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Aggregazione


"Teatro Guanella Milano 2009 'Aggregazione' Regia: Matteo Lanfranchi, Compagnia/Produzione: Effetto Larsen, Cast: Yann Altavilla, Renato Avallone, Elisa Bottiglieri, Chiara Casorati, Beatrice Cevolani, Vincenzo Geddo, Ginevra Notarbartolo, Luna Paese, Marco Ripoldi, Dario Sanna, Laura Tepèe Triscritti, Federico Vazzola. Aggregazione, performance immaginativa e visionaria, che si sviluppa in una ricerca che tocca il tema della sofferenza legata al condizionamento, racconta la perenne ricerca dell'uomo nel suo rapporto individuo/ambiente. Tutta la frustrazione che noi uomini siamo destinati a subire. Non dal mondo, nè dalle relazioni. Ma da quel terribile gioco che è la vita, della quale solo noi stessi siamo artefici. Cosa potrà  mai soddisfarti?"
15.11.14
 

ULTIMI


Teatro Vascello 28 MARZO 2012 TSI La Fabbrica dell'Attore e Dynamis Teatro Indipendente presentano: "ULTIMI" regia: Andrea De Magistris, drammaturgia: Andrea De Magistris, Giovanna Vicari, aiuto regia: Giovanna Vicari, con: Pietro Angelini, Ilaria Bevere, Concetto Calafiore, Filippo Lilli, Dalila Rosa, Francesco Turbanti, Valentina Vaccarini, Marta Vitalini, proiezioni e luci: Paride Donatelli (Aqua Micans), elaborazioni audio: Filippo Lilli, contributi video: Paride Donatelli, Francesco Grassellino, costumi e scene: Dynamis Teatro, organizzazione e promozione: Alessandro Amato, Pietro Angelini, foto e grafica: Chiara Maretti. Nei mesi di ricerca che hanno preceduto il primo studio di ULTIMI abbiamo cercato di disegnare le abitudini, i linguaggi, gli entusiasmi ma anche i disagi che accompagnano i giovani del 2011 nel rapporto con la socialità, la scuola, la politica. Senza catastrofismo, l'impressione che emerge ad oggi, sopratutto dal confronto diretto con i ragazzi di alcuni licei romani, è che il risultato più diffuso sia un comune e coltivatissimo individualismo, incoraggiato da percorsi educativi e ancor più lavorativi che addormentano il potenziale di apertura, invenzione e ripensamento politico che per natura i giovani hanno in dote. E la sensazione è che attraverso questo meccanismo le energie di ribellione si disperdono. Così, nella costruzione delle relazioni sceniche con gli attori, abbiamo via via dedicato particolare importanza al tema della fragilità. Senza cercare di stabilire dettami, il nostro Studio prova ad essere una fenditura da cui sbirciare per affacciarsi su una condizione di gioventù senza dare consigli da manuale "pronto all'uso". Attraverso la scena costruita dalle immagini e dagli attori (presenze, non personaggi), cerchiamo di raccontarvi gli anni della totale libertà (anche folle, ma insomma libertà) e di quella carica lì, che ha anche un lato di disperazione.http://www.dynamisteatro.it
15.11.14
 

Le tre sorelle - seconda parte


FONDERIA DELLE ARTI 900 dal 23 al 27 febbraio 2011 "LE TRE SORELLE" di Anton Œechov. Regia Jean-Paul Denizon. Aiuto regia Dario Aggioli. Scene e costumi Maria Toesca. Adattamento Jean-Paul Denizon e Dario Aggioli. Con: Elisa Carucci, Valeria De Angelis, Roberta Mele, Francesca Musci, Giada Parlanti, Giorgia Porchetti, Silvia Quondamstefano, Sarah Sammartino, Elena Savio, Annika Stràhm, Ursula Volkmann, Dario Aggioli, Tristan Bouvier, Bernardo Casertano, Valentino Ligorio, Marco Sabatino, Saba Salvemini, Omar Scala. Spettacolo realizzato in occasione dell'anno della Cultura Russa in Italia. La scelta di un classico della drammaturgia mondiale rispecchia due intenti fondamentali di Jean-Paul Denizon: innanzitutto, rispettare un lavoro già  fatto in passato, in quanto alcune scene della piece sono già state utilizzate durante gli stage come base di lavoro per gli allievi attori, che così hanno potuto cimentarsi con un autore importante. In secondo luogo, la scelta rispecchia la necessità  e la volontà  di avvicinarsi a Œechov in modo innovativo. Si è voluto mettere in evidenza la coesistenza e l'importanza dell'aspetto comico insieme a quello tragico, aspetto che più frequentemente ha informato le realizzazioni sceniche. La messa in scena prevede la presentazione metateatrale del lavoro: pur consapevoli che questo espediente non è innovativo, si è comunque scelto perchè, in primo luogo permette un adattamento del testo anche dal punto di vista della durata, e poi sposta l'attenzione su una messa in scena basata quasi totalmente sul lavoro attoriale. Gli attori coinvolti hanno un'età  compresa tra i 20 e i 35 anni, per ribadire la volontà  a far lavorare i giovani in un'esperienza che viene sentita importante sia artisticamente che professionalmente. E questa idea viene confermata dall'interesse di addetti ai lavori che sono stati coinvolti nel progetto a vari livelli. Riprese video per l'archivio storico dellAss. Cult. Beat 72. fonderia900.blogspot.com/
15.11.14
 

