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Popolo bue

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Villa Mercede 5 Luglio 2014 POPOLO BUE
Di Francesco Pompilio – Angelo Libri – Flaminia Chizzola
con Francesco Pompilio
Regia di Francesco Pompilio
Una storia semplice che diventa assioma di un attualità sempre più assurda.
Gli animali che vivono nella fattoria di Jones sono schiavi degli uomini, senza alcun diritto. Spinti dall’ennesimo sopruso e ispirati dal sogno del Vecchio Maggiore, si ribellano e diventano padroni, costringendo alla fuga l’uomo sfruttatore. I maiali Napoleon e Palla di Neve li guidano alla vittoria. Ma una volta al potere gli animali si accorgono che è più facile rovesciare un regime oppressore che vivere da esseri liberi.
5.9.14
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Bruciata….Vive!

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Una donna racconta la sua vita. Supera il pudore che viene da millenni di vissuto in un villaggio che è tutto il suo mondo, come lo è stato quello di sua madre, quello di sua nonna, senza futuro che non sia identico, ritmato dalla condizione femminile. Racconta la sua vita perché altre donne possano, anche solo, pensare ad altro dalla loro condizione di donna come jattura! Dentro ogni parola c’è dolore, rassegnazione, sottomissione, perché così è, e non potrebbe essere altrimenti in una vita dominata dal genere maschile, in un mondo dove “una pecora ha più valore di una figlia femmina”. Il mezzo usato per il racconto, lacerante per chi lo ha vissuto e lo rivive, è il medium televisivo, unico capace di raggiungere contemporaneamente, le orecchie, e le coscienze, di milioni di persone. Lo spettacolo mette in scena l’indifferenza, l’allontanamento, per mancanza di prossimità, della realtà dal mezzo stesso e dalle parole. La televisione ci ha abituati al racconto dell’orrore in diretta. Scene di guerra e di guerriglia, uccisioni e morte in diretta, corpi che sussultano negli ultimi singulti di vita e che equipariamo, mentalmente, alle morti simulate dei tanti film; “non avere paura, il sangue è pomodoro”! la realtà è diversa; il padre che piange 5 piccoli figli uccisi da una bomba intelligente è una notizia, non siamo noi, non ci è vicino, non ci appartiene, non ci sfiora e, comunque, abbiamo la possibilità, nel momento in cui la coscienza incomincia a farsi sentire, nel momento in cui iniziamo, pericolosamente, a pensare all’identificazione con quel padre, semplicemente premendo un bottone, di cambiare canale, di guardare altro. L’alibi è che “la vita è già difficile da vivere normalmente, se ci mettiamo anche la coscienza, allora…”, e la vita ci costringe a scelte continue, e spesso scegliamo la via più facile; ci lasciamo prendere dagli eventi immediati, che ci coinvolgono intimamente, determinando una scala di valori che ha come unità di misura noi stessi. Due eventi in scena, che a volte coincidono senza potere esprimere la stessa emozione, una vita ordinaria e una morte straordinaria; una libertà di scelta che è una condanna a morte contrapposta ad una libertà di scelta che è fuga dall’emozione, che è normalità, banale ma rassicurante, disimpegnata. Anche lo spettatore può scegliere se rivivere parole cariche di botte, sangue, fuoco, amore, orrore, o abbandonarsi alla normalità rassicurante della vita piatta, senza sorprese, il conto alla rovescia in attesa che si spenga la luce. Definitivamente. Ridere all’esibizione di una intimità che è la norma, rassicurante; di una intimità che non si mostra, ma proprio per questo è più intima.
5.9.14
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DAILY MIRROR

