UNA DONNA SOLA - (16/02/15)


CANALE:

Teatro Colosseo dal 26 Nov. Al 14 Dic. 2003 "UNA DONNA SOLA" di David Osorio Lovera, regia Marco Marciani, con: Ginevra Colonna, Massimiliano Violante, Marco Marciani. Dice una frase di Aldo Carotenuto (psicanalista, di scuola Junghiana, figura tra le più significative nel panorama italiano e internazionale): "le relazioni con gli altri, in particolar modo quelle amorose, si rivelano fonte di sofferenza, di un dolore così acuto da indurre le persone ad una chiusura sterile e forzata, delizia e tormento della nostra vita, dunque i rapporti interpersonali hanno realmente su di noi un potere di vita e di morte". Ma c'è una sola morte a cui non possiamo sopravvivere. La vita ci regala spesso fratture sulla nostra pelle, sulla nostra corazza, ma quanti di noi hanno veramente il coraggio di morire, morire fino in fondo? Squartare completamente quella vecchia pelle avvizzita e arida? Quanti di noi continuano ad andare avanti a fora di rotture provocate dall'istinto, dalla passione e dal desiderio amoroso, e si ritrovano sempre al punto di partenza? Dovremmo sforzarci per scrollare di dosso le nostre morti per non rimanere mai soli. Ma soprattutto fare l’impossibile per non dare ai nostri figli un mondo di solitudine. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Beat. 72

Teatro Colosseo dal 26 Nov. Al 14 Dic. 2003 "UNA DONNA SOLA" di David Osorio Lovera, regia Marco Marciani, con: Ginevra Colonna, Massimiliano Violante, Marco Marciani. Dice una frase di Aldo Carotenuto (psicanalista, di scuola Junghiana, figura tra le più significative nel panorama italiano e internazionale): "le relazioni con gli altri, in particolar modo quelle amorose, si rivelano fonte di sofferenza, di un dolore così acuto da indurre le persone ad una chiusura sterile e forzata, delizia e tormento della nostra vita, dunque i rapporti interpersonali hanno realmente su di noi un potere di vita e di morte". Ma c'è una sola morte a cui non possiamo sopravvivere. La vita ci regala spesso fratture sulla nostra pelle, sulla nostra corazza, ma quanti di noi hanno veramente il coraggio di morire, morire fino in fondo? Squartare completamente quella vecchia pelle avvizzita e arida? Quanti di noi continuano ad andare avanti a fora di rotture provocate dall'istinto, dalla passione e dal desiderio amoroso, e si ritrovano sempre al punto di partenza? Dovremmo sforzarci per scrollare di dosso le nostre morti per non rimanere mai soli. Ma soprattutto fare l’impossibile per non dare ai nostri figli un mondo di solitudine. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Beat. 72
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