Centrale Preneste Teatro 28 ottobre 2016
Al palo della morte
liberamente tratto dal libro / freely adapted from the book “Al Palo della morte – storia di un omicidio in una periferia meticcia”
di Giuliano Santoro (ed. Alegre 2016)
ideazione/ concept Alessandra Ferraro e Pako Graziani
drammaturgia e regia / dramaturgy and direction Pako Graziani
con / with Tiziano Panici e Aleksandros Memetaj
musiche / music Dario Salvagnini
light designer Valerio Maggi
produzione / production Margine Operativo
in collaborazione con / in collaboration with Kollatino Underground, Argot Studio, Attraversamenti Multipli
Lo spettacolo, liberamente tratto dal libro di Giuliano Santoro, racconta una storia successa nel quartiere multietnico di Tor Pignattara a Roma. È qui che nel 2014 viene ucciso Shahzad, un pakistano di 28 anni. Lo ammazza a calci e pugni un minorenne romano. Pochi giorni dopo viene arrestato il padre del ragazzo: è accusato di concorso e istigazione all’omicidio.
In scena due giovani attori raccontano la storia di Shahzad intrecciandola con altre storie, dando corpo alle tante voci che il libro contiene.
Lo spettacolo riallaccia i fili che collegano l’uccisione di Shahzad al suo contesto e alle radici del rapporto fra la città di Roma e i migranti.
L’uccisione di Shahzad è lo spunto per raccontare i fili di una tela complessa in cui Roma diventa lo specchio delle contraddizioni del nostro tempo. Da un caso di cronaca si allarga un vortice che trascina nello spettacolo migranti, giovani precari, un’opinione pubblica ossessionata dal “diverso”, ma anche formidabili esperienze di meticciato e di solidarietà.
Centrale Preneste Teatro 28 ottobre 2016Al palo della morte
liberamente tratto dal libro / freely adapted from the book “Al Palo della morte – storia di un omicidio in una periferia meticcia”
di Giuliano Santoro (ed. Alegre 2016)
ideazione/ concept Alessandra Ferraro e Pako Graziani
drammaturgia e regia / dramaturgy and direction Pako Graziani
con / with Tiziano Panici e Aleksandros Memetaj
musiche / music Dario Salvagnini
light designer Valerio Maggi
produzione / production Margine Operativo
in collaborazione con / in collaboration with Kollatino Underground, Argot Studio, Attraversamenti Multipli
Lo spettacolo, liberamente tratto dal libro di Giuliano Santoro, racconta una storia successa nel quartiere multietnico di Tor Pignattara a Roma. È qui che nel 2014 viene ucciso Shahzad, un pakistano di 28 anni. Lo ammazza a calci e pugni un minorenne romano. Pochi giorni dopo viene arrestato il padre del ragazzo: è accusato di concorso e istigazione all’omicidio.
In scena due giovani attori raccontano la storia di Shahzad intrecciandola con altre storie, dando corpo alle tante voci che il libro contiene.
Lo spettacolo riallaccia i fili che collegano l’uccisione di Shahzad al suo contesto e alle radici del rapporto fra la città di Roma e i migranti.
L’uccisione di Shahzad è lo spunto per raccontare i fili di una tela complessa in cui Roma diventa lo specchio delle contraddizioni del nostro tempo. Da un caso di cronaca si allarga un vortice che trascina nello spettacolo migranti, giovani precari, un’opinione pubblica ossessionata dal “diverso”, ma anche formidabili esperienze di meticciato e di solidarietà.
Al palo della morte
liberamente tratto dal libro / freely adapted from the book “Al Palo della morte – storia di un omicidio in una periferia meticcia”
di Giuliano Santoro (ed. Alegre 2016)
ideazione/ concept Alessandra Ferraro e Pako Graziani
drammaturgia e regia / dramaturgy and direction Pako Graziani
con / with Tiziano Panici e Aleksandros Memetaj
musiche / music Dario Salvagnini
light designer Valerio Maggi
produzione / production Margine Operativo
in collaborazione con / in collaboration with Kollatino Underground, Argot Studio, Attraversamenti Multipli
Lo spettacolo, liberamente tratto dal libro di Giuliano Santoro, racconta una storia successa nel quartiere multietnico di Tor Pignattara a Roma. È qui che nel 2014 viene ucciso Shahzad, un pakistano di 28 anni. Lo ammazza a calci e pugni un minorenne romano. Pochi giorni dopo viene arrestato il padre del ragazzo: è accusato di concorso e istigazione all’omicidio.
In scena due giovani attori raccontano la storia di Shahzad intrecciandola con altre storie, dando corpo alle tante voci che il libro contiene.
Lo spettacolo riallaccia i fili che collegano l’uccisione di Shahzad al suo contesto e alle radici del rapporto fra la città di Roma e i migranti.
L’uccisione di Shahzad è lo spunto per raccontare i fili di una tela complessa in cui Roma diventa lo specchio delle contraddizioni del nostro tempo. Da un caso di cronaca si allarga un vortice che trascina nello spettacolo migranti, giovani precari, un’opinione pubblica ossessionata dal “diverso”, ma anche formidabili esperienze di meticciato e di solidarietà.
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