CONCEPT: Uno dei topos fondamentali dell'esistenza umana è il dolore: nascita, vita, amore, morte, sono costantemente accompagnati dalla sofferenza, condimento crudele ed essenziale. L’uomo, per cercare di difendersi, la anestetizza confrontandola e dissacrandola con quella degli altri. Per secoli, fino alla rivoluzione industriale, la diffusione delle notizie era basata sulla tradizione orale del pettegolezzo, voci indiscrete e sussurrate catturavano attenzione e stupore, raccontando i "fatti" degli altri. Con l'avvento dell'industrializzazione e delle tecnologie, dalla carta stampata in poi, il pettegolezzo ha assunto dimensioni sempre maggiori fino a superare i confini delle nazioni e dei continenti. I mass media oltre a dare informazioni, per garantirsi tiratura, audience o visualizzazioni, hanno istituito una sorta di gara alla ricerca di ciò che fa "più notizia", del dolore più grande, della sofferenza più crudele, fino alla spettacolarizzazione del dolore che, se da un lato enfatizza per attirare l'attenzione, dall'altro, inflaziona la società di immagini crudeli e cruente, abituando il fruitore a convivere e a sminuire la gravità della sofferenza. Daily Mirror nasce dall’esigenza di raccontare questa realtà, mettendo in scena la totale assenza di pudore della società odierna nel mercificare le peggiori forme di crudeltà. Ogni danzatore ha un suo linguaggio, un suo movimento e una sua individualità. Come l’essere umano viene modificato dal potere della comunicazione, così il danzatore modifica se stesso e gli altri a causa di un sistema esterno che lo condiziona e lo plasma, rappresentando, nell'intensità dei gesti, la violenza, l’abbandono, la discriminazione, il bullismo, la volgarità e la pornografia dei sentimenti. Nell'epilogo, un sogno di redenzione, l'utopia di riappropriarsi dell'intimità e della dignità dei sentimenti, lascia allo spettatore una possibilità di salvezza. INTERPRETI: Christian Consalvo, Jessica Aiello, Rossella Piro, Giorgia Varano, Carlotta Sibilla, Annalisa Vancini, Michael Perchinunno. MUSIC EDITOR: Christian Consalvo REGIA E COREOGRAFIA: Nicolò Abbattista
5.9.14
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L'ultimo brindisi

5.9.14
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Duo d'autore

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‘La coreografia è quello che ci rappresenta, è il nostro linguaggio per poterci esprimere; non importa in quale direzione vada o che contaminazioni prenda, l’unico scopo che ha, è di raccontare qualcosa a delle persone, di fargli svuotare la mente in quel frangente di tempo in cui si materializza, lasciando alla fine una scia di sensazioni che ti rimangono dentro’. “Duo D’Autore” parte da questo punto, presentando “Unico Atto” ed “Equilibrio Instabile”, due pièce in cui la prima usa un linguaggio più contaminato, partendo dalla danza sino ad arrivare alla recitazione, nella seconda la danza né fa sempre da padrona, ma la carica di espressività che viene usata è fondamentale per delineare ciò che si vuole raccontare. “UNICO ATTO” Pensare, agire, creare, sperimentare, osare, porsi di fronte ai propri limiti, alle proprie debolezze o farci scudo delle nostre certezze che in qualsiasi momento possono cadere. Il lavoro di chi usa lo studio nel movimento del corpo come proprio modo di raccontare una storia, è quello di doverlo far combaciare con la mente, facendoli viaggiare sulla stessa linea, cercando di esprimere a pieno le emozioni che si vogliono far arrivare al pubblico. La particolarità di questa tipologia di ricerca è il non avere limiti, sia mentali che fisici; la fortuna di poter usufruire di ogni parte del nostro corpo creando movimenti che possono intrecciarsi con altri o di altri, impiegando anche la dimensionalità che ci avvolge; ci può far capire di quanti contesti si formano davanti ai nostri occhi, complessi di elementi della realtà in cui si trovano una o più persone che fanno nascere dal nulla una rappresentazione che ha il compito di colpire, meraviglare l'osservatore. Ed eccoci qui, in una stanza con uno specchio che ci riflette con tutti i nostri pregi ed i nostri difetti, che ci aiuta a perfezionare o a distruggere le nostre fantasie, le nostre idee, ma che ci propone sempre la parte superficiale di noi; e qui entra in gioco la nostra parte emozionale derivante dal nostro cuore, dalla nosra anima, dalla nostra voglia di esprimere un "qualcosa" che possa diventera "qualcosa d'importante", racchiuso in un UNICO ATTO. “EQUILIBRIO INSTABILE” Rumori, voci, mille parole, è quello che un giorno ho iniziato a sentire e così camminando lungo la mia “strada” ho iniziato a percepire facce, immagini e di conseguenza ne sono seguiti incontri casuali....o forse no. Ho iniziato ad avvicinarmi a una persona piuttosto che ad un'altra , per caso o forse per necessità; quella necessità inconscia di raggiungere il mio EQUILIBRIO e così mi sono reso conto che ogni persona che entrava ed usciva dal mio cammino portava con sé il suo passato, la sua storia che andava ad intersecarsi con la mia ed era capace di rassicurarmi, sconvolgermi ed alcune volte di rendermi INSTABILE. Adesso tutto mi sfreccia accanto, mi passa attraverso, mi scuote la vita ; sogni, desideri, realtà passioni e sentimenti. Tutto quello che c’è stato, c’è ancora, ma in un modo diverso, tutto stava assumendo colori diversi, forme nuove. Tutto sembra, o forse, è diverso. Ho trovato il mio equilibrio utopico, la mia instabile realtà o forse solamente un rassicurante disequilibrio. L’idea prende spunto dalla vita reale, dagli incontri che si possono creare tra le persone nel quotidiano, dalle interazioni che nascono tra di esse e dagli equilibri e disequilibri che inevitabilmente si creano. Come la vita, anche la coreografia ti propone varie strade da percorrere ed è da questo concetto che i coreografi hanno sviluppato la loro regia.
5.9.14
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Il posto delle patate

