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MAX GERICKE


Teatro in scatola 26 Marzo 2011 "MAX GERICKE" di Manfred Karge, diretto e interpretato da Sabrina Venezia. Compagnia/Produzione: Associazione Culturale KAOS. Scene e costumi Chiara Paramatti. Perchè raccontare la storia vera di questa donna, che decide di "diventare" uomo? Per rispondere a questa domana ci si può rifare ad una dichiarazione di Margherita Hack, in occasione dell'8 marzo 2011, in cui le è stato chiesto, perchè ancora oggi è utile festeggiare la donna: 'Può essere utile perchè ce ne sono tante che stanno ancora lottando per i loro diritti e per la parità . Io credo che in questo mondo chi ha meno diritti si deve battere per averli e non aspettare che piovano dallalto. la questione sta tutta nell’educazione". Riprese video per l’archivio dell’Ass. Cult. Beat 72.
21.6.14
 

STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA (Mannagg 'a mort) - Principio Attivo Teatro


Principio Attivo Teatro con: Giuseppe Semeraro, Dario Cadei, Leone Marco Bartolo regia: Giuseppe Semeraro luci: Otto Marco Mercante scenografie: Dario Rizzello / Officine KataPelta musiche originali di Raffaele Vasquez e Leone Marco Bartolo eseguite dal vivo da L. M. Bartolo vincitore PREMIO EOLO AWARDS 2010 - migliore spettacolo di teatro ragazzi e giovani vincitore PREMIO PADOVA 2010 - festival nazionale del teatro per ragazzi finalista al Premio Scenario Infanzia 2008 INFO: http://www.myspace.com/principioattivoteatro
21.6.14
 

Caligola


Colosseo Nuovo Teatro dal 14 al 20 Febbraio 2011 "Caligola" di Albert Camus, con: Daniele Scattina, Manuela Gatti, Marco Zangardi, Gaetano Lembo, Giacomo Rosselli, Laura Monaco, Flaviano Fiocchi, Romeo Cirelli, regia Daniele Scattina. Caligola, tragedia scritta da Camus nel 1937, riprende il tema del nichilismo attraverso la nota follia dell'imperatore romano.L'imperatore Caligola è sconvolto per la morte improvvisa e prematura di Drusilla, sua sorella ed amante.Lacerato dal dolore, vaga da solo per giorni, nascondendosi a chiunque e dimenticandosi dei suoi impegni di governatore. Al suo ritorno i senatori lo riportano ai suoi doveri ( "il tesoro" ), ma Caligola va su tutte le furie: qual è l'importanza di un lavoro, anche il più alto, in un momento simile? Cos'è l'impegno civile in confronto alla totale perdita di senso della propria stessa vita? Accecato quindi dall'odio e dal rancore verso l'ingiustizia di un mondo governato dal caso ("ci vuole un giorno per fare un senatore, dieci anni per fare un buon lavoratore"), e dove oltretutto gli dei non esistono, Caligola inizia a far uccidere molte persone senza motivo e senza logica apparenti. Colpisce parenti, amici, consiglieri e senatori. Tutti devono provare la sua stessa sofferenza: è in questo modo che Caligola vuole condividere con gli altri la propria dolorosa visione del mondo. L'imperatore così alimenta il terrore nel suo regno e tra i senatori, i quali cominciano a vederlo come un pericolo; così tramano una congiura contro di lui. Ma Caligola sa, ha previsto tutto. Caligola vuole che i congiurati lo uccidano, che lo liberino da una vita inutile e senza senso; e il suo piano avrà  successo, trasformando il suo assassinio in un disperato e perfettamente architettato suicidio. Nel giorno di San Valentino alla fine dello spettacolo, Philippe Leroy, padrino della Manifestazione ideata dal Museo parigino a Roma della quale il 'Caligola' di Camus è l'evento inaugurale, legge alcuni brani poetici da 'Sous le ciel de Paris', un'appendice all'insegna dell'Amore. Lo spettacolo vanta il patrocinio di Roma Capitale. Riprese video per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72.
21.6.14
 

EROS E PRIAPO


"spettacolo con Massimo Verdastro, drammaturgia di Luca Scarlini e Massimo Verdastro, regia di Luca Bracci, Pontedera Teatro Colosseo Nuovo Teatro - Roma 15-23 sett.2007"
21.6.14
 

