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La mia poetica - 6 Aprile 2011 - Angela Demattà


Teatro India Martedì 6 Aprile ore 10:00 â€" 13:30LA MIA POETICA sulla drammaturgia Italiana Contemporanea “drammaturghiâ€? con: Franco Cordelli, Angela Demattè, critico testimone Marco Palladini. Drammaturgia: lingue, corpi, narrazioni. Tre giorni dedicati alla drammaturgia per indagare le strade attraverso le quali la scrittura â€" da segno grafico â€" si fa scrittura scenica â€" suono e azione â€" secondo processi di volta in volta diversi, in cui il punto di partenza non è necessariamente la pagina ma â€" rovesciando la logica che individua l’origine dell’atto performativo nell’atto letterario â€" corpi, voci, spazi. Per cercare di orientarsi in questo giardino dai sentieri biforcati, il convegno è suddiviso in sezioni che sottolineano la molteplicità delle pratiche e dei percorsi tracciati dai ventisette artisti invitati, quasi a ricostruire una mappa che nella sua parzialità delinea distanze geografiche, anagrafiche e stilistiche ma anche linee tematiche comuni. C’è chi parte dal corpo e chi da lingue antiche. C’è chi è spinto dall’impulso a narrare una storia e chi dalla narrazione si allontana come da una via non più praticabile. C’è chi rivendica la solitudine della scrittura e chi nella scrittura individua il punto di arrivo di un processo condiviso con fidati compagni di viaggio. Da tutte queste voci emerge una scena ricca, scandita da punti di tangenza e derive inconciliabili, una scena che declina il presente nella sua varia, e spesso dolente, umanità. Franco Cordelli/Debora Pietrobono. Http://www.atcllazio.it
7.11.14
 

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE - Factory Teatro


"SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE di William Shakespeare adattamento e regia: Tonio De Nitto con:Angela De Gaetano, Chiara De Pascalis, Enrico Di Giambattista, Nikola Krneta, Milivoje Lakic, Ana Mulanovic, Luca Pastore, Andrea Simonetti, Fabio Tinella luci: Davide Arsenio costumi: Stefania Miscuglio elementi di scena: Francesca Carallo tecnico di compagnia: Marco Oliani regia: Tonio De Nitto cura della produzione: Paola Leone organizzazione: Anna Miccolis, Tonio De Nitto un ringraziamento a: Milos Andjelkovic, Nicola Di Chio, Giorgio Martano, Danijela Stojkovic, Paola Tripoli, Cantieri Teatrali Koreja, Teatro Pubblico Pugliese. una produzione Factory compagnia transadriatica con il sostegno di Terrammare Teatro Teatri Abitati Unione Europea - PO FESR IV 4.3.2. Regione Puglia Teatro Pubblico Pugliese"
7.11.14
 

CACCIA AI TOPI


spettacolo con testo di Peter Turrini, con Maria A. Monti, Gigio Alberti, regia di Gianpaolo Solari Teatro Colosseo - Roma, 1997
7.11.14
 

CASA D'ALTRI


Radiodramma teatrale dal racconto di Silvio D'Arzo Progetto e interpretazione di Silvio Castiglioni Regia di Giovanni Guerrieri
7.11.14
 

Teatro Valle Occupato - Primavera dell'Anno uno


Teatro Valle 14 Settembre 2011 - alfabeta - e Teatro Valle Occupato invitano al dibattito Primavera dell'Anno uno. L'occupazione del Teatro Valle e la riappropriazione dell' Ex Cinema Palazzo a Roma, il nuovo impegno del movimento TQ, la ripresa delle lotte in Val di Susa - Vicende diverse, tutte però nel segno di un'azione (finalmente) collettiva. Il dibattito prende spunto dalla copertina del numero 12 di Alfabeta. Interventi di: gli occupanti del Teatro Valle, Stefano Zarlenga (Ex Cinema Palazzo), Marco Mongelli, Vincenzo Ostuni, Christian Raimo e Caterina Venturini (Generazione TQ). Coordina: Andrea Cortellessa
7.11.14
 