5.9.14
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I'm not a saint

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con Anna Sala Sara Gobbini Vincenzo Paladino Non siamo dei santi. Siamo esseri umani. Vittime sacrificali del destino o semplicemente delle azioni che compiamo? Siamo esseri umani affannati che corrono e si rincorrono; volano e precipitano. Siamo alla ricerca della bellezza. Crediamo in ciò che di diverso c’è all’infuori della nostra routine quotidiana. Certi che saremo esseri umani diversi. Scopriamo la verità: non è così. Cosa rimane? Rimane l’arte. Rimangono gli incontri: di donne e di uomini. Rimangono le passioni. Rimangono i tentativi di farsi strada nel mondo. Rimane la freschezza di un bicchiere d’acqua. Rimangono le parole di consolazione e di sostegno. Rimangono le canzoni struggenti. Rimane il calore luminoso di una candela. Questo è l’essere umani.. Non siamo dei santi. Non cerchiamo il paradiso in terra. Siamo esseri umani alla ricerca di piccole istantanee di umanità che saremo riusciti a strappare alla vita
5.9.14
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Viaggio InVerso

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di Rosi Giordano - Mixage da “Il Marinaio” di Fernando Pessoa e del racconto poetico “Il colore di Bianca” di Maria Enrica Prignani Interpreti Giulia Bornacin Enrico Epifani Maria Enrica Prignani Percussioni e voce Michele Albini Costumi a cura di Giulia Bornacin Luci di Michele Favorito Regia e Spazio di Rosi Giordano Spettacolarizzazione di un viaggio nella nebbia Viaggio inVerso è frutto della rivisitazione e rielaborazione di parole, pensieri e suggestioni di due testi,“Il Marinaio” di Fernando Pessoa e “Il colore di Bianca”, di Maria Enrica Prignani “Il Marinaio” di Fernando Pessoa è un'opera di particolare contenuto poetico in cui tre donne si confrontano smarrite con un passato probabilmente mai vissuto, i loro dialoghi, mentre vegliano una quarta donna defunta, appaiono come un intreccio senza fine di realtà, sogni e ricordi. Il racconto “Il colore di Bianca”, di Maria Enrica Prignani estrae dal testo di Pessoa la defunta che le tre sorelle vegliano, proponendola come rediviva, essenza del sogno e del ricordo, Bianca apre e traccia strade alle suggestioni. Vera è frutto della riscrittura testuale, cerca di razionalizzare il percorso che attraversa desiderosa di non essere conseguenza di un'idea, di un bisogno, di un sogno ma semplice realtà...Il terzo personaggio è la personificazione del marinaio del testo di Pessoa di cui raccontano le tre sorelle, il naufrago che desideroso di riprendersi i ricordi primigeni, dopo averne inventati di nuovi per non soffrire della perdita del proprio mondo, si rende conto di non essere in grado di ricordarli e sparisce... ed è allora che lo immaginiamo come Ruah, nell'intento di riproporre ancora e ancora, in un altro luogo e in uno spazio altro, il suo immaginifico racconto. Nella riscrittura viene tratteggiato come intento a cercare . Egli è vento e scopre lo spazio attraverso il movimento, una sorta di preparazione “pico-fisica” per rivivere il suo viaggio nell'immaginazione, efficace e unico antidoto alla sofferenza per la perdita del suo mondo. Tutti e tre i personaggi vivono come in un territorio invaso da nebbia, si incontrano e si confrontano, rimanendo strettamente legati alla loro identità e percezioni nonostante i diversi momenti di condivisione ...il luogo in cui vivono è un non luogo dove ognuno di loro formalizza la propria essenza attraverso la diversità dagli altri due personaggi. Sarà la concreta Vera a dare un limite al viaggio inverso nel sogno e nell'immaginazione in cui l'hanno trascinata l'inconsistenza di Bianca e la leggerezza di Ruah e utilizza proprio le parole del testo di Pessoa per concludere con ..No, non ci credo! La traccia sonora, vocale e percussiva, una sorta di quarta voce, immerge nel percorso con un contenuto asciutto ma ricco in ritmi rafforzando l'aspetto del percepire, la vogliamo immaginare come un fluido che tutto attraversa, conquista e riassetta. Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Keiros di Roma nella stagione Teatrale 2013/2014 a Marzo.
5.9.14
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Carne 'e maciello

