Ultimi Video

La spallata

Teatro della Cometa 23 dicembre 2017
LA SPALLATA
di Gianni Clementi
con Elisabetta De Vito, Gabriella Silvestri e Stefano Ambrogi
e con Claudia Ferri, Alessandro Loi, Matteo Milani, Alessandro Salvatori
regia Vanessa Gasbarri
scene Katia Titolo
costumi Velia Gabriele
luci Giuseppe Filipponio
Saporita commedia capace di coniugare con equilibrio ed originalità una graffiante ironia ed il calore delle atmosfere familiari più tradizionali e genuine. Lo spettacolo porta la firma di Gianni Clementi, autore di innumerevoli commedie teatrali che hanno conquistato senza riserve sia il pubblico italiano che quello straniero (per citare alcune delle più amate “Grisu’, Giuseppe e Maria”, “Ben Hur”, “Sugo Finto” e “L’ebreo”) e la regia è curata con appassionata dedizione ed entusiasmo da Vanessa Gasbarri. Dopo il successo di “Finchè vita non ci separi”, viene dunque a ricostituirsi la preziosa sinergia artistica che durante le scorse stagioni ha regalato al pubblico scroscianti risate, inediti spunti di riflessione e sinceri istanti d’emozione, con un incontro tra drammaturgia e direzione registica particolarmente spontaneo ed efficace. Nel nuovo lavoro "La Spallata" lo scoppiettante intreccio narrativo denso di sorprendenti colpi di scena, viene contrappuntato dagli eventi storici di un'epoca divisa tra galvanizzanti rivoluzioni e drammi incombenti. Al centro dei fatti raccontati da questa spassosa commedia, il microcosmo di una famiglia e un difficile confronto generazionale. Da un lato due cognate, protettrici di questo nucleo familiare matriarcale, cercano di affrontare le asperità del quotidiano o si abbandonano al fluire di un'esistenza ancorata al passato ed ormai priva di stimoli; dall'altro i loro quattro figli, appaiono pervasi dal desiderio di riscatto sociale, realizzazione personale e successo economico tipico della gioventù ed in particolare della cornice storica offerta dagli anni Sessanta.
Uno spettacolo intenso, divertente, ricco di pathos e comicità. La tradizione della commedia d'autore all'italiana rivisitata con la giusta dose di modernità ed un entusiasmo trascinante.
SINOSSI: 1963. Pieno boom economico. E’ l’epoca delle grandi rivoluzioni su scala mondiale, delle prime missioni spaziali, dei grandi contrasti, Mohamed Alì contro Joe Frazier, del grande mito americano, Marylin e John Kennedy, l’Italia del dopoguerra, Giovanni 23imo, Totò, Aldo Fabrizi ed Anna Magnani ... Mamma Roma, una mamma attenta, presente, attiva, come Lucia (Elisabetta De Vito), ma anche sognatrice, scanzonata e generosa, come Assunta (Gabriella Silvestri). Le due cognate affrontano in maniera opposta il grave lutto che ha colpito le loro famiglie, i rispettivi mariti sono infatti mancati in seguito ad un incidente sul lavoro. E mentre la Roma di allora si ricostruisce, anche la famiglia Ruzzichetti cerca di rinascere dalle proprie ceneri, e quale modo migliore in un momento come quello se non “mettersi in proprio”? Ci vuole un’impresa, un Ditta ...sì! Un’attività di pompe funebri! L’idea geniale è di Benito (Alessandro Loi), detto Tito, intraprendente e confusionario figlio di Lucia, che insieme al rivoluzionario fratello Littorio (Matteo Milani), detto Vittorio, decide di fondare questa nuova attività, “L’Ultimo respiro”. Come sostenere le prime spese? Il carro? Le corone? I vestiti? Entrare in società con Romolo (Alessandro Salvatori), cugino carabiniere stanco della divisa, la divisa sì ... quella della banda musicale! Il tippe tappe, gli anni d’oro di Cinecittà ... Edda (Claudia Ferri), la giovane e spigliata sorella di Tito e Vittorio, vive nel sogno Hollywoodiano di diventare una regina del grande schermo. A colorare ulteriormente la scena irrompe Cosimo (Stefano Ambrogi), fresco di sfratto, galante e attempato Vespillone, che tra un consiglio paterno sul duro “mercato dell’aldilà”, un occhiolino a Lucia ed una sviolinata ad Assunta spera finalmente di “sistemarsi” in casa Ruzzichetti. Scoppiettante ed attenta è la direzione di Vanessa Gasbarri, regista già apprezzata anche nei fortunati “Finché vita non ci separi” e “Clandestini”, firmati anch’essi da Gianni Clementi. Protagonista di questa esilarante commedia è la vita, la vita che si confronta, che si contrasta, che si costruisce con una vita e per una vita si spezza, la vita che riflette, che dispera e che ride fragorosa.
Premio Fondi La Pastora anno 2003.
30.12.17
 

A cuore aperto



Teatro Todinona 22 Dicembre 2017

VERSIONE A MONOLOGO (2-3-4-5-6-7-8-9-10 Gennaio)
con Beatrice Fazi
Patrizio Cigliano

VERSIONE A DIALOGO (19-20-21-22-23-27-28-29-30 Dicembre)
con Perla Liberatori
Alessandro Parise

A CUORE APERTO
Scritto e diretto da Patrizio Cigliano

A CUORE APERTO mette in scena una vicenda senza tempo, senza luogo, senza convenzioni: la storia d’amore di tutti, con le turbolenze, i dolori e i sorrisi di chi si ama intensamente e con passione.
Due anziani coniugi, nelle fattezze di due giovani per conservare i colori di un’ambientazione senza tempo, si confrontano ricordando gli anni vissuti insieme. Un minuto intenso in cui i due sguardi innamorati si incontrano forse per l’ultima volta, e da questo incontro scaturisce un fiume in piena di ricordi. E della loro avanzata età, resta traccia solo nelle voci registrate da Arnoldo Foà e Maria Rosaria Omaggio in due memorabili “camei” vocali. Le toccanti musiche originali sono di Fabio Bianchini.
A Cuore Aperto è tutto quello che in uno sguardo di pochi attimi, due persone che si amano, che si sono amate, possono dirsi, senza il bisogno di usare parole. Non è una storia “trasgressiva”. Non è una storia scandalistica. Non ruba dalla cronaca quotidiana. Non c’è violenza, né fisica né mentale. Non è una storia “estrema”. E’ una storia d’amore che racconta la quotidiana vita di una coppia. È la storia di una vita insieme, attraverso una buona parte del secolo appena finito. E’ il resoconto di un amore profondo, goliardico, difficile, meraviglioso. E’ la lotta per la vita, per la memoria, per la freschezza di un amore che non è invecchiato con gli anni. Perché se il corpo ha una data di fine, il sentimento resta nelle cose, negli odori, nelle canzoni, finché tutto - ma proprio tutto - sarà finito, e finché resterà anche una sola persona a garantirne la memoria.
Un testo evocativo, poetico in cui la vera, orgogliosa trasgressione è proprio il suo non essere trasgressivo e il suo ricorrere con godimento (anche attoriale) a un linguaggio non quotidiano, non aggressivo, bensì ricercato, colto, letterario, poetico, che pesca nel cuore dello spettatore.
Se verrà presentata anche in questa nuova edizione, la doppia versione (monologo e dialogo) è un vero esercizio di stile che vuole mettere a confronto differenti stili narrativi intorno ad una stessa vicenda. Due versioni che, pur diversissime fra loro (più evocativa quella a monologo e più realistica quella a dialogo), hanno la stessa portata emotiva e riescono a mettere in luce dettagli e sensazioni diverse.
A cuore aperto, con i suoi 11 anni di successo di pubblico e critica, è diventato il “cult” di Patrizio Cigliano, brillante e collaudato giovane autore, attore e regista (con i suoi 17 Premi Nazionali è “il più premiato teatrante italiano” – Il Tempo 2011 su fonte SIAE).

12 EDIZIONI IN 15 ANNI DI REPLICHE PIU’ DI 300 REPLICHE OLTRE 7000 SPETTATORI
TORNA DOPO 3 ANNI LO SPETTACOLO CULT DELLA SCENA ROMANA
“A CUORE APERTO” l’Amore non muore mai! 15° ANNO – 12^ EDIZIONE 2017
24.12.17
 

Anna e Riccardo

Teatro Tordinona 15 Dicembre 2017
ANNA E RICCARDO
Scritto da Giacomo Sette
Regia Cristian Pagliucchi
Con Flavia Mancinelli e Marco Guglielmi
Foto di scena e grafiche Simone Galli
Musiche Samuele Cestola
Ufficio stampa Chiara Preziosa
Anna è una ragazza psicotica che viene curata in una casa famiglia. Riccardo un giovane spacciatore. I due si amano e Riccardo decide di rapirla dalla casa famiglia e partire con lei verso una ben non precisata località di mare, nella quale potranno vivere dei ricavati dallo spaccio. Il sogno è irrealizzabile e il piano fallisce. I due continuano comunque ad amarsi, a cercarsi nel tempo. Anna si cura e Riccardo lascia lo spaccio, ma comincia a rubare e rivendere motorini. I due si perdono di vista per anni, finché Anna non scopre che lui è in carcere e va a trovarlo. Il rapporto, sempre più platonico e impossibile, si dipana nel corso degli anni tra carceri, ospedali, teatri improvvisati. Anna e Riccardo racconta una storia d'amore, un rapporto difficile e combattuto in una situazione marginale e complicata, tra delinquenza e malattia mentale. La lotta per separarsi dai rapporti che non funzionano e la realtà della dipendenza dagli stessi. Nel tentativo di avere per sé Anna, Riccardo finirà sempre più in basso e nel tentativo di separarsi da lui Anna riuscirà a "salvarsi".
19.12.17
 

I mancati giorni

Teatro Tordinona 7 Dicembre 2017
 I MANCATI GIORNI

di Gianluca Riggi
con
Giovanni Alfieri, Riccardo Cananiello, Gianluca Riggi

I mancati giorni sono una raccolta di monologhi scritti in età giovanile, raccontano un periodo preciso della vita di un uomo, le sue ansie, gli stati esistenziali d'angoscia alternati a stati di imbecillità, narrano gli eventi tragici della nostra storia europea e nazionale attraverso lo sguardo di un giovane che vive i suoi primi sentimenti d'amore e non sa restituirgli un nome. Il terrorismo, la guerra in Bosnia, Belgrado, Restore Hope.
Sesso, sentimenti, amore e morte, sono i temi trattati in maniera quasi ossessiva dai protagonisti dei vari monologhi, legati tra di loro da una sottile linea tematica, dalla gioventù degli attori e dei personaggi narrati.
Un esperimento teatrale realizzato con giovani attori, per studio, per cercare di recuperare dei testi scritti oltre venti anni fa, che sono tornati, incredibilmente, di una crudele e stupefacente realtà, che sono rimasti attuali nonostante gli anni, nonostante tutto. Al centro del lavoro c'è l'attore con il suo corpo e la sua presenza, la sua capacità di rapportarsi alla parola e renderla viva.
15.12.17
 

CARLOS PIÑANA

Teatro Tordinona 8 Dicembre 2017

Caterina Costa e Associazione Culturale Algeciras Flamenco
presentano:
CARLOS PIÑANA
Chitarra Flamenca Concerto
Con: Paolo Monaldi (cajon e percussioni), Sergio Varcasia e Riccardo Garcia Rubi (palmas y jaleo)
Brani: Zapateado, Alegrìas en la, Seguiriya, Taranta/Bulerìa/Bulerìa, Minera/Alegrìas, Vidalita/Bulerìa en mi-, Farruca,Guajira.