Questa immensa notte pt3


"QUESTA IMMENSA NOTTE (THIS WIDE NIGHT) di Chloè Moss traduzione di Eliana Amadio e Laura Sicignano regia di Laura SICIGNANO scene di Laura BENZI / luci Sandro SUSSI / costumi Maria Grazia BISIO con Orietta NOTARI e Lisa GALANTINI / Raffaella TAGLIABUE Produzione TEATRO CARGO / PRIMA ITALIANA debutto BORGIO VEREZZI 16 e 17 luglio 2011 INIZIATIVA ORGANIZZATA IN COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE EDOARDO GARRONE Se si passa del tempo nelle carceri femminili e si ascoltano le storie delle detenute, come ho fatto io, si vive un impatto estremamente forte con questo mondo. Circa il 70% di carcerate sono in prigione per crimini non violenti. Circa il 90% ha figli. E i motivi per cui sono recluse sono la povertà  e la droga. Questi problemi dovrebbero avere un trattamento diverso e il denaro speso per mantenerle in carcere potrebbe essere investito per prevenire la loro vulnerabilità. Così Chloè Moss, autrice di THIS WIDE NIGHT, ne racconta la genesi. 'Si può avere lo stesso rapporto con qualcuno con cui si è stati rinchiusi per venti ore al giorno? Cosa significa essere liberi? Quando Lorraine e Marie, le protagoniste dello spettacolo, escono, il mondo esterno non le può aiutare, ma le soffoca. Tutto quello che prima evitavano - come l'alcool, altre persone o la vita stessa - ora esplode e non c'è nulla che si può arrestare-. THIS WIDE NIGHT è un delicato ritratto di due donne che provano a ricominciare. Le protagoniste sono Marie, trent'anni e Lorraine, cinquanta. Tutto inizia quando Lorraine è rilasciata dal carcere e si reca a casa di Marie. Se le due donne in prigione condividevano ogni cosa, ora la loro amicizia, che un tempo le proteggeva, rischia di soffocare quella fragile libertà  che hanno ritrovato. THIS WIDE NIGHT esplora l'importanza e l'unicità  delle relazioni create all'interno delle carceri: come possono o non possono esistere in un altro contesto e come la libertà  riconquistata rischi di sfociare in una prospettiva preoccupante e deprimente. Note di regia Il carcere nella testa. Anche quando sei fuori, sei marchiata: hai il carcere nella testa. Queste due donne hanno storie comuni alla maggior parte delle carcerate. Sono vittime assassine, madri tossicomani o alcoliste; hanno storie infantili di abbandono. Dentro, in prigione, gli è scivolata via la femminilità: sono diventate fantocci asessuati. Nonostante ciò non hanno perso dignità. Quando escono il mondo le respinge. Allora per loro il carcere assume una dimensione uterina, protettiva: è un richiamo, una possibilità  di fuga dal mondo. Non sanno affrontare il mondo perchè per loro è un incomprensibile, monolitico meccanismo che le stritola. Un mondo insopportabile perchè è pieno di McDonald, dove ci sono vecchiette con mani incartapecorite come zampe di passeri che mangiano un hamburger da sole. E viene voglia di morire. Il monolocale nella periferia della grande città  senza nome dove le due donne si sono rifugiate, uscite di prigione, in realtà  non ha pareti. Ma lì dentro loro non sanno far altro che rivivere le relazioni e le dinamiche carcerarie. Sono amiche, madre e figlia, amanti, sorelle, nemiche... il carcere lo hanno nella testa. I loro ritratti non sono realistici, sono iper-realistici. Sotto una spietata lente di ingrandimento appaiono squadernate le loro fragilità. Quelle fragilità  che sono l'origine delle loro colpe. Storie di abbandoni infantili che si ripetono di madre in figlia. Come un fato tragico, ineluttabile, insensato. Unghie tinte da smalto sbrecciato che grattano contro i muri. Muri mentali. Eppure dentro a queste vite slabbrate, inesorabilmente sbandate, sconce e disperatamente perdenti, c'è ancora ironia. La capacità  di vedersi dall'esterno, di comprendere il proprio fallimento."
7.11.14
 

Black longhair's trip


c.Danza Flux
7.11.14
 

K-NOW 2010 (Showcase/laboratorio del teatro pugliese" III edizione)