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Collettivo Acca Teatro, con testi e regia di Carmine Califano
5.9.14
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Invidiatemi come io invidio voi

Sansepolcro (AR) Auditorium di Santa Chiara 26 Luglio 2014 Kilowatt Festival
INVIDIATEMI COME IO HO INVIDIATO VOI
scritto e diretto da / written and directed by Tindaro Granata
con / with Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Paolo Li Volsi, Bianca Pesce, Francesca Porrini, Giorgia Senesi
voce registrata/recorded voice Elena Arcuri
assistente alla regia / assistant to the director Agostino Riola
scene e costumi / designer and costumes Eliana Borgonovo
disegno luci / lighting designer Matteo Crespi
elaborazioni musicali / sound designer & music Marcello Gori
organizzazione e distribuzione / organization and promotion Paola Binetti
produzione / production BIBOteatro & Proxima Res
Un racconto ispirato a un vero episodio di pedofilia, che nella realtà è successo tra Città di Castello e Sansepolcro.
Tutto è nascosto dietro a cose non dette, a cose che non si vogliono vedere e a sensazioni alle quali non ci si permette di dare voce. É un’analisi “emotiva” della micro società che potrebbe essere quella del proprio vicino di casa, o addirittura la nostra, senza che ce ne rendiamo conto.
Nato a Tindari (ME), il suo percorso teatrale inizia nel 2002 con Massimo Ranieri nella messa in scena dello spettacolo Pulcinella, diretto da Maurizio Scaparro. Con Carmelo Rifici lavora in diversi spettacoli: Il nemico, Il gatto con gli stivali, La testa del profeta, Ippolito portatore di corone di Euripide, Buio, Giulio Cesare. Nel 2011 scrive, dirige e interpreta Antropolaroid, monologo sulla storia della sua famiglia con il quale vince il Premio della Critica dell’Associazione Nazionale Critici Teatrali. Nel 2012 ottiene il Premio Fersen in qualità di Attore Creativo.
www.biboteatro.it
www.proximares.it
5.9.14
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Un'altra Roma - Piccolo omaggio alla Roma ribelle

CONVERGENZE URBANE 2014
 PARCO DEL TORRIONE PRENESTINO Roma 9 Agosto 2014
Shot/Reading un programma estivo a cura di BARTOLINI/BARONIO
UN’ALTRA ROMA
 – PICCOLO OMAGGIO ALLA ROMA RIBELLE
letture e canzoni a partire dal libro “Guida alla Roma ribelle” con Tamara Bartolini e Michele Baronio (interpreti che operano e vivono al Pigneto)
5.9.14
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La dans des amants

Sansepolcro (AR) Giardino del Teatro alla Misericordia 25 Luglio 2014 Kilowatt Festival
 LA DANSE DES AMANTS
scritto e diretto da / written and directed by Sara Sole Notarbartolo
training e studi sul movimento / movement training Marina Rippa
con / with Antonella Abys, Emiliana Bassolino, Rosaria Bisceglia, Andrea de Goyzueta, Marco Fandelli, Roberta Misticone,Marco Palumbo, Peppe Papa, Milena Pugliese, Fabio Rossi, Emanuele Valenti, Chiara Vitiello
costumi / costumes Gina Oliva
organizzazione / organization Paola Boccanfuso
assistente alla regia / assistant to the director Irene Vecchia, Marco Serra
in collaborazione con / in collaboration with L’Asilo
produzione esecutiva / executive production Magazzini di Fine Millennio
La danse des amants racconta la festa d’estate nel paese di Mirnastorno, nel 1900 e qualcosa. La sera della festa, la passione fa emergere tutto ciò che non si deve dire né sapere e l’amore, in tutte le sue forme, diventa il catalizzatore del bene e del male. Noi tutti, come gli abitanti di Mirnastorno, continuiamo a danzare, qualsiasi cosa accada.
Taverna Est nasce nel 2004 a Napoli per la direzione artistica di Sara Sole Notarbartolo. Vincitrice di diversi premi nazionali (Premio Generazione Scenario, Premio ETI Nuove Creatività) ed europei (Face à face – parole d’Italia per le scene di Francia), ha collaborato con produzioni e con strutture quali Il Teatro Stabile di Napoli, il Mostar Intercultural Festival, La Friche di Marsiglia, il Festival Primavera dei Teatri, il Theatre de la Ville a Parigi.
teatrotaverna.blogspot.com
5.9.14
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et nos cedamus amori

