Teatro Palladium 6 Aprile 2019
OPHELEIA
Ofelia aiuta Ofelia danza e coreografia Alessandra Cristiani azione Sabrina Cristiani musica Iva Bittova, Claudio Moneta luci Gianni Staropoli produzione Lios Non c’è la pretesa di ricostruire il personaggio shakespeariano, di addentrarsi nella nota trama della tragedia. La figura di Ofelia è un ingresso al vertiginoso silenzio dell’umano. Non si tratta dell’ofelico, non si espone alla maniera di Ofelia. Non è una presa di posizione, quanto un cedere all’evidenza di una natura data universalmente, che si aggrappa alla percezione di sé come unica realtà con la quale dialogare. Ofelia è la creatura invisibile, circondata da occhi che non sono disposti a “vederla”. Lei stessa è “cieca” e impropria per un acuto dolore del mondo. È una debolezza. È una sospensione temporale, oppure un ingorgo emotivo. È un corpo rubato. Non sono attratta dal cliché che la celebra, ma forse la nasconde, quanto da quel deposito umano che dal fondo inesorabilmente la invoca. Opheleia è una visione, un’iniziazione al sacrificio. Quell’eco fa riemergere un accordo antico. Opheleia è uno specchio in cui riflettersi. È Ofelia che aiuta Ofelia; è un luogo carnale in cui abitarsi. Si insinua sotto pelle l’enormità di un destino o di un destinarsi a…
9.4.19
Danza,
Performance
OPHELEIA
Ofelia aiuta Ofelia danza e coreografia Alessandra Cristiani azione Sabrina Cristiani musica Iva Bittova, Claudio Moneta luci Gianni Staropoli produzione Lios Non c’è la pretesa di ricostruire il personaggio shakespeariano, di addentrarsi nella nota trama della tragedia. La figura di Ofelia è un ingresso al vertiginoso silenzio dell’umano. Non si tratta dell’ofelico, non si espone alla maniera di Ofelia. Non è una presa di posizione, quanto un cedere all’evidenza di una natura data universalmente, che si aggrappa alla percezione di sé come unica realtà con la quale dialogare. Ofelia è la creatura invisibile, circondata da occhi che non sono disposti a “vederla”. Lei stessa è “cieca” e impropria per un acuto dolore del mondo. È una debolezza. È una sospensione temporale, oppure un ingorgo emotivo. È un corpo rubato. Non sono attratta dal cliché che la celebra, ma forse la nasconde, quanto da quel deposito umano che dal fondo inesorabilmente la invoca. Opheleia è una visione, un’iniziazione al sacrificio. Quell’eco fa riemergere un accordo antico. Opheleia è uno specchio in cui riflettersi. È Ofelia che aiuta Ofelia; è un luogo carnale in cui abitarsi. Si insinua sotto pelle l’enormità di un destino o di un destinarsi a…