Non Uomo


"di Samuel Beckett con Pippo Di Marca rappresentato il 2 novembre in occasione di Living-e-theatre, prima settimana in assoluto, di spettacoli solo in streaming."
15.11.14
 

ASPETTANDO COCO'


"Teatro Colosseo dal 20 febbraio al 9 Marzo 2003 'ASPETTANDO COCO' Testo e regia di Adele Caprio con Rita Superbi, Simona Sanzò, Catia Castagna, Annalisa Bruni. Rivisitazione in chiave femminile del testo di Samuel Beckett. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72"
15.11.14
 

SHORT THEATRE - COLLETTIVO CINETICO: XD Scritture retiniche sull'oscenità dei denti


"Teatro India Collettivo Cinetico 18 settembre ore 22.30 - sala A bis danza 30' XD Scritture retiniche sull'oscenità  dei denti concept e regia: Francesca Pennini | CollettivOCineticO azione e creazione Andrea Amaducci, Nicola Galli, Angelo Pedroni, Francesca Pennini residenze Teatro Comunale di Ferrara, Operaestate Festival Veneto, Cantieri Danza, Rifrazioni Festival creazione scelta per la lista Anticorpi eXplo Il punto di indagine di XD è il luogo della scena come superficie visiva in cui il corpo si fa immagine e dove lo spazio ""Altro"" del teatro si fa evento consumandosi nel tempo. Il formato coreografico agisce sul ritagliare porzioni di spazio visivo instaurando con lo spettatore un contratto che consente di vedere come ""in scena"" solo ciò che avviene all'interno delle vignette.I performer, spostandosi tra la bidimensionalità  manga alla tridimensionalità  di nude azioni funzionali, da virtuosi perfetti diventano supereroi borderline con diritto d'errore. XD. Sorriso telematico. Corpo letterale e digitabile, icona emotiva. Viso serrato in una X di occhi strizzati e ridenti, egemonici, amplificati e nulli. X croce oftalmica. Intersezione cartesiana a definire il punto di indagine nel luogo senza luogo dell'immagine. Viso esposto edoscenato in una D dentaria. D bocca che si mostra come soglia tra visibile e dietro-le-quinte della scena del corpo. Corpi deformi, colorati e androgini approssimati nella figura mediata del manga. Incasellati nello scorrere rettangolare del tempo fumettistico. Patinati e cristallizzati nell'anatomia temporale eterna e puntiforme della foto che li possiede. Violentati dalle loro stesse immagini. Bagnati dalla superficie lucida della retina che li tocca. nell'ambito di YIME - International Young Makers Exchange COLLETTIVO CINETICO nasce nel 2007 ad opera della coreografa Francesca Pennini come fucina di sperimentazione negli spazi e interstizi del teatro e dell'arte visiva. Strutturato sotto forma di rete flessibile ed attraversabile di artisti e ricercatori il collettivo indaga lo statuto ontologico dell'evento performativo, discutendone i meccanismi e le regole che lo governano. Esempio dell'approccio strutturale sui parametri dello spettacolo è il progetto C/o, architettura coreografica decennale nata dal concetto di eterotopia ed articolata in performance frammentate in spazi e tempi 'altri'. EyeWasEar, lavoro parte di C/o che indaga la piattaforma di realtà  virtuale Second Life, ha vinto il Premio Gd'A E-R 2008. La nuova produzione The uncertain scene è prodotta e sostenuta dal progetto europeo Focus on Art and Science in the PerformingArts. FRANCESCA PENNINI (Ferrara, 1984), coreografa e danzatrice, esordisce come ginnasta agonista e studia danza contemporanea presso il Balletto di Toscana e il Laban Dance Centre di Londra. Deve la sua formazione ad un articolato attraversamento di discipline eterogenee, dal butoh all'apnea, dalle arti marziali alla discodance. Nel 2007 fonda CollettivOCineticO, una rete flessibile e attraversabile di artisti e ricercatori come fucina di sperimentazione all'insegna della trasversalità  delle arti.Vince il Premio Giovani Danz'Autori 2008 con EyeWasEar, frammento del progetto C/o sulle eterotopie Foucaultiane. Nel 2009 è coreografa nel progetto europeo Choreoroam. Lavora come danzatrice freelance per Sasha Waltz&Gues www.shorttheatre.org www.collettivocinetico.it"
15.11.14
 

