Teatro Hamlet 31 Maggio 2017
IL CAPPOTTO
Il Cappotto è un corto teatrale scritto, diretto e interpretato da Oriana Fiumicino.
Musiche eseguite da vivo da Peppe Millanta.
Teatro Hamlet 31 Maggio 2017IL CAPPOTTO
Il Cappotto è un corto teatrale scritto, diretto e interpretato da Oriana Fiumicino.
Musiche eseguite da vivo da Peppe Millanta.
La storia è quella di Nicola Azoti sindacalista ucciso nel 1946 in Sicilia, una Sicilia che vive il suo dopoguerra come bivio: tornare alle dinamiche feudali dove esistono padroni e sudditi o sperare in un futuro basato sui diritti dei lavoratori? Il protagonista del racconto rivendica terre e contratti per i contadini alla luce della riforma agraria voluta dall'allora ministro dell'agricoltura Fausto Gullo. Per tale motivo Nicola Azoti troverà diversi ostacoli sulla sua strada, tra questi latifondisti e gabellotti mafiosi che decideranno, il 21 dicembre del 1946, di toglierli la parola uccidendolo. A raccontare la vita di Nicola Azoti, in scena, è la figlia Antonina che al momento dell'assassinio del padre ha quattro anni. La bambina, seduta su una sedia, racconta l'attesa del Natale, dei regali che spera di ricevere dalla Vecchia Natala, la Befana di cui scopre la vera identità spiando la madre che in segreto in cucina cuce un cappotto di lana rosso per la figlia. E' un segreto grande quello di cui viene a conoscenza. Quella stessa notte però Antonina dovrà affrontare una verità ancora più grande, più tragica, la morte del padre per mano della mafia.
IL CAPPOTTO
Il Cappotto è un corto teatrale scritto, diretto e interpretato da Oriana Fiumicino.
Musiche eseguite da vivo da Peppe Millanta.
La storia è quella di Nicola Azoti sindacalista ucciso nel 1946 in Sicilia, una Sicilia che vive il suo dopoguerra come bivio: tornare alle dinamiche feudali dove esistono padroni e sudditi o sperare in un futuro basato sui diritti dei lavoratori? Il protagonista del racconto rivendica terre e contratti per i contadini alla luce della riforma agraria voluta dall'allora ministro dell'agricoltura Fausto Gullo. Per tale motivo Nicola Azoti troverà diversi ostacoli sulla sua strada, tra questi latifondisti e gabellotti mafiosi che decideranno, il 21 dicembre del 1946, di toglierli la parola uccidendolo. A raccontare la vita di Nicola Azoti, in scena, è la figlia Antonina che al momento dell'assassinio del padre ha quattro anni. La bambina, seduta su una sedia, racconta l'attesa del Natale, dei regali che spera di ricevere dalla Vecchia Natala, la Befana di cui scopre la vera identità spiando la madre che in segreto in cucina cuce un cappotto di lana rosso per la figlia. E' un segreto grande quello di cui viene a conoscenza. Quella stessa notte però Antonina dovrà affrontare una verità ancora più grande, più tragica, la morte del padre per mano della mafia.
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