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APOCALISSE DI LEO


Spettacolo conclusivo de 'La Strage dei Colpevoli' primo Censimento Teatrale ideato e condotto da Leo De Berardinis, Teatro Parco dei Daini, Roma, Estate Romana 1982
26.10.14
 

SCENA PRIMA


Teatro Lo Spazio dal 20 al 30 dicembre 2011 "SCENA PRIMA" di Maricla Boggio, regia di Mario Prosperi. Con: Gianna Paola Scaffidi, Beatrice Messa, Stefano Dalla Costa, Mario Prosperi. Roberto Zorzut (Collaboratore alla regia), Valerio Di Filippo (Allestimento scenico) e Helga Williams (Costumi). La pièce vanta la sua collocazione nell'ambito di "Vetrina Italiana 2011", X edizione, ovvero della rassegna di proposte per un repertorio del teatro italiano contemporaneo, nell'ambito delle iniziative per i festeggiamenti del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, organizzata da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, dalla Regione Lazio e dall'Associazione Culturale Politecnico Teatro. La trama propone il paradigma dell'iniziazione professionale di un giovane attore. È il migliore del suo corso in Accademia e sposa la sua compagna di corso figlia del Grande Attore, dopo averla messa incinta. Il Famoso Attore si trova a dovergli provvedere il lavoro (la figlia è per ora immobilizzata dalla maternità) e lo fa raccomandando il genero ad una sua ex, che ora dirige una Compagnia. Il giovane ne diventa l'amante e ciò scatena la guerra con la moglie. Questa situazione paradigmatica si sviluppa però secondo dinamiche impreviste, che portano al riconoscimento della fondamentale serietà vocazionale del giovane e illumina il senso del fare teatro . Donde il suo vero inizio: scena prima.
26.10.14
 

Short Theatre 2011- Quartieri dell'Arte¬“Il tempo libero"


Teatro India 15 settembre 2011 Quartieri dell'Arte - Il tempo libero. Serie teatrale di Gian Maria Cervo. Episodi 1, 2 e 3 - con Vito Mancusi, Federico Tolardo, regia Carlo Fineschi, disegno luci Marco Palmieri, aiuto regia Sara Allegrucci, Festival "Quartieri dell'Arte" e Nutrimenti Terrestri. La serie teatrale "Il tempo libero" creata e scritta da Gian Maria Cervo (che è stato autore in residenza con Roland Schimmelpfennig e Dejan Dukovski alla Deutsches Schauspielhaus, il teatro nazionale di Amburgo) e diretta in Italia da Carlo Fineschi racconta di incontri che si svolgono nell'atmosfera chiaroscurale della nostra economia, a partire dal fallimento della Lehman Brothers, e mette insieme farsa arrabbiata e dialoghi filosofici. Il primo episodio del progetto è stato già proposto con successo allo Schauspiel Essen, in Germania (dove ha avuto la sua prima assoluta nel 2008) e al Teatro Palladium di Roma nel 2009. Il secondo episodio è stato proposto in prima assoluta (assieme al primo) come evento di apertura della stagione del teatro Gunagu di Bratislava (è stato diretto dal noto drammaturgo e regista slovacco Viliam Klimacek ed è andato in scena dal settembre 2010 al gennaio 2011) prima di fare il suo debutto col cast italiano, composto da Vito Mancusi e Federico Tolardo, all'Olimpico di Roma."All'inizio volevo creare una specie di paesaggio del precariato, volevo mettere in campo tutte le forze che hanno generato il precariato" dice Gian Maria Cervo "ma poi il principio di trasversalità  che vige in teatro mi ha spinto a rinunciare a un testo con tanti personaggi e a concentrarmi sull'immagine più piccola che mi venisse in mente per trattare il tema dell'economia dei nostri giorni. Quest'immagine è quella dell'incontro all'interno di una stanza tra Adamo ricercatore precario, trasferitosi nel Bacino della Ruhr, che studia la materia oscura e l'energia oscura (che per lui sono "il sostituto più interessante di quella convenzione consunta che si chiama dio") e Federico, giovane italiano che fa la marchetta ad Amsterdam ( "quindi tu studi il tempo, la natura del tempo" chiede Federico, "Beh, più o meno" risponde Adamo). Ovviamente sia il carattere seriale della scrittura che l'idea di creare una situazione naturalistica in cui si potesse parlare anche di arte, economia e fundraising, cioè di come tirare su dei soldi per l'arte e la ricerca in quest'epoca di crisi, hanno posto le sfide più interessanti artisticamente: integrare teatro psicologico e teatro postdrammatico e mettere insieme sviluppo orizzontale e sviluppo verticale dei personaggi. La cosa interessante è che devi fare sia il drammaturgo che il curatore." http://www.shorttheatre.org
26.10.14
 