Short Theatre 2011- Fanny & Alexander / Tempo Reale - TEL


"Teatro India, 16 e 17 settembre 2011 Fanny & Alexander / Tempo Reale In contemporanea con Quirino Revolution Mad / Teatro Quirino 'TEL' ideazione Luigi de Angelis e Chiara Lagani drammaturgia Chiara Lagani, regia, spazio scenico, luci Luigi de Angelis, con Marco Cavalcoli (16 settembre) e Chiara Lagani (17 settembre), musiche Mirto Baliani, progetto sonoro e sistemi interattivi Damiano Meacci/Francesco Casciaro (Tempo Reale), fotografia Enrico Fedrigoli, consulenti artistici Tahar Lamri, Rodolfo Sacchettini, progettazione e realizzazione scenotecnica Nicola Fagnani (Ardis Lab), realizzazione costumi Laura Graziani Alta Moda e Laura Dondoli, su un'idea di Loredana Longo (2005/ OH HAPPY DAY/ abiti da cerimonia in tessuto mimetico) produzione Napoli Teatro Festival Italia, in coproduzione con Ravenna Festival, Fanny & Alexander, Tempo Reale, in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi -Torino Creazione Contemporanea, Fondazione Teatro Piemonte Europa - Teatro a Corte, Santarcangelo 41 - Festival Internazionale del Teatro in Piazza e in collaborazione con Rai Radio 3. T.E.L. inaugura il nuovo progetto (2011/2013) che la compagnia ravennate Fanny e Alexander sta sviluppando, in collaborazione con Tempo Reale, a partire dalle opere e dalla figura storica di Thomas Edward Lawrence, più conosciuto come Lawrence d'Arabia. Archeologo, agente segreto, ufficiale britannico, scrittore, T. E. Lawrence fu soprattutto uno dei capi della rivolta araba di inizio Novecento e stratega della guerriglia, tecnica di combattimento per mezzo di veloci incursioni che teorizzerà  nell'edizione del '29 dell'Enciclopedia Britannica. T.E.L. è un dispositivo per comunicazioni utopiche. Due attori, collocati in due luoghi diversi della città  (uno al Teatro Quirino e uno al Teatro India), lontani nello spazio, forse anche nel tempo, ma in collegamento continuo tra loro, daranno vita a un dialogo a distanza. Due pubblici differenti saranno testimoni simultanei del loro possibile-impossibile confronto... I due attori si scambieranno poi di luogo, per rendere possibile, a chi lo voglia, completare la sua visione con l'altra faccia della medaglia di quel dialogo tra due lontananze. Parte integrante dello spettacolo è il progetto sonoro e la gestione di una superficie di controllo delle voci e dei suoni, frutto della ricerca di Tempo Reale nell'ambito dei sistemi interattivi per il teatro sonoro. Con la PERFORMANCE PARASSITARIA MK Grand Tour di e con Michele Di Stefano. http://www.shorttheatre.org"
15.11.14
 