Carlos Piñana (Cartagena, 1976), appartiene a una famiglia di grande Tradizione Flamenca. Nipote di D. Antonio Piñana famoso patriarca de los Cantes Mineros e figlio del chitarrista Antonio Piñana, Carlos ha vissuto e respirato flamenco fin dall’infanzia. Il suo primo insegnante di chitarra è stato suo padre, che ha contribuito fin dall’inizio allo sviluppo di Carlos come chitarrista. Nel 1990 inizia lo studio della chitarra classica presso il Conservatorio di Musica di Cartagena, ad allo stesso tempo studia il Flamenco. Vince numerosi concorsi, il primo premio nel 1996 è il “Bordón Minero” al Festival Internacional del Cante de las Minas, nel ’98 vince il Premio Nazionale di chitarra da concerto “Ramon Montoya” nel Festival de Arte Flamenco de Córdoba, ed il primo premio “Sabicas” en el Festival Nacional de Jóvenes Flamencos de Calasparra; vince inoltre il premio assegnato dal quotidiano la Opiniòn di Murcia. Nel 2001 la Fondazione Emma Egea gli assegna il premio “Alumbre 2001” per la sua dedizione ed attività artistica. Carlos Piñana si è esibito in numerose rassegne e festivals per chitarra nelle città di New York, Parigi, Londra, Francoforte, Monaco, Brema, Hannover, Stoccolma, Dublino, Lasanna, Vilnius, Varsavia, Poznan, Wroclaw, Napoli, Caserta, Milano, Amman, Teherán, Cairo, Dubai, Nueva Dehli, Ad Dammam, Alessandria, Austin, Tokio, Fez, Mosca, Casablanca, México, Caen, Oxford, Lisbona, Oporto, Tunisi, etc.
Ha collaborato con artisti come Yungchen Lhamo, Fathy Salama, Estrella Morente, Juan Manuel Cañizares, Carles Benavent, Javier la Torre, José Antonio, Jorge Pardo y Naseer Shamma. Ha partecipato come solista nell' Orquesta Sinfónica de la Región de Murcia, la Lublin Philarmonic Orchestra, Beethoven Academy Orchestra, St. Christopher Chamber Orchestra, Slovak Radio Symphony Orchestra, Moravské Filharmonie Olomouc. Nel 2012 è invitato come solista dal direttore dell’Orchestra César Álvarez e l’Orchestra Sinfonica di Tomsk, per il debutto della suite per chitarra flamenca e orchestra “El Cuidado de una Esencia”. Nel 2013 è invitato dal Maestro Leo Brouwer a suonare nel “V Festival de Música de Cámara de la Habana”. Ha pubblicato sette CD come solista: “Cal-Libiri”, “Palosanto”, “Mundos Flamencos”, “Mi Sonanta”, “Manos Libres”, “Body & Soul”, “De la Raiz al Alma” e l’ultimo lavoro “Rubato”. Ha pubblicato libri delle sue composizioni “Mi Sonanta“ con RGB Arte Visual e “Flamenco Guitar” con Piles Music. Ha scritto inoltre le musiche per il Film “Desnudos” con la regia di Juan Manuel Chumilla. Ha composto, diretto e interpretato la musica degli spettacoli “Poker Flamenco”, “A Tiempo de Fuego”, ”A Compas del Poeta”, “Penelope”.
Attualmente Carlos unisce il suo lavoro come performer con la sua attività di docente di chitarra flamenco presso il Conservatorio di Musica di Murcia. Carlos Piñana rappresenta l'essenza del flamenco di straordinaria bellezza, virtuosismo ed espressività.
13.12.17
 

Saved

Teatro Vascello 3 dicembre 2017
La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello
Saved
di Edward Bond
traduzione di Tommaso Spinelli
con Francesco Biscione, Manuela Kustermann, Lucia Lavia,
Gianluca Merolli, Marco Rossetti
e con Antonio Bandiera, Carolina Cametti, Michele Costabile,
Marco Rizzo e Giovanni Serratore
Movimenti Marco Angelilli
scene Paola Castrignanò
costumi Domitilla Giuliano
luci Valerio Geroldi
consulenza musicale Fabio Antonelli
scenografo collaboratore Paolo Ferrari
aiuto regia Maddalena Serratore e Antonio Bandiera
foto Pino Le Pera
regia di Gianluca Merolli
progetto sostenuto e finanziato da acea

Saved (Salvati) è una denuncia contro quel capitalismo che ha generato una politica colpevole di aver consapevolmente diseducato una società ormai vittima e carnefice di se stessa. La storia narra le vicende di una famiglia e parallelamente di un gruppo di giovani, tutti in qualche modo colpevoli della morte di un neonato, tutti alle prese con la loro desolata vita quotidiana. Una vita ai margini, in un mondo alienato. Nel 1965 Bond ritrae uno spaccato della periferia londinese, che non sembra distante dalle dinamiche presenti tra le strade e i vicoli delle nostre città, dove non ci sono buoni o cattivi, ma uomini e donne che non hanno ereditato gli strumenti per attuare una scelta positiva. Si è smarrita l’innocenza e l’unico mezzo che si conosce per trovare un posto nel mondo è la crudeltà. L’innocenza potrebbe ricordarci ciò che siamo stati da bambini e, dunque, non ci rimane che lapidarla. Saved è quel momento preciso in cui ti accorgi che “la pietra” scagliata è passata per le tue mani.
12.12.17
 

B E R M U D A S

Angelo Mai 22 Novembre 2017
Mk
B E R M U D A S
con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Marta Ciappina, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel Lanza, Laura Scarpini, Loredana Tarnovschi
ideazione e coreografia Michele Di Stefano
musica Kaytlin Aurelia Smith, Juan Atkins/Moritz Von Oswald, Underworld
direzione tecnica Giulia Broggi
organizzazione Carlotta Garlanda con Francesca Pingitore
produzione mk in collaborazione con AMAT, Residance/Dance Haus Milano, Dialoghi - residenze delle arti performative a Villa Manin Udine, Una diversa geografia/Villa Pravernara Valenza
con il contributo Mibact e Regione Lazio
Bermudas è un lavoro coreografico pensato per un numero variabile di interpreti (da tre a tredici), intercambiabili tra loro. E’ dunque un sistema di movimento basato su regole semplici e rigorose che producono un moto perpetuo, adottabile da ogni performer come una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso.
Il lavoro è ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione di insiemi complessi a partire da condizioni semplici, dai sistemi evolutivi della fisica e della meteorologia. Il risultato finale tende alla costruzione di un luogo carico di tensione relazionale, un campo energetico molto intenso (a cui il nome Bermudas ironicamente fa riferimento)attraversato da una spinta alla comunicazione immediata, necessaria per generare uno spazio sempre accessibile a qualunque nuovo ingresso.
Lo spettacolo è costruito per essere un sistema inclusivo e permeabile; ogni apertura al pubblico è dunque una finestra aperta su uno dei possibili cast ma anche sull’unico obiettivo del lavoro: la costruzione di una danza che permetta continuamente alla danza di qualcun altro di trovare spazio.
L’impianto coreografico dipende in maniera cruciale dalle caratteristiche singolari dei performer: immettere punti di vista differenti sull’uso dello spazio, la prossemica tra i corpi o il modo in cui viene percepita l’attività di danza in un rituale collettivo, trasforma immediatamente la coreografia in un progetto di incontro e mediazione tra individui che possono essere i più disparati e i più lontani tra loro per attitudine, organizzazione gestuale e intensità espressiva. E per gestione del malinteso.
8.12.17
 

MACBETH

Teatro Tordinona 1 Dicembre 2017
MACBETH

Traduzione di Andrea Maffei
Regia Pierpaolo Sepe
con
Federico Antonello
Marco Celli
Giulia De Luca
Paolo Faroni
Vincenzo Paolicelli
Noemi Francesca
Biagio Musella
Marco Trotta
3.12.17
 

EL

Teatro Tordinona 19 Novembre 2017
EL
Che Guevara, l'uomo dietro la leggenda
Testo di Edgardo De Habich
Traduzione di Naila Marganella
Adattamento e Regia di Luca Milesi
con Antonio Nobili nel ruolo del Che, Maria Concetta Liotta, Serena Renzi, Alberto Albertino, Francesco Sotgiu, Ilario Crudetti, Stefano Di Giulio ed Eleonora Zepponi.
Crediti Scene e Costumi: Compagnia Enter - Ufficio Stampa: Monica Brizzi in collaborazione con MF Press - Foto di Locandina: Massimo Lupo Turris

EL Che Guevara, l’uomo dietro la leggenda
A cinquant’anni dalla tragica scomparsa del più giovane Cavaliere della Rivoluzione, Luca Milesi e Antonio Nobili tornano insieme per far parlare l’uomo Che Guevara, l’essere umano nascosto dietro la leggenda.
Con la collaborazione artistica di TeatroSenzaTempo, la Compagnia Enter salpa di nuovo sul Gramna, l’imbarcazione che nel 1956 partì dal Messico per portare la Rivoluzione dei Barbudos nell’isola di Cuba. Torna dunque sulla scena lo spettacolo del peruviano Edgardo De Habich, già rappresentato con successo dagli stessi organizzatori nel 2012 e nel 2013.
Accade tutto in una notte di tempesta. Un piccolo sacerdote di montagna (Maria Concetta Liotta) ha dato rifugio ad un ranger dell’esercito regolare boliviano (Serena Renzi), colto di sorpresa dalla pioggia. Il giovane prete si dimostra un grande ammiratore del coraggio umano del Cristo di Vallegrande, come venne soprannominato il Che nei luoghi in cui trovò la morte. L’intervento del giovane nipote del prelato rompe l’equilibrio: senza indugi, riconosce in quello del ranger il volto dell’assassino di “EL”. Ha inizio così una straordinaria “confessione reciproca” fra il prete e il soldato, alle spalle dei quali irrompono con la stessa carica rivoluzionaria che avevano in vita gli uomini protagonisti della Rivoluzione più vicini ad “EL”, interpretato da uno straordinario Antonio Nobili. La storia di “EL” procede per flash in appassionanti azioni collettive che coinvolgono l’intero cast di interpreti. Il piccolo prete conduce la macchina da presa attraverso il reciproco specchiarsi delle vite di Cristo e del Che e il mutuo osservarsi fra due delle coppie più famose dell’immaginario ispanoamericano, Don Chisciotte-Sancho & Castro-Che Guevara.
Se la Rivoluzione è Dulcinea del Toboso chi degli ultimi due ha più diritto a giacere di nuovo nel suo letto?
26.11.17
 