"INDUMA TEATRO propone la terza edizione di ""K-now"": cinque giornate dedicate interamente al teatro, alla performance dal vivo, alla drammaturgia contemporanea, alla musica. Da lunedì 24 a venerdì 28 maggio 2010 si è svolto lo showcase/laboratorio del teatro pugliese, realizzato da Induma Teatro in collaborazione con le Manifatture Knos, giunto alla terza edizione: cinque giornate dedicate interamente al teatro, alla performance dal vivo, alla drammaturgia contemporanea, alla musica. Le precedenti edizioni (2008 e 2009) hanno rappresentato un primo momento di riflessione, di scambio e di lavoro tra le realtà  teatrali pugliesi invitate a interagire e confrontarsi tra di loro e con gli spazi delle Manifatture Knos (nel 2008) e con i testi selezionati del premio di drammaturgia 'Il centro del discorso' (nel 2009). Il progetto ha permesso di attivare una ricognizione delle nuove realtà  teatrali a livello regionale e di promuovere un'importante occasione di dibattito e confronto tra gli artisti e tra gli artisti e il pubblico, nonchè di offrire un momento di visibilità  sul territorio attraverso l'apertura quotidiana dei lavori al pubblico e una serata conclusiva di spettacolo dal vivo. Hanno partecipato alla III edizione: Mariano Dammacco Valentino Ligorio, Roberta Mele - Centrostudi Mu.Vi.T, Fabio Tinella, Otto Marco Mercante, Giuseppe Semeraro, Dario Cadei, Leone Marcobartolo - Principio Attivo Teatro, Somnia Theatri, Simone Franco, : Anna Lisa Gaudino Sabino Tamborra, Ketty Volpe, Francesco Santoro, Dario Rizzello, Francesca Montanaro, Roberto Corradino - Reggimento Carri, Onofrio Fortunato, Dario U. Lacitignola - Folletti e Folli, Tina Aretano, Elena Giove, Chiara Piliego, Giorgio Colopi, Annika Storm e Saba Salvemini - Areta esemble, Popolous, Antonio Candido jr, Tobia Lamare, Cecilia Maffei, Lea Barletti, Werner Waas, Salvatore Patera, Fiamma Benvignati. Organizzazione: Margherita Capodiferro - cell. 338 3479431 http://www.myspace.com/indumateatro http://www.manifattureknos.org/ teatri@manifattureknos.org"
7.11.14
 