Sansepolcro (AR) CasermArcheologica 26 Luglio 2014 Kilowatt Festival “et nos cedamus amori”, READING MULTIMEDIALE di Paola Turroni, Giancarlo Marcali, con il chitarrista Carlo Monti. Parole, musica e immagini per un reading multimediale di grande intensità emotiva.
5.9.14
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Trio con bandiera

Sansepolcro (AR) Teatro alla Misericordia 26 Luglio 2014 Kilowatt Festival
 TRIO CON BANDIERA
coreografia, regia e danza / concept, choreographers and performers Ramona Caia, Jacopo Jenna, Giulia Mureddu
musiche / sound designer Spartaco Cortesi
luci / lighting designer Roland van Ulden
consulenza drammaturgica / dramaturg Carlo Cuppini
organizzazione / organization Luisa Zuffo
produzione / production SpazioK_Kinkaleri
con il supporto di / supported by Il Vivaio del Malcantone
durata / lenght 40’
Una frase ritmica di un minuto e trenta secondi è il modulo su cui si compone la prima parte del lavoro. Fino a quando le disposizioni che caratterizzano ogni variazione non iniziano a prevedere anche la smagliatura, la pausa, il venire meno della compattezza, l’entropia della forma.
Cani è un gruppo di ricerca coreografica nato nel 2012 dall’incontro di Ramona Caia, Giulia Mureddu e Jacopo Jenna, tre artisti portatori di esperienze diverse nell’ambito della danza contemporanea, accomunati dal desiderio di attuare un approccio radicale alla creazione e ai linguaggi del corpo e della scena.
www.caniweb.it
5.9.14
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Strumenti per una nuova drammaturgia

Sansepolcro (AR) Palazzo delle Laudi 22 Luglio 2014 Kilowatt Festival INCONTRI ALL’APERITIVO “STRUMENTI PER UNA NUOVA DRAMMATURGIA” Il progetto NDN”. Partecipano Gabriele Vacis, Roberta Nicolai, Davide D’Antonio.
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Trovata una sega

5.9.14
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TANGOS ! Tanti stili un’unica Arte

Teatro Vascello 21 Luglio 2014 “TANGOS ! Tanti stili un’unica Arte”
Coreografie: Lucila Cionci e Rodrigo “Joe” Corbata
Musica dal vivo di autori vari
Luci: Stefano Dinarello (dentro e fuori)
Interpreti: Lucila Cionci, Rodrigo “Joe” Corbata, Santiago e Erna Giachello, Simone Facchini, Gioia Abballe, Eloy Souto, Laura Elizondo HYPERION ENSEMBLE: Josè Luis Betancor, Valerio Giannarelli, Nicola Toscano, Bruno Fiorentini, Guido Bottaro, Danilo Grandi - canta Ruben Peloni
Lo spettacolo, in esclusiva per Invito alla Danza, esplora il mondo del tango evidenziando i diversi stili e generi che lo hanno caratterizzato nel tempo. La performance, partendo dall’eleganza del Tango Salon, accompagnato dai classici della musica degli anni ’40, giunge al Tango Milonguero e al Tango Nuevo degli anni ’90. Nella serata, che propone a tutto tondo l’universo tanguero, non poteva mancare la Milonga, ovvero l’antesignana del tango che anticamente veniva ballata fra uomini. Data la particolarità dello spettacolo, la scelta degli interpreti è stata realizzata a seconda degli stili da rappresentare. Lucila Cionci e Rodrigo “Joe” Corbata, si dedicano con successo ai vari stili di tango con particolare riferimento ai classici degli anni ’40, così come Eloy Souto e Laura Elizondo si dedicano al tango contemporaneo. Si prosegue con il tango milonguero dei giovanissimi Simone Facchini e Gioia Abballe, campioni europei e finalisti al Campionato Mondiale di Tango a Buenos Aires. Si conclude questa panoramica con il fascino irresistibile del folclore espresso dalla Murga e la Milonga interpretata con eleganza e rigore tecnico da Santiago e Erna Giachello. La bella musica dell’Hyperion Ensemble e il canto struggente dell’argentino Ruben Peloni, completano questa esclusiva serata.
5.9.14
 