Tesorino, perchè hai perso?


"Teatro Furio Camillo 23 - 27 Marzo 2011 'Tesorino, perchè hai perso?' una composizione di Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman, Serge Cartellier, Claire Guerrier, Saskia Mees, regia: Claire Guerrier, performer: Cecilia Bertoni, Serge Cartellier, suono e musica: Carl G. Beukman, disegno luci: Pierre Montessuit, scene e costumi: Cecilia Bertoni, Claire Guerrier, video: Claire Guerrier, audio e luci: Luca Telleschi e Paolo Morelli, ufficio stampa: Giovanna Mazzarella, una produzione Associazione Culturale Dello Scompiglio a cura di Michela Giovannelli. www.delloscompiglio.org La performance si compone intorno all'assurdità  ironica del vincere e del perdere, come l'uno o l'altro condizionino esageratamente la stima che abbiamo di noi stessi e l'idea del successo nella nostra cultura. Riprese video Marco di Campli, montaggio Isabella Benedetti per l'archivio dell'Ass. Cult. Beat 72."
26.10.14
 

Le Voci Sonanti


"performance vocale di e con Antonio Amendola Meta-Teatro 16 dicembre 2010 Roma"
26.10.14
 

BROADWAY night


COLOSSEO NUOVO TEATRO 12 DICEMBRE 2010 "BROADWAY night" Michael Parks Masterson voce, John Ferguson piano in concert. Patrocinato dall'ambasciata Americana,dalla Regione, dall'Arcigay.
26.10.14
 

Cani che abbaiano alla luna


Benevento 2000 "CANI CHE ABBAIANO ALLA LUNA" www.roccomilitano.it. Di Tommaso D'Elia e Rocco Militano. Regia di Tommaso D'Elia. Con Rocco Militano e la partecipazione di Maria Teresa Di Clemente. Diapositive Elena Caronia - Scene Carlo Canè. Lo spettacolo è un contributo al tema mafia e memoria. Un mix di cronaca e teatro, dove si narrano quattro storie che rappresentano fatti e personaggi emblemi della storia della mafia, delle lotte contro di essa e dei rapporti internazionali che hanno soprasseduto a questa vicenda dal dopoguerra ad oggi. Primo racconto: "Ninni Cassarà" Secondo rocconto: "Il foulard di Lucky Luciano" Terzo racconto: "La strage di Villalba" Quarto racconto: "Gli uccell che cantano"
26.10.14
 