Sophie del cabaret Dada

Teatro Tordinona 18 Novembre 2017
SOPHIE DEL CABARET DADA
(Versi e musica tra Dadaismo e tradizione pugliese)
di Enrico Bernard
con Virginia Barrett e Teodora Nadoleanu ( attrice, danzatrice, performer)
Coreografie ispirate alle creazioni di Sophie Taeuber Arp a cura di Teodora Nadoleanu
Costumi di Sofia Viehover
Realizzazione video: Kaspar Mann
I quadri delle proiezioni sono di Monia Romanelli
Regia di Enrico Bernard

Nota dell'Autore.
Il testo si ispira alla vita e all'avventura artistica di Sophie Taeuber Arp, compagna di Hans Arp tra i fondatori del movimento DADA, il cui Manifesto compie cento anni. Musa ispiratrice e animatrice dei giovani artisti che nel periodo a cavallo della Prima guerra mondiale realizzarono a Zurigo il sogno di una rivoluzione totale nel campo della creatività aprendo le porte alle moderne concezioni del surrealismo e del teatro dell'Assurdo fino a Andy Wahrol e alla concezione della "leggerezza" di Italo Calvino - la figura di Sophie è sempre passata in secondo piano perché offuscata dalle grandi personalità maschili che animavano il gruppo Dada. Oltretutto il suo carattere di donna portata all'attività artistica concreta (fu sarta, coreografa, costumista e pittrice) non hanno finora permesso una valutazione complessiva del suo apporto all'idea dadaista. La funzione determinante di Sophie fu infatti quella di spingere la ricerca dadaista sul campo della realizzazione pratica delle formulazioni teoriche stimulando così la creatività su un piano di concretezza non solo dello spirito, ma anche della produzione manuale di perfomance e oggetti artistici.
Nel testo vengono messe in luce le influenze che il modo rivoluzionario dada di concepire la realtà ebbe sia in chiave politica (le frequentazioni con Lenin a Zurigo) sia in chiave di pensiero scientifico: poco infatti si è finora indagato sulle correlazioni tra la "relatività" di Einstein (presente a Zurigo nel periodo in questione) e il relativismo antiformalistico dei dadaisti. Nel testo si azzarda anche l'ipotesi di un incontro dal vivo tra Einstein, i dadaisti e Lenin. Un incontro storicamente non dimostrato ma culturalmente possibile data la presenza contemporanea a Zurigo di questi personaggi intorno al mitico Cabaret Voltaire, luogo di riunione dei giovani dada.
In un momento culturale in cui imperversa il piatto realismo, il documentarismo, il testo intende distinguersi da una semplice forma documentaria e narrativa; per questo si è adottata una dimensione "poetica" in modo da riferirsi a fatti storici e eventi personali nella forma del pensiero interiore ed onirico che solo il ritmo del "rap" può tradurre in un esperimento di "scrittura immediata". Ciò al fine di realizzare quella "poetizzazione del mondo" che i dadaisti, prosecutori e critici del futurismo e anticipatori delle tecniche surrealiste, intesero realizzare anche con rime da filastrocca o onomatopeiche.
Il Dadaismo del Cabaret Voltaire di Zurigo riceve una spinta dal futurismo italiano del primo ‘900 e, attraverso Petrolini, torna come un boomerang ad influenzare, nella seconda metà del ‘900, l’avanguardia italiana ed, in particolare, il pugliese Carmelo Bene. Carmelo costruisce la marionetta umana sulla falsariga delle esperienze dadaiste in cui emerge il tema della marionetta vivente.
Il testo punta i riflettori sul tema della marionetta come rientro centrale dell’esperienza dell’avanguardia, dal manifesto dadaista ad oggi. In Puglia essa trova epigoni non solo in Carmelo Bene, ma nella struttura del cabaret che si sviluppa a Bari e provincia dalla fine degli anni ’60 e di cui Lino Banfi è un altro esempio. Se poi pensiamo che molti movimenti delle coreografie surrealiste vengono a ritrovarsi nella pizzica o viceversa la danza tradizionale pugliese influenza l’estetica dadaista, si viene così a mostrare un inatteso legame tra il circolo dadaista del 1916 e la tradizione pugliese.
23.11.17
 

Chi ha paura della solitudine

TEATRO TORDINONA 9 Novembre 2017
CHI HA PAURA DELLA SOLITUDINE?
di Orlando Placato
Regia di Anna Maria Loliva
Con Cristina Aubry e Oreste D’Ippolito.
Costumi di Piergiorgio Forgione
Assistente Benedetta Cassio
Non si è soli unicamente quando si è da soli. La solitudine si manifesta più marcatamente quando la gente ti circonda, ma tu parli a te stesso. Questi dieci personaggi sono ritratti grotteschi dell’isolamento di uomini e donne in una realtà fatta di emozioni e vissuti dopati dalla virtualità internettiana e falsi miti. Un sottile filo conduttore si dipana attraverso queste singole vicende semiserie con finale inaspettato. Uno spettacolo per sorridere e riflettere.
14.11.17
 

Pugni di Zolfo

Piccolo Eliseo 11 Novembre 2017
Pugni di Zolfo
scritto, diretto e interpretato da Maurizio Lombardi, coproduzione Zocotoco Srl
"Pugni di Zolfo" è la storia di due bambini che immaginano il mare e le acciughe, tirano i pugni, sognano l'amore che non hanno mai vissuto: una fiaba che porta dentro di sé la rabbia di un'infanzia negata.
Ispirato da una poesia di Ignazio Buttitta poeta di Bagheria,Pugni di zolfo scritto, diretto e recitato in un siciliano comprensibilissimo da Maurizio Lombardi, è la storia di Vincenzo Barrisi, un pugile che ha appena finito un match durissimo contro l’americano. Nel silenzio del suo spogliatoio fischietta una canzone, la ninna nanna di sua madre e ricorda, ritorna a quando era bambino nella sua Sicilia, un pugno di terra strappato al sole. La nonna, seduta sotto la veranda con lo sguardo lontano, fisso, verso le miniere di zolfo; la sua fuga da Picciriddu aiutato dalla mamma per sottrarsi alla discesa nell’inferno della zolfara dove i “carusi”, bambini di sette-otto anni, si spezzavano la schiena per portare in superficie lo zolfo, la nuova “ricchezza” della Sicilia di fine 800.
Pugni di Zolfo è semplicemente una storia che porta dentro di séla rabbia di un’infanzia negata e diventa una fiaba quando racconta di due bambini che immaginano il mare, le acciughe, tirano i pugni e sognano l’amore che non hanno mai vissuto. Nello spettacolo il corpo viene usato come come strumento narrativo e la parola si fa vera, sanguigna, viscerale. La scena, scarna, viene riempita dall’attore, il quale interpreta più personaggi che trascinano lo spettatore in un viaggio all’interno di un budello di terra fatto di sangue e fatica.
14.11.17
 

Infamiglia

TEATRO TORDINONA 3 NOVEMBRE 2017
INFAMIGLIA
Versione italiana de “La de Vicente Lopèz” di Julio Chávez
Traduzione e adattamento di Fabiana Pagani
Con: Fabiana Pagani, Vissia Catena, Roberto Oliveri, Pierluigi Gigante, Alessia Capua, Ignacio Paurici
Regia di Francesco Marchesi
Infamiglia è l’adattamento italiano dell’opera “La de Vicente Lòpez” di Julio Chávez. Argentino, drammaturgo, attore pluripremiato in ambito internazionale, artista eclettico, creatore di mondi poetici unici con un particolare sguardo critico sulla società contemporanea. La sua drammaturgia ha una costante poetica di base: il minimalismo realista con forte presenza di humor, come strumento di riflessione e autocoscienza individuale e sociale. Attraverso l’umorismo Chávez affronta i conflitti umani e traumi sociali, rendendoli più sopportabili. Quest’opera in particolare è una violenta parodia che esprime una visione cinica di rapporti famigliari disintegrati, metafora quanto mai attuale. L’opera è stata rappresentata per quattro anni consecutivi con uno straordinario successo di pubblico e critica.

L’azione si svolge nella casa di Beatrice, dove la ricca Alice e il suo toyboy rumeno sono stati invitati per passare la notte di Capodanno insieme alla sorella e ai suoi figli, a loro si unisce casualmente un imbianchino sardo. I personaggi hanno tutti origini differenti, poche affinità e anche i pochi legami affettivi ormai sono logori. All’interno del tipico contesto del Capodanno in famiglia le loro interazioni, rotte da incomunicabilità e intolleranza, passano da divertenti frecciate a feroci vendette e maltrattamenti. L’umorismo costante, dato dalle situazioni paradossali e dal linguaggio a tratti scurrile di alcuni personaggi, colloca lo spettatore in una posizione scomoda: non può smettere di ridere ma sta ridendo del cinismo, della brutalità e dell’animosità di personaggi politicamente scorretti.

Sinossi
La storia si svolge in un’unica notte e in un unico luogo: il salone della povera casa di Beatrice nei bassifondi di Roma tra la mezzanotte del 31 dicembre e le prime ore del 1° gennaio. La padrona di casa invita Alice, la ricca sorella, e il suo compagno Roman, un giovane rumeno, a passare con lei e i suoi due figli Alessandro e Elisabetta la notte di Capodanno. Al termine della cena la cortesia di circostanza viene sempre meno e i famigliari si spogliano di ogni falsa gentilezza confrontandosi in maniera sempre più accesa, mentre un imbianchino bloccato lì per caso diventa testimone involontario di questa farsa. La cordialità e la convivialità lasciano inesorabilmente spazio al rancore e alla rabbia mantenendo una suspence narrativa enorme, che tra il grottesco e il drammatico crea un clima opprimente, dando un senso di scoppio imminente.
11.11.17
 

Genitori perfetti

TEATRO TORDINONA 27 Ottobre 2017
il Collettivo Internazionale "gli Eredi” in
GENITORI PERFETTI
con Ettore Nicoletti e Mara Di Maio
regia di Henry Miller
Una produzione: gli Eredi e Theatro Cesena
GENITORI PERFETTI
UNA BLACK STORY FOLLE E TAGLIENTE
sulle conseguenze della collisione tra il mondo immaginario
e quello reale.
Una pièce intensa, tragicamente divertente, che indaga le dinamiche dell’eredità educativa famigliare.

