l’anima dello spettacolo, intenso e vero. Un progetto coreografico della Compagnia Carlucci/ Cananiello (Mattia Carlucci e Riccardo Cananiello): due i danzatori in scena che rendono vivo il racconto di una intera Comunità.
Suggestivo e potente,
senza spettacolarizzazioni superflue, la performance di Mattia Carlucci
e Riccardo Cananiello ha intrecciato la danza tradizionale legata ad
antichi rituali con la danza contemporanea proponendo ai pubblici quadri
intensi che riportano ai simboli del tarantismo, i nastri, l'acqua, i colori,
il ragno, il serpente, i coltelli, il ritmo del tamburello. Da Galatina a
San Vito dei Normanni a Torrepaduli - ma come viene spiegato, si tratta di
un viaggio “che parte dalla Puglia e guarda a tutto il
Mediterraneo". E', infatti, un viaggio universale che tocca malattia
e sofferenza, lavoro e sfruttamento, ma anche l'amore. Ed è la danza che,
come una preghiera è fonte di riscatto. Uno spettacolo che nasce da
dentro, dal cuore dei protagonisti, entrambi salentini, legati alla tradizione
per legami familiari, e che possono ancora giovarsi di ricordi veri,
esperienze, racconti ascoltati dagli anziani come testimonia del resto la
colonna sonora fatta di registrazioni di canti antichi e testimonianze
delle anziane sul ruolo della pizzica, la danza che guariva. Ed è questa verità
la fonte dei ricordi dei due giovani espressi nella parte teatrale dello
spettacolo.
L'intersecarsi
di danze popolari, danza contemporanea e teatro è la miscela che conduce
lo spettatore a passare da un passato mitico al nostro presente. Un progetto
coreografico interessante che si è concretizzato anche grazie a un felice
incontro.
"Io e Riccardo- racconta Mattia
Carlucci- ci siamo conosciuti lo scorso gennaio qui a Roma, alla Casa della
Pace, spazio dove lui cura la direzione artistica e dove io ho avviato il mio
laboratorio stabile di teatro danza connesso alle danze popolari del sud Italia.
Siamo entrambi salentini, fortemente legati alla nostra terra e al nostro
patrimonio culturale orale fatto di danze antiche, cunti e canti. Il nostro
amore per il teatro ci permette di difendere la memoria di chi prima di noi ha
danzato e cantato, tramandandoci tutto questo. L'arte del teatro e della danza
diventa un grande canale espressivo per raccontare tutto questo. Un passato
antico fatto di sofferenza e miseria, ma anche di tanto amore e devozione. Per
dare voce a chi non l'ha mai avuta. Ecco perché le registrazioni dei canti di
Nonna Rosina, di Rita Lelli (musicoterapeuta di San Vito dei Normanni). Tutto
diventa ponte tra passato e presente, per raccontare come il rito e il mito
antico hanno senso di esistere ancora oggi e la danza e il teatro - ancora una
volta - si offrono a servizio di tutto questo. Da tutto questo nasce la volontà
mia e di Riccardo di raccontare ciò: uno spettacolo devozionale coreutico per
San Vito, San Paolo e San Rocco e alle danze connesse alle loro figure".
"Lo spirito- le
parole di Mattia e Riccardo- non è quello di una fedele
riproposizione della filologia della danza tradizionale, ma quello di cercare
nuovi linguaggi, mantenendo allo stesso tempo il sentimento di un tempo
per raccontare l'antico dal punto di vista della nuova generazione che oggi ha
la responsabilità di conservare e continuare a tramandare questo grande
patrimonio orale e ringraziare in qualche modo tutte quelle persone che hanno
danzato e suonato prima di noi, che hanno permesso che Vi.Pa.Ro - Storie di
Santi e Veleni vedesse la luce".
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