Centrale Preneste Teatro 28 ottobre 2016
teatro | ’75 |
Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera
ideazione e regia / director Alice Conti
testo / text Chiara Zingariello
disegno luci / lighting design Alice Colla
costumi / costume design Eleonora Duse
assistenza produzione / production assistant Valeria Zecchinato
uno spettacolo di / show by ORTIKA
una produzione / produced by Trento Spettacoli
con il patrocinio di / supported by Amnesty International
selezione / selected Premio Dante Cappelletti 2013, Roma
vincitore / award winner Anteprima 2014, (PI)
vincitore / award winner Festival Direction Under30 2014, (RE)
vincitore / award winner Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro – Giuria Giornalisti 2014, (UD)
vincitore / award winner Festival 20 30 bando 2015, (BO)
L’indigeno è l’essere chiuso in un recinto_ F. Fanon
Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal CIE – Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18mesi. I clandestini, una categoria che questo luogo serve a creare. Il Campo rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina.
La Crocerossina in uniforme d’accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull’altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un’eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono.
Centrale Preneste Teatro 28 ottobre 2016teatro | ’75 |
Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera
ideazione e regia / director Alice Conti
testo / text Chiara Zingariello
disegno luci / lighting design Alice Colla
costumi / costume design Eleonora Duse
assistenza produzione / production assistant Valeria Zecchinato
uno spettacolo di / show by ORTIKA
una produzione / produced by Trento Spettacoli
con il patrocinio di / supported by Amnesty International
selezione / selected Premio Dante Cappelletti 2013, Roma
vincitore / award winner Anteprima 2014, (PI)
vincitore / award winner Festival Direction Under30 2014, (RE)
vincitore / award winner Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro – Giuria Giornalisti 2014, (UD)
vincitore / award winner Festival 20 30 bando 2015, (BO)
L’indigeno è l’essere chiuso in un recinto_ F. Fanon
Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal CIE – Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18mesi. I clandestini, una categoria che questo luogo serve a creare. Il Campo rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina.
La Crocerossina in uniforme d’accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull’altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un’eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono.
teatro | ’75 |
Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera
ideazione e regia / director Alice Conti
testo / text Chiara Zingariello
disegno luci / lighting design Alice Colla
costumi / costume design Eleonora Duse
assistenza produzione / production assistant Valeria Zecchinato
uno spettacolo di / show by ORTIKA
una produzione / produced by Trento Spettacoli
con il patrocinio di / supported by Amnesty International
selezione / selected Premio Dante Cappelletti 2013, Roma
vincitore / award winner Anteprima 2014, (PI)
vincitore / award winner Festival Direction Under30 2014, (RE)
vincitore / award winner Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro – Giuria Giornalisti 2014, (UD)
vincitore / award winner Festival 20 30 bando 2015, (BO)
L’indigeno è l’essere chiuso in un recinto_ F. Fanon
Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal CIE – Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18mesi. I clandestini, una categoria che questo luogo serve a creare. Il Campo rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina.
La Crocerossina in uniforme d’accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull’altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un’eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono.
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