LA PELANDA 11 settembre 2016 Short Theatre – danza
3600
nell’ambito di IYMA – International Young Makers in Action
prima nazionale
ideazione e coreografia Radouan Mriziga
realizzata e interpretata da Maria Ferreira Silva, Maïté Jeannolin, Radouan Mriziga
produzione Moussem Nomadic Arts Centre
coproduzione Kaaitheater (Bruxelles), Vooruit (Gent) nell’ambito di DNA (Departures and Arrivals) cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, C-mine (Genk), Tanzquartier Wien (Vienna), Villa Manin / CSS (Udine)
in collaborazione con Marrakech Biennale 6 (Marrakech), Alkantara (Lisbona), Short Theatre (Rome) Kunstenwerkplaats Pianofabriek (Bruxelles), WP Zimmer (Anversa), Charleroi Danses, Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles (Charleroi)
Nella sua nuova performance, 3600, una coreografia per quattro danzatori, Radouan Mriziga si approccia alla danza da una prospettiva architettonica, facendo dei corpi lo strumento centrale della performance. 3600 è un’indagine per una coreografia strutturata su linee e geometrie trasparenti. Una costruzione in cui il movimento e il racconto si deducono dall’atto del costruire visivamente un oggetto.
3600 secondi di nessuna separazione tra il corpo, lo spirito e l’intelletto. Uno spazio dove i danzatori e i performer diventano artigiani e architetti. Ispirato all’architettura moderna e all’arte islamica, dove gli oggetti sono un perfetto incontro tra estetica e funzione, dove l’arte è precisione matematica, piacere estetico e simbolico.
LA PELANDA 11 settembre 2016 Short Theatre – danza3600
nell’ambito di IYMA – International Young Makers in Action
prima nazionale
ideazione e coreografia Radouan Mriziga
realizzata e interpretata da Maria Ferreira Silva, Maïté Jeannolin, Radouan Mriziga
produzione Moussem Nomadic Arts Centre
coproduzione Kaaitheater (Bruxelles), Vooruit (Gent) nell’ambito di DNA (Departures and Arrivals) cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, C-mine (Genk), Tanzquartier Wien (Vienna), Villa Manin / CSS (Udine)
in collaborazione con Marrakech Biennale 6 (Marrakech), Alkantara (Lisbona), Short Theatre (Rome) Kunstenwerkplaats Pianofabriek (Bruxelles), WP Zimmer (Anversa), Charleroi Danses, Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles (Charleroi)
Nella sua nuova performance, 3600, una coreografia per quattro danzatori, Radouan Mriziga si approccia alla danza da una prospettiva architettonica, facendo dei corpi lo strumento centrale della performance. 3600 è un’indagine per una coreografia strutturata su linee e geometrie trasparenti. Una costruzione in cui il movimento e il racconto si deducono dall’atto del costruire visivamente un oggetto.
3600 secondi di nessuna separazione tra il corpo, lo spirito e l’intelletto. Uno spazio dove i danzatori e i performer diventano artigiani e architetti. Ispirato all’architettura moderna e all’arte islamica, dove gli oggetti sono un perfetto incontro tra estetica e funzione, dove l’arte è precisione matematica, piacere estetico e simbolico.
3600
nell’ambito di IYMA – International Young Makers in Action
prima nazionale
ideazione e coreografia Radouan Mriziga
realizzata e interpretata da Maria Ferreira Silva, Maïté Jeannolin, Radouan Mriziga
produzione Moussem Nomadic Arts Centre
coproduzione Kaaitheater (Bruxelles), Vooruit (Gent) nell’ambito di DNA (Departures and Arrivals) cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, C-mine (Genk), Tanzquartier Wien (Vienna), Villa Manin / CSS (Udine)
in collaborazione con Marrakech Biennale 6 (Marrakech), Alkantara (Lisbona), Short Theatre (Rome) Kunstenwerkplaats Pianofabriek (Bruxelles), WP Zimmer (Anversa), Charleroi Danses, Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles (Charleroi)
Nella sua nuova performance, 3600, una coreografia per quattro danzatori, Radouan Mriziga si approccia alla danza da una prospettiva architettonica, facendo dei corpi lo strumento centrale della performance. 3600 è un’indagine per una coreografia strutturata su linee e geometrie trasparenti. Una costruzione in cui il movimento e il racconto si deducono dall’atto del costruire visivamente un oggetto.
3600 secondi di nessuna separazione tra il corpo, lo spirito e l’intelletto. Uno spazio dove i danzatori e i performer diventano artigiani e architetti. Ispirato all’architettura moderna e all’arte islamica, dove gli oggetti sono un perfetto incontro tra estetica e funzione, dove l’arte è precisione matematica, piacere estetico e simbolico.
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