OTHELLO


Colosseo Nuovo Teatro 6 Maggio 2007 "Othello" di William Shakespeare regia Veronica Gentili e Roberto Pappalardo. Il Moro condottiero della repubblica marinara di Venezia sposa Desdemona e si trasferisce a Cipro come Comandante della roccaforte. Il suo alfiere Iago, per eliminare il rivale Cassio e prenderne il posto come Luogotenente, insinua in Otello il sospetto del tradimento della moglie, dando il via agli eventi del dramma Shakespeariano della gelosia. La storia nasce da due visioni del mondo. Otello, l'eroe romantico, soldato e uomo d'azione, valoroso e leale, di una gentilezza tenera timida, e Iago, prototipo dell'uomo moderno, incapace di agire se non nell'ombra, abile nell'arte del ragionamento, giocano una partita a scacchi, si scontrano con strategie diverse sul comune terreno dell'inadeguatezza. All'ordine dei bianchi, si contrappone il disordine dei neri; l'equilibrio scientifico d Iago si scontra con il caotico squilibrio di Otello. Un Clarion si accende in scena, per l'incipit di quest'Otello fuori dalle righe della tradizione. Otto burattini prendono vita, manipolati dal maestro immortale di un anticipato romanticismo inglese, e occupano definitivamente una scena che somiglia alla cantina di un giocattolaio, dove ogni scatola magica libera e nasconde gli eventi di una storia narrata pi√π volte, ma che non esaurisce il suo fascino dirompente. Il primo atto √® l'esaltazione di Iago, e Roberto Pappalardo, coregista e interprete, cattura in pochissimi minuti l'attenzione degli spettatori, imponendo un ritmo serrato e un timbro virtuoso d'altri tempi; occupa dinamicamente lo spazio scenico, calibra i movimenti e dialoga col pubblico, affinch√® tutto il torbido evolversi dell'anima nera del personaggio sia gradualmente, ma inesorabilmente liberato. 'Io non sono quel che sono' confessa Iago, paventando dall'inizio l'alibi che sostiene e giustifica la cattiveria umana, ed esalta l'egoismo lucido dei propri meschini obiettivi contro l'Amore eroico e limpido di Otello e Desdemona, i personaggi forse meno attuali del patrimonio teatrale Shakespeariano. Iago diviene in breve il Capitano del vascello di scena, dai cubi della scenografia minimalista, trasformati in gavoni di un'imbarcazione, trae i suoi incantesimi maligni rivestiti di ironica seduzione, intrappola Otello nel sospetto del tradimento di Desdemona e fa ridere il pubblico, supportato dai degni compari Cassio e Montano, artefici di un originale quartetto musicale sulle note della chitarra pizzicata da Roderigo. La scena si ripopola in modo repentino e sul palco si alternano feroci duelli e intimi accenni d'amplessi, i registi di tanto in tanto ricaricano la chiave e la musica del Clarion d√†¬† il la alla sequenza successiva. Nel secondo atto il ritmo cede all'assenza di tensione, complice un Otello ormai ridicolizzato dalla scelta registica della supremazia di Iago, (e tuttavia potrebbe oggigiorno essere rappresentato diversamente?) e una Desdemona che sacrifica l'illibatezza verginea, che l'Autore le impose quando scrisse del suo straniamento dinanzi all'improvviso furore di Otello, a un ben pi√π gratificante girl power a cui le donne, ormai, sembrano non riuscire a rinunciare. E così Desdemona, Veronica Gentili, protagonista e coregista, 'non riesce a piangere' per la tempesta ormonale che agita Otello, salvo rivalersi in punto di morte, quando Shakespeare la guida in un finale bellissimo che chiude la giostra, spezza i fili ai burattini, lascia liberi gli Uomini. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72
7.11.14
 

La ballata di Bonnie e Clyde


"Teatro Colosseo 15/10 - 3/11/2002 ""LA BALLATA DI BONNIE E CLYDE"" Scritto e diretto da Imogen Kusch, con: Francesca Olivi, Giorgio Santangelo, Gianantonio Martinoni. Musiche originali: Sergio Ferrari e Andrea Mieli. Scene: Luca De Pascalis. Luci: Edoardo Sabelli. 'La ballata di Bonnie e Clyde' non è solo un altro tentativo di rappresentare due icone degli anni'30, già  ampiamente discusse e analizzate, ma soprattutto è la storia di due individui, che vivono una vita eccitante, sempre su di giri alimentata da un amore totalizzante. Non si vuole esprimere un giudizio morale dove la moralità  stessa viene messa in discussione, bensì rappresentare l'uomo dietro l'icona, il personaggio oltre il suo ruolo, per immaginare le debolezze, le paure, i desideri nascosti di un uomo e una donna che hanno fatto una ""scelta"". Buoni? Cattivi? Giusti? Sbagliati?, comunque insieme fino all'ultimo respiro chiusi in un rapporto unico e indissolubile e allo stesso tempo ambiguo e impenetrabile che è impresso nelle foto che ci hanno lasciato; nei vestiti, nelle pistole e in tutti gli oggetti che li hanno sentiti ridere, parlare, litigare e anche piangere e stare male e che sono il punto di partenza della nostra immaginazione. Una storia che rivive nel sogno. Il ricordo si fa parola, sensazione di una precarietà  che dalla morte si alimenta. Tutto inizia quando la paura del non essere più ricordati, del non-esistere, si avvicina al timore di una morte capace di dividere. Due corpi, quello esile e passionale di Bonnie e quello, forte ed inibito nell'amore, di Clyde. Si incontrano per poi amarsi, innamorarsi del ricordo di se stessi insieme. Nella vita, nella morte.Tutto inizia forse proprio quando la domanda eterna ed universale dell'uomo prende piede. Quando le risposte si ritrovano incise nell'azione, pericolosa e oltraggiosa, nella ricerca del pericolo che si faccia beffardo della Fine. Cos'è l'uomo senza la memoria? Allora rincorrere la morte, fronteggiarla, prendersi cura e cullare quell'attesa, immaginarsi senza il respiro l'uno accanto all'altra, sognare l'amore che vince l'Ignoto. Voler vivere la morte. Amarla forse nella sua peculiarità  di rendere l'uomo libero, non più sbarre per Clyde, non più distante dalla sua Bonnie. Una macchina, loro letto di amore e morte. Un ragazzo, CW, guardare la loro storia, viverla. Come un figlio che osserva ed ascolta crescere i propri genitori. Non è come loro CW, non ha ancora deciso quella vita. Si fa amante dell'amore dei due amanti, si fa forte della forza dei due criminali. Una storia, quella della vita che ospita la morte. Riprese e regia video Ulisse Benedetti"
7.11.14
 