ANNA CAPPELLI


Teatro Colosseo dicembre 2004 "ANNA CAPPELLI" di Annibale Ruccello, regia Mario Mattia Giorgetti, con Donatella Liotta. Compagnia/Produzione: Centro Attori - La Contemporanea. L'opera è inserita nella rassegna "Faccia a faccia con .. umane follie" progetto teatrale drammaturgia contemporanea. Si tratta di un monologo in forma di dialogo; è la storia di una giovane donna di Orvieto che si trasferisce a Latina in subaffitto perchè ha bisogno di lavorare. La rabbia eccessiva che prova per il fatto che una sua sorella rimasta in casa si prenda, col consenso dei genitori, la sua amata cameretta lasciata libera non è che un sintomo del suo profondo malessere esistenziale. La padrona di casa insopportabile con i suoi gattacci puzzolenti, la governate anziana dell'uomo a cui si accompagna che è peggio di una suocera, infine l'uomo stesso che dopo due anni di convivenza intende abbandonarla, trasformano quel malessere in un vero e proprio sconvolgimento mentale della protagonista. A quel punto il desiderio del possesso e della riappropriazione dell'uomo e della casa di lui porteranno Anna al concepimento di un mostruoso progetto. Donatella Liotta, interprete ben diretta, generosa e convincente del personaggio di Anna, è una brava attrice che ha avuto modo di farsi conoscere in questi ultimi anni partecipando a diversi eventi teatrali italiani ( un amore infelice, sogno di una notte di mezza estate, donne al parlamento, il mercante di venezia, le vespe). Il regista è lo stesso curatore della rassegna, Mario Mattia Giorgetti, regista, docente, giornalista, direttore della rivista SIPARIO. Annibale Ruccello nasce nel 1955 a Castellammare e si laurea in filosofia a Napoli con una tesi in Antropologia culturale. Studioso delle tradizioni popolari, della cultura e della lingua napoletana, attore, regista e produttore, forma la sua compagnia teatrale "II Carro" alla fine degli anni Settanta. Annibale Ruccello è stato fra i protagonisti di una fervida stagione di rinascita e di rinnovamento della drammaturgia italiana che lo ha visto affacciarsi sulla scena alla soglia degli anni ottanta. Un'intensa attività  stroncata da un tragico incidente d'auto a soli trent'anni (12 dicembre 1986). Ruccello si era formato con studi di antropologia seguendo il lavoro di ricerca di Roberto De Simone, di cui fu assistente per "La Gatta Cenerentola"; e questa base antropologica, unita al desiderio di "raccontare delle storie", come diceva, segnata dagli echi delle fiabe contadine e da una forte componente autobiografica inscritta nella Napoli periferica, l'ex paradiso rappresentato dalla oggi degradata zona costiera vesuviana, costituiscono il nucleo della sua opera che supera l'iper-realismo ed il rischio della retorica usando lo sberleffo, l'arma del grottesco e del surreale. Del 1980 è il suo primo testo "Le cinque rose di Jennifer", nel1982 "Notturno di donna con ospiti", quindi "Weekend" nell'1983, "Ferdinando" nell'1984, e nell'1986 "Anna Cappelli" e la serie di monologhi riuniti sotto il titolo di "Mamma-Piccole tragedie minimali". 'Le storie che racconto riguardano sempre e soltanto gente banale, comunissima, possibilmente incline a diventare patetica, straziante. Ma per una sorta di terrore a nutrire o a destare pietà  mi piace coglierla in un momento estremo della loro esistenza, quando a prescindere dalle loro stesse intenzioni questi personaggi sono costretti a compiere una scelta importante, un gesto eroico o atroce. Per cui si trasformano in personaggi grotteschi o mostruosi, spesso odiosi e insopportabili, comunque sempre meglio che pietosi. E mi piacciono quanto più sono ai margini, relegati, ma non in maniera vistosa (come barboni, criminali e pazzi) bensì in maniera sottile, indistinta. Ed infatti vivono in quartieri della cultura metropolitana, in provincia, sepolti nella periferia'. Annibale Ruccello. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72.
26.10.14
 

