Ritornanti - (08/10/16)


CANALE:
Teatro Vascello 2 ottobre 2016 – Le Vie dei Festival
RITORNANTI
recital da Spiritilli, Rondò, Cartesiana
di e con Enzo Moscato
e con Giuseppe Affinito
produzione Compagnia Teatrale di Enzo Moscato
Casa del Contemporaneo
durata 60’
Ri-tornare, ri-percorrere, ri-sentire, ri-montare sono modalità ricorrenti nel lavoro di Enzo Moscato, affermato autore e interprete del nostro teatro. Anche i testi che vanno a comporre Ritornanti sono stati parte di altri suoi spettacoli qui accostati in maniera diversa. Ciò non significa certo riproporli così come sono o come sono stati ma, al contrario, farli agire, respirare, dibattersi, accanto o dentro uno spirito cambiato, nuovo; accanto o dentro un differente modo di capirli o percepirli. Quindi permearli di “altri” sentimenti, che li nutrono, danno loro una nuova vita, una nuove forma, che li fa percepire come diversi anche al pubblico. Dice l’autore: “…..nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro. Nessun movimento, nessun gesto, nessun respiro, già vissuti, dovrebbero venir considerati finiti, de-finiti, esautorati. Morti. Il nomadismo della ricerca, lo spostamento continuo del limite attraverso i suoi territori, non dovrebbe esser disgiunto mai dal rassicurante, naturale, portarsi appresso sempre le proprie cose, il proprio passato, le proprie masserizie, ideologiche o grammaticali.”
Teatro Vascello 2 ottobre 2016 – Le Vie dei Festival
RITORNANTI
recital da Spiritilli, Rondò, Cartesiana
di e con Enzo Moscato
e con Giuseppe Affinito
produzione Compagnia Teatrale di Enzo Moscato
Casa del Contemporaneo
durata 60’
Ri-tornare, ri-percorrere, ri-sentire, ri-montare sono modalità ricorrenti nel lavoro di Enzo Moscato, affermato autore e interprete del nostro teatro. Anche i testi che vanno a comporre Ritornanti sono stati parte di altri suoi spettacoli qui accostati in maniera diversa. Ciò non significa certo riproporli così come sono o come sono stati ma, al contrario, farli agire, respirare, dibattersi, accanto o dentro uno spirito cambiato, nuovo; accanto o dentro un differente modo di capirli o percepirli. Quindi permearli di “altri” sentimenti, che li nutrono, danno loro una nuova vita, una nuove forma, che li fa percepire come diversi anche al pubblico. Dice l’autore: “…..nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro. Nessun movimento, nessun gesto, nessun respiro, già vissuti, dovrebbero venir considerati finiti, de-finiti, esautorati. Morti. Il nomadismo della ricerca, lo spostamento continuo del limite attraverso i suoi territori, non dovrebbe esser disgiunto mai dal rassicurante, naturale, portarsi appresso sempre le proprie cose, il proprio passato, le proprie masserizie, ideologiche o grammaticali.”
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