PERFORMANCE DI POESIA -Tomaso Binga


performance durante 'Poesia Totale' c/o ESC di via dei Volsci - Roma,20 dic.09
7.11.14
 

L'uomo della sabbia


Teatro della Cometa 19 Settembre 2012 "L'uomo della sabbia"Ispirato al racconto di E.T.A. Hoffmann, testo e regia Luca De Bei, con Mauro Conte, Riccardo Francia, Fabio Maffei, Giselle Martino. Costumi Lucia Mariani, Elementi scenici Valeria Mangiò, Luci Marco Laudando, Grafica Paolo Camilli, Foto di scena Pietro Pesce, Produzione I Magi s.r.l. L'uomo della sabbia è uno dei racconti più potenti e inquietanti della narrativa del fantastico di inizio '800. Non per niente Freud lo citerà nel suo saggio sull'arte "Il Perturbante". Racconto sulla forza dell'irreale, sul potere prevaricante dello sguardo, sull'ambiguità della visione quotidiana, "L'uomo della sabbia" si presta perfettamente ad un'elaborazione drammaturgica. Elaborazione in cui l'inconscio, il mistero, la pulsione di morte, il delirio distruttivo ma anche l'aspirazione al sublime si possono tradurre in azioni sceniche proposte allo spettatore come esperienza non solo voyeuristica ma anche sensoriale. Tutto ciò per dimostrare come nell'uomo di oggi alberghino gli stessi fantasmi, la stessa inquietudine del vivere, la stessa pericolosa immaginazione che si sviluppano e crescono nell'animo del protagonista Nathaniel.
7.11.14
 

Teatroinscatola - L'uomo vero


Teatro India 13 Aprile LA MIA POETICA sulla drammaturgia Italiana Contemporanea "TEATROINSCATOLA" venti mise en espace di nuovi autori. C'è l'amore nelle forme più estreme e marginali nei venti frammenti poetici e realistici di un discorso complessivamente amoroso in un'epoca anaffettiva. 'L'uomo vero' di Carolina de la Calle Casanova con Barbara Manzato e Marco Paoli regia di Federico Vigorito
7.11.14
 

Teatroinscatola - Polpo


Teatro India Giovedì 7 Aprile LA MIA POETICA sulla drammaturgia Italiana Contemporanea "TEATROINSCATOLA" venti mise en espace di nuovi autori. C'è l'amore nelle forme pi√π estreme e marginali nei venti frammenti poetici e realistici di un discorso complessivamente amoroso in un'epoca anaffettiva. -Polpo- di Serenella Martufi con Enrica Costantini
7.11.14
 

