Teatro India 17 gennaio 2016
LA BELLE JOYEUSE
Cristina Trivulzio Principessa di Belgioioso
Con Anna Bonaiuto
scritto e diretto da Gianfranco Fiore
scene Sergio Tramonti - costumi Sandra Cardini - luci Pasquale Mari
Produzione PAV un progetto realizzato in collaborazione con CADMO
Figlia del Rinascimento e dell’Illuminismo, Musa del Romanticismo, voce dissonante, aspra, appassionata, a tratti necessaria e illuminante anche per i nostri giorni, Cristina di Belgioioso trovò principalmente nell’arte della seduzione la forza di attraversare da protagonista il Risorgimento italiano. Donna dalle mille sfaccettature, è stata definita in modo sprezzante o entusiasta: “Sanguinaria assassina” per il governo austriaco, “sfacciata meretrice” per papa Pio IX, “Bellezza affamata di verità” per Heine, “Prima donna d’Italia” per Cattaneo. Il monologo ricorda la sua vita e svela almeno in parte il suo vero volto, tenacemente nascosto dietro innumerevoli maschere, restituendo così Cristina di Belgioioso non al suo tempo, ma al nostro. E Anna Bonaiuto, sola in scena, accompagna il pubblico alla scoperta di un personaggio affascinante, impetuoso, protagonista indiscussa della nostra storia rivoluzionaria.
“Lo spettacolo rivela come proprio in tutte queste maschere sta la sua verità – annota il regista Gianfranco Fiore – perché ciascuna è stata vissuta, incarnata in modo così estremo, generoso e totale, da divenire parte di un unico volto di donna problematica, contraddittoria, egocentrica. Nessun intento agiografico, nessuna preoccupazione di risarcimento storico alla sua figura dimenticata (basterebbero poche sue frasi, pochi suoi scritti a riconsegnarla alla nostra più scottante attualità) solo un flusso di frammenti di ricordi, di visioni, di emozioni, nostalgie, frustrazioni, filtrati dalla tenerezza, l’ironia, e l’orgoglio di una Primadonna che al termine di una vita vissuta sotto il segno del coraggio, teme ora solo l’ultimo nemico: l’oblio, una morte più orribile della morte… Cercheremo di dare un profilo vivo, reale, alla donna che Balzac definì “più impenetrabile della Gioconda.” Da damina di salotto a eroina guerriera, Cristina di Belgioioso interpretò tutti i ruoli possibili nella società dell’epoca, e sempre da autentica attrice con distacco critico, spesso ironico, e come ogni vera protagonista, lacerata da pulsioni diverse; frenetica, onnipresente attivista fiduciosa in un futuro più libero, e insieme preda di profonde inquietudini personali, di senso di inutilità, di sconfitta. Così la definizione di “comedienne” affibbiatole per disprezzo dai suoi denigratori riacquista oggi in lei tutta la sua profondità e il suo splendore. Seduttiva e opportunista con i geni e i potenti, impudente e sarcastica con le massime autorità della Chiesa, dolce e materna coi ragazzini del suo falansterio, dura con le debolezza dei patrioti, enfatica e trascinante nelle adunate popolari, Cristina di Belgioioso sembra aver vissuto da eroina dei più diversi generi letterari, dal feuilleton al romanzo d’avventura, dall’epopea alla tragedia, nascondendo costantemente la sua vera natura.
Teatro India 17 gennaio 2016LA BELLE JOYEUSE
Cristina Trivulzio Principessa di Belgioioso
Con Anna Bonaiuto
scritto e diretto da Gianfranco Fiore
scene Sergio Tramonti - costumi Sandra Cardini - luci Pasquale Mari
Produzione PAV un progetto realizzato in collaborazione con CADMO
Figlia del Rinascimento e dell’Illuminismo, Musa del Romanticismo, voce dissonante, aspra, appassionata, a tratti necessaria e illuminante anche per i nostri giorni, Cristina di Belgioioso trovò principalmente nell’arte della seduzione la forza di attraversare da protagonista il Risorgimento italiano. Donna dalle mille sfaccettature, è stata definita in modo sprezzante o entusiasta: “Sanguinaria assassina” per il governo austriaco, “sfacciata meretrice” per papa Pio IX, “Bellezza affamata di verità” per Heine, “Prima donna d’Italia” per Cattaneo. Il monologo ricorda la sua vita e svela almeno in parte il suo vero volto, tenacemente nascosto dietro innumerevoli maschere, restituendo così Cristina di Belgioioso non al suo tempo, ma al nostro. E Anna Bonaiuto, sola in scena, accompagna il pubblico alla scoperta di un personaggio affascinante, impetuoso, protagonista indiscussa della nostra storia rivoluzionaria.