Privacy


"Intimità, discrezione, ma se vogliamo anche segretezza, individualismo, egoismo. Per molto tempo gli uomini l'hanno difesa con le unghie e con i denti, la loro privacy, ma oggi forse suona come un atteggiamento che fa parte di un mondo passato, oggi si avverte il bisogno di un'apertura mentale verso gli altri, verso le diversità  degli altri. Un patrimonio che il mondo ci regala ogni giorno. Privacy è l'undicesimo copione che scrivo per il teatro, ma è il copione che avrei voluto sempre saper scrivere. E' (una commedia, un dramma) sul tempo, cioè sul destino degli uomini, una specie di Saga raccolta tra poche mura, narrata sotto forma di giallo, perchè credo che la vita che tutti viviamo si possa definire un giallo, un murder-mistery di cui per molto tempo (talvolta per sempre) ignoriamo il colpevole. Avevo scritto anche prima qualcosa che si avvicinava a questi temi, Primavere su primavere ad esempio, o Cinque, ma qui la forma mi sembra messa più a fuoco nella direzione che cercavo. Mi sono sforzato di scrivere qualcosa che non presentasse unità  di tempo, di luogo, nè tantomeno di azione. In fondo Privacy sono più copioni in uno, dove ciascuno dei personaggi è portatore di un proprio intreccio che urta contro quello degli altri e dove il procedere del racconto è spesso allusivo, associativo. Devo dire che scrivere ponendosi dei limiti così precisi e crudeli è stato faticoso ma entusiasmante; anche perchè sentivo sempre di più che chi scriveva doveva rassegnarsi a guardare in faccia i propri limiti, quelli innati e quelli che da solo si è messo, perchè Privacy era appunto una storia sui limiti. I personaggi infatti (anche stavolta cinque) dovevano comunicare una profonda ignoranza di sè, che è un pò il problema che più ci tormenta, ovvero l'incapacità  di definirsi nello spazio e nel tempo, di assumere una precisa identità, di sapere chi si è, quanto grandi o quanto piccoli. Vogliamo illuderci di vivere in un unico, chiaro ambito e non vogliamo sentir parlare del fatto che per ognuno di noi gli ambiti della vita sono molti di più, forse infiniti. Siamo troppo abituati a un modo di vivere passato e fatichiamo ad accettare di essere tanti in uno solo... Uomini, insomma, che non possono far altro che vivere in un modo vecchio per difendersi dal nuovo. ""E' arduo immaginare che in uno stesso testo di teatro coesistano la solitudine di un intellettuale, la vocazione a restar plagiati, il mistero di una vergine incinta, la messa in crisi di un borghese, e la stupefatta agnizione di un orfano, dovendo poi tener conto, come se non bastasse, anche di un omicidio, e di uno stupro camuffato, di estasi ignoranti, di incubi paranormali... Sembra un feuilleton postmoderno, ma Privacy è una bellissima metafora dei destini disgiunti di tutti noi..."" Rodolfo di Giammarco ""La Repubblica"" ""Il dato romanzesco della vicenda col suo lato quasi giallo e i suoi incastri abilmente montati... Il gioco dei comportamenti dovuti agli inganni delle apparenze, all'ambiguità  del reale come ognuno lo vive, così da basare le proprie sicurezze su una serie di cose non capite e non conosciute, o addirittura non credute... ne esce una prova alta di mestiere, da parte dell'autore come degli interpreti"" Paolo Petroni ""Il Corriere della Sera"" ""Privacy indaga il mistero dell'essere in vita e dell'essere per la morte (usando un'espressione di Heidegger)... suggerisce un significato alchemico, un sottofondo sacro, evoca santità  metafisiche, destini scritti nell'altrove... Una storia tinta di giallo, attraversata con un taglio tutto cinematografico... la scena consiste infatti di una piattaforma circolare divisa in tre spicchi, che vengono ""inquadrati"" senza una ritmica precisa, vagando dal passato al futuro... lancia domande, che naturalmente rimangono senza risposta."
26.10.14
 

Optico


Optico di collettivo Anagrama Liberamente ispirato a un esercizio per la classe di pittura di Wassily Kandinsky alla Bauhaus School. 1924 di e con Marta Capitani, Miranda Secondari, Simona Zaccagno Suono live: Adam Bourke Luci: Vincenzo Schino Optico è un lavoro ibrido fra il risuonare di forme-colori dell'astratto e l'umanizzarsi di figure-corpi. Optico è un materiale aperto a molteplici letture, molteplici sguardi, una materia sempre diversa. La coreografia è l'arte di dare limiti talmente forti al corpo da indurlo al movimento. Movimento puro, privo di significato. L'esperienza di attribuzione di senso passa per l'occhio dello spettatore. È un'illusione, un processo Optico. È assimilabile a quel che accade quando si guardano le nuvole e vi si vedono forme.
26.10.14
 

VISIONE - Giuseppe Zimmardi


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VISIONE

video di

Giuseppe Zimmardi

Palermo 2012
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26.10.14
 

In effigie


IN EFFIGIE di Elvira Frosini, con Giada Oliva
26.10.14
 
 
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