Si può rimanere bambini per sempre? Ci si può creare un mondo illusorio e “perfetto” per difendersi dal vero mondo esterno?
Un mondo fatto di amore morboso, di relazioni costruite attraverso il gioco, con tutte le regole sottosopra quanto può durare?

Così vivono Giovanna e Lorenzo il loro rapporto di fratelli, amanti e futuri genitori. Ma quando la realtà si introdurrà, squarciando la tela idilliaca delle illusioni, le conseguenze non avranno pietà della loro innocenza e del loro amore.

Genitori perfetti narra con ironia e tagliente crudezza “le Fatali Conseguenze di genitori tutt’altro che perfetti” attraverso un'ora di vita di Giovanna e Lorenzo.

L’ironia, il gioco, la surreale follia, la crudezza e la fragilità emotiva di questa irresistibile e feroce black story, avvicinano il pubblico a tematiche forti ed attuali.

Si ringrazia per la collaborazione: L’Attoscuro Teatro e Mulino d’Amleto

GLI EREDI:
"Noi guardiamo senza sorrisi ne tristezza il passato.
Facciamo teatro per ospitare al meglio il futuro.
Noi giochiamo con il tempo perché crediamo che sia una cosa viva.
Abbiamo creato il collettivo internazionale in questo stato d'animo e con la voglia di condividere la nostra dolce follia. La follia di chi crede ancora che il teatro possa cambiare la vita.” - gli Eredi.
3.11.17
 

La voce umana

Teatro Tordinona 26 Ottobre 2017
LA VOCE UMANA
riadattamento dal testo di Jean Cocteau
di e con Lavinia Grizi

La voce umana di Jean Cocteau è un’opera del 1930 , un monologo di una donna molto innamorata che riceve l’ultima telefonata dal proprio amante che l’ha abbandonata .Lavinia Grizi recita il difficile monologo della donna avvalendosi di tecniche di immedesimazione , costruendo e dando vita ad un immaginario, drammatico dialogo telefonico, tra lei e l’uomo amante, personaggio inudito e invisibile dall’altro capo del filo. La ‘voce umana’ di un dramma comune , la fine di una storia d’amore .
Una scena composta da una poltrona , un tavolo , uno sgabello e un telefono , una scena basilare con pochi ma significativi elementi .
Lavinia Grizi attrice di cinema , teatro e tv, è sulla scena dagli anni 90, si è formata internazionalmente ed è anche stata selezionata con borsa di studio per un corso per attori professionisti tenuto da docenti dell’Actor Studio di New York .Ha lavorato anche a Parigi e Londra e con Roberto Benigni , Giorgio Albertazzi , Valeria Moriconi , Donald Pleasant , Damiano Damiani , Maurizio Avallone , Pippo Di Marca ecc.

Ha nel gennaio 2017 rappresentato con successo a Montecitorio un suo spettacolo “ Straordinarie donne “ , per un evento tenuto dalla Presidente Laura Boldrini , che rappresenterà di nuovo in data unica il 04/12/2017 al teatro Off / Off di Roma .
3.11.17
 

L'Imbroglietto-Variazioni sul tema

Teatro San Genesio 11 Ottobre 2017
"Compagnia Habitas" ne:
L'Imbroglietto-Variazioni sul tema.
Testo e Regia: Niccolò Matcovich
Con Livia Antonelli e Valerio Puppo.

“Ispirati dal genio di Karl Valentin e Liesl Karlstadt, Karl e Stadt prendono vita come due “buffi” con sembianze di clown. Il loro obiettivo? Entrare a Teatro, chi per vedere uno spettacolo, chi per mangiarsi una poltrona. Ma per farlo bisogna superare un grande ostacolo: la bigliettaia sotto mentite spoglie di un MacBook.

L’imbroglietto è un divertissement che strizza l’occhio al Kabarett del primo ‘900 e guarda oltre: reinventa una lingua, crea una precisa partitura di movimenti e azioni, parte da uno sketch iniziale per dar vita al fantasmagorico turbinio di variazioni. Viaggerete dunque all’indietro, poi a velocità supersonica; ascolterete canzoni tedesche del secondo dopoguerra per poi catapultarvi in un giappone rivisitato che strizza l’occhio al Teatro Kabuki; da qui, una capriola nei secoli passati, al Medioevo monicelliano dell’armata Brancaleone per poi, con un triplo salto mortale, volare nell’iperspazio di Star wars a suon di duelli con le spade laser. Alla fine di tutto, traccerete una linea del tempo, che dalle amebe del protozoico vi porterà fino all’ultimo tassello dell’evoluzione: il clown. Passando prima per i dinosauri, le scimmie e l’homo sapiens.
Riuscirete a chiudere il cerchio consigliando alla malefica bigliettaia sotto mentite spoglie di un MacBook altre variazioni possibili? Noi siamo pronti a leggerle e lavorarle per le repliche future!”
28.10.17
 

Terra Matta - 2°parte

TEATRO TORDINONA 21 Ottobre 2017
TERRA MATTA
SECONDA PARTE
di Vincenzo Rabito
- un reading di: Rosario Lisma
- alla chitarra: Gipo Gurrado
una produzione Jacovacci e Busacca in collaborazione con Le vie dei Festival

“Terra Matta” è una straordinaria autobiografia. Vincenzo Rabito, un ragazzo del’99, l’ha scritta in sette anni, tra il 1968 e il 1975 su una vecchia Olivetti. Si tratta di un’opera monumentale, forse la più straordinaria tra le scritture popolari mai apparse in Italia: 1027 pagine a interlinea zero, senza un centimetro di margine superiore, né inferiore, nè laterale. Un’opera che si caratterizza per una lingua orale, dura, grezza, infarcita di “sicilianismi”, con il punto e virgola a dividere ogni parola dalla successiva.
“Terra Matta”, affascina chiunque abbia la pazienza di resistere allo shock del lessico e della grammatica strana, all’inizio quasi incomprensibile; coinvolge come un diario personale e al contempo come un grande documentario, restituendo la sensazione di vivere il “dietro le quinte“ di avvenimenti che segnano con la loro importanza la nostra storia. Vincenzo non solo ti cattura con la bellezza della sua storia, ma arriva a sfidarti con le sue parole e la sua “presenza”, con una lingua a volte, almeno per un lombardo-veneto come me, che diventa gramelot, e con racconti straordinariamente avvincenti in cui si ride e ci si commuove; Vincenzo ti regala immagini vive e già teatrali sulla carta e ti mostra, con franca saggezza popolare, l’essenza dell’italiano, il suo rapporto con lo Stato e con il bene comune, quel misto di eroismo e menefreghismo che ci contraddistingue spesso ancora come popolo.
Narrare in prima persona la vita di Vincenzo e le sue avventure (un personaggio a metà tra un Don Chisciotte e uno Zanni) mi sembra interessante, oltre che come approfondimento didattico (lo spettacolo è pensato per un pubblico anche scolastico) e come occasione per celebrare la ricorrenza dello scoppio del primo conflitto mondiale, anche perché i primi anni della vita di Vincenzo sono quelli più freschi, più esuberanti e perché dipingono una realtà che per certi versi non è lontana dalla nostra di oggi: penso alla silenziosa incombenza di un conflitto bellico internazionale, alla crisi, alla necessità sempre più impellente di trovare nuovi mezzi di sostentamento. Inoltre, quando propongo questo lavoro nelle scuole, mi piace l’idea che sia un ragazzo del ’99 a raccontare la sua vita e la Storia ad un altro ragazzo del’99 (o quasi), facendo con le parole, le Sue parole, un balzo lungo un secolo.
28.10.17
 

Play Duett

Teatro Tordinona 7 Ottobre 2017 - Le vie dei Festival

PLAY DUETT da Basile a Moscato, da Viviani a Iacobelli

con Tonino Taiuti e Lino Musella
accompagnati dalla musica dal vivo eseguita da Marco Vidino

Play duett, è un gioco per due tra i migliori interpreti del teatro napoletano, vincitori del Premio Le Maschere 2014, un gioco divertente e godibile ma anche interessante e istruttivo. Lo spettacolo ha come suo elemento dominante, secondo una consolidata tradizione teatrale partenopea, l’improvvisazione, una costruzione giocosa, che si arricchisce però di sfaccettature e sfumature molteplici. Vi trovano spazio tutti gli elementi fondamentali del teatro e della messa in scena: la recitazione e il reading, la musica e il canto, la regia, il travestimento, il gioco di luci, la meta teatralità, il rapporto con lo spazio e con il pubblico, l’alternanza di tempi e luoghi, l’antropologia e soprattutto i testi, teatrali e poetici.
Due attori, due volti, due voci, due figure diversamente coetanee si cercano tra le macerie dove si mescolano vecchio e nuovo. Si parlano attraverso un concerto improvvisato non di note ma di lingue, dove i frammenti di classici del teatro napoletano dialogano con i contemporanei. Si apre con una fiaba tratta da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile che si intreccia con Trianon di Enzo Moscato, passando per il Don Fausto di Petito e i versi di Viviani fino ad arrivare ai Sonetti di Shakespeare tradotti in napoletano da Dario Iacobelli, cari a Musella, che a questo autore ancora poco conosciuto ha dedicato un suo formidabile spettacolo.
Tonino Taiuti ha ricevuto quest’anno il premio Le Maschere del Teatro Italiano di Migliore attore non protagonista per lo spettacolo American Buffalo con la regia di Marco D’Amore
10.10.17
 

La famiglia campione

Teatro Tordinona 8 Ottobre 2017 - Le vie dei Festival
LA FAMIGLIA CAMPIONE
di e con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini e Giulia Zacchini
produzione Gli Omini residenza artistica Associazione Teatrale Pistoiese con il sostegno Regione Toscana
Questa è l’ora di una famiglia come tante. Lo sguardo su un corridoio come tanti, che dà su una porta chiusa. I nonni aspettano di morire, i genitori sono troppi, i figli continuano a girare a vuoto. Ma uno di loro domani parte, abbandona il posto di combattimento. Un altro invece ha scelto un viaggio diverso, si è chiuso nel bagno, dietro quella porta. E’ da una settimana che non esce, e non parla. Ma mangia, state tranquilli che mangia. Dieci sono i personaggi. Tre le generazioni a confronto. Tre gli attori visibili in tutto. Così che il gioco si sveli pian piano e che ognuno sia nonno, padre e figlio di se’ stesso. Così che il ritratto dell’oggi, delle piccole province, della gente di valle, della famiglia campione, si astragga dalla realtà, rimanendo sospesa nel tempo. La famiglia Campione ha alle spalle un percorso fatto di indagini e laboratori, un progetto che ha coinvolto cinque comuni della provincia fiorentina e più di ottanta giovani. Così i personaggi sono dieci, ma assumono i modi, le parole, le storie di centinaia di persone conosciute per strada. BABBO- Inizio a preoccuparmi. FIGLIO- E’ un po’ tardi per iniziare.
10.10.17
 

La locandiera

Teatro Tordinona 24 settembre 2017
LA LOCANDIERA
Di Carlo Goldoni
Regia Nella Russo
Con: Alice Bertini, Federico Gatti, Chiara Lorusso, Francesco Massaro, Emanuele Di Genova, Alessandro Seccia.
9.10.17
 

In Salvo!