“Lo spettacolo rivela come proprio in tutte queste maschere sta la sua verità – annota il regista Gianfranco Fiore – perché ciascuna è stata vissuta, incarnata in modo così estremo, generoso e totale, da divenire parte di un unico volto di donna problematica, contraddittoria, egocentrica. Nessun intento agiografico, nessuna preoccupazione di risarcimento storico alla sua figura dimenticata (basterebbero poche sue frasi, pochi suoi scritti a riconsegnarla alla nostra più scottante attualità) solo un flusso di frammenti di ricordi, di visioni, di emozioni, nostalgie, frustrazioni, filtrati dalla tenerezza, l’ironia, e l’orgoglio di una Primadonna che al termine di una vita vissuta sotto il segno del coraggio, teme ora solo l’ultimo nemico: l’oblio, una morte più orribile della morte… Cercheremo di dare un profilo vivo, reale, alla donna che Balzac definì “più impenetrabile della Gioconda.” Da damina di salotto a eroina guerriera, Cristina di Belgioioso interpretò tutti i ruoli possibili nella società dell’epoca, e sempre da autentica attrice con distacco critico, spesso ironico, e come ogni vera protagonista, lacerata da pulsioni diverse; frenetica, onnipresente attivista fiduciosa in un futuro più libero, e insieme preda di profonde inquietudini personali, di senso di inutilità, di sconfitta. Così la definizione di “comedienne” affibbiatole per disprezzo dai suoi denigratori riacquista oggi in lei tutta la sua profondità e il suo splendore. Seduttiva e opportunista con i geni e i potenti, impudente e sarcastica con le massime autorità della Chiesa, dolce e materna coi ragazzini del suo falansterio, dura con le debolezza dei patrioti, enfatica e trascinante nelle adunate popolari, Cristina di Belgioioso sembra aver vissuto da eroina dei più diversi generi letterari, dal feuilleton al romanzo d’avventura, dall’epopea alla tragedia, nascondendo costantemente la sua vera natura.
LA BELLE JOYEUSE
Cristina Trivulzio Principessa di Belgioioso
Con Anna Bonaiuto
scritto e diretto da Gianfranco Fiore
scene Sergio Tramonti - costumi Sandra Cardini - luci Pasquale Mari
Produzione PAV un progetto realizzato in collaborazione con CADMO
Figlia del Rinascimento e dell’Illuminismo, Musa del Romanticismo, voce dissonante, aspra, appassionata, a tratti necessaria e illuminante anche per i nostri giorni, Cristina di Belgioioso trovò principalmente nell’arte della seduzione la forza di attraversare da protagonista il Risorgimento italiano. Donna dalle mille sfaccettature, è stata definita in modo sprezzante o entusiasta: “Sanguinaria assassina” per il governo austriaco, “sfacciata meretrice” per papa Pio IX, “Bellezza affamata di verità” per Heine, “Prima donna d’Italia” per Cattaneo. Il monologo ricorda la sua vita e svela almeno in parte il suo vero volto, tenacemente nascosto dietro innumerevoli maschere, restituendo così Cristina di Belgioioso non al suo tempo, ma al nostro. E Anna Bonaiuto, sola in scena, accompagna il pubblico alla scoperta di un personaggio affascinante, impetuoso, protagonista indiscussa della nostra storia rivoluzionaria.
“Lo spettacolo rivela come proprio in tutte queste maschere sta la sua verità – annota il regista Gianfranco Fiore – perché ciascuna è stata vissuta, incarnata in modo così estremo, generoso e totale, da divenire parte di un unico volto di donna problematica, contraddittoria, egocentrica. Nessun intento agiografico, nessuna preoccupazione di risarcimento storico alla sua figura dimenticata (basterebbero poche sue frasi, pochi suoi scritti a riconsegnarla alla nostra più scottante attualità) solo un flusso di frammenti di ricordi, di visioni, di emozioni, nostalgie, frustrazioni, filtrati dalla tenerezza, l’ironia, e l’orgoglio di una Primadonna che al termine di una vita vissuta sotto il segno del coraggio, teme ora solo l’ultimo nemico: l’oblio, una morte più orribile della morte… Cercheremo di dare un profilo vivo, reale, alla donna che Balzac definì “più impenetrabile della Gioconda.” Da damina di salotto a eroina guerriera, Cristina di Belgioioso interpretò tutti i ruoli possibili nella società dell’epoca, e sempre da autentica attrice con distacco critico, spesso ironico, e come ogni vera protagonista, lacerata da pulsioni diverse; frenetica, onnipresente attivista fiduciosa in un futuro più libero, e insieme preda di profonde inquietudini personali, di senso di inutilità, di sconfitta. Così la definizione di “comedienne” affibbiatole per disprezzo dai suoi denigratori riacquista oggi in lei tutta la sua profondità e il suo splendore. Seduttiva e opportunista con i geni e i potenti, impudente e sarcastica con le massime autorità della Chiesa, dolce e materna coi ragazzini del suo falansterio, dura con le debolezza dei patrioti, enfatica e trascinante nelle adunate popolari, Cristina di Belgioioso sembra aver vissuto da eroina dei più diversi generi letterari, dal feuilleton al romanzo d’avventura, dall’epopea alla tragedia, nascondendo costantemente la sua vera natura.
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