CANTICO DEI CANTICI
adattamento e regia Roberto Latini
musiche e suoni Gianluca Misiti (Premio Ubu 2017
'Miglior progetto sonoro o musiche originali')
luci e tecnica Max Mugnai
con Roberto Latini (Premio Ubu 2017 'Miglior
attore o performer')
organizzazione Nicole Arbelli
produzione Fortebraccio Teatro
con il sostegno di Armunia Festival Costa degli
Etruschi
con il contributo di MiBACT e Regione Emilia-Romagna
Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più antichi
di tutte le letterature.
Pervaso di dolcezza e accudimento, di profumi e
immaginazioni, è uno dei più importanti, forse uno dei più misteriosi; un inno
alla bellezza, insieme timida e reclamante, un bolero tra ascolto e relazione,
astrazioni e concretezza, un balsamo per corpo e spirito.
Se lo si legge senza riferimenti religiosi e interpretativi,
smettendo possibili altre chiavi di lettura, rinunciando a parallelismi, quasi
incoscientemente, se lo si dice senza pretesa di cercare altri significati, se
si prova a non far caso a chi è che parla, ma solo a quel che dice, senza
badare a quale sia la divisione dei capitoli, le parti, se si prova a stare nel
suo movimento interno, nella sua sospensione, può apparirci all’improvviso, col
suo profumo, come in una dimensione onirica, non di sogno, ma di quel mondo,
forse parallelo, forse precedente, dove i sogni e le parole ci scelgono e
accompagnano.
Non ho tradotto alla lettera le parole, sebbene abbia
cercato di rimanervi il più fedele possibile.
Ho tradotto alla lettera la sensazione, il sentimento, che
mi ha da sempre procurato leggere queste pagine. Ho cercato di assecondarne il
tempo, tempo del respiro, della voce e le sue temperature.
Ho cercato di non trattenere le parole, per poterle dire, di
andarle poi a cercare in giro per il corpo, di averle lì nei pressi, addosso,
intorno; ho provato a camminarci accanto, a prendergli la mano, ho chiuso gli
occhi e, senza peso, a dormirci insieme.
“vi prego, non svegliate il mio amore che dorme” R. L.
CANTICO DEI CANTICI
adattamento e regia Roberto Latini
musiche e suoni Gianluca Misiti (Premio Ubu 2017
'Miglior progetto sonoro o musiche originali')
luci e tecnica Max Mugnai
con Roberto Latini (Premio Ubu 2017 'Miglior
attore o performer')
organizzazione Nicole Arbelli
produzione Fortebraccio Teatro
con il sostegno di Armunia Festival Costa degli
Etruschi
con il contributo di MiBACT e Regione Emilia-Romagna
Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più antichi
di tutte le letterature.
Pervaso di dolcezza e accudimento, di profumi e
immaginazioni, è uno dei più importanti, forse uno dei più misteriosi; un inno
alla bellezza, insieme timida e reclamante, un bolero tra ascolto e relazione,
astrazioni e concretezza, un balsamo per corpo e spirito.
Se lo si legge senza riferimenti religiosi e interpretativi,
smettendo possibili altre chiavi di lettura, rinunciando a parallelismi, quasi
incoscientemente, se lo si dice senza pretesa di cercare altri significati, se
si prova a non far caso a chi è che parla, ma solo a quel che dice, senza
badare a quale sia la divisione dei capitoli, le parti, se si prova a stare nel
suo movimento interno, nella sua sospensione, può apparirci all’improvviso, col
suo profumo, come in una dimensione onirica, non di sogno, ma di quel mondo,
forse parallelo, forse precedente, dove i sogni e le parole ci scelgono e
accompagnano.
Non ho tradotto alla lettera le parole, sebbene abbia
cercato di rimanervi il più fedele possibile.
Ho tradotto alla lettera la sensazione, il sentimento, che
mi ha da sempre procurato leggere queste pagine. Ho cercato di assecondarne il
tempo, tempo del respiro, della voce e le sue temperature.
Ho cercato di non trattenere le parole, per poterle dire, di
andarle poi a cercare in giro per il corpo, di averle lì nei pressi, addosso,
intorno; ho provato a camminarci accanto, a prendergli la mano, ho chiuso gli
occhi e, senza peso, a dormirci insieme.
“vi prego, non svegliate il mio amore che dorme” R. L.
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