BENZINA


Teatro Colosseo, 2002, "BENZINA" regia di Daniele Falleri con: Loredana Cannata, Elodie Treccani, Cinzia Mascoli, Alberto Bognanni e la partecipazione di Valeria Mafera. "Benzina" è in origine un romanzo, scritto da Elena Stancanelli, diventato in poco tempo un piccolo 'caso', per l'originalità con cui viene descritto il binomio amore (omosessuale) - morte. Non ci volle molto per capire che una storia così ben congegnata potesse essere trasferita sul palcoscenico teatrale e sul set cinematografico, e così è stato. La lungimiranza di Lorella Morlotti ha fatto si che 'Benzina' potesse diventare una 'pièce' teatrale al tempo stesso in cui un altro produttore ne acquistava i diritti cinematografici. La rappresentazione realizzata al Teatro Colosseo di Roma, intriga, diverte, appassiona e lo spettacolo mantiene fede alle aspettative. Merito di Daniele Falleri, che ha portato in scena una sua lettura del romanzo, che per motivi 'tecnici' e per abitudine nel lasciare un personale 'segno' in tutte le sue opere, fa di 'Benzina' un'opera imperdibile. Ma i meriti di Falleri, affermato regista teatrale ma anche ricercato collaboratore televisivo ed 'ex attore' non finiscono certo qui: sua anche l'indovinata scelta del cast e in un periodo dove i ruoli si 'regalano' senza riflettere troppo sul rapporto attore - personaggio, questa è proprio una piacevole novità! Loredana Cannata è Stella, un perfetto 'maschiaccio', determinata e innamorata della sua Lenni. Elodie Treccani è Lenni, dolce e insicura, l'animo fragile della coppia. Cinzia Mascoli è la madre di Lenni, uccisa dalle due ragazze ma che ritorna in scena sotto forma di 'essenza' scoprendo per la prima volta la vera natura di sua figlia, i suoi sentimenti, le sue paure, avvicinandosi paradossalmente a lei come mai aveva fatto in vita. Alle tre protagoniste si aggiunge Alberto Bognanni che irrompe nel ruolo di un avventore del distributore, particolarmente attratto da Stella, causando pericolosi inconvenienti alle due ragazze. Lo stile recitativo è azzeccato, e là  dove sono già  note le qualità  istrioniche della bravissima Cinzia Mascoli (Colpo di Luna, Il testimone dello sposo, Viaggi di nozze), davvero sorprendenti sono state Loredana Cannata ed Elodie Treccani. La prima, (protagonista de 'La donna Lupo' di Aurelio Grimaldi e nel cast di 'Senso 45' di Brass) temperamento siculo 'tout court', regge la scena da veterana, con un impatto molto forte nella caratterizzazione di Stella, sicuramente un ruolo non facile. La seconda, (I ragazzi del muretto, Il Verificatore, L'Ospite, Commesse) esprime anche in scena la dolcezza del suo carattere, risultando naturale e al tempo stesso intensa, davvero una piacevole conferma artistica. Riprese e regia video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. BEAT 72
7.11.14
 