Madame Céline o il ballo della malora

Giardini della Filarmonica 1 agosto 2014
MADAME CÉLINE O IL BALLO DELLA MALORA
Compagnia Massimo Verdastro presenta Francesca Benedetti in Madame Céline o il ballo della malora
Lucette Almanzor e Luis-Ferdinand Céline: un amore in guerra
progetto drammaturgico di Luca Scarlini
dall’opera di Luis Ferdinand Céline
regia di Massimo Verdastro
Luis Ferdinand Céline era ossessionato dalle ballerine, dalle danzatrici, scriveva libretti per la danza, che nessuno avrebbe mai rappresentato. Anche nel cuore delle sue avventure più estreme, nella Prima Guerra Mondiale, in Africa nel cuore delle epidemie, nella disgrazia della fine del mondo hitleriano, in una Germania in fiamme, lo scrittore continua a elaborare sogni in tutu, visioni di bianche interpreti di Giselle e dei grani più celebri del repertorio classico. Nel 1943 Céline sposò Lucette Almanzor, interprete di danze indù e poi didatta, e con lei attraversò il disastro della fine del Reich. I due lasciarono Parigi al momento in cui gli alleati arrivarono in Normandia, lo scrittore si era esposto con gli occupanti, aveva all’attivo opere antisemite che gli avevano attirato numerosi attacchi, aveva bisogno do andarsene. La mèta era la Danimarca, raggiunta faticosamente e dove fu destinato alla prigione e alla miseria, dopo una immersione nel Crepuscolo degli Dèi hitleriano, come racconta con feroce umorismo nella sua ultima opera capitale, la Trilogia del Nord, composta da Nord, Da un castello all’Altro e Rigodon: queste opere gli resero il successo, dopo gli anni dell’esilio e dell’ostracismo. Da esse, ma anche dalla memoria di Lucette Destouches Céline segreto e da quella di Robert Poulet Il mio Céline, prende forma Madame Céline o il ballo della malora, una scrittura a due voci che narra di una unione a prova di tutto, precipitata nel disastro della Storia, nella villetta suburbana di Meudon, dove Lucette dava lezioni di danza, e Céline scriveva riepilogando la propria personale discesa agli inferi, incarnando il personaggio del rivoltoso per la cultura francese. Francesca Benedetti, grande signora del nostro tempo, si confronterà questa volta con la parola incandescente di Luis Ferdinad Céline, dando voce e corpo alla figura di Lucette: amica, compagna, amante appassionata ma anche spietato alter ego del grande scrittore Francese
5.9.14
 

Hanno tutti ragione

Padiglione Ludwig festival, Roma 6 agosto 2014
 «Hanno tutti ragione»
tratto dal testo di Paolo Sorrentino con Iaia Forte. Musiche di Pasquale Catalano eseguite da Fabrizio Romano. Elementi scenici KATIA TITOLO Aiuto regia CARLOTTA CORRADI, Disegno luci PAOLO MEGLIO.
Iaia Forte interpreta Tony Pagoda, cantante napoletano all’apice della carriera nella New York degli anni ‘50, mentre aspetta di tenere il concerto più importante della sua carriera: si esibirà al Radio City Music Hall davanti a Frank Sinatra. Ha raccontato l’attrice: «Questo cantante cocainomane, disperato e vitale, è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna. Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad un “armonia perduta”. E poi, semplicemente, il teatro è, per fortuna, un luogo dove il naturalismo può essere bandito, ed i limiti della realtà espandersi».
5.9.14
 

Maggio - Canzoni d'amore e d'arraggia

CONVERGENZE URBANE 2014 - PARCO DEL TORRIONE PRENESTINO,
Roma 23 Agosto 2014
Kanteri trio (Napoli) – Compagnia del progetto Sciapò
MAGGIO – CANZONI D’AMMORE E D’ARRAGGIA
 (concerto/spettacolo) con Ilaria Cecere (voce), Daniele La Torre (chitarra e mandolino) e Francesca Masucci (violino e viola)
5.9.14
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40.000 CM2

