TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO…
un progetto di Lino Musella e Tommaso De
Filippo
tratto da appunti, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo
uno spettacolo di e con Lino Musella
musiche dal vivo Marco Vidino
scena Paola Castrignanò
disegno luci Pietro Sperduti
suono Marco D’Ambrosio
ricerca storica Maria Procino
collaborazione alla drammaturgia Antonio Piccolo
assistente alla regia Melissa Di Genova
costumi Sara Marino
fotografie Mario Spada
produzione Elledieffe, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Ha debuttato lo scorso ottobre in Prima Nazionale al San
Ferdinando – il Teatro di Eduardo – Tavola tavola, chiodo chiodo… una
nuova produzione di Elledieffe e dello Stabile di Napoli con Lino Musella,
autentico talento della scena, tra i più apprezzati della sua generazione,
vincitore – tra gli altri – nel 2019 del Premio Ubu come migliore attore.
A ‘dare il là a questo nuovo progetto, fortemente voluto
dall’attore napoletano e andato in scena solo per poche repliche a causa della
chiusura dei Teatri, sono state le tante riflessioni emerse, durante la
pandemia, sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti.
“In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue
note – di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi,
filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in
quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi
possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il
desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e – mano mano – ne è venuto fuori
un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue
opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte
instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”. Tommaso De
Filippo – impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia – ha
appoggiato Lino Musella nella sua ricerca nelle memorie di Eduardo volendo
incoraggiare fortemente il dialogo tra generazioni in scena. L’attore darà
dunque voce e corpo alle parole delle lettere indirizzate alle Istituzioni, ai
discorsi al Senato, agli appunti, ai carteggi relativi all’impresa estenuante
per la costruzione e il mantenimento del Teatro San Ferdinando; lo affiancherà in
scena il maestro Marco Vidino che eseguirà dal vivo musiche originali
appositamente composte per lo spettacolo. “Tavola tavola, chiodo chiodo –
continua Musella – sono le ultime parole incise su una lapide del palcoscenico
del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo
macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il
costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel
‘43. Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande
Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare
di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come
ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in
realtà suggeriscono un’azione energica e continua.
Questo grande artista è costantemente impegnato a ‘fare
muro’ per smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in
parte proprio come noi in questo tempo, ma anche da lontano non smette mai di
alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio
per noi”.
TAVOLA TAVOLA, CHIODO CHIODO…
un progetto di Lino Musella e Tommaso De
Filippo
tratto da appunti, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo
uno spettacolo di e con Lino Musella
musiche dal vivo Marco Vidino
scena Paola Castrignanò
disegno luci Pietro Sperduti
suono Marco D’Ambrosio
ricerca storica Maria Procino
collaborazione alla drammaturgia Antonio Piccolo
assistente alla regia Melissa Di Genova
costumi Sara Marino
fotografie Mario Spada
produzione Elledieffe, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Ha debuttato lo scorso ottobre in Prima Nazionale al San
Ferdinando – il Teatro di Eduardo – Tavola tavola, chiodo chiodo… una
nuova produzione di Elledieffe e dello Stabile di Napoli con Lino Musella,
autentico talento della scena, tra i più apprezzati della sua generazione,
vincitore – tra gli altri – nel 2019 del Premio Ubu come migliore attore.
A ‘dare il là a questo nuovo progetto, fortemente voluto
dall’attore napoletano e andato in scena solo per poche repliche a causa della
chiusura dei Teatri, sono state le tante riflessioni emerse, durante la
pandemia, sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti.
“In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue
note – di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi,
filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in
quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi
possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il
desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e – mano mano – ne è venuto fuori
un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue
opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte
instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”. Tommaso De
Filippo – impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia – ha
appoggiato Lino Musella nella sua ricerca nelle memorie di Eduardo volendo
incoraggiare fortemente il dialogo tra generazioni in scena. L’attore darà
dunque voce e corpo alle parole delle lettere indirizzate alle Istituzioni, ai
discorsi al Senato, agli appunti, ai carteggi relativi all’impresa estenuante
per la costruzione e il mantenimento del Teatro San Ferdinando; lo affiancherà in
scena il maestro Marco Vidino che eseguirà dal vivo musiche originali
appositamente composte per lo spettacolo. “Tavola tavola, chiodo chiodo –
continua Musella – sono le ultime parole incise su una lapide del palcoscenico
del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo
macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il
costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel
‘43. Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande
Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare
di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come
ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in
realtà suggeriscono un’azione energica e continua.
Questo grande artista è costantemente impegnato a ‘fare
muro’ per smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in
parte proprio come noi in questo tempo, ma anche da lontano non smette mai di
alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio
per noi”.
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