Titanic - The End

Teatro Vascello 28 ottobre 2014 LE VIE DEI FESTIVAL 2014
Teatri Uniti in collaborazione con Ex Asilo Filangieri//la Balena Accademia Amiata Mutamenti Memini, Omaggio ad Antonio Neiwiller nel ventennale della sua scomparsa
TITANIC The End
ideazione e regia Antonio Neiwiller
in una visione di Salvatore Cantalupo
con Amelia Longobardi, Ambra Marcozzi, Massimo Finelli, Salvatore Cantalupo, Chiara Vitiello, Sonia Totaro, Carmine Ferrara, Claudia Sacco luci Cesare Accetta
direzione tecnica Lello Becchimanzi
A completamento del progetto dello scorso anno in omaggio ad Antonio Neiwiller a vent'anni dalla morte, Le vie dei Festival lo ricordano presentando uno dei suoi spettacoli più significativi, Titanic the End, riallestito per l' occasione dalla sua compagnia storica.. Titanic the End debuttò nell'aprile del 1984 a Napoli, al Teatro Nuovo, per la regia di Antonio Neiwiller, dopo un intenso laboratorio teatrale durato nove mesi. Antonio è stato un artista geniale, un poeta costruttore di visioni fuori dai canoni tradizionali. Ha realizzato una straordinaria e innovativa riflessione sul teatro e sull'arte in generale. Le sue idee, le sue denunce, i suoi racconti su "fine di mondi" sono ancora fortemente attuali.
Nel ventennale della sua scomparsa, Salvatore Cantalupo ha desiderato "risalire" su quella nave, emblematica rappresentazione di una società in via di disgregazione, di rivivere insieme ai suoi compagni e al pubblico quelle emozioni, quei suoni, quegli odori. Dice Salvatore Cantalupo: "Titanic the End è stata un'esperienza che ha completamente rivoluzionato la mia vita e il mio modo di guardare all'arte, oltre ad essere stata la mia prima esperienza di teatro professionale Oggi Neiwiller mi appare come un profeta. Trent'anni fa ci spiegava i motivi veri per cui a Beirut cadevano bombe su donne e bambini, ci raccontava come le ideologie nel tempo sarebbero cadute ad una ad una e come l'unica speranza sarebbe stata raggiungere il fondo, perché solo a quel punto ci saremmo rimboccati le maniche e avremmo ricominciato a costruire.
La mia vuole essere una visione nella visione, un dono intimo e personale e al tempo stesso un "lasciar tracce", così come mi ha insegnato lui."
Antonio Neiwiller moriva a Roma il 9 novembre 1993, a soli quarantacinque anni. Autore, artista visivo, attore e regista, napoletano di nascita e di formazione culturale cosmopolita, nel solco delle avanguardie storiche e delle esperienze teatrali dell'Est europeo. Del suo magistero creativo, sempre più scoperto e apprezzato durante gli ultimi venti anni, restano i preziosi scritti e la memoria viva di quanti lo conobbero e lavorarono con lui.
15.11.14
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Dolore sotto chiave

Teatro Vascello 30 ottobre 2014 LE VIE DEI FESTIVAL 2014 Teatri Uniti- Napoli Teatro Festival Italia
in collaborazione con l'Università della Calabria
DOLORE SOTTO CHIAVE
due atti unici di Eduardo De Filippo
Dolore sotto chiave e Pericolosamente
con un prologo da I pensionati della memoria di Luigi Pirandello
con Tony Laudadio, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano
scene e costumi Lino Fiorito
luci Cesare Accetta
suono Daghi Rondanini
assistente alla regia Giovanni Merano
assistente ai costumi Francesca Apostolico
direzione tecnica Lello Becchimanzi
ufficio stampa Renato Rizzardi
regia Francesco Saponaro
ringraziamenti: Raffaele Galiero per la versione in Napoletano de I pensionati della memoria, Rosalba Ruggeri A trent'anni dalla sua scomparsa e dopo la felice esperienza dell'allestimento spagnolo di Yo, el heredero (Io, l'erede), torno a Eduardo De Filippo con i due atti unici Dolore sotto chiave e Pericolosamente arricchiti da una ouverture, adattamento in versi e in lingua napoletana della novella del 1914 di Luigi Pirandello I pensionati della memoria.
Dolore sotto chiave (1958) va in onda l'anno successivo come radiodramma con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti - i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene portato in scena due volte con la regia dell'autore, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 (insieme a Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello) per la riapertura del Teatro San Ferdinando di Napoli e nel 1980 (insieme a Gennareniello e Sik-Sik) con Luca De Filippo e Angelica Ippolito.
In Dolore sotto chiave i buoni sentimenti come la carità cristiana, la compassione o la mania borghese della beneficenza diventano armi improprie per dissimulare, negli affetti, quella segreta predisposizione dell'essere umano al controllo e al dominio sull'altro. Il tema della morte incombe silenzioso e il dolore del lutto viene nascosto e soffocato da un gioco sottile di ricatti e malintesi, tipici dei contesti familiari.
In casa dei fratelli Capasso, un interno borghese dove una camera della morte ha custodito per undici mesi il simulacro del dolore, Dio e i morti sono presenti fino al punto da essere invocati come vere presenze, giudici supremi del bene e del male. Eduardo riesce a intrecciare diversi registri e generi che si inseguono sul filo del cinismo e dell'ironia. La vicenda si colora di risvolti comici, a tratti paradossali carichi di morbosa e grottesca esasperazione.
In Dolore sotto chiave viene evocato un oggetto-simbolo, usato come sottile minaccia di suicidio dal povero Rocco Capasso: la rivoltella, che in Pericolosamente (1938) si materializza e si trasforma in un vero e proprio strumento di tortura coniugale e rimedio alle bizarrie improvvise di una moglie bisbetica.
L'atto unico, dall'apparente fulmineità di uno sketch, grande successo del Teatro Umoristico dei De Filippo, gioca tutto sul classico litigio coniugale. Ogni volta che Dorotea dà sfogo alle sue intemperanze Arturo, per ripristinare l'ordine familiare, impugna la rivoltella caricata a salve e le spara, scatenando la comica reazione di terrore da parte dell'ignaro amico Michele appena rientrato a Napoli da un lungo viaggio di lavoro. Nonostante il testo nasca alla fine degli anni trenta, Eduardo ne potenzia la carica visionaria per sperimentare nuovi linguaggi anche nel cinema. Adatta Pericolosamente e dirige Marcello Mastroianni, Luciano Salce e Virna Lisi ne L'ora di punta, episodio del film Oggi, domani e dopodomani (1965) riuscendo a ottenere uno spiazzamento assolutamente contemporaneo. In pieno boom economico, la febbrile sete di emancipazione femminile può placarsi, ancora una volta, soltanto con uno sparo. Ma è uno sparo che si moltiplica all'infinito. L'infallibile metodo di Arturo viene copiato da tutti i mariti: il colpo risuona nelle case dei vicini, nel quartiere, per le strade, tra grattacieli e clacson di una metropoli che deflagra di pistolettate.
15.11.14
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L'inatteso

