Schegge di vetro - (02/11/15)


CANALE:
Teatro Tordinona 20 Ottobre 2015
“Schegge di vetro”
Drammaturgia e regia di Edoardo Ciufoletti.
Liberamente ispirato a “Lo Zoo di vetro” di Tennessee Williams.
Interpreti:
Rossella Celati
Rachele Minelli
Francesco D’Antonio
Francesco Rossini
Note di regia:
Spesso capita di leggere sui giornali notizie di persone morte da mesi all’interno del proprio appartamento; nessuno si era accorto della sparizione di quel condomino così silenzioso, che non salutava mai, così quando qualcuno ha sfondato la porta per via di quell’odore acre che andava oltre i muri ci si è trovati di fronte a una scena surreale. Cumuli di immondizia, scatole, vecchi mobili, oggetti su oggetti accatastati senza criterio, senza un senso. La morte a mettere un punto. Però per mesi, per anni, in quella casa c’è stata una vita, gli oggetti e l’immondizia si sono accumulati nel tempo, poco a poco, di pari passo con la deriva di una persona. Di una famiglia. Che cosa avremmo provato se avessimo varcato quella porta prima che l’odore fosse troppo forte, mentre i solchi nel reticolato della nevrosi si facevano sempre più profondi? Avremmo avuto la sensazione di violare l’intimità di una famiglia o di una corsia di ospedale psichiatrico?
Teatro Tordinona 20 Ottobre 2015
“Schegge di vetro”
Drammaturgia e regia di Edoardo Ciufoletti.
Liberamente ispirato a “Lo Zoo di vetro” di Tennessee Williams.
Interpreti:
Rossella Celati
Rachele Minelli
Francesco D’Antonio
Francesco Rossini
Note di regia:
Spesso capita di leggere sui giornali notizie di persone morte da mesi all’interno del proprio appartamento; nessuno si era accorto della sparizione di quel condomino così silenzioso, che non salutava mai, così quando qualcuno ha sfondato la porta per via di quell’odore acre che andava oltre i muri ci si è trovati di fronte a una scena surreale. Cumuli di immondizia, scatole, vecchi mobili, oggetti su oggetti accatastati senza criterio, senza un senso. La morte a mettere un punto. Però per mesi, per anni, in quella casa c’è stata una vita, gli oggetti e l’immondizia si sono accumulati nel tempo, poco a poco, di pari passo con la deriva di una persona. Di una famiglia. Che cosa avremmo provato se avessimo varcato quella porta prima che l’odore fosse troppo forte, mentre i solchi nel reticolato della nevrosi si facevano sempre più profondi? Avremmo avuto la sensazione di violare l’intimità di una famiglia o di una corsia di ospedale psichiatrico?
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