Teatro Furio Camillo 26 Gennaio 2020
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
scritto e riadattato da Gianluca Riggi
con Riccardo Cananiello e Gianluca Riggi
Gianluca Riggi propone una messa in scena ironica ed irriverente che gioca con le parole ed i personaggi di Pirandello. Lo spettacolo Enrico IV ad un secolo di distanza dalla scrittura, dopo aver abbattuto la quarta parete, propone di entrarne ed uscirne con leggerezza, facendo risaltare la poesia struggente di alcune battute dell’originale pirandelliano e la grottesca comicità del tutto.
Lo spettatore è chiamato a partecipare attivamente, non può restare passivo dinanzi alla follia, interagisce con la costruzione scenica organizzata da Riccardo Cananiello nei panni de Il Monaco Giovanni, ma allo stesso tempo subisce poiché solo i due interpreti conoscono la strada da percorrere. L’Enrico IV di Luigi Pirandello, testo scritto nel 1921, è uno dei capisaldi della letteratura teatrale contemporanea, e forse di ogni tempo. Vi sono i temi tanto cari all’autore siciliano, i personaggi e i loro doppi, ogni uomo interpreta un personaggio che a sua volta è attore di una commedia rappresentata non tanto per gli altri, non tanto per se stessi, ma per l’immagine riflessa di sé allo specchio.
Il riadattamento a due attori, che ne fa Gianluca Riggi insieme a Riccardo Cananiello, diviene gioco portato fino alle estreme conseguenze. In scena sono presenti solo Riggi e Cananiello, mentre gli spettatori verranno chiamati a sostituire gli altri personaggi della commedia pirandelliana; se nell’originale, Enrico IV si finge folle dinanzi ai suoi ospiti ed ai suoi servi, per svelare poi la sua recuperata “normalità”, qui l’attore gioca con lo spettatore, nello svelamento del tacito patto. I due interpreti cercheranno di riscoprire l’umanità dispersa dietro il vivere quotidiano, nella routine giornaliera, nell’ipocrisia delle convenzioni; in questo adattamento dall’originale pirandelliano, Gianluca Riggi e Riccardo Cananiello spogliano i personaggi per lasciare gli attori nudi dinanzi allo spettatore.
Teatro Furio Camillo 26 Gennaio 2020
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
scritto e riadattato da Gianluca Riggi
con Riccardo Cananiello e Gianluca Riggi
Gianluca Riggi propone una messa in scena ironica ed irriverente che gioca con le parole ed i personaggi di Pirandello. Lo spettacolo Enrico IV ad un secolo di distanza dalla scrittura, dopo aver abbattuto la quarta parete, propone di entrarne ed uscirne con leggerezza, facendo risaltare la poesia struggente di alcune battute dell’originale pirandelliano e la grottesca comicità del tutto.
Lo spettatore è chiamato a partecipare attivamente, non può restare passivo dinanzi alla follia, interagisce con la costruzione scenica organizzata da Riccardo Cananiello nei panni de Il Monaco Giovanni, ma allo stesso tempo subisce poiché solo i due interpreti conoscono la strada da percorrere. L’Enrico IV di Luigi Pirandello, testo scritto nel 1921, è uno dei capisaldi della letteratura teatrale contemporanea, e forse di ogni tempo. Vi sono i temi tanto cari all’autore siciliano, i personaggi e i loro doppi, ogni uomo interpreta un personaggio che a sua volta è attore di una commedia rappresentata non tanto per gli altri, non tanto per se stessi, ma per l’immagine riflessa di sé allo specchio.
Il riadattamento a due attori, che ne fa Gianluca Riggi insieme a Riccardo Cananiello, diviene gioco portato fino alle estreme conseguenze. In scena sono presenti solo Riggi e Cananiello, mentre gli spettatori verranno chiamati a sostituire gli altri personaggi della commedia pirandelliana; se nell’originale, Enrico IV si finge folle dinanzi ai suoi ospiti ed ai suoi servi, per svelare poi la sua recuperata “normalità”, qui l’attore gioca con lo spettatore, nello svelamento del tacito patto. I due interpreti cercheranno di riscoprire l’umanità dispersa dietro il vivere quotidiano, nella routine giornaliera, nell’ipocrisia delle convenzioni; in questo adattamento dall’originale pirandelliano, Gianluca Riggi e Riccardo Cananiello spogliano i personaggi per lasciare gli attori nudi dinanzi allo spettatore.
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