Teatro Vascello 31 ottobre 2014
LE VIE DEI FESTIVAL
Associazione Liberty – Reon Future Dimore
L'INATTESO
di Fabrice Melquiot
ideato e interpretato da Anna Amadori
musica in scena Guido Sodo - chitarra, voce, live electronics
disegno e cura dello spazio Eva Geatti
luci Micaela Piccinini
cura del suono Giuseppe Lo Bue
allestimento tecnico Micaela Piccinini – Giovanni Brunetto
grafica Alberto Sarti
cura Elena Di Gioia
Traduzione a cura degli studenti del Dipartimento di interpretazione e traduzione / Università di Bologna
in collaborazione con
Face à Face - Parole di Francia per Scene d'Italia
L'inatteso è un viaggio nella memoria di una donna che ha perso il suo uomo e tesse una fitta tela di ricordi.
Costruito come un "lungo addio" in versi, L'inatteso ha l'andamento di un melodramma: Liane parla al suo uomo scomparso, inghiottito da un fiume, in una guerra indefinita. Le sue parole sono azione, corpo a corpo con la mancanza, ribellione alla scomparsa di un amore, resa alla forza del mondo e del tempo. La sua storia affiora in un gioco della memoria dove il viaggio è scandito da bottiglie colorate, lampade magiche dei ricordi.
La musica, che spazia da quella antica a quella popolare del sud Italia, eseguita in scena da Guido Sodo, è la forma che contiene Liane, è la sua Eco, il controcanto alle parole, la sua seconda voce, quasi un altro personaggio complementare che ne esprime i ricordi. Il "luogo" de L'inatteso è la soglia che divide il presente e il passato nella sospensione della memoria, una scena fatta di oggetti concreti e visionari, un regno di carta dove la donna è regina in un dramma barocco contemporaneo; la sua voce profonda si immerge in sonorità che, come riverberi delle parole, amplificano le emozioni che decidono degli stati d'animo della protagonista.
In questa atmosfera, a tratti rarefatta e visionaria, a tratti irruenta e appassionata, viene celebrato l'addio all'amore perduto di Liane. Un addio che infine si colora di bianco, come il vestito indossato dalla Amadori, che percorre i labirinti della memoria, lasciandosi alle spalle le stanze dell'assenza e che seppellisce la sofferenza riuscendo ad indicare una nuova direzione possibile: tornare in sé e improvvisamente scoprirsi diversa, finalmente più forte e senza paura.
Scrittura di grande suggestione, spazio del possibile e del sogno, grammatiche
poetiche per il teatro di uno tra gli autori più interessanti della scena teatrale europea,
quella di Melquiot è un'opera che merita di essere conosciuta.
15.11.14
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