Carrozzerie_n.o.t 21 maggio 2015
RedReading #10 FURORE
lungo la linea del furore alla ricerca della terra perduta
a partire dal libro Furore di J.Steinbeck (ed.Bompiani)
di e con Tamara Bartolini/Michele Baronio
e con la partecipazione di Renato Ciunfrini (musicista) e Francesco Raparelli (ricercatore free lance, attivista sindacale Clap)
e con il contributo fotografico di Manlio Masucci (giornalista)
e con il contributo video di Elena Bellantoni (artista)
ospiti: Mohamed (educatore) e Stefania Piccinelli (co-direttrice del Terra di Tutti Film Festival di Bologna)
produzione Bartolini/Baronio e 369gradi
RedReading è un progetto ideato da Tamara Bartolini e Michele Baronio.
La prima stagione si è svolta in collaborazione con il Teatro Argot Studio e Sycamore T Company ha collaborato alla produzione dei primi sette Redreading con la partecipazione di TerraNullius.
Il progetto speciale Tre RedReading-Marzo/Aprile/Maggio 2015
è stato realizzato in collaborazione con Carrozzerie_n.o.t
RedReading è un incontro appassionato tra il teatro e i libri. E’ un viaggio sentimentale che attraversa epoche, corpi e pensieri, a partire da un lavoro sulla memoria e sulla storia. E’ un incontro intimo con autori, ospiti, pubblico e territori.
E’ un esercizio di vicinanza.
D’amore tratta questo RedReading#10, di ricerca dell’umanità laddove sembra essere scomparsa, del desiderio di costruzione e non di distruzione, di essere disposti a lottare anche quando è difficile vincere, di rispetto per la terra, di sentire e trovare nel passato degli oppressi e delle loro lotte ancora il possibile.
Il RedReading #10 è dedicato al libro “Furore” di J. Steinbeck che torna in stampa, dopo oltre settanta anni dalla prima edizione italiana del 1940, con la nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni, finalmente libera dalla censura. E rileggerlo è una folgorazione. C’è tutto. Ci siamo noi, il nostro mondo, l’economia globale, le banche, il debito, la bugia del denaro e la crisi, lo spossessamento della terra e dei rapporti umani, la precarizzazione del lavoro, la disoccupazione, i Cie, la fuga dei migranti e la fuga dei cervelli. Ma c’è anche il sogno, la visione, la possibilità di costruire quell’etica del comune, quella cosa che vorrebbero bombardare come scrive Steinbeck, quell’idea di mondo da cui siamo ancora, tragicamente, lontani.
Pagina dopo pagina, sentiamo il furore che sale. Da dove partire allora per camminare lungo la linea di questo furore? Da una famiglia scacciata dalla terra.
Dal viaggio. Quello di Tom Joad e della sua famiglia, indimenticabili protagonisti del libro, e quello dei nostri ospiti bolognesi.
Il viaggio di Stefania Piccinellli dentro le immagini di tutti quei documentari a cui ha dato visione e parola all’interno del suo Terra di Tutti Film Festival; il viaggio di Mohamed e del barcone che nel 2011 l’ha portato in Italia.
Il viaggio dei nostri collaboratori, di Renato Ciunfrini dentro i suoni dell’America di Furore; di Francesco Raparelli e dei suoi grappoli d’ira (The Grapes of Wrath è il titolo originale del libro) seminati tra lezioni di filosofia e attivismo politico perché da soli non si vince; del giornalista Manlio Masucci che attraverso il suo lavoro fotografico ci racconta le rivolte dei contadini indiani e sudamericani; dell’artista Elena Bellantoni che ci fa dono di un contributo video dal suo lavoro "Halayella - el fin del mundo" che ci parla proprio di terre e popoli perduti.
E infine il nostro, che cerchiamo il fantasma di Tom Joad, che veniamo a offrirvi il nostro cuore che batte, che insieme al pubblico cerchiamo di costruire alfabeti emotivi che parlano una sola lingua, quella di esseri umani fra altri esseri umani.
“Ci sarò sempre” dice Tom Joad, “nascosto e dappertutto. Sarò in tutti i posti, dappertutto dove ti giri a guardare. Dove c'è qualcuno che lotta per dare da mangiare a chi ha fame, io sarò lì. Dove c'è uno sbirro che picchia qualcuno, io sarò lì. Sarò negli urli di quelli che si ribellano, sarò nelle risate dei bambini quando hanno fame e sanno che la minestra è pronta...E quando la nostra gente mangerà le cose che ha coltivato e vivrà nelle case che ha costruito, be', io sarò lì.”