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Uomini di cartapesta

Teatro India 30 aprile 2016
Uomini di cartapesta
Incontro con la Compagnia
Interviene la prof. Bruna Bianchi
coordina Attilio Scarpellini
Bruna Bianchi, professoressa di Storia Contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha dedicato molti anni alla ricerca sull’esperienza bellica di soldati e ufficiali durante la prima guerra mondiale, confluiti nel testo La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano 1915-1918.
Il testo è divenuto uno dei principali riferimenti storici e bibliografici dello spettacolo Friendly Feuer (una polifonia europea) del collettivo Isola Teatro
“In tutto il volume, al contrario, la protesta morale dei combattenti è in primo piano.” Bruna Bianchi “La mia vita e gravemente perseguitata di martiri e croci perpetue e di supplizi Il mio povero cuore purga sempre di continuo (..)” Cartella clinica di un soldato internato in manicomio. “E’ interesse evidente di noi specialisti quello di non compromettere la nostra serietà contribuendo a formare uomini di cartapesta; è compito imprescindibile quello di preparare una generazione forte, senza nervi.” Sante De Sanctis, L’isterismo di guerra. Tutti testi tratti da Bruna Bianchi, La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano 1915-1918. Bruna Bianchi, professoressa di Storia Contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha dedicato molti anni alla ricerca sull’esperienza bellica di soldati e ufficiali durante la prima guerra mondiale, confluiti nel testo La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano 1915-1918. Per la ricchezza delle fonti citate, per lo sguardo concreto a cause e conseguenze di diserzione e nevrosi di guerra, per la prospettiva europea in cui viene collocata la vicenda italiana pur nella sua feroce specificità, per l’accostamento fra fuga e follia in uno stesso rifiuto profondo e radicale della guerra - ancorché solitario, disperato, violentemente represso e taciuto, - per tutti questi motivi e per la passione che dal testo traspare a ridare voce e senso a queste vite di carta che le istituzioni hanno rinchiuso nelle buste d’archivio, il testo della Bianchi è divenuto uno dei principali riferimenti storici e bibliografici dello spettacolo Friendly Feuer (una polifonia europea) del collettivo Isola Teatro, che presentiamo il 28-39-30 aprile al Teatro India, all’interno del progetto Guerre/Conflitti/Terrorisimi del Teatro di Roma. Come noi, altri artisti, tra cui il collettivo di scrittori Wu Ming nel loro reading concerto Schegge di Shrapnel, hanno preso ispirazione da questo testo per un lavoro artistico che rifiuta di festeggiare il centenario della prima guerra moderna. L’esperienza umana e professionale della prof. Bianchi, nell’aprire lettere mai giunte a destinazione, nel ricomporre nomi e storie con rispettoso rigore, ha nutrito il nostro tentativo di relazionarci con una storia che pur dopo cento anni resta spinosa e scomoda. Ne parliamo con Bruna Bianchi per condividere con il pubblico romano la bellezza e la necessità del suo percorso. Coordina Attilio Scarpellini, intellettuale, saggista e critico, che con la sua raccolta di scritti sul dopo undici settembre, L’angelo rovesciato, ha condiviso domande e riflessioni sul rapporto fra l’arte e la storia.
14.5.16
 

Friendly Feuer

Teatro India, 30 aprile 2016
FRIENDLY FEUER
una polifonia europea
regia e drammaturgia Marta Gilmore
sulla base di una scrittura  collettiva
con Eva Allenbach, Tony Allotta, Armando Iovino, Marta Gilmore, Vincenzo Nappi
grafiche Dora Ciccone, Mauro MIlone
video promozionale Marco Bonfante
trailer Andrea Gallo
Produzione Isola Teatro
con il sostegno di Centro Didattico Musicale, Roma; Crowdarts
Sotto l'Alto Patrocinio di Istituto Svizzero, Roma
Nell’anno di un centenario che mediaticamente celebra un eccidio quasi dimenticato, facciamo capolino sui campi della Grande Guerra. “Non passa lo straniero” si cantava quando il nemico risiedeva entro i confini di Schengen. Oggi sono altri i cimiteri dei morti senza nome e per loro non suona la fanfara. Disertare, impazzire, sottrarsi, come il fragile atto di chi si arrende. Oggi come allora il fuoco amico ti toglie il lustro di una fine gloriosa. Resta il silenzio, frammenti di discorsi, di lingue, e di esseri umani. Resta un corpo ritto, le mani alzate, che tenta di percorrere lo spazio che lo divide dalla parte avversa. Sparate al disertore. Friendly Feuer è uno spettacolo/performance sulla relazione fra l’Europa di oggi e quella di cento anni fa, quando esplose il primo conflitto mondiale. Le vicende individuali di diserzione, nevrosi di guerra e suicidio vengono giustapposte, per contrasto, assonanza o dissonanza, ad un presente precario e feroce. Mentre concetti quali nemico, straniero, codardia, coraggio e patria, vengono coniugati al passato, come al presente, senza fornire risposte esaustive, ma lambendo argomenti complessi per immagini, frammenti, evocazioni.
14.5.16
 
 
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