Teatro Argot Studio 28 marzo 2015
INTERRUZIONI VOLONTARIE
di e con Claudia Salvatore
aiuto regia Sergio Proto
luci e supervisione Francesco Piotti
scenografia, grafica e costumi Valeria Galluzzi
drammaturgia composta da: creazioni originali di Claudia Salvatore, inserzioni liberamente tratte da “Febbre” e “Psicosi delle 4:48” , di Sarah Kane,“Il pianeta Trillafon in relazione alla cosa brutta” e “Questa è l’acqua” di David Foster Wallace produzione: un’anteprima ridotta di “Interruzioni volontarie” è stata prodotta dal RIC Festival 2013 e presentata come studio per un progetto teatrale, all’interno del festival R.I.C, Rieti Invasioni Creative, sostenuto dall’A.T.C.L.
Margherita aspetta, registra messaggi, guarda gli spazi aperti attendendo che ci capiti dentro qualcosa che la riguarda. Margherita per metà c’è e per metà non sa dov’è. C’è qualcosa che interrompe ogni incontro, ogni tentativo di costruire, ogni possibilità, è c’è qualcosa che lo vuole ripristinare. Margherita scappa da persone e da situazioni ma inevitabilmente poi non fa altro che tornare, per riprendersi, per ricominciare quello che aveva interrotto, per rovinarlo in continuazione, non ci sono altro che fratture evidenti ed evidenti intervalli di tempo in cui cerca di ricordare come fare ad andare avanti, in cui cerca di capire, di eliminarsi o di darsi un’altra possibilità, l’ennesima.
Lui si sentiva una ferita sulla guancia, la ferita non c’era, ma lui la sentiva così tanto che alla fine se l’è procurata da solo. Lei si ricordava di quando da piccola aveva visto i nonni che facevano l’amore, ma in realtà non era successo a lei, era successo alla madre.
Teatro Argot Studio 28 marzo 2015INTERRUZIONI VOLONTARIE
di e con Claudia Salvatore
aiuto regia Sergio Proto
luci e supervisione Francesco Piotti
scenografia, grafica e costumi Valeria Galluzzi
drammaturgia composta da: creazioni originali di Claudia Salvatore, inserzioni liberamente tratte da “Febbre” e “Psicosi delle 4:48” , di Sarah Kane,“Il pianeta Trillafon in relazione alla cosa brutta” e “Questa è l’acqua” di David Foster Wallace produzione: un’anteprima ridotta di “Interruzioni volontarie” è stata prodotta dal RIC Festival 2013 e presentata come studio per un progetto teatrale, all’interno del festival R.I.C, Rieti Invasioni Creative, sostenuto dall’A.T.C.L.
Margherita aspetta, registra messaggi, guarda gli spazi aperti attendendo che ci capiti dentro qualcosa che la riguarda. Margherita per metà c’è e per metà non sa dov’è. C’è qualcosa che interrompe ogni incontro, ogni tentativo di costruire, ogni possibilità, è c’è qualcosa che lo vuole ripristinare. Margherita scappa da persone e da situazioni ma inevitabilmente poi non fa altro che tornare, per riprendersi, per ricominciare quello che aveva interrotto, per rovinarlo in continuazione, non ci sono altro che fratture evidenti ed evidenti intervalli di tempo in cui cerca di ricordare come fare ad andare avanti, in cui cerca di capire, di eliminarsi o di darsi un’altra possibilità, l’ennesima.
Lui si sentiva una ferita sulla guancia, la ferita non c’era, ma lui la sentiva così tanto che alla fine se l’è procurata da solo. Lei si ricordava di quando da piccola aveva visto i nonni che facevano l’amore, ma in realtà non era successo a lei, era successo alla madre.
INTERRUZIONI VOLONTARIE
di e con Claudia Salvatore
aiuto regia Sergio Proto
luci e supervisione Francesco Piotti
scenografia, grafica e costumi Valeria Galluzzi
drammaturgia composta da: creazioni originali di Claudia Salvatore, inserzioni liberamente tratte da “Febbre” e “Psicosi delle 4:48” , di Sarah Kane,“Il pianeta Trillafon in relazione alla cosa brutta” e “Questa è l’acqua” di David Foster Wallace produzione: un’anteprima ridotta di “Interruzioni volontarie” è stata prodotta dal RIC Festival 2013 e presentata come studio per un progetto teatrale, all’interno del festival R.I.C, Rieti Invasioni Creative, sostenuto dall’A.T.C.L.
Margherita aspetta, registra messaggi, guarda gli spazi aperti attendendo che ci capiti dentro qualcosa che la riguarda. Margherita per metà c’è e per metà non sa dov’è. C’è qualcosa che interrompe ogni incontro, ogni tentativo di costruire, ogni possibilità, è c’è qualcosa che lo vuole ripristinare. Margherita scappa da persone e da situazioni ma inevitabilmente poi non fa altro che tornare, per riprendersi, per ricominciare quello che aveva interrotto, per rovinarlo in continuazione, non ci sono altro che fratture evidenti ed evidenti intervalli di tempo in cui cerca di ricordare come fare ad andare avanti, in cui cerca di capire, di eliminarsi o di darsi un’altra possibilità, l’ennesima.
Lui si sentiva una ferita sulla guancia, la ferita non c’era, ma lui la sentiva così tanto che alla fine se l’è procurata da solo. Lei si ricordava di quando da piccola aveva visto i nonni che facevano l’amore, ma in realtà non era successo a lei, era successo alla madre.
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