Teatro Tordinona 27 Settembre 2017

In Salvo!

Regia Danny Lemmo, con Alessandro Arcodia, Anika Schluderbacher
Liberamente tratto da una delle prime opere di Lanford Wilson “Home Free”, storia inquietante del drammaturgo americano.
Crudo, duro, così semplicemente folle da lasciare senza fiato.
Non può accadere davvero come vivono e quello che lasciano intendere.
Due fratelli, due amanti, una vita in grembo, l’agoraphobia, i giochi incestuosi, i teneri riti di due soli al mondo mai cresciuti, le patologie fisiche e mentali... tutto ciò si accumula in questo unico rifugio, che li mette in salvo dal giudizio che il mondo farebbe di loro e dalla condanna certa che li aspetterebbe fuori.

Resta da capire fino a quando, in questo modo, saranno in salvo per davvero...
30.9.17
 

Cresci bene. Cresci forte

Teatro Tordinona 28 Settembre 2017

"Cresci bene. Cresci forte."

Di Francesca Romana Miceli Picardi
Con
Valentina Ghiglia
Francesca Romana Miceli Picardi
Alessandra Muccioli

Sinossi

Quattro famiglie.
Quattro coppie di sorelle.
Quattro madri.
Quattro contesti completamente diversi l'uno dall'altro.
Destini che sembrano non avere via di scampo. Storie sottili, piccole, ironiche e dolorose: come tutto cio' che accade nelle famiglie. 
Note sullo spettacolo
Fare il genitore è un po’ come essere trapezisti che soffrono di vertigini, scommettere al buio con la speranza che le carte in tavola siano buone. Gli errori sono certi, indubbiamente, ma in buona fede... O no? Non esiste ragione che giustifichi una donna a non essere una buona madre. Specialmente una madre nei confronti delle figlie.
Eppure capita.
Un dolore silenzioso, malerba nel giardino dell’infanzia, macchie sul telo bianco dei ricordi, lacrime che scorrono in profondità, dentro al solco della buona educazione o dell’inadempienza.
Un aspetto inconsueto della violenza sulle donne.
Quattro atti separati, un solo tema.
Cresci bene. Cresci forte raccoglie tre storie. Storie crudeli e commoventi, sul confronto tra madri e sorelle. Sopravvivere alle violenze psicologiche e fisiche che diventano abusi scegliendo strade opposte. La famiglia come bene comune da sostenere a discapito della libertà individuale. La catatonia di rapporti distratti, di chi si dà per scontato. La nostra è un’epoca codificata per immagini. Le foto che  postiamo sui social network, quelle che vediamo ovunque. Loghi che diventano icone.

Cresci bene. Cresci forte cerca di scalfiggere la pieta', restituendo un’immagine atipica della maternità. Non più marmo, ma carne viva.
29.9.17
 

Contrattazioni


Teatro India 15 Settembre 2017 - Short Theatre
ÉCOLE DES MAÎTRES / TRANSQUINQUENNAL | Contrattazioni

cssudine.it

Dimostrazione finale della XXVI edizione dell’Ecole Des Maîtres – Corso internazionale itinerante di perfezionamento teatrale maître 2017 Il collettivo Transquinquennal
con gli allievi attori : Angelo Campolo, Desy Gialuz, Elena Gigliotti, Francesco Napoli (Italia); Assiya El Mhaier, Emilie Marechal, Patrick Michel, Mathilde Rault(Belgio); Benjamin Tholozan, Lola Felouzis, Sophie Lebrun, Tom Politano (Francia); Oscar Silva, Catarina Campos Costa, Márcia Antónia Gomes (Portogallo)
partner di progetto e direzione artistica | CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia (Italia), CREPA – Centre de Recherche et d’Expérimentation en Pédagogie Artistique (CFWB/Belgio), TAGV – Teatro Académico de Gil Vicente, Colectivo 84 (Portogallo), La Comédie de Reims, Centre Dramatique National, Comédie de Caen – Centre Dramatique National de Normandie (Francia) con il sostegno  di MiBACT – Direzione Generale Spettacolo dal vivo (Italia), Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale cultura, sport e solidarietà (Italia)
con la partecipazione di Comune di Udine, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, Short Theatre, Teatro di Roma (Italia); Théâtre de Liège – Centre européen de création théâtrale et chorégraphique, Centre des Arts scéniques, Ministère de la Communauté française – Service général des Arts de la scène, Wallonie Bruxelles International (CFWB/Belgio); Ministère de la Culture et de la Communication, Fonds d’Assurance Formation des Activités du Spectacle (Francia); Universidade de Coimbra, DGArtes – Governo de Portugal / Secretário de Estado da Cultura 
L’Ecole des Maîtres è un progetto di formazione teatrale avanzata ideato da Franco Quadri nel 1990 e che giunge quest’anno alla ventiseiesima edizione. Obiettivo formativo dell’Ecole des Maîtres è innescare una relazione fra giovani attori, formatisi nelle accademie d’arte drammatica e nelle scuole di teatro d’Europa già attivi come professionisti, e rinomati registi della scena internazionale. L’edizione 2017 dell’Ecole des Maîtres sarà diretta da Transquinquennal, collettivo teatrale fondato a Bruxelles nel 1989. Dal 2018 al 2022, il collettivo svilupperà il suo ultimo piano quinquennale, decidendo di programmare e fissare nel 2020 la sua fine. Per essere in sintonia con questa eutanasia volontaria, questi cinque anni s’ispireranno alle osservazioni di Elisabeth Kübler-Ross (1926-2004), psichiatra svizzero-americana, pioniera dell’approccio alle cure palliative. Secondo le sue teorie, dopo la diagnosi di un esito fatale, si osservano cinque fasi di lutto. Transquinquennal iscrive il lavoro dell’Ecole des Maîtres nella terza tappa del lutto: la Contrattazione. La riflessione e il lavoro prenderanno ispirazione dalla considerazione di come una pratica economica divida e al tempo stesso unisca la società. A guidare la pratica di creazione collettiva saranno due interrogativi: in che modo ognuno di noi è, nel contesto che lo circonda, un bene di consumo? E che valore si attribuisce agli altri consumandoli? 
29.9.17
 

Discorso Grigio 

La Pelanda 16 Settembre 2017 - Short Theatre
FANNY&ALEXANDER | Discorso Grigio 
ideazione | Luigi De Angelis e Chiara Lagani
drammaturgia | Chiara Lagani
progetto sonoro | The Mad Stork
regia | Luigi De Angelis
con | Marco Cavalcoli
annunciatrice | Chiara Lagani
registrazioni | Marco Parollo
abito di scena | Tagiuri Abbigliamento
oggetti di scena | Simonetta Venturini
maschera | Nicola Fagnani
organizazzione e comunicazione | Ilenia Carrone
amministrazione | Stefano Toma
produzione | E / Fanny & Alexander

fannyalexander.e-production.org

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale il Presidente si rivolgerà alla Nazione. Non è certo la prima volta, nella Storia, che un Presidente parla a un Paese. Ecco. Il Presidente parlerà. Cosa c’è di strano? Che accadrà? Chi saprà riconoscere la sua voce capirà. Terza tappa, dopo il radiodramma “Alla Nazione” andato in onda su Rai Radio3, di un lungo progetto teatrale di Fanny&Alexander dedicato ai discorsi rivolti alle comunità, Discorso Grigio esplora le forme e le retoriche degli interventi politici ufficiali. Giocando con i luoghi comuni dell’oratoria politica ed esaltando le potenzialità di una parola calata in una drammaturgia sempre complessa, Marco Cavalcoli, già interprete del ventriloquo Mago di Oz, incarna qui in chiave concertistica un misterioso Presidente alle prese, tra i tanti riverberi passati e presenti di una memoria storica incancellabile, con un importante discorso inaugurale da pronunciare alla Nazione. A cinque anni dal debutto, Discorso Grigio viene presentato a Short Theatre, con piccole inedite irruzioni dell’oggi a gettar nuove luci (e ombre) nella partitura scenica originaria. 
29.9.17
 

Anarchy

La Pelanda 16 Settembre 2017 - Short Theatre
SOCIETAT DOCTOR ALONSO | Anarchy
regia | Sofia Asencio
drammaturgia | Tomàs Aragay
coreografia | Sofia Asencio
creazione e interpretazione | Semolina Tomic
luci e spazio scenico | CUBE
tecnico del suono | Marc Navarro
tecnica | Alfonso Ferri
produzione |  Imma Bové
comunicazione e distribuzione |  Tomàs Aragay 
coproduzione |  TNT - Terrassa Noves Tendències festival
in collaborazione con Ajuntament de Bàscara e Antic Theatre
con il sostegno dell’Instituto Cervantes Roma
doctoralonso.org 
Anarchy  di Societat Doctor Alonso è un esperimento tra caos e ordine, un esperimento da praticare con il pubblico: gli spettatori suonano chitarre elettriche, mentre la performer Semolina Tomic esplora il movimento, tutti coinvolti in un gioco e in una ricerca tra possibilità di controllo, libertà e confusione. “Se desideri il silenzio devi lavorare per averlo”, “fai ciò che vuoi”: con queste affermazioni la compagnia riassume le intenzioni possibili per chi partecipa alla performance. Fin dalla nascita ognuno di noi è legato a circostanze esterne e dipende da altri per ottenere cose essenziali, come cibo o calore. E così gli artisti dipendono dai teatri e dalle politiche governative per portare avanti o meno i loro progetti. Un’interdipendenza sociale, esistenziale, essenziale. Ma allora chi è il padrone dell’azione artistica, chi ne decide davvero il senso e le possibilità? Per la Societat Doctor Alonso l’arte è uno spazio organico per sperimentare e giocare con le condizioni e le contraddizioni del fare arte, e Anarchy pone una semplice domanda: “Chi possiede l’arte?”.  I diversi linguaggi si mescolano creando un esperimento vicino alla Live Art, in cui tutto è in movimento, tutto è uno slittamento di gesti e di temi. Il pubblico ha diritto e dovere di parola, di rumore e di silenzio. Ognuno è responsabile. Ognuno può scegliere di non fare.  Anarchy lancia uno slogan: ”Rumore e silenzio: il governo non ci possiede!”
29.9.17
 

MOTUS | Über Raffiche (nude expanded version)

