Teatro Studio Uno 31 gennaio 2015
“Cartoline e transizioni”
un monologo per voce sola tratto dal racconto omonimo di Emanuele M. Cerone, riadattato e rivisto insieme all’attrice e performer Francesca Romana Nascè. La pièce si avvale della collaborazione artistica di Alessandra Caputo e di Daniele Casolino, anche musicista in scena.
Una cartolina, gli scatoloni del trasloco della casa dell’infanzia. Una finestra. E una donna alle prese con gli spettri della sua vita, con le vecchie ferite mai del tutto rimarginate, gli amori perduti e mai ritrovati. Sullo sfondo la luce bianca e spietata di un pomeriggio estivo del sud che indaga senza indulgenze una personalità complessa per cui è difficile provare simpatia. Il lavoro di indagine psicologica del personaggio, nasce quasi come una “ricerca sul campo”, considerando il percorso artistico e professionale dell’autore – psicologo – e dell’attrice che per anni ha lavorato come pedagoga nelle comunità psichiatriche.
In scena un personaggio che non è “bello” ma pericoloso, torbido e algido e nello stesso tempo tenero, ammiccante che devasta e si fa devastare. Le sue intime e disperate confessioni, senza rimorsi e senza pensieri lasciano trasparire la sua profonda e divorante difficoltà ad amare. L’amore si trasforma tristemente in distruzione, umiliazione di sé o dell’altro, carnefice e vittima senza sensi di colpa.
In un susseguirsi di flash back e rimandi, “Cartoline e Transizioni” senza sentimentalismi e senza alcun tipo di pietismo o ricerca di giustificazioni, racconta una storia di solitudine, triste demone dei nostri tempi dove basterebbero “piccoli gesti” veri e concreti per salvare e salvarci dall’infelicità.
Teatro Studio Uno 31 gennaio 2015“Cartoline e transizioni”
un monologo per voce sola tratto dal racconto omonimo di Emanuele M. Cerone, riadattato e rivisto insieme all’attrice e performer Francesca Romana Nascè. La pièce si avvale della collaborazione artistica di Alessandra Caputo e di Daniele Casolino, anche musicista in scena.
Una cartolina, gli scatoloni del trasloco della casa dell’infanzia. Una finestra. E una donna alle prese con gli spettri della sua vita, con le vecchie ferite mai del tutto rimarginate, gli amori perduti e mai ritrovati. Sullo sfondo la luce bianca e spietata di un pomeriggio estivo del sud che indaga senza indulgenze una personalità complessa per cui è difficile provare simpatia. Il lavoro di indagine psicologica del personaggio, nasce quasi come una “ricerca sul campo”, considerando il percorso artistico e professionale dell’autore – psicologo – e dell’attrice che per anni ha lavorato come pedagoga nelle comunità psichiatriche.
In scena un personaggio che non è “bello” ma pericoloso, torbido e algido e nello stesso tempo tenero, ammiccante che devasta e si fa devastare. Le sue intime e disperate confessioni, senza rimorsi e senza pensieri lasciano trasparire la sua profonda e divorante difficoltà ad amare. L’amore si trasforma tristemente in distruzione, umiliazione di sé o dell’altro, carnefice e vittima senza sensi di colpa.
In un susseguirsi di flash back e rimandi, “Cartoline e Transizioni” senza sentimentalismi e senza alcun tipo di pietismo o ricerca di giustificazioni, racconta una storia di solitudine, triste demone dei nostri tempi dove basterebbero “piccoli gesti” veri e concreti per salvare e salvarci dall’infelicità.
“Cartoline e transizioni”
un monologo per voce sola tratto dal racconto omonimo di Emanuele M. Cerone, riadattato e rivisto insieme all’attrice e performer Francesca Romana Nascè. La pièce si avvale della collaborazione artistica di Alessandra Caputo e di Daniele Casolino, anche musicista in scena.
Una cartolina, gli scatoloni del trasloco della casa dell’infanzia. Una finestra. E una donna alle prese con gli spettri della sua vita, con le vecchie ferite mai del tutto rimarginate, gli amori perduti e mai ritrovati. Sullo sfondo la luce bianca e spietata di un pomeriggio estivo del sud che indaga senza indulgenze una personalità complessa per cui è difficile provare simpatia. Il lavoro di indagine psicologica del personaggio, nasce quasi come una “ricerca sul campo”, considerando il percorso artistico e professionale dell’autore – psicologo – e dell’attrice che per anni ha lavorato come pedagoga nelle comunità psichiatriche.
In scena un personaggio che non è “bello” ma pericoloso, torbido e algido e nello stesso tempo tenero, ammiccante che devasta e si fa devastare. Le sue intime e disperate confessioni, senza rimorsi e senza pensieri lasciano trasparire la sua profonda e divorante difficoltà ad amare. L’amore si trasforma tristemente in distruzione, umiliazione di sé o dell’altro, carnefice e vittima senza sensi di colpa.
In un susseguirsi di flash back e rimandi, “Cartoline e Transizioni” senza sentimentalismi e senza alcun tipo di pietismo o ricerca di giustificazioni, racconta una storia di solitudine, triste demone dei nostri tempi dove basterebbero “piccoli gesti” veri e concreti per salvare e salvarci dall’infelicità.
Posta un commento