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GINKGO, un progetto di Resilienza Artistica All’interno della programmazione di Q44 - 70° Commemorazione del Rastrellamento del Quadraro (1944-2014) il progetto Ginkgo ha disseminato in spazi sia pubblici che privati del quartiere i lavori di quattordici artisti: Paolo Assenza, Arianna Bonamore, Paolo Dore, Luca Grechi, Marta Mancini, Anahi Angela Mariotti, Tommaso Medugno, Franco Ottavianelli, Gino Piacentini, Julie Poulain, Nicola Rotiroti, Germano Serafini, Simone Tso, Daniele Villa. Un gruppo nato da incontri, amicizie e conoscenze sedimentate: la maggior parte di loro vive o ha radicato il proprio studio d’artista tra il Quadraro e Torpignattara, creando atelier condivisi come Off1c1na e Studio 54. I Ginkgo Biloba (o Ginkgo) sono alberi molto rari da incontrare in Italia quanto straordinari per le loro caratteristiche: riconosciuti come fossili viventi, unici sopravvissuti della famiglia dei Ginkgoinae, risalgono a oltre 250 milioni di anni fa, prima della comparsa dell’Uomo sulla Terra. Pressoché sconosciuti in Europa fino al XVIII secolo, in Cina e Giappone sono considerati invece da secoli alberi sacri simbolo di forza e longevità, capaci di sopravvivere nel 1945 allo scoppio della bomba atomica di Hiroshima, rigermogliando poco tempo dopo. All’interno del Quadraro ne sorgono numerosi esemplari lungo un intero viale, via dei Lentuli, che resistono al tempo e all’incuria. Partire dal Ginkgo Biloba significa cercare di confrontarsi in maniera poetica e stratificata – ma non per questo meno concreta – con il tema della Resistenza, colonna portante di Q44: una rassegna simbolo di un quartiere che da anni mantiene viva non soltanto la sua memoria, ma anche la propria ricettività culturale. La capacità del Ginkgo Biloba di sopportare eventi traumatici esterni, riadattandosi al contesto in tempi rapidi (e migliorando la propria condizione), ha portato la definizione del progetto Ginkgo verso il concetto di ‘resilienza’. Un termine denso e stratificato (con declinazioni che vanno dalla psicologia alla fisica, spaziando per l’ecologia e l’informatica) che, forse più di resistenza, riesce a racchiudere una riflessione che parte dalla memoria storica per approdare alle necessità dell’oggi, all’emergenza del quotidiano, con particolare attenzione al rapporto tra Arte e contesto urbano. Quella che potrebbe definirsi ‘attitudine resiliente’ concentra le proprie energie sul fare e sulle potenzialità delle possibili soluzioni pratiche, sul qui e ora, sulla collaborazione creativa di tutti i soggetti all’interno di una data comunità.* I lavori dei quattordici artisti coinvolti in Ginkgo – interventi estemporanei o semipermanenti che abbracciano varie definizioni: site-specific, partecipativi, community-oriented – si allacciano alla memoria storica del quartiere, alla Resistenza e in particolare intorno ai drammatici fatti del 17 aprile 1944, quando quasi mille uomini tra i 16 e i 55 anni furono catturati da alcune truppe militari tedesche e deportati nei campi di concentramento. La loro resilienza sta nella capacità di adattarsi in maniera attiva, creativa, sostenibile e concreta al territorio; ma soprattutto risiede nel loro essere frutto di un incontro, del confronto e della collaborazione con tutte le parti coinvolte, in primis con le realtà associative e gli abitanti del quartiere.
22.7.14
 

Vaga show

Villa Mercede 8 Luglio 2014 Fringe Festival 2014Il “Vaga show” è uno spettacolo tra il cabaret, l’avanspettacolo e il teatro che mette insieme i personaggi e gli sketch interpretati da Cecilia D’Amico nel corso di serate di cabaret e varietà teatrale e che sono ideati e scritti da lei stessa e dall’autrice Chiara Cucci. Fil rouge dello spettacolo è il Boss, una psicoterapeuta in carriera, durante lo svolgimento di una conferenza sulle relazioni: “relazioni umane personali e impersonali, di genere x, y o altro, nazionali e internazionali, reali o virtuali, animali, vegetali e minerali. Insomma relazioni”.
22.7.14
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Deo Gratias

Villa Mercede 7 Luglio 2014 Fringe Festival 2014 Deo Gratias
 Spazio Seme Arezzo
di Francesco Botti
Regia di Francesco Botti e Leonardo Lambruschini
Con Francesco Botti, Leonardo Lambruschini
Deo Gratias è uno spettacolo che unisce la narrazione alla danza. Tratto da un “racconto di paura” di Francesco Botti contenuto all’interno del Decameron 2013 edito per Felici Editore, è la rappresentazione di una storia misteriosa che tratta il tema della follia amorosa con un rimando specifico ai temi del tarantismo e della possessione. Misteri pagani e ricordi rimossi.
Deo Gratias è uno spettacolo dove il corpo rivive il precipizio di un’emozione fisica violenta e riporta a galla la deriva di un passato inquietante. L’incontro amoroso come scintilla ed esplosione della memoria. Francesco Botti e Leonardo Lambruschini interpretano i protagonisti come opposte parti di uno stesso sentire. I movimenti quanto le frasi tagliano l’aria fino alla rivelazione finale.
Lo spettacolo è nato in occasione del progetto Clima 01 – Percorsi di figurazione contemporanea, una co produzione Ishii production e Spazio Seme. In scena le opere di Roberto Dragoni ispirate ai Prigioni di Michelangelo Buonarroti.
22.7.14
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Bazar

Palazzo Gentili Viterbo 6 Luglio 2014 Bazar della Compagnia Stabile Assai della Casa di Reclusione di Rebibbia, scritto da Antonio Turco e diretto da Francesco Cinquemani, con la partecipazione straordinaria di Mario Zamma.
Monologhi sui percorsi di vita che si intervallano con brani di musica popolare, di blues o di musica soul, intrecci esistenziali legati alle motivazioni che hanno indotto i protagonisti a commettere azioni devianti, la difficoltà di credere in un futuro in cui è complesso il reinserimento sociale sono definiti in una opera caratterizzata da una riduzione in chiave di drammaturgia penitenziaria, come nello stile più classico della Compagnia Stabile Assai.
22.7.14
 
 
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