Teatro Tordinona 30 Maggio 2018
“CINQUANT’ORE”
Scritto e diretto da Olimpia Ferrara e Maria Teresa Campus.
Foto e video: Giona Ferrara.
Grafica: Andrea Capelletti.
“con me quel giorno in cui fui violentata, c’era anche il mio fidanzato, l’uomo che è ora mio marito. Se ho insistito a denunciare la grave offesa subita l’ho fatto anche per lui e per tutte le altre come me, e sono state moltissime …” È Teresa a parlare, vittima di cinquanta ore di carta bianca che il generale Juin concesse al contingente marocchino dell’esercito francese qualora fosse riuscito a sfondare la linea Gustav. Cinquanta ore di stupri, omicidi e saccheggi. Insieme a lei, tra il 13 e il 14 maggio 1944 furono violentate migliaia di donne, anziane e bambine in tutta la Ciociaria. Teresa non ci racconta la violenza carnale, già troppe volte sviscerata di fronte a medici e autorità, ma ci svela i retroscena di una seconda ondata di violenza, quella morale. Le donne “marocchinate” divennero una vergogna da coprire e negare. Coloro che denunciarono furono allontanate dal tetto coniugale, emarginate trattate come appestate.
“CINQUANT’ORE”
Scritto e diretto da Olimpia Ferrara e Maria Teresa Campus.
Foto e video: Giona Ferrara.
Grafica: Andrea Capelletti.
“con me quel giorno in cui fui violentata, c’era anche il mio fidanzato, l’uomo che è ora mio marito. Se ho insistito a denunciare la grave offesa subita l’ho fatto anche per lui e per tutte le altre come me, e sono state moltissime …” È Teresa a parlare, vittima di cinquanta ore di carta bianca che il generale Juin concesse al contingente marocchino dell’esercito francese qualora fosse riuscito a sfondare la linea Gustav. Cinquanta ore di stupri, omicidi e saccheggi. Insieme a lei, tra il 13 e il 14 maggio 1944 furono violentate migliaia di donne, anziane e bambine in tutta la Ciociaria. Teresa non ci racconta la violenza carnale, già troppe volte sviscerata di fronte a medici e autorità, ma ci svela i retroscena di una seconda ondata di violenza, quella morale. Le donne “marocchinate” divennero una vergogna da coprire e negare. Coloro che denunciarono furono allontanate dal tetto coniugale, emarginate trattate come appestate.
Teatro Tordinona 30 Maggio 2018
“CINQUANT’ORE”
Scritto e diretto da Olimpia Ferrara e Maria Teresa Campus.
Foto e video: Giona Ferrara.
Grafica: Andrea Capelletti.
“con me quel giorno in cui fui violentata, c’era anche il mio fidanzato, l’uomo che è ora mio marito. Se ho insistito a denunciare la grave offesa subita l’ho fatto anche per lui e per tutte le altre come me, e sono state moltissime …” È Teresa a parlare, vittima di cinquanta ore di carta bianca che il generale Juin concesse al contingente marocchino dell’esercito francese qualora fosse riuscito a sfondare la linea Gustav. Cinquanta ore di stupri, omicidi e saccheggi. Insieme a lei, tra il 13 e il 14 maggio 1944 furono violentate migliaia di donne, anziane e bambine in tutta la Ciociaria. Teresa non ci racconta la violenza carnale, già troppe volte sviscerata di fronte a medici e autorità, ma ci svela i retroscena di una seconda ondata di violenza, quella morale. Le donne “marocchinate” divennero una vergogna da coprire e negare. Coloro che denunciarono furono allontanate dal tetto coniugale, emarginate trattate come appestate.
“CINQUANT’ORE”
Scritto e diretto da Olimpia Ferrara e Maria Teresa Campus.
Foto e video: Giona Ferrara.
Grafica: Andrea Capelletti.
“con me quel giorno in cui fui violentata, c’era anche il mio fidanzato, l’uomo che è ora mio marito. Se ho insistito a denunciare la grave offesa subita l’ho fatto anche per lui e per tutte le altre come me, e sono state moltissime …” È Teresa a parlare, vittima di cinquanta ore di carta bianca che il generale Juin concesse al contingente marocchino dell’esercito francese qualora fosse riuscito a sfondare la linea Gustav. Cinquanta ore di stupri, omicidi e saccheggi. Insieme a lei, tra il 13 e il 14 maggio 1944 furono violentate migliaia di donne, anziane e bambine in tutta la Ciociaria. Teresa non ci racconta la violenza carnale, già troppe volte sviscerata di fronte a medici e autorità, ma ci svela i retroscena di una seconda ondata di violenza, quella morale. Le donne “marocchinate” divennero una vergogna da coprire e negare. Coloro che denunciarono furono allontanate dal tetto coniugale, emarginate trattate come appestate.
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