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Teatro dei Naviganti di Messina
Inossidabile miele
scritto, diretto e interpretato da Domenico Cucinotta
collaborazione artistica Sumako Koseki
tecnico luci e audio Mariapia Rizzo
Di questo amore voglio parlare danzando
Ho voluto raccontare, attraverso il linguaggio del corpo e la lingua dei segni, ciò che le parole a volte non dicono, se non quando si compongono in poesia. Ho voluto dire di Michele Cucinotta Oteri, poeta, e del suo bisogno d'amore. Cercavo come raccontare la "muta” voce di un poeta. Sentivo che il linguaggio doveva essere fisico, corpo traspirante, come la materia della parola poetica, lanciata e donata al caso. Lo spettacolo contiene una ispirazione: la traduzione, attraverso il linguaggio dei segni, della canzone "The man i love" di Gershwin, eseguita nello spettacolo "Nelken" di Pina Bausch. La mia ricerca doveva consistere nel reinventare i segni, scomporli, come cercare di dire e non dire, per scelta o per impossibilità. Il tema di "The man i love" ricorre più volte. E’ un pensiero dolce e ossessivo. Cresce l'urgenza di comporre un discorso, sia pure di segni, che bisogna comprendere con amore. All'interno della struttura si sviluppa l'improvvisazione che ricerca continuamente la forma e la sua mancanza.
Il Teatro dei Naviganti è un gruppo di ricerca e sperimentazione teatrale. Negli anni l’attenzione del gruppo si è rivolta sempre di più allo studio dell’azione come risultato della esatta corrispondenza e contemporaneità tra l’azione fisica/vocale ed i moti dell’interiorità, in uno sviluppo di improvvisazione strutturata che porti all’atto scenico contingente. Naturale un approfondimento delle tecniche della danza.
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Teatro dei Naviganti di Messina
Inossidabile miele
scritto, diretto e interpretato da Domenico Cucinotta
collaborazione artistica Sumako Koseki
tecnico luci e audio Mariapia Rizzo
Di questo amore voglio parlare danzando
Ho voluto raccontare, attraverso il linguaggio del corpo e la lingua dei segni, ciò che le parole a volte non dicono, se non quando si compongono in poesia. Ho voluto dire di Michele Cucinotta Oteri, poeta, e del suo bisogno d'amore. Cercavo come raccontare la "muta” voce di un poeta. Sentivo che il linguaggio doveva essere fisico, corpo traspirante, come la materia della parola poetica, lanciata e donata al caso. Lo spettacolo contiene una ispirazione: la traduzione, attraverso il linguaggio dei segni, della canzone "The man i love" di Gershwin, eseguita nello spettacolo "Nelken" di Pina Bausch. La mia ricerca doveva consistere nel reinventare i segni, scomporli, come cercare di dire e non dire, per scelta o per impossibilità. Il tema di "The man i love" ricorre più volte. E’ un pensiero dolce e ossessivo. Cresce l'urgenza di comporre un discorso, sia pure di segni, che bisogna comprendere con amore. All'interno della struttura si sviluppa l'improvvisazione che ricerca continuamente la forma e la sua mancanza.
Il Teatro dei Naviganti è un gruppo di ricerca e sperimentazione teatrale. Negli anni l’attenzione del gruppo si è rivolta sempre di più allo studio dell’azione come risultato della esatta corrispondenza e contemporaneità tra l’azione fisica/vocale ed i moti dell’interiorità, in uno sviluppo di improvvisazione strutturata che porti all’atto scenico contingente. Naturale un approfondimento delle tecniche della danza.
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