Sansepolcro (AR) Auditorium di Santa Chiara 24 Luglio 2014 Kilowatt Festival
40.000 CM2
di e con / by and with Claudia Catarzi
produzione / production Company Blu
con il contributo di / supported by MIBACT e / and Regione Toscana
disegno luci / lighting designer Massimiliano Calvetti
Un corpo solo, ridotto all’essenziale, che porta in scena se stesso in uno spazio limitato. Si parte dal desiderio di riscoprire cosa il corpo possa ancora restituire, con la sua incondizionata onestà, lasciando che l’idea risieda nel movimento.
Inizia la sua carriera con Micha Van Hoecke. Lavora quindi con coreografi e compagnie quali Constanza Macras (Berlino), Virgilio Sieni, Roberto Castello, Company Blu, Iztok Kovac & (Ljubljana), Làszlò Hudi (Budapest), Ambra Senatore, Yasmeen Godder (Tel Aviv), Batsheva Dance Company (Tel Aviv). Recentemente ha partecipato al cortometraggio The Towers di Peter Greenaway. Da settembre 2013 prende parte a Installationen Objekte Performances, progetto di Sasha Waltz.
www.companyblu.it
5.9.14
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All dressed up with nowhere to go

Sansepolcro (AR) Teatro alla Misericordia 23 Luglio 2014 Kilowatt Festival
ALL DRESSED UP WITH NOWHERE TO GO
di / by Giorgia Nardin
con / with Marco D’Agostin, Sara Leghissa
processo di ricerca / working in progress Amy Bell, Marco D’Agostin, Sara Leghissa, Giorgia Nardin
editing musicale e ambienti sonori / sound designer Luca Scapellato
disegno luci / lighting designer Matteo Fantoni
costumi / costumes Edda Binotto
vincitore del / winner of Premio Prospettiva Danza 2013
sviluppato come parte di / developed within ChoreoRoam Europe 2012 e di / and within B Project 2013
Una cornice vuota, un corpo maschile, un corpo femminile e un insieme di piccole azioni quotidiane strappate alla realtà e inserite in un contesto etereo, perché privato dello scorrere diacronico del tempo. Essere ben vestiti senza sapere dove si andrà: distruggere la linearità del tempo, l’inizio e la fine, la possibilità del corpo di trovare memoria del gesto.
Coreografa e performer indipendente, si forma presso la Northern School of Contemporary Dance di Leeds (UK). Il suo primo progetto come autrice avviene in collaborazione con Francesca Foscarini e Marco D’Agostin (Spic&Span). Il suo primo solo Dolly è invitato all’Italian Showcase nell’ambito del Fringe Festival 2013 di Edimburgo.
www.giorgianardin.com
5.9.14
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Un carnevale per sole e baleno

Sansepolcro (AR) Auditorium di Santa Chiara 22 Luglio 2014 Kilowatt Festival
 UN CARNEVALE PER SOLE E BALENO
scritto da / by Marco Gobetti
lettura scenica a cura di / reading curator Federica Santoro
con / with Federica Santoro, Luca Tilli
musica / music Luca Tilli – violoncello.
co-produzione / co-production Kilowatt Festival / Teatri di Vetro / Fattore K
testo vincitore del / text winner of NDN – Network Drammaturgia Nuova
durata / lenght 30’
Le maschere. La tana (un nascondiglio). Una sfilata di carnevale. Un ragazzo e una ragazza…
Una fantasia poetica intorno alla triste vicenda di due giovani legati alle proteste anti-Tav, accusati di terrorismo, che nel 1998 entrarono nelle cronache per un duplice suicidio.
Federica Santoro è attrice e regista. Dal 2010 collabora come attrice negli ultimi progetti di Lucia Calamaro: L’origine del mondo, per cui vince il premio Ubu 2012 come miglior attrice non protagonista, eDiario del tempo (2014). É inoltre regista e interprete di spettacoli tratti da testi di autori contemporanei come Thomas Bernhard ed Elfriede Jelinek.
www.facebook.com/federica.santoro3
www.marcogobetti.org
5.9.14
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Orfeo ed Euridice

