Angelo Mai Italia Tropici 7 febbraio 2015 Altrove
Un progetto Angelo Mai, mk
Direzione artistica Michele Di Stefano
Direzione organizzativa Anna Damiani
Direzione tecnica Paolo Panella
Comunicazione Sylvia De Fanti, Alessandra Perna
Ufficio stampa Cristina Brizzi
Grafica Lau Chourmo
Foto Michele Di Stefano – elaborazione grafica Margherita Morgantin
La postura è essenziale. Siamo tutti affacciati, emaniamo spazio dalle nostre solitudini e intersechiamo il lavorio, l’intreccio, la relazione, l’orlo. La danza come condizione permanente di questa instabilità che in Tropici continua a rischiare sull’umano, sulla grande disponibilità degli artisti a condividere l’atteggiamento sempre un po’ last minute nei confronti delle teorie che muovono i progetti culturali.
Il programma prevede una strana sintonia di corpi solitari che si presentano e ripresentano nello stesso spazio, il primo giorno in una rarefazione assoluta, il secondo in una cascata tropicale. Uno sbilanciamento voluto, che vi invitiamo a frequentare nella sua totalità. Incontrare il pubblico è la forma più bella di arrotondamento del calcolo solitario. Tropici a febbraio è ovviamente anche una primavera dell’Angelo Mai. La meteorologia è essenziale, pure.
Federica Santoro
Ornitologia
dove il silenzioso e singhiozzante girovagare è sinonimo di stordimento intimo, di dialogo taciturno con il proprio sé, stretto tra le sue stesse braccia.
Angelo Mai Italia Tropici 7 febbraio 2015 AltroveUn progetto Angelo Mai, mk
Direzione artistica Michele Di Stefano
Direzione organizzativa Anna Damiani
Direzione tecnica Paolo Panella
Comunicazione Sylvia De Fanti, Alessandra Perna
Ufficio stampa Cristina Brizzi
Grafica Lau Chourmo
Foto Michele Di Stefano – elaborazione grafica Margherita Morgantin
La postura è essenziale. Siamo tutti affacciati, emaniamo spazio dalle nostre solitudini e intersechiamo il lavorio, l’intreccio, la relazione, l’orlo. La danza come condizione permanente di questa instabilità che in Tropici continua a rischiare sull’umano, sulla grande disponibilità degli artisti a condividere l’atteggiamento sempre un po’ last minute nei confronti delle teorie che muovono i progetti culturali.
Il programma prevede una strana sintonia di corpi solitari che si presentano e ripresentano nello stesso spazio, il primo giorno in una rarefazione assoluta, il secondo in una cascata tropicale. Uno sbilanciamento voluto, che vi invitiamo a frequentare nella sua totalità. Incontrare il pubblico è la forma più bella di arrotondamento del calcolo solitario. Tropici a febbraio è ovviamente anche una primavera dell’Angelo Mai. La meteorologia è essenziale, pure.
Federica Santoro
Ornitologia
dove il silenzioso e singhiozzante girovagare è sinonimo di stordimento intimo, di dialogo taciturno con il proprio sé, stretto tra le sue stesse braccia.
Un progetto Angelo Mai, mk
Direzione artistica Michele Di Stefano
Direzione organizzativa Anna Damiani
Direzione tecnica Paolo Panella
Comunicazione Sylvia De Fanti, Alessandra Perna
Ufficio stampa Cristina Brizzi
Grafica Lau Chourmo
Foto Michele Di Stefano – elaborazione grafica Margherita Morgantin
La postura è essenziale. Siamo tutti affacciati, emaniamo spazio dalle nostre solitudini e intersechiamo il lavorio, l’intreccio, la relazione, l’orlo. La danza come condizione permanente di questa instabilità che in Tropici continua a rischiare sull’umano, sulla grande disponibilità degli artisti a condividere l’atteggiamento sempre un po’ last minute nei confronti delle teorie che muovono i progetti culturali.
Il programma prevede una strana sintonia di corpi solitari che si presentano e ripresentano nello stesso spazio, il primo giorno in una rarefazione assoluta, il secondo in una cascata tropicale. Uno sbilanciamento voluto, che vi invitiamo a frequentare nella sua totalità. Incontrare il pubblico è la forma più bella di arrotondamento del calcolo solitario. Tropici a febbraio è ovviamente anche una primavera dell’Angelo Mai. La meteorologia è essenziale, pure.
Federica Santoro
Ornitologia
dove il silenzioso e singhiozzante girovagare è sinonimo di stordimento intimo, di dialogo taciturno con il proprio sé, stretto tra le sue stesse braccia.
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