LINEE GUIDA SULLA FEROCIA


Colosseo Nuovo Teatro 19 novembre 2011 "LINEE GUIDA SULLA FEROCIA" di Vincenzo Latronico. Regia e musiche di Franco Eco. Con Marco Venienti, Carlotta Piraino, Francesco Cutrupi, Luca Di Giovanni e Francesco D'Antonio. Costumi di Lucrezia Farinella Scene di Ciro Natalizio Paduano. 'Linee guida sulla ferocia' è un testo teatrale che parla, in senso ampio, di lavoro. Gli uffici sono, nella sostanza, tutti uguali, e questo li rende mostruosi. L'ufficio è uno spazio con finalità  proprie, i cui abitatori sono al meglio tollerati e, al peggio, mobilio o strumenti d'uso. In questo particolare luogo i lavoratori saranno costretti a vivere per due settimane. L'ufficio, questo ufficio, è un luogo di dovere. Un perenne dubbio di falsità  spiega le reticenze e le oscillazioni emotive dei personaggi, il loro essere così chiusi gli uni con gli altri e così aperti con il pubblico. Non sono false come confessioni, ma come le pagine di un diario. Sentono il bisogno di farlo, di aprirsi mentendo, come reazione al peso impossibile di questo ruolo di umani fuori contesto, per portare una traccia di sè in un posto impermeabile alle tracce. Carla e Donato sono personaggi quasi da commedia. Donato è sulla quarantina, e in altri tempi avrebbe avuto il portamento del travet, le mezze maniche; oggi, più facilmente, il blackberry. è in sedia a rotelle, ma non è questo a renderlo così lamentoso: gli sembra naturale, essere in serie B. Fa molto poco per sfuggire allo stereotipo del fannullone parcheggiato in una struttura aziendale troppo grossa per stanare la sua letargia, ma in realtà  ha qualcosa di molto attento, un fare manipolatorio che la pancia, la voce stanca potrebbero far passare inosservato. è condannato sin dall'inizio: ma è una condanna che sente di non voler impugnare. Tutti questi dati di carattere potrebbero far impallidire Carla, che di carattere in fondo non ne ha ancora. Mantiene le cose semplici, parla lentamente, le sembra l'unico modo per scavarsi una strada che sia la sua, quale che essa sia. è molto dolce, in questo. La sua mancanza di qualità  è ciò che la fa andare avanti, e che le rende così facile conquistarsi le simpatie - tutta quella semplicità . I suoi piccoli giochi di avvicinamento ed abbandono non sono voltafaccia o manipolazioni, sono gli scarti di un salmone che impara a risalire la corrente. Ma che senso avrebbe pensare che lo faccia per una ragione diversa dallo spirito della collettività, o del tempo. Alfredo e il Domatore, in un certo senso, hanno qualcosa di più tragico. Ci sono delle persone che perderanno ogni mano di poker anche con le carte migliori del tavolo, e nelle sue poche esperienze Alfredo ha imparato di essere uno di loro. Ha imparato che le carte non bastano, e la sua ostinazione ad apparire vincitore e brillante è solo il compenso che ritiene di meritarsi per la predestinazione alla sconfitta. E quel domatore, quel domatore? è spietato e sensuale, come un domatore. Oltre alla frusta appesa a un passante come Indiana Jones, ha qualcosa di irrisolto, dentro di sè. Per conservare un'immagine trascorsa, se quell'ufficio fosse uno shotgun wedding il domatore sarebbe il padre della sposa, che è il primo artefice della situazione ma anche quello che la vive con il maggior dolore - con un dolore paragonabile, seppure opposto, a quello della sposa, che potremmo supporre essere Carla. è l'unico che abbia consapevolezza dell'assurdità  di quanto sta accadendo, ed è una consapevolezza terribile, perchè è in mano a chi è costretto a farlo accadere comunque. Forse è per questo che è così brutale. Si sente mancare la terra sotto i piedi, lo sa che alla fine perderà  anche lui. Ma allora perchè lo fa? Perchè non potrebbe fare altrimenti.
7.11.14
 

BUSTOP


"""Bustop, in memoria di Harold"", è un atto unico scritto da Adriano Sconocchia circa dieci anni fa. è stato rappresentato più volte sia nella versione integrale che di corto teatrale (Estate Romana 2002; Festival del Teatro italiano, Ponza 2002; UAI Festival di Reggio Emilia 2004; Tordinona, rassegna Schegge d'autore, Roma 2006). Nel 2010 è stato tradotto in cirillico e pubblicato a Mosca nel volume 'La tattica del gatto, sei pièces di teatro italiano contemporaneo', edito da Sergei Mituriè. è stato tradotto anche in inglese. è la storia di un senzatetto che incontra Bobo, giovane impiegato di banca, uomo generoso ed altruista ma ben ancorato al 'sistema' di cui sente parte integrante. Dalle domande provocatorie del barbone, scaturisce tra i due personaggi un dialogo, serrato e incalzante, ma che ben presto si trasformerà  in una vera e propria indagine psicologica che il 'barbone' condurrà  sull' impiegato Bobo, deframmentandone progressivamente tutte le certezze ma gettando le basi per un nuovo assetto psicologico del ragazzo. Tuttavia, l'arrivo di una donna, Edna, moglie del 'barbone', accrescerà  gli enigmi e lo smarrimento di Bobo diverrà  totale. Frustrazione, sarcasmo e tenerezza si miscelano con equilibrio nel tentativo di dare una risposta (che ci consoli almeno un pò) sul senso della vita. Nella parte del Barbone Mauro Lorenzini; Maria Cipriano in quella di Edna e Andrea Zanacchi nelle vesti di Bobo. Al pianoforte Federico Sconocchia Pisoni."
7.11.14
 