La Pelanda 13 Settembre 2017 - Short Theatre
MOTUS | Über Raffiche (nude expanded version)
motusonline.com
dedicato a Splendid’s di Jean Genet
regia | Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con | Silvia Calderoni (Jean), Ilenia Caleo (Rafale), Sylvia De Fanti (Bravo), Federica Fracassi (il Poliziotto), Ondina Quadri (Pierrot), Alexia Sarantopoulou (Riton), Emanuela Villagrossi (Scott), I-Chen Zuffellato (Bob)
la voce della radio | Luca Scarlini e Daniela Nicolò
testi | Magdalena Barile e Luca Scarlini
fonica | Paolo Panella
progettazione scenica | Andrea Nicolini
scenotecnica | Damiano Bagli
produzione | Motus con Santarcangelo Festival
con il sostegno di MiBACT, Regione Emilia Romagna
grazie a Ert, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Biennale Teatro 2016, L’arboreto – Teatro Dimora Mondaino, Teatro Petrella Longiano, Comune di Bologna
Foto ©DIANE_ilariascarpa_lucatelleschi
Nel 2016 Motus torna sulle tracce di Splendid’s di Jean Genet per riallestirlo con un cast interamente femminile, intenzione negata dalle regole stesse del copyright: da questa impossibilità nasce Raffiche, una riscrittura originale di Magdalena Barile e Luca Scarlini, con una volontà ancor più decisa di lavorare sui temi dell’identità e della rivolta. Una gang di attiviste, una “banda” di attrici che percorre generazioni della scena italiana, e non, è assediata in un albergo; donne dai nomi maschili, refrattarie a ogni tentativo di definizione, in resistenza armata contro la lobby farmaceutica. Motus presenta ora Über Raffiche, una “nude (expanded version)” della performance, non più in un sontuoso hotel ma in spazi nudi, in un formato a loop in cui il pubblico è libero di andare e venire. Un estenuato ripetersi di raffiche di parole (e ironiche micro-danze) per non arrendersi, proprio come Rafale che, anziché tentare il suicidio e rinunciare alla lotta – così avviene nel testo di Genet – nella versione dei Motus non getta le armi e…“continua a sparare. A sparare ancora (…) perché le raffiche in arte non hanno niente a che spartire col terrorismo e col terrore del mondo. Semmai sono un modo per attaccarlo, per farlo smottare, per smascherarne il fondo grottesco e vigliacco, per liberarci dalla paura” (da “Motus, Per Farla Finita Con La Dittatura Del Genere, Alfabeta2, 28 ottobre 2016, di Annalisa Sacchi).
27.9.17
 

Erodiàs

La Pelanda 14 Settembre 2017 - Short Theatre
Erodiàs
testo | Giovanni Testori
con | Federica Fracassi
regia | Renzo Martinelli
dramaturg | Francesca Garolla
assistente alla regia | Irene Petra Zani
suono | Fabio Cinicola
luci | Mattia De Pace
consulenza artistica | Sandro Lombardi
creazione costume d’epoca | Cesare Moriggi
consulenza e reallizzazione oggetti di scena | Laura Claus
produzione | Teatro i – con il contributo di Regione Lombardia / NEXT
teatroi.org
“Jokanaan!”
Erodiàs, il più violento dei Tre Lai, inizia così, con un urlo reiterato che si fa gioco di parole, musica che parte dal nome ebraico del Battista e che giunge a poco a poco a conficcarsi nella carne lombarda dilaniata. Giovanni Testori ha dedicato a Erodiade più di un testo.
Renzo Martinelli e Federica Fracassi scelgono Erodiàs, l’Erodiade spodestata, posseduta, ossessiva, che balbetta. Erodiàs incarna un tempo in cui la ragione non è ancora arrivata: una zona d’ombra non illuminata dalla luce dello spirito, un eterno purgatorio in cui la conoscenza/coscienza non trova spazio. Un personaggio “sottovuoto”, una figura bidimensionale che vive dietro un vetro. Sulla scena un quadro che prende vita e, al contempo, un negozio o uno schermo: l’unica dimensione in cui Eròdias può ancora sopravvivere, seppur confusa da quel conzerto e conzertino di dubbi e domande che il profeta ha in lei provocato. Non è abbastanza averlo messo a tacere con un atto cruento e blasfemo: la testa di Giovanni, separata da corpo, continua a parlarle, la provoca, le impone interrogativi a cui non trova risposta. Erodiàs non è più l’Erodiàs che era, ormai è il Battista stesso. Di lui prende le fattezze, una maschera nella maschera, da lui prende parole che non conosce, che non stanno ancora nella sua bocca, di lui cerca segni in ogni dove. Da lui, dall’amore per lui, nasce il suo tormento: che fare? Come andare avanti? Questa domanda risuona anche oggi. Che fare di un Dio che è diventato uomo e che, come ogni uomo, può anche sbagliare? Che fare di un amore che si sapeva di carne eppure ha l’odore dell’anima? Lo spettatore assiste. Guarda e aspetta, non può fare altro. Attende. Come se non ci fosse altra possibilità che questa. Ma è così? Oggi, è davvero così? 
27.9.17
 

ALMA SÖDERBERG | Cosas

La Pelanda 13 Settembre 2017 - Short Theatre
ALMA SÖDERBERG | Cosas
prima nazionale
coreografia e performance | Alma Söderberg
consulenza | Igor Dorbricic, Rodrigo Sobrazo
light design | Ellen Knops
grazie a Jeanine Durning and Hendrik Willekens.
La scena e una performer da sola, un collage di suoni, movimenti, gesti, parole che scorrono sfumando l’uno nell’altro, disegnando nuovi scenari. In Cosas Alma Söderberg canta mentre parla, parla mentre danza e danza mentre canta. Un’unica azione continuata concatena tra loro elementi espressivi diversi in un gioco inesauribile tra la performer in scena e il pubblico che la osserva. Alma Söderberg fa appello all’immaginario degli spettatori, richiamando situazioni, cliché, immagini, oggetti, versi di animali, suoni del paesaggio. Porzioni di linguaggio e di realtà costruiscono un discorso che va al di là delle parole, facendo intuire derive da percorrere, trasformando ogni cosa nella seguente. Cosas esamina gli aspetti fisici del linguaggio, e lo fa liberando le parole dal loro significato. In un flusso continuo di canzoni, parole, piedi che battono sul pavimento, e gesti verbalmente segnati, il suono e il movimento diventano così un’unica cosa. Alma Söderberg allude alla ricerca culturale ma poi se ne allontana, immergendosi e immergendoci in uno stato di trance in cui la sensibilità si acuisce e la confusione si fa codice linguistico. Cosas è una performance che fa dell’immediatezza lo strumento per condurci oltre l’immediato. 
27.9.17
 

(Untitled) Humpty Dumpty

La Pelanda 14 settembre 2017 – Short Theatre
CRISTINA KRISTAL RIZZO + SIR ALICE | (Untitled) Humpty Dumpty
prima nazionale
ideazione e interpretazione | Sir Alice e Cristina Kristal Rizzo
produzione | CAB008, Short Theatre Festival nell’ambito del progetto SOURCE
co-produzione | SACD, Festival di Avignone
in collaborazione con L’Officina atelier marseillais de production
residenza creativa | L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondain

cristinarizzo.it
siralice.com
In collaborazione con il Festival d’Avignon e nell’ambito del progetto europeo SOURCE, Short Theatre 12 ospita due Sujet à vif, storica sezione del festival avignonese in cui artisti appartenenti ad ambiti diversi vengono invitati a sperimentare in duo la possibilità – e il rischio – di un lavoro comune. (Untitled) Humpty Dumpty è l’incontro tra la coreografa Cristina Kristal Rizzo e la musicista Sir Alice.
L’ellisse del mondo ci invita a scivolare nel cerchio e nelle sue modulazioni continue, tra il volgersi e lo svolgersi dei corpi. La scelta di una postura o di una attitudine non sono che delle illusioni. Possiamo generare una vibrazione senza imporla? Possiamo produrre un sistema che non abbia frontiere spaziali e temporali? Possiamo costruire un oggetto senza essere presi nelle maglie della relazione? La danza non è un linguaggio, è danza. Il suono non è un linguaggio, è suono. È in questo spazio di pensiero e di visione che Cristina Kristal Rizzo e Sir Alice attivano la loro connessione artistica. La creazione è generata come un dispositivo in cui degli elementi improvvisativi di suono e movimento si articolano intorno a 6 megafoni, simbolo attuale di allerta e di rivolta che trasforma i loro corpi e le loro voci in un breve ma intenso rituale di condivisione. Le due interpreti si appropriano di questi oggetti, li rendono sonori, ne trasfigurano l’immagine per generare una vibrazione e un ritmo comune in cui seguire unicamente l’istinto del corpo, attirarsi ed influenzarsi a vicenda in un cristallo di tempo in cui lo sguardo reciproco si attiva come luogo del possibile e dell’affezione.
26.9.17
 

ALMA SÖDEBERG | Travail

La Pelanda 12 Settembre 2017 - Short Theatre
ALMA SÖDEBERG | Travail
coreografia, musica, performance | Alma Söderberg
set design | Rodrigo Sobarzo de Larraechea
disegno luci | Katinka Marca
drammaturgia | Igor Dobričić
consulenza | Hendrik Willekens
produzione |Het Veem Theater.
coproduzione | Het Veem Theater, workspacebrussels, MDT/Danstationen/Atalante, Sweden
col supporto di | Statens kulturråd Sweden.
grazie a |  Hendrik Willekens
Tutto il tempo dall’inizio delle prove al giorno della prima Alma Soderberg ha continuato a raccogliere materiali facendo della sua pratica performativa la forma e il contenuto stesso del suo lavoro. E così la musica, la parola, il gesto, il ritmo, i testi di riferimento e i movimenti lavorati diventano strumenti di ricerca e di composizione.
Alma Söderberg colleziona materiali espressivi disparati, coniugandoli tra loro attraverso una scrittura coreografica e gestuale. Quello che prende vita in Travail, così come negli altri suoi lavori, è una traccia di significanti che è agita e praticata, più che pronunciata, suonata o danzata. Un flusso che destabilizza la provenienza di questi stessi materiali e li ricontestualizza, regalando loro una possibilità inedita di produrre significati.  Travail è una performance che mescola suono, corpo, voce e canto, gesto e movimento. Un’esperienza coreografica che sperimenta la pratica di raccogliere frammenti di qualunque cosa possa catturare l’attenzione durante la lettura di un giornale e della realtà, ricomponendo il tutto in un originale collage fatto di suoni e movimenti. Alma Söderberg performer unica in scena, insieme alla sua drum-machine, disegna un nuovo spazio di significato che non censuri o reprima alcuna possibilità espressiva, e che sappia riportare la storia di una ricerca aritstica e linguistica. 
22.9.17
 