Le vie dei festival 2011 - LA PORTA


Teatro India 15 ottobre 2011 Teatro delle Donne -Centro di Drammaturgia. In collaborazione con Metastasio - Teatro Stabile della Toscana "LA PORTA" riduzione per la scena di Stefano Massini, dal romanzo di Magda Szabà, con Barbara Valmorin e AlviaReale, dai festival: Avamposti Teatro Festival - Calenzano.La porta è un'indagine spietata sul legame che si crea fra due donne diversissime, all'apparenza quasi opposte. Da un lato c'è la scrittrice Magda, agiata e sola, piena di dubbi e tremiti emotivi. Dall'altro lato c'è lei, la cosiddetta 'vecchia': Emerenc, assunta come donna delle pulizie. Emerenc rivelerà  fin da subito una personalità  singolare, fuori dagli schemi, sarà  lei a stabilire le regole, le ore di lavoro e la paga. Grande lavoratrice, silenziosa, emblema dell'ombrosità, eppure impeccabile in tutto quello che fa. Ma soprattutto Emerenc non accetta di condividere niente con nessuno al mondo: mantiene una distanza di sicurezza fra sè e gli altri e non permette ad anima viva di varcare la porta della sua casa. La porta, appunto: un bastione sbarrato perfino agli affetti più cari. Nascondendo cosa?La porta è un romanzo che ci riguarda, senza eccezioni. Non solo perchè nelle sue pagine scorre tutta la storia europea del '900, ma soprattutto per quel dire senza mezzi termini - e talvolta con verità  insopportabile - quanto sia drammatico cercare un equilibrio fra affetto e premura, fra amare qualcuno e consentirgli di essere se stesso, senza doverlo a tutti i costi 'controllare'. Magda Szabà unanimemente considerata la pi importante autrice ungherese contemporanea, è scomparsa nel 2007. La porta, suo capolavoro, libro straziante e bellissimo trova finalmente un approdo scenico anche in Italia, dopo i successi che l’hanno caratterizzato all’estero. Motore di questa appassionata iniziativa è Barbara Valmorin, che proprio dalla Szabò ha ricevuto l’investitura â€" umana e artistica â€" per portare in scena il testo: ne nasce un’inedita alchimia fra due attrici (AlviaReale nel ruolo della scrittrice) e il drammaturgo Stefano Massini a cui è stata affidata la versione teatrale. http://www.teatrodelledonne.com, http://www.metastasio.net
21.6.14
 

Adamo ed Eva


Teatro Colosseo 1980 "Adamo ed Eva" di Peter Hacks regia di Francesco Capitano
21.6.14
 

A TUA IMMAGINE


Teatro Argot 7 - 8 Giugno 2011 "A TUA IMMAGINE" compagnia ODEMA - Segnalazione speciale Premio Scenario 2009. Premio dello spettatore per il miglior spettacolo stagione 2009-2010, progetto drammaturgico Davide Gorla, diretto e interpretato da Enrico Ballardini, Giulia Diletta D'Imperio, Davide Gorla, musiche originali Enrico Ballardini, luci Monica Gorla. Uno scatenato terzetto di personaggi invade la scena all'interno di una drammaturgia visionaria, in cui gli uomini interrogano la propria storia e le mistificazioni operate in nome di Dio. In questo lavoro chi non è umano mostra inaspettate debolezze, e gioca secondo i criteri dell'utile e dell'inutile. Protagonista della vicenda è il Diavolo, che con tristezza e comicità  descriverà  un'immagine di Dio collerico e insensibile, il cui unico scopo è quello di dominare sulle genti sacrificando anche il suo unico figlio. Una messa in scena leggera e profonda, dove una ricerca d'attore, che evoca i linguaggi del cabaret e del pastiche comico, incontra un livello di pensiero complesso e inusuale raccogliendo e rilanciando suggestioni da Goethe, Saramago e Pessoa per approdare a un'ipotesi inedita. Un rischio assoluto giocato con piena consapevolezza e voglia di far risuonare, nello spazio del teatro, domande fondanti sulla nostra identità  personale e collettiva.
21.6.14
 

FRATELLO DEI CANI


Centrale Preneste 3-6 maggio 2012 "FRATELLO DEI CANI (Pasolini e l'odore della fine)"Progetto e regia di Marco Palladini, Con Fabio Traversa e Marco Palladini e con Amedeo Morrone (musiche e canto) e Cinzia Villari (in video), Riprese e montaggio video: Iolanda La Carrubba, Registrazione audio: O.A.S.I. Studio - Roma,Elementi scenici e abiti: Luisa Taravella. Nel novantesimo anniversario della nascita di Pasolini, dopo il recital Il Vangelo secondo Pier Paolo, che esplorava l'asse 'cristologico' sotteso a tutta l'opera pasoliniana e il suo controverso rapporto con la religione, propongo un nuovo lavoro in cui mi addentro nel cuore del conflitto esistenziale-poetico che connota l'intero percorso dello scrittore emiliano-friulano: ossia l'intricato e mai sciolto nodo dei rapporti familiari. Dalla collisione con il padre militare (e fascista) alla relazione di tenerezza amorosa, ma anche di rabbiosa rivolta con la madre, discende la sua psichico artistica e fondante posizione di 'figlio' che quando nel 1968, di fronte agli studenti in lotta, scopre di essere generazionalmente diventato un 'padre', esplode ed entra in profonda crisi. Anche da qui si dirama quella tensione tanatofila, quasi un 'corteggiamento della morte' che punteggia tantissimi dei suoi scritti. Letti, inevitabilmente, dopo il suo orribile assassinio, come una profetica visione della sua fine. Ma che, forse, oggi è meglio considerare come la lucida e anticipata percezione di una radicale mutazione antropologico-culturale che coincideva con l'eclissi della civiltà umanistica e in cui non c'era più un vero spazio per la poesia. Non è un caso del resto che, dopo Pasolini, non ci sia più stato in questo paese un poeta capace di investire lo spazio pubblico-politico con la forza etica, appassionata e provocatoria della propria voce. La fine di Pasolini non è soltanto la 'morte di un poeta' e ci riguarda tutti, tutti quelli almeno che tuttora si ostinano a pensare al fare artistico come un modo privilegiato per cercare di dare un senso al mondo, per non arrendersi all'insensatezza panica che assedia e sembra sommergere l'epoca che viviamo. (m.p.)
21.6.14
 

