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Si potrebbe cominciare dalla fine


Si potrebbe cominciare dalla fine di Paolo Modugno, in scena al Bellini di Palermo, con Galatea Ranzi, regia di Marco Andriolo, musiche di Giglio. riprese Elisa Calunniato, Stefania Cicirello montaggio Elisa Calunniato
24.12.14
 

SAINT GENET


intervista-documento sulla vita e le opere di Jean Genet
24.12.14
 

QUADERNI DEL TEATRO DI ROMA - n5 Aprile 2012


QUADERNI DEL TEATRO DI ROMA - n5 Aprile 2012 QUADERNI DEL TEATRO DI ROMA - n5 29 marzo 2012 n5 Aprile 2012 direttore artistico Attilio Scarpellini
24.12.14
 

UN'IMPRESA DIFFICILE - Rassegna di Drammaturgia Internazionale Contemporanea


Teatro INDIA 25 ottobre 2011 "UN'IMPRESA DIFFICILE" di Hanoch Levin (ISRAELE), Traduzione: Paola De Vergori, Curatore: Emanuela Pistone, Interpreti: Maurizio Marchetti, Franco Mirabella, Emanuela Pistone. Musica: "La consuetudine" di Luca Madonia (per gentile concessione). Rassegna di Drammaturgia, Internazionale, Contemporanea. Una moglie e un marito, Yona e Leviva, e un uomo solo, Gounkel; la loro vita, l'impresa difficile, è la vita di tutti gli uomini. Nella notte, Yona si sveglia e, rendendosi conto dell'avvicinarsi della morte, vede con chiarezza la nullità della propria esistenza. L'uomo viene colto da un ansia di vivere a pieno i momenti che gli restano: la sua vita è insignificante e la moglie ne è la causa; decide così di sbarazzarsene, andandosene di casa. Ma è la solita illusione dell'uomo: sognare ciò che non si possiede e credere che la vera vita sia altrove...; nel cuore della notte arriva un certo amico, Gounkel, alla ricerca di un pò di compagnia e di un briciolo di tepore che senza esitazione gli verrà negato. In un mondo di individui soli non vi è consolazione né conforto e ciò che ci spinge a stare insieme è ‘la paura di morire soli’…
24.12.14
 

Se mi ami fammi un SEGNO...ho finito le pile!


Colosseo Nuovo Teatro 2 Ottobre 2011 "Se mi ami fammi un segno, ho finito le pile!" Spettacolo di cabaret con Giuditta Cambieri e Francesco D'Amico di Giuditta Cambieri e Alessio Tagliento. Regia di Alessio Tagliento. Testi di Sergio Viglianese, Alessio Tagliento, Giuditta Cambieri. Con il patrocinio di: ENTE NAZIONALE SORDI, ISTITUTO NAZIONALE SORDI ROMA. Giuditta e Francesco mettono in scena un nuovo tipo di cabaret: un cabaret diversamente comico. La sfida è quella di far arrivare contemporaneamente a un pubblico di sordi e udenti le loro battute e i loro sketch... Utilizzando la voce, la lingua dei segni (LIS) e il linguaggio del corpo nella sua totalità , fanno una serie di riflessioni comiche sulla difficoltà  di comunicare. Il fatto che tra uomo e donna ci sia incomunicabilità  a causa della diversità tra gli universi femminile e maschile, è luogo comune conosciuto da tutti. Su questo argomento da sempre i comici attingono idee per le loro performance. Ma cosa accade se lui è sordo e lei udente? Quali sono le gaffe, le incomprensioni e le situazioni assurde che si creano nella vita quotidiana e nell'intimità ? Quali sono i problemi che s'incontrano nella relazione con parenti, amici e il resto della società ? Tra battute sarcastiche, giochi di parole e doppi sensi Giuditta e Francesco raccontano la loro vita di coppia. Francesco nella vita è realmente sordo dalla nascita e insieme a Giuditta ha scoperto in scena il piacere dell'autoironia. I due ridono su loro stessi, sui propri vizi e virtù svelando al pubblico il loro punto di vista, cioè la visione di un mondo dove i sordi e gli udenti s'incontrano, s'innamorano, litigano, si prendono in giro. 'Il nostro desiderio è quello di abbattere le barriere della comunicazione. Proprio per questo abbiamo scelto il cabaret, una forma di teatro diretto, immediato, dove non esiste confine tra attore e spettatore. La "quarta parete" viene abbattuta e il pubblico, con le sue reazioni il suo coinvolgimento, diventa parte integrante della rappresentazione scenica. La comicità  poi, con il meccanismo della risata e del sorriso, crea con lo spettatore una dinamica di ascolto attivo. In questo modo il gioco scenico diventa occasione di complicità  tra chi recita e chi ascolta. Per questo abbiamo pensato che due attori in scena, uno sordo vero e l'altro udente, che sperimentano e ricercano con ironia i vari modi di comunicare, mettendosi in gioco in modo totale e sincero, possono essere un'occasione per il pubblico di vivere con leggerezza e divertimento questo tipo di esperienza. Non c'è alcuna velleità  o presunzione didattica o educativa nel nostro intento. Il desiderio di fare uno spettacolo di cabaret per sordi e udenti è dettato semplicemente dalla curiosità e dal piacere di vivere in prima persona un’esperienza reale di comunicazione ed integrazione, oltre le parole». (Francesco e Giuditta).
24.12.14
 
 
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