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Lingua Madre

LA PELANDA 13 settembre 2016 Short Theatre - teatro
Lingua Madre Mameloschn
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe
prima assoluta
di Sasha Marianna Salzmann
traduzione di Alessandra Griffoni
regia di Paola Rota
con Elena Callegari, Francesca Cutolo, Maria Roveran
costumi Ursula Patzak
scene Sandra Viktoria Müller
luci Camilla Piccioni
produzione PAV nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe

Solo una madre è capace di ucciderti in ogni momento con una mezza frase.
Tre donne, tre generazioni: una madre, una figlia, una nonna si confrontano, si parlano, si svelano segreti, dominate da quel non detto, o detto altrove, che segna e decide un rapporto madre-figlia. La dimensione è insieme quotidiana e virtuale, quella in cui avviene questa rappresentazione di una famiglia tutta femminile, come qualcosa che ci si porta dietro, come una tartaruga col suo carapace, che ci segue ovunque, quasi ci perseguita e da cui non si sfugge, nemmeno a migliaia di chilometri di distanza. Un dialogo intimo e politico, una ricerca della verità, delle origini, dell’identità.


28.9.16
 

Caffettiera blu

LA PELANDA 14 settembre 2016 Short Theatre - teatro
Caffettiera blu
di Caryl Churchill
traduzione di Laura Caretti e Margaret Rose
con Sylvia De Fanti, Gianmarco Di Lecce, Mauro Milone, Aglaia Mora, Laura Pizzirani,
Alessandra Roca
voce fuori campo Marco Cavalcoli
regia Giorgina Pi
costumi Gianluca Falaschi
dimensione sonora Valerio Vigliar
una produzione BLUEMOTION/ANGELO MAI con il sostegno di SARDEGNA TEATRO
Caffetteria Blu fa parte del progetto NON NORMALE, NON RASSICURANTE a cura di Paola Bono
www.angelomai.org/bluemotion
L’inganno come nucleo sentimentale della famiglia, come trappola inevitabile: questo è il blu che colora il cuore del testo, fino a che la stessa densità della tinta prende il posto di ogni parola necessaria a spiegarsi. Non c’è modo di sottrarsi all’equivoco, all’incomunicabilità che cresce con, e più, dell’affetto. Caffettiera Blu è un insieme di piccole storie, che una consumata manipolazione del linguaggio teatrale trasforma in parabole complesse: sulla futilità dell’esistenza, sulle aporie della comunicazione, sulla natura costruita e fragile di un soggetto non più concepibile come unificato e coerente. Le identità dei personaggi si disintegrano insieme alle convenzioni e alle aspettative spettatoriali, lasciando tutti in balia di una nuova ricerca.


28.9.16
 

Hey

LA PELANDA 16 settembre 2016 Short Theatre - danza
Hey
di mk e Sigourney Weaver
con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Daniela Cattivelli, Michele Di Stefano, Laura Scarpini
musica Springbreakers, Wire, Madcon
disegno luci Roberto Cafaggini
coreografia Michele Di Stefano
chioccolatore Camillo Prosdocimo
organizzazione Carlotta Garlanda con Francesca Pingitore
una produzione mk 2015 in collaborazione con MilanOltre progetto FRONTERIZO
con il sostegno di Live Arts Week
con il contributo di MIBACT
www.mkonline.it 
Un paesaggio di pura serenità discorsiva, attraversato dalle posture di corpi messi davanti ad un microfono, corpi nell’attimo della presa di parola, nel momento dell’attacco del movimento. L’accesso all’incontro come discorso. E canto. Tutto ciò che è nello spazio è intersecato e sovrapposto, detto ed esposto. I luoghi sono creati dalla relazione e dall’abbondanza, da un senso di arrotondamento della conversazione che sembra riferirsi stranamente alla curvatura della terra. Abitiamo su un globo, ma non dentro di esso. E’ necessario spostarsi in continuazione e prendere parola ovunque. 


28.9.16
 

3600

LA PELANDA 11 settembre 2016 Short Theatre – danza
3600
nell’ambito di IYMA – International Young Makers in Action
prima nazionale
ideazione e coreografia Radouan Mriziga
realizzata e interpretata da Maria Ferreira Silva, Maïté Jeannolin, Radouan Mriziga
produzione Moussem Nomadic Arts Centre
coproduzione Kaaitheater (Bruxelles), Vooruit (Gent) nell’ambito di DNA (Departures and Arrivals) cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, C-mine (Genk), Tanzquartier Wien (Vienna), Villa Manin / CSS (Udine)
in collaborazione con Marrakech Biennale 6 (Marrakech), Alkantara (Lisbona), Short Theatre (Rome) Kunstenwerkplaats Pianofabriek (Bruxelles), WP Zimmer (Anversa), Charleroi Danses, Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles (Charleroi)
Nella sua nuova performance, 3600, una coreografia per quattro danzatori, Radouan Mriziga si approccia alla danza da una prospettiva architettonica, facendo dei corpi lo strumento centrale della performance. 3600 è un’indagine per una coreografia strutturata su linee e geometrie trasparenti. Una costruzione in cui il movimento e il racconto si deducono dall’atto del costruire visivamente un oggetto.
3600 secondi di nessuna separazione tra il corpo, lo spirito e l’intelletto. Uno spazio dove i danzatori e i performer diventano artigiani e architetti. Ispirato all’architettura moderna e all’arte islamica, dove gli oggetti sono un perfetto incontro tra estetica e funzione, dove l’arte è precisione matematica, piacere estetico e simbolico.


28.9.16
 

Hu(r)mano

LA PELANDA 9 settembre 2016 Short Theatre – danza
Hu(r)mano
nell’ambito di IYMA – International Young Makers in Action
prima nazionale
regia e coreografia Marco da Silva Ferreira
assistente alla regia Mara Andrade
con Anaísa Lopes, Duarte Valadares, Marco da Silva Ferreira, Vítor Fontes
direzione tecnica e disegno luci Wilma Moutinho
luci Luís Ribeiro
musica Rui Lima e Sérgio Martins
produzione esecutiva Marco da Silva Ferreira e Célia Machado
produzione Pensamento Avulso, associação de artes performativas
coproduzione Teatro Municipal do Porto, Materiais Diversos
partner Jazzy Dance Studio, Feira Viva, O Espaço do Tempo, Teatro Virgínia e Quinta do Rio
finanziato da Governo de Portugal/Secretaria de Estado da Cultura/Direção Geral das Artes
con il supporto di Aerowaves Priority Companies 2015
foto Piotr Jaruga
In Hu(r)mano si danza in un’atmosfera parallela a quella reale, ma non così lontano da qui. Il movimento urbano riacquista senso nella collettività, mentre gli uomini ritrovano la loro vitalità vivendo la città in mezzo al traffico del movimento collettivo. Quattro corpi alla costante ricerca del senso della danza, in un dialogo contemporaneo in cui dare voce ad una ricerca condivisa, e inesauribile. Gli umani mossi dall’ imminente pressione delle proprie azioni diventano trans-umani. Eppure non si esaurisce la tensione a tenere insieme stati d’animo molteplici, rilanciare un discorso attraverso la danza: discorsi e stati d’animo che sono in fondo le caratteristiche dell’umano.


28.9.16
 
 
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