UBU REX III - 2°parte


TEATRO DELL'OROLOGIO DAL 8 AL 13 MAGGIO 2012 CONSORZIO UBUSETTETE e TEATRO DELL'OROLOGIO presentano "UBU REX III - IL TEATRO ECOSOSTENIBILE E RICICLABILE" RASSEGNA DEL CONSORZIO UBUSETTETE. La rassegna Ubu Rex 3 nasce sotto l'egida del Consorzio Ubusettete: mette in scena sette spettacoli che attraversano il contesto socio-politico italiano grazie ad una recitazione e un approccio autorale sottili. Per questo, porta sul palco cinque talenti del teatro contemporaneo, dando voci diverse ad una volontà comune in seno al Consorzio: suggerire, ambire, ricercare forsennatamente un cambiamento, cercando di scardinare innanzitutto "il contesto viziato del sistema teatrale italiano", e poi, nella misura possibile, certe abitudini malsane delle ultime generazioni, deridendole o drammatizzandole. Sabato 12 maggio 2012, sala Orfeo: TAVOLA ROTONDA, DRAMMATURGIA E CRITICA: UNA DIALETTICA NECESSARIA coordina Attilio Scarpellini - Direttore dei Quaderni del Teatro di Roma interviene il Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea con Maria Letizia Compatangelo (Presidente), Angelo Longoni e Giuseppe Manfridi (Vicepresidenti). Una dialettica necessaria tra due "antiche" discipline teatrali che nel vuoto del contesto italiano reagiscono inventando strategie di sopravvivenza e di crescita. Una dialettica necessaria tra chi,pur vivendo nello stesso mondo professionale, paradossalmente si conosce poco e spesso si fraintende vicendevolmente. Una dialettica necessaria per capire dove sta andando il teatro italiano, sospeso tra antiche glorie e incerti presenti, tra drammaturgie inattuali e drammaturgie del futuro, tra recensioni invocate e poi maledette.
21.6.14
 

Le donne di Picasso


Teatro De Simone settembre 2001 "Le donne di Picasso" di Brian Mc Avera, traduzione di Masolino D'Amico, regia Terry D'Alfonso, con Milena Vukotic, coreografia Flavio Bennati, costumi Danda Ortona, aiuto regista Caterina Vianello. Per le proiezioni: luci Mario Amura, camera Fabrizio Profeta, montaggio Mauro Triani, sonorizzazione Angelo Sanvido, arrangiamenti musicali : Sante Palumbo. Organizzazione Ulisse Benedetti. Rappresentati con grande successo in varie parti del mondo, i monologhi che danno voce alle donne di Pablo Picasso testimoniano la sensibilità  umana, oltre alla grande abilità, di un autore a noi contemporaneo come Brian Mc Avera. Con abili pennellate, Mc Avera crea un vero "ritratto teatrale" dell'uomo Picasso, prima ancora che dell'artista. Di Picasso si dice che nessuno lo abbia veramente conosciuto: per lui parlano i suoi quadri, le sue "rivoluzioni" estetiche, le sue opere grandiose e insondabili, quelle che lo hanno reso immortale e che, contemporaneamente, lo hanno costretto a condividere questa immortalità  con le donne che lo hanno amato, disperatamente amato fino a perdere il senno come Olga, fino a togliersi la vita come Jacqueline. E' Milena Vukotic, che con Olga condivide il passato di ballerina, a dar voce a questi due animi femminili che emergono da quel mondo iconico, fatto tutto di immagini, sensazioni e sentimenti. Un mondo che ci viene restituito nell'immediatezza dei due monologhi, ma che sembra intrappolare entrambe. Anche il luogo in cui la regista Terry D'Alfonso li ha voluti ambientare non è rassicurante: una stanza senza mobili nè pareti, un luogo della memoria che ci permette di scavare nei ricordi, proiettando le visioni dei sogni e dei desideri più segreti di Olga prima e di Jacqueline poi. Testo coinvolgente: a tratti drammatico, a tratti buffo, sempre imprevedibile, come la vita. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72
21.6.14
 
 
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