Sansepolcro (AR) Auditorium di Santa Chiara 23 Luglio 2014 Kilowatt Festival
ORFEO ED EURIDICE
testo e regia / written and directed by César Brie
con / with Giacomo Ferraù e /and Giulia Viana
costumi / costumes Anna Cavaliere
musiche / music Pietro Traldi
disegno luci / lighting designer Sergio Taddo Taddei
co-produzione / co-production Teatro Presente ed Eco di Fondo
finalista / finalist at In-Box 2014
Orfeo prova a strappare la sposa Euridice dal regno dei morti con il suo canto. La forza e la poesia del mito si intrecciano con due temi controversi: l’accanimento terapeutico e l’eutanasia.
 Senza offrire risposte, lo spettacolo interroga lo spettatore sulla potenza e la grandezza del sentimento d’amore.
Eco di fondo nasce nel 2007 da Giacomo Ferraù e Giulia Viana, autori dello spettacolo Nato ieri (finalista al Premio Scenario Infanzia 2012); Giacomo Ferraù è il vincitore del Premio di Regia Fantasio Piccoli 2010. Teatro Presente, coproduttore del progetto, nasce e si forma attorno alla figura del regista César Brie, in occasione dello spettacolo Karamazov, vincitore Premio Teatro del Mundo 2013.
www.teatropresente.it
5.9.14
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Canelupo nudo

Sansepolcro (AR) Teatro alla Misericordia 21 Luglio 2014 Kilowatt Festival
CANELUPO NUDO
testo / text Rita Frongia
con / with Elisa Pol, Maurizio Lupinelli
disegno luci / lighting designer Fausto Bonvini
regia / director Claudio Morganti
co-produzione / co-production Armunia Festival Inequilibrio
con la collaborazione di / in collaboration with L’Arboreto – Teatro Dimora
omaggio a La mia bocca di cane di Werner Schwab opera inedita in Italia e tradotta da Sonia Antinori.
Un ringraziamento speciale a Federico Sanguineti per averci concesso di manipolare il suo poetare
durata / lenght 60’
Parte del progetto triennale che la compagnia ha dedicato a Werner Schwab, enfant terrible e controverso autore della drammaturgia contemporanea, lo spettacolo è un omaggio a La mia bocca di cane, l’ultimo testo di Schwab, ancora inedito in Italia, scritto dall’autore austriaco prima di morire suicida, bevendo dodici litri di vodka, la notte di Capodanno del 1994.
Nerval Teatro, fondato nel 2007 da Maurizio Lupinelli e da Elisa Pol, intreccia l’attenzione alla drammaturgia contemporanea con un percorso dedicato ai diversi aspetti del disagio, anche lavorando con attori diversamente abili. La compagnia ha messo in scena testi di Antonio Moresco, Sarah Kane, Werner Schwab e Pier Paolo Pasolini.
www.nervalteatro.it
5.9.14
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NO-NOTHING / SOMETHING

Sansepolcro (AR) Teatro alla Misericordia 22 Luglio 2014 Kilowatt Festival
NO-NOTHING / SOMETHING
di e con / by and with Martina Francone, Hrafnhildur Einarsdottir (OAC Collective)
composizione e musica dal vivo / live music Simone Tecla
immagini e live video / live video concept Roberto Masotti
controllo live video / live video control Gianluca Lo Presti
disegno luci / lighting designer Chiara Zecchi
co-produzione / co-production Fabbrica Europa
residenze creative / creative residencies Le Murate, Macao, Il Vivaio del Malcantone
Una performance multimediale liberamente ispirata a Le Metamorfosi di Ovidio. La composizione si articola in una serie di episodi in cui i linguaggi della danza, della musica dal vivo ed dell’improvvisazione video si incontrano, si sovrappongono e talvolta si mescolano. Il gruppo, composto da cinque artisti che operano in differenti discipline, si è costituito nel 2013 e da allora ha lavorato al progetto No-nothing/Something, presentato in prima assoluta al Festival Kilowatt 2014. Pur adottando una modalità di lavoro di tipo collettivo, vengono rispettate le singole individualità, con l’obiettivo di mettere in relazione tra loro le diverse arti.
www.martinafrancone.com
5.9.14
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Riccicapricci!

Scritto e interpretato da Federica Gumina Regia Paolo Orlandelli
5.9.14
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Un signore in vestaglia

Di Massimo Odierna Con Luca Mascolo, Vincenzo D’Amato, Alessandro Meringolo, Sara Putignano. Regia di Massimo Odierna Terzo classificato
5.9.14
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Amaterasu

Di e con Marianna di Muro Secondo classificato
5.9.14
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Julien Zoula

di G.M. Corso
5.9.14
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