I SACCHI DI SABBIA | Dialoghi degli dei

La Pelanda 8 Settembre 2017 - Short Theatre
I SACCHI DI SABBIA | Dialoghi degli dei
sacchidisabbia.com/dialoghidei
uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano
produzione | Compagnia Lombardi-Tiezzi
co-produzione | I sacchi di sabbia
sostegno | Regione Toscana
Dialoghi Degli Dei nasce all’incontro tra Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia. Scritti da Luciano di Samosata nel II secolo dopo Cristo, questi Dialoghi si presentano come una raccolta di aneddoti e indiscrezioni su vizi e trasgressioni degli abitanti dell’Olimpo: gli scontri “familiari” tra Zeus e Era, le continue lagnanze per le malefatte di Eros, i pettegolezzi tra Dioniso, Ermes ed Apollo. In questo allestimento gli Dei sono atterrati in una classe di un ginnasio, diventando oggetto concreto delle spietate interrogazioni con cui un’austera insegnante tormenta due suoi allievi. Seduti ai loro banchi di scuola e con i calzoni corti, i due maturi studenti, interrogati su tresche e malefatte degli immortali sperimentano sulla propria pelle le ingiustizie della scuola, preludio alle future ingiustizie della vita. Insieme per la prima volta I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica si interrogano sul senso profondo della parola “intrattenimento”, alla divertita ricerca di forme desuete per “passare il tempo”, per vivere l’ozio e interrogare la Storia. 
Massimiliano Civica, classe 1974, nel 2007 vince il Premio Lo Straniero e il Premio Hystrio/Associazione Nazionale Critici Teatrali per l’insieme della sua attività teatrale. Sempre nel 2007 diventa Direttore Artistico del Teatro della Tosse di Genova e vince il Premio ETI Nuove Creatività. Nel 2014 dirige Alcesti messo in scena nell’ex carcere delle Murate a Firenze e vince il Premio UBU 2015 per la miglior regia.
La compagnia I sacchi di Sabbia nasce a Pisa nel 1995 e si distingue per la capacità di far incontrare tradizione popolare e ricerca spingendosi di volta in volta nell’esplorazione creativa di terreni diversi, dalla letteratura al cinema, dal fumetto all’opera. La Compagnia ha ricevuto un Premio UBU Speciale nel 2008 e il Premio Nazionale della Critica nel 2011. Nel 2016 I Sacchi di Sabbia vincono il Premio Lo Straniero per la loro attività. 
22.9.17
 

GWENDOLINE ROBIN | Cratère N°6899

La Pelanda 9 Settembre 2017 - Short Theatre
GWENDOLINE ROBIN | Cratère N°6899
gwendolinerobin.be
ideazione e realizzazione | Gwendoline Robin
assistenza coreografica | Ida De Vos
luci | Simon Siegmann
produzione associata | Entropie Production
co -prodotto da | KUnstenfestivaldesarts, BRASS
con l’accompagnamento di | Grandstudio
grazie a | Teatro di Liegi, A Day in Caveland di Philippe Quesne, l’astronomo Yael Naze e gli oceanologhi Bruno Delille e Jean-Louis Tison
foto | Jorge De la Torre Castro
Una cometa cade sulla terra. Si forma un cratere. Ne derivano effetti di trasformazione. Il paesaggio muta. Il paesaggio si forma. In Cratère N°6899 la Robin si avvicina all’elemento acqua, permettendosi e permettendoci così uno sguardo sul Pianeta Terra e sull’Universo. Con l’aiuto del pensiero scientifico, in particolare quello astronomico e geologico, con la possibilità di guardare ai confini dell’universo e nelle pieghe della terra, possiamo stabilire un contatto con la costellazione celeste e con la superficie terrestre. Manipolando elementi fisici e chimici come terra, acqua dinamite, vento, polveri colorate, vetro, Gwendoline Robin, si mette direttamente in relazione alla materia, agendo su di essa e con essa. Una performance che si compone di azioni che sanno tanto di immaginifico che di artigianale e che disegnano un’atmosfera primordiale fatta di magma, terra e materia stellare, in cui l’esperimento scientifico si confonde con l’operazione alchemica, con la pozione magica. Cratère N°6899 ricrea artificialmente tutto il mistero potente e fragile dell’origine della terra e della vita, accompagnando lo spettatore in un viaggio nel tempo e nello spazio, che in fondo è anche un viaggio dentro la nostra stessa natura. Ricostruire piccoli paesaggi che raccontino la disposizione di storie visive e acustiche che raccontano e insieme modificano il paesaggio stesso: questo è l’esperimento della Robin, che ha immaginato e costruito la performance a partire da un primo incontro nel febbraio del 2016 con l’astronomo Yael Naze e lo scienziato marino Bruno Delille. 
22.9.17
 

ANA BORRALHO & JOÃO GALANTE | Trigger of happiness

La Pelanda 8 Settembre 2017 - Short Theatre
ANA BORRALHO & JOÃO GALANTE | Trigger of happiness
prima nazionale
ideazione e direzione artistica | Ana Borralho & João Galante
disegno luci | Thomas Walgrave
suono | Coolgate, Pedro Augusto
collaborazione alla drammaturgia | Fernando J. Ribeiro
assistenza artistica | Alface (Cátia Leitão), André Uerba
performer | un gruppo di 12 giovani adulti di Roma: Andrea Casanova, Carolina Tilde Scimiterra, Chiara Ficarra, Claudia Faraone, Flavio di Paolo, Giulia Venturini, Leonardo Schifino, Mario Vai, Mattia Colucci, Pietro Turano, Lorna Massucci, Riccardo Osti Guerrazzi.
organizzazione e distribuzione | Andrea Sozzi
produzione | casaBranca
co-produzione Maria Matos Teatro Municipal, (Lisboa, Portugal), Jonk (Jönköping, Suécia), Nouveau Théâtre de Montreuil – CDN (França), Le phénix – scène nationale Valenciennes pôle européen de création(França)
col sostegno di CM- Lagos, Espaço Alkantara, LAC – Laboratório de Actividades Criativas, SIN Arts and Culture Centre, Companhia Olga Roriz
con il sostegno dell’Instituto Camões e dell’Ambasciata del Portogallo in Italia
casaBranca è una struttura finanziata dal Ministério da Cultura – Direcção Geral das Artes

casabranca-ac.com
anaborralhojoaogalante.weebly.com

Di cosa parliamo quando parliamo di felicità? Come possiamo essere felici in una società che non lo è? Per realizzare Trigger Of Happiness, Ana Borralho & João Galante si mettono in relazione con le città che li ospitano, coinvolgendo un gruppo di giovani tra i 18 e i 23 anni e lasciandogli la parola su una delle questioni più cruciali della vita di ciascuno: la felicità. La Felicità è una cosa diversa per ognuno; può essere immaginata come una condizione mentale, uno stato di soddisfazione materiale o una semplice sensazione di benessere. Il duo portoghese chiede a 12 ragazzi e ragazze, dal futuro ancora incerto e dal passato ancora vicino, di dare le proprie risposte alla domanda su cosa sia la felicità. Attraverso un dispositivo drammaturgico che simula il gioco della roulette russa, i due artisti indagano la definizione di un concetto complesso, essenziale e abusato, interrogando questo gruppo di giovani in una fase cruciale della loro vita e in una particolare realtà sociale, politica ed economica, comunque così complessa da lasciare uno spazio non ovvio al desiderio e alla speranza. I 12 ragazzi e ragazze, che per espressa richiesta della compagnia non devono avere troppa familiarità con la pratica performativa, sono stati scelti attraverso una selezione curata dal Festival in collaborazione con la compagnia stessa. Trigger Of Happiness è una performance partecipativa che interroga e mette in scena un gruppo di “giovani adulti”, con i loro sogni e le loro aspettative, i conflitti, i rischi, le sfide possibili, le questioni identitarie, lo sguardo a nuove esperienze, costringendoci a confrontarci con i nostri di desideri e frustrazioni, con la nostra capacità di accettarci e di vivere il cambiamento.  
22.9.17
 

Max Gericke

La Pelanda 9 Settembre 2017 – Short Theatre
Max Gericke
di Manfred Karge | titolo originale Jacke wie Hose
traduzione | Sabrina Venezia
regia | Fabrizio Arcuri
con | Angela Malfitano
set video | Lorenzo Letizia
assistente alla regia | Francesca Zerilli
produzione | TRA UN ATTO E L’ALTRO e ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI
in collaborazione con Ert-Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il sostegno della Regione Emilia Romagna
si ringrazia il Teatro di Roma e Studio Spectrum

artefatti.org

Allievo di Bertolt Brecht, per anni stretto collaboratore di Heiner Müller, Manfred Karge (1938) è attore regista e drammaturgo tutt’ora attivo al Berliner Ensemble. Il suo testo più noto, Jacke Wie Hose (Giacca come pantaloni), è un monologo suddiviso in 26 brevi quadri e ispirato a una storia vera ambientata nella Germania nazista: Ella Gericke, rimane vedova nel bel mezzo della grande crisi del 1929 e, per sopravvivere, decide di indossare i panni del marito defunto, si trasforma in lui, e di lui assume anche il lavoro di gruista. È la storia di una sostituzione radicale. Il racconto di una trasformazione che mette in questione l’identità di genere in un ambito politico e sociale. Ella occupa il posto nel tessuto sociale che era del marito, e per farlo fa della sua femminilità non un segno ma uno strumento, audace, risolutivo. Diventa il marito, e lo fa per amor suo e del marito stesso. È la storia di una trasformazione necessaria, resistente. Una critica poetica a un sistema in declino. La Germania Nazista, la forza della parola femminile, la surrealtà di una scelta concreta e quotidiana. E poi anche il linguaggio di un teatro che vuole sempre e comunque indagare le pieghe della realtà, le derive di una crisi, l’immagine di una rivolta possibile. Max Gericke è il secondo progetto che vede la collaborazione di Accademia degli Artefatti e Tra un atto e l’altro, dopo che nel 2015 avevano prodotto e realizzato insieme FaustIn And Out di Elfriede Jelinek.

21.9.17
 

Ma Bruno... quando arriva?!

TEATRO TORDINONA 15 settembre 2017
Ma Bruno... quando arriva?!
Di Angelo Curci
Con Angelo Curci, Lorenza Giacometti
Regia Di Daniele Derogatis

Carmela, giovane attrice napoletana, si presenta al primo giorno di prove dello spettacolo. La ragazza dividerà il palco con Ruggero, un pianista che le si presenta come autore delle musiche di scena. I due artisti si parlano, si conoscono, si studiano, lei spiazzata dalle piccole e un po’ folli manie di lui, lui per nulla turbato dall’impaziente razionalità di lei. Si alternano, così, momenti che rasentano l’assurdità, come il tentativo vano da parte di Carmela di provare una scena dello spettacolo o il piccolo rito quotidiano adottato da Ruggero per festeggiare il proprio compleanno, a momenti di docile empatia (o tregua?) tra i due. In un teatro qualunque i caratteri dei due protagonisti si sviluppano in una dimensione di sospensione dalla realtà. Su di loro regna l’attesa…ma Bruno quando arriva?!