Teatroinscatola - Vita da comparsa


Teatro India Gioved√¨ 8 Aprile LA MIA POETICA sulla drammaturgia Italiana Contemporanea "TEATROINSCATOLA" venti mise en espace di nuovi autori. C'è l'amore nelle forme più estreme e marginali nei venti frammenti poetici e realistici di un discorso complessivamente amoroso in un'epoca anaffettiva. "Vita da comparsa" di Laura Pacelli con Enrica Costantini e Teresa Micarelli.
7.11.14
 

festa musicale per l'Italia unita 3° parte


Colosseo Nuovo Teatro 17 Marzo 2011 "Fondazione ARTS ACADEMY" "FESTA MUSICALE PER L'ITALIA UNITA" gli allievi: Benedetta Tolla, Leonardo Rosati, Giovanni Roman, Eleonora De Rossi Re, Margherita D'Errico, Valerio Ottaviani, Mattia Poggi, Lorenzo Marinucci, Flavia Tolla, Jennifer Clementi, Claudio Sica, Valentina Marsella, Riccardo Vece, Marina Maltseva, Cristina Cugini, Valentina Lucente, Nausica Bova, Tilde Scimiterna, Gabriele Emiliano, Anna Maria Antonini, Chiara Marano. Giovani Concertisti: Federico Fiore, Manuela Renzi, Noemi Reibaldi, Marika Tanoue, Monica Ferracuti, Gabriele Mantia, Boram Kim, Seo Jong An, Joo Han Kim, Nayoung Kim, Jiyoung Choe. Docenti: Alessandro De Pau, Sergio Bernardini, Fausto Di Cesare, Fabrizio De Rossi Re. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio dell'Ass. Cult. Beat 72.
7.11.14
 

TAPE


Teatro Colosseo dal 16 al 28 Novembre 2004 "TAPE" Di Stephen Belber, regia Imogen Kusch. La Compagnia Klesidra presenta uno spettacolo di nuova drammaturgia e nuovi linguaggi con Gianantonio Martinoni, Giorgio Santangelo, Silvia Mazzotta. Giovanni e Vincenzo, migliori amici dai tempi del liceo si incontrano a dieci anni di distanza dal diploma per la proiezione del primo film di Giovanni a un festival. L'incontro ha luogo in una squallida pensione. A prima vista non è difficile capire chi dei due ha avuto successo nella vita, ma la situazione cambia quando arriva la loro vecchia amica ed ex fidanzata Marta. Vincenzo accusa Giovanni di averla violentata. Un'attenta analisi di una generazione e dell'intramontabile ricerca della verità  percorsa da un intelligente senso dell'umorismo. Tape è un dramma psicologico rapido e imprevedibile sulla chimica di amore/odio che perdura tra vecchi amici. Riprese Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72.
7.11.14
 

TARANTULA'S DANCING


Teatro Colosseo 21/12/2003 "TARANTULA'S DANCING" by Larry Myers regia Imogen Kusch, con: Silvia Mazzotta e Giorgio Santangelo. Questa psico-commedia, ambientata a New York, ci racconta ancora una volta come il dialogo fra ex-innamorati possa spesso essere molto più eccitante, profondo e brillante di quello tra innamorati. Riprendendo con abilità il fenomeno del Tarantismo, la regia ha saputo rendere attuale il tema della "Crisi", una crisi che nasce da una particolare condizione di insofferenza (in questo caso dell'amore vissuto dai due giovani protagonisti), di frustrazione, ma che potrebbe ritrovare una soluzione in gesti, movimenti e situazioni universali. M.D. (Silvia Mazzotta) ha deciso di dare un taglio netto alla storia con Bucky (Giorgio Santangelo), il suo ex-ragazzo, e di abbandonare una volta per tutte l'appartamento che hanno condiviso. Tutto è pronto per il trasloco. Suona il campanello: Bucky è tornato. Come tarantole, i due si accerchiano, si studiano, si avvicinano e si allontanano in una danza verbale che terminerà  solo quando si saranno detti tutto quello che un "amore" implica. I ritmi accompagnano e battono il tempo ad una crisi che, messa in scena attraverso il rito della danza, non chiede altro che essere manifestata e risolta. Una danza che fa riaffiorare ricordi e che con sottile ironia mette in discussione i meccanismi dell'amore. Come se morsi da tarantole, i due giovani vivono, soffrono e superano una condizione di disagio, solitudine e "follia". Riprese e regia video Ulisse Benedetti
7.11.14
 
 
Support : MarXoB
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