SALOMÈ - (28/09/20)


CANALE:

Teatro Tordinona 26 settembre 2020
“SALOMÈ” concerto
Con Rebecca Lou Guerra
costumi Paolo Milani e coreografie Micha Mitchiko.
Salomè è un Concerto Teatrale in cui il pianista suona dei brani da concerto nei panni di Salomè. Una finzione in cui il pianista si trasforma in un personaggio biblico e arricchisce la sua musica con le belle pagine della nota opera di Wilde: “Salomè”. Una finzione in cui il pianista si trasforma in un personaggio, o meglio, in cui un personaggio famoso diventa pianista e suona per il pubblico mentre ci racconta qualcosa di sé fra un brano e l’altro. E così, Salomè, parla con la musica e le sue stesse parole sono musica: profumate e intriganti ma senza un significato preciso. O meglio, con un significato che cambia a seconda dell’interpretazione di chi l’ascolta. Salomè fa poesia mentre descrive le cose belle e spaventa quando dice cose terribili. E poi suona... e con la musica esprime quel suo ammasso di sentimenti variabili e confusi ma sempre molto intensi. E noi leggiamo il dolore di Salomè in una Ballata, il suo struggimento in un Notturno, il suo complotto nella polifonia perfetta di Bach, la sua eccitazione in uno studio virtuoso, le parole di Iokanaan nella ‘Prima comunione della Vergine’ di Messiaen. Attraverso questa musica parla il carattere contraddittorio di Salomè che è ricco come la bella musica. Forse troppo ricco per essere veramente apprezzato, troppo ricco per essere sempre credibile, troppo ricco per essere solamente bello. E infatti Salomè non è di certo un personaggio amabile ma sicuramente è un personaggio pieno e sempre terribilmente sincero: nell’amore, nell’odio, nella morte. Salomè incarna la tragicità di possedere il volto delle mille ombre dei sentimenti. È per questo che non può vivere ma può regalarci la sua bellissima contraddizione che serve ancora una volta a farci capire che un’unica realtà non esiste e che è un bene.

Teatro Tordinona 26 settembre 2020
“SALOMÈ” concerto
Con Rebecca Lou Guerra
costumi Paolo Milani e coreografie Micha Mitchiko.
Salomè è un Concerto Teatrale in cui il pianista suona dei brani da concerto nei panni di Salomè. Una finzione in cui il pianista si trasforma in un personaggio biblico e arricchisce la sua musica con le belle pagine della nota opera di Wilde: “Salomè”. Una finzione in cui il pianista si trasforma in un personaggio, o meglio, in cui un personaggio famoso diventa pianista e suona per il pubblico mentre ci racconta qualcosa di sé fra un brano e l’altro. E così, Salomè, parla con la musica e le sue stesse parole sono musica: profumate e intriganti ma senza un significato preciso. O meglio, con un significato che cambia a seconda dell’interpretazione di chi l’ascolta. Salomè fa poesia mentre descrive le cose belle e spaventa quando dice cose terribili. E poi suona... e con la musica esprime quel suo ammasso di sentimenti variabili e confusi ma sempre molto intensi. E noi leggiamo il dolore di Salomè in una Ballata, il suo struggimento in un Notturno, il suo complotto nella polifonia perfetta di Bach, la sua eccitazione in uno studio virtuoso, le parole di Iokanaan nella ‘Prima comunione della Vergine’ di Messiaen. Attraverso questa musica parla il carattere contraddittorio di Salomè che è ricco come la bella musica. Forse troppo ricco per essere veramente apprezzato, troppo ricco per essere sempre credibile, troppo ricco per essere solamente bello. E infatti Salomè non è di certo un personaggio amabile ma sicuramente è un personaggio pieno e sempre terribilmente sincero: nell’amore, nell’odio, nella morte. Salomè incarna la tragicità di possedere il volto delle mille ombre dei sentimenti. È per questo che non può vivere ma può regalarci la sua bellissima contraddizione che serve ancora una volta a farci capire che un’unica realtà non esiste e che è un bene.
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