20.9.17
 

Donne, sorrisi e crisi

Teatro Tordinona 7 e 8 settembre 2017
DONNE, SORRISI E CRISI
Di Barbara Amodio
Con Giovanna B. Dei Giudici, Alessia De Santis, Sarah Droghei, Benedetta Egidi, Cettina Iossi, Gemma Marigliani, Mattia Palma, Arianna Rossi
Regia Di Barbara Amodio

DONNE: sei si riuniscono per provare uno spettacolo.
SORRISI: molti mentre le prove mettono in luce le diverse personalità grazie anche ad un telefono vivente!
CRISI: per tutte le protagoniste che analizzando le proprie vicissitudini sentimentali, trovano soluzione con un gigolò, ai loro sogni e bisogni.... o no?!
A sorpresa il destino si ribalta e la ribalta a sorpresa esplode di passioni, ardimenti e patimenti!

19.9.17
 

La rapina

TEATRO TORDINONA 9 e 10 settembre 2017
La rapina
Di Federico Maria Giansanti
Con Giacomo Bottoni, Luca Cesa, Simone Lilliu, Daniele Marini, Martina Montini, Mark Proietti
regia di FEDERICO MARIA GIANSANTI

Corre l’anno 2016.
Lucio, Furio, Gionata, Anselmo e Camillo sono quattro amici nati e cresciuti in un quartiere popolare, estremamente povero, di Roma.  Questi ragazzi hanno molte cose in comune oltre l’amicizia che li lega sin dall’età adolescenziale. Loro sono: disoccupati, poveri, schedati, disperati e imbranati.  È sera e Camillo ha organizzato una cena a casa sua. Lucio, Furio e Gionata sono gli ospiti. Si mangia, poco e male, e si beve chiacchierando della condizione in cui ci si trova, parlando del lavoro che manca e delle opportunità all’estero che non sono facili da cogliere.
È una cena in cui sembra doversi decidere il da fare.
È una cena in cui questi ragazzi scendono a patti con la realtà: i soldi non ci sono e il lavoro manca.
Questa sera la frase “ bisogna fa’ i soldi” assume un significato diverso, più concreto, crudo. Lucio propone di rapinare una banca che sta studiando da mesi, situata vicino casa della nonna. Ha un piano e vuole metterlo in atto. I suoi amici, inizialmente colpiti dalla proposta, decidono di seguirlo in questa follia.

"La rapina" è una commedia grottesca che ironizza sulle condizioni sociali in cui riversano alcuni cittadini italiani e che cerca di strappare un sorriso raccontando l’ingenua incapacità di attuare un piano criminale che nemmeno con l’aiuto di Cassandra, la cugina di Gionata, riesce a tenersi in piedi.
I protagonisti saranno costretti a scappare dividendosi, senza avere notizie gli uni degli altri. La tensione prenderà il sopravvento e, una volta riunitisi tutti a confronto, a spuntarla saranno i dubbi e le perplessità riguardanti la lealtà e la spartizione del denaro rubato.
La rapina è uno spettacolo che vuole raccontarci uno spaccato di vita dei ragazzi disagiati della capitale pronti a tutto, anche a compiere un atto scellerato, pur di costruirsi un futuro più roseo.

19.9.17
 

Romeo era grasso e pelato

Fringe Festival 5 Settembre 2017
Romeo era grasso e pelato
Titania Teatro PROVENIENTE DA Napoli
DI Davide Sacco
REGIA DI Daniela Cenciotti
Con Daniela Cenciotti e Martina Liberti

Due personaggi presi a pretesto dal fantasmagorico mondo shakespeariano, Lady Macbeth e Giulietta messe insieme in un luogo non luogo con una domanda: com’è il vostro uomo? Un’ironica indagine su tutte le idolizzazioni che le donne spesso fanno degli uomini che gli stanno accanto, tutti belli, tutti forti e sempre eroi, ma ogni tanto capita che non sia così. Spesso. Sempre. Un incontro tra due generazioni di donne che rispolverando il mondo shakespeariano e lo riguardano in ottica ironica e cinica lasciandosi indagare e dandoci una visione probabile o quantomeno plausibile dei comici limiti di questi personaggi in un gioco di porte dell’anima che aprendosi e chiudendosi lasciano entrare tutte quelle contraddizioni che da Shakespeare ad oggi hanno caratterizzato la vita delle donne.
19.9.17
 

Benvenuti a casa mia

TEATRO TORDINONA 12 e 13 settembre 2017
Benvenuti a casa mia
Di Andrea La Cava, Mattia Bagnaia
Regia Di Mattia Bagnaia
Con: Mattia Bagnaia, Adriano D’Amico, Chiara Damia

Un viaggio attraverso il passato di una coppia, visto dal punto di vista di entrambe le parti. Un viaggio attraverso le stanze di un manicomio, alla scoperta della paura più grande di tutte: l'amore. A cosa siete disposti a rinunciare in nome di questo nobile sentimento? Venitelo a scoprire a teatro!
19.9.17
 

Bellissima omaggio

Giardini della Filarmonica Romana 29 Agosto 2017
XXIV edizione dello storico festival “I Solisti del Teatro”
GDO DANCE COMPANY presenta
“Bellissima, omaggio ad Anna Magnani”
Sceneggiatura e regia: Simona Lacapruccia
Coregrafie: Daniele Toti
Attori: Simona Lacapruccia
Danzatori: Silvia Pinna, Daniele Toti
Anna Magnani rivive in questo modo tramite le parole, la musica e la danza, in un connubio fortunato che permette allo spettatore di cogliere ogni particolare della figura di questa grande Donna e attrice e permette di avvicinare soprattutto le nuove generazioni a un periodo culturale e artistico passato, difficile ma pieno di opere e di figure di grandissimo valore come quella di Anna Magnani.
8.9.17
  ,

La violence

"Autori nel cassetto, attori sul comò" 2017
"la violence"
Scrittura scenica e regia di Massimo Stinco
Interpretato da Marco Santi.
Si parla di bullismo, di omofobia, di violenza. La storia, tristemente vera, è raccontata e rivissuta da un giovanissimo ragazzo francese. Lo spettacolo è ispirato a due romanzi di Edouard Louis, un altrettanto giovanissimo "enfant prodige".

8.9.17
 

Vinni a u munnu

"Autori nel cassetto, attori sul comò" 2017
3° classificato
VINNI A U’ MUNNU 
Regia David Mastinu
Con Martina Zuccarello, Filippo Velardi
Sicilia. Una Palermo ,quella dei primi anni ‘90, Rosi, giovane ostetrica,racconta la storia di quel 13 ottobre 1991.

8.9.17
 

Generazioni

Fringe Festival 31 Agosto 2017
GENERAZIONI
di e con Alessandra Cappuccini
regia Mario Umberto Carosi
spettacolo, scritto ed interpretato da Alessandra Cappuccini e diretto da Mario Umberto Carosi, che racconta la vita di tre donne: nonna, madre e figlia, mettendo a confronto tre epoche diverse, ognuna con la propria morale, la propria etica e le proprie regole non scritte a cui queste donne si ribellano.
Tre storie di coraggio che narrano la forza dell’individualità e dell’essere donna: la nonna, che vive durante la seconda guerra mondiale, la mamma durante le contestazioni studentesche degli anni 60/70 e la figlia al giorno d’oggi. Un monologo che dipinge e tratteggia personaggi e luoghi diversi attraverso la fisicità e la gestualità dinamica di Alessandra Cappuccini, offrendo diversi spunti di riflessione sulle tematiche di genere, sulla storia della donna nel nostro paese, dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri.
I tre periodi temporali si intrecciano e si sovrappongono nella voce e nei gesti dell’attrice, aiutata da pochi elementi scenici, oggetti di vita quotidiana, che si trasformano durante il racconto. Si materializzano così le tre generazioni: la storia della nonna, Rosetta, e il racconto di come lei si innamora e rimane incinta di un soldato fascista, padre di una bimba che non conoscerà mai, perché fucilato. La vita della madre, Margherita, cresciuta senza padre, in una stazione ferroviaria impresenziata, del suo viaggio a Roma dove si appassiona di politica alla fine degli anni 60. E infine Giulia, una donna moderna, che sogna di fare l’attrice, incastrata in una mondo frenetico, ipocrita e soffocante, una vita che sogna di cambiare.
La ricerca de La Compagnia Cirocomare Teatro, fondata nel 2002, si ispira alla “Commedia all’improvviso” dei comici dell’arte del XV° secolo, con l’intento di contestualizzare la Commedia dell’Arte nella società contemporanea. Attraverso lo studio di nuove maschere ispirate ai nostri tempi viene raccontato il mondo di oggi, conservando una dimensione mitica e fiabesca propria della Commedia.

7.9.17
 

The moon is desert

"Autori nel cassetto, attori sul comò" 2017
1° Classificato
THE MOON IS DESERT
Regia di Fabio Cicchiello
Di Fabio Cicchiello, Daniele Dositeo, Luca Refrigeri
Con Daniele Dositeo, Luca Refrigeri, Katiuscia Rossi, Corrado Zizzo
Essere licenziati. Rispondere ad un annuncio di lavoro della NASA e ritrovarsi intrepidi astronauti per una missione destinata a salvare il destino dell’umanità: riportare sulla Terra il misterioso Andesfurs. “The moon is desert” o forse no, perché ad attenderli e frapporsi tra loro e la realizzazione dell’obiettivo troveranno creature lunari, problemi terrestri, situazioni assurde e tragedie esistenziali. Per portare a termine la loro missione non resta che il raggio Protosfor, la fantasia, la magia, l’illusione e la profonda consapevolezza della fragilità umana. II° classificato
7.9.17
 

Lo stagno

"Autori nel cassetto, attori sul comò" 2017
2° Classificato
LO STAGNO
Regia di Armando Quaranta
Compagnia Bluestocking: Federico Galante, Martina Montini,
Lei e lui stanno insieme, convivono. Dividono, da un tempo lungo e indefinito, la stessa casa, gli stessi oggetti, lo stesso divano. Lei e lui non escono molto, o forse, non escono affatto: la casa è diventata una sorta di rifugio sicuro, un luogo in cui si è protetti da un mondo esterno che fa paura a prescindere, anche senza pericoli che incombono. Lei e lui si parlano, si amano, si odiano, si sopportano, si supportano, ma non sanno “come si fa a fare le cose”. Sono belli, immobili,strani, come certe cose che, a guardarle bene, sembrano uno stagno.
7.9.17
 
 
Support : MarXoB
Copyright © 2011. e-performance.tv - All Rights Reserved
Template Created by MarXoB | Published by e-performance.tv
powered by Blogger