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Menoventi/INVISIBILMENTE


"11/9/2010 ore 19:00 Teatro La Pelanda Foyer 2 con Consuelo Battiston, Alessandro Miele, regia di Gianni Farina. Durata 40' Oppressi da un forte controllo, due malcapitati devono affrontare uno strano scherzo del destino. I sotterfugi per girare a loro favore la situazione si rivelano tutti vani. cosa fare? Nascondersi sotto gli occhi di tutti."
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shakespeare jazz & blues


concerto sui 'Sonetti' di W.Shakespeare. con Severino Saltarelli - voce, Claudio Mapelli - sax, Nicola Raffonr - percussioni
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SHORT THEATRE 7/WEST END - I'm thinking of you


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SHORT THEATRE 7/WEST END

Franko B

I'm thinking of you

www.franko-b.com Teatro INDIA 5 settembre 2012 Roma"
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QUADERNI DI SCENA 1 - II parte


QUADERNI DI SCENA 1 - II parte incontri a cura dei QUADERNI DEL TEATRO DI ROMA DRAMMATURGIA E POESIA Marco Andreoli Alessandra Cava Poesia, Alessandra Cava Drammaturgia, Marco Andreoli con Raffaella Cavallaro Alessandro Porcu TEATRO ARGENTINA SALA SQUARZINA mercoledì 15 febbraio 2012 Roma www.teatrodiroma.net/quaderni www.facebook.com/quaderniteatrodiroma pagina FB: quaderni del teatro di roma
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I viaggi di Gulliver


Rampa Prenestina 18/9/2004 "I VIAGGI DI GULLIVER" compagnia Temperamenti con: Marco Solari , Alessandra Vanzi , Gustavo Frigerio, Patrizia Bettini, Flavio Cova, Dora Francese, Giulia Frezza, Matteo Angius, Vincenzo Schirru, musiche Piergiorgio Faraglia, Pasquale Innarella, luci Luca Storari, scene Roberto Ricci, assistente alle scene Carolina Foti, costumi Patrizia Sgamma, regia Marco Solar i, percussioni Mauro D'Alessandro, registrazioni voci Paolo Modugno. Spettacolo realizzato nell'ambito del LA NOTTE BIANCA, seguendo il testo di Swift, è una satira delle follie umane, una critica in particolare della razionalità apparente del modello occidentale, attraverso il ribaltamento di prospettive e di dimensioni, in un progressivo straniamento culturale ed esistenziale. La satira politico-filosofica si alleggerisce e si rafforza al contempo attraverso l'invenzione fantastica. Nel 1726 venne pubblicato anonimo a Londra I viaggi di Gulliver, in realtà opera di Jonathan Swift, uno dei maggiori autori satirici inglesi e della letteratura universale. Il libro ebbe un successo immediato e immenso, suscitando apprezzamenti entusiastici per la fantasia creativa, per la lucidità  della satira, per la semplicità della scrittura. Certamente il testo nasce come una dura e amara satira della condizione umana in generale e dei sistemi politico-sociali, dell'Europa del tempo e dell'Inghilterra in particolare; ma 'I Viaggi' sono anche una scanzonata e divertentissima successione di invenzioni brillanti, a volte comiche a volte stranianti. E' soprattutto questo aspetto che più ha contribuito alla diffusione e alla notorietà  dell'opera, nonché alle numerose riduzioni per l'infanzia. E, da queste, alle trasposizione per il cinema e per i cartoni animati. Sono le immagini che per prime ci vengono alla mente quando pronunziamo i nomi Gulliver o Lilliput. Purtroppo ognuna di queste trasposizioni ha operato dei tagli drastici sulla storia originale, limitando le peregrinazioni di Lemuel Gulliver solamente ad alcuni dei mondi descritti nei viaggi. Questa versione teatrale cerca di ricreare il senso e il carattere originario del testo, senza rinunciare a quelle parti che solo superficialmente possono essere considerate difficili. Vogliamo infatti stimolare la capacità immaginativa del pubblico, e allo stesso tempo sottolineare l'importanza delle diversità  culturali e fisiche, uno degli scopi evidenti per il quale il libro fu scritto. Lo stupore è forse il sentimento dominante e costante dell'opera, uno stupore che raggiunge spesso lo straniamento nel confronto costante tra i mondi visitati e il proprio d'origine. Nonostante siano passati quasi tre secoli, il testo di Swift mantiene inalterata la propria freschezza, sia per l'invenzione formale (il minuscolo, il gigantesco, l'alienato, il naturale), sia per il rispecchiamento con un mondo, il nostro, che allora come oggi ci mostra, accanto a straordinari progressi, aspetti meschini, ridicoli, assurdi, palesi errori e colossali follie. La storia porta il protagonista a navigare e a naufragare su isole e continenti popolati da esseri diversi, con culture, abitudini, ordinamenti particolari ed assoluti. A Lilliput, un mondo in miniatura, gli abitanti sono alti la dodicesima parte di noi: uomini meticolosi, un po' cerebrali e ottusi. A Brobdingnag si troviamo invece alle prese con un mondo gigantesco, popolato da uomini che sono dodici volte più grandi di noi; qui già  ci troviamo in una dimensione morale più alta, e più semplice. Dopo un altro naufragio Gulliver visita una specie di arcipelago, con un'isola volante che controlla un intero continente: ognuna di queste isole affronta diversi gradi di follia, dall'Accademia di inventori e scienziati alle prese con i più assurdi esperimenti, all'isola dei vecchi annoiatissimi immortali. Infine Gulliver arriva nel paese dei cavalli saggi, gli Houyhnhnms, che vivono di virtù e di astrazione, allevando gli Yahoo, caricatura grottesca degli uomini. Normalmente nelle versioni per l'infanzia e nelle trasposizioni per lo schermo.
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Teatroinscatola - Duo


"Teatro India 13Aprile LA MIA POETICA sulla drammaturgia Italiana Contemporanea 'TEATROINSCATOLA' venti mise en espace di nuovi autori. C'è l'amore nelle forme più estreme e marginali nei venti frammenti poetici e realistici di un discorso complessivamente amoroso in un'epoca anaffettiva. 'Duo' di Angelo Pavia con Gianluca Enria e Valentina Marziali."
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Calamita cosmica


opera che apre la mostra 'Gino De Dominicis - l'Immortale' a cura di A.B.Oliva, maxxi - roma http://www.fondazionemaxxi.it
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GENESI


film performance di e con Benedetto Simonelli Genesi dell'immagine vivente. (per Benedetto Simonelli) di Bruno Roberti L'impressione di un paradosso, la sensazione di una esperienza limite che si manifesta in un ossimoro: questa potente trasmissione di uno stato ( che ha un peso specifico, una intensità, una energia, una forza ) è ciò che ho sempre avvertito davanti alle performance di Benedetto Simonelli e che ora con questo Discorso su una genesi passa attraverso l'immagine filmata. Lo stato liminale ha a che fare con una consistenza dell'invisibile, cioè incontrare consistenze fisiche, naturali forzando il mezzo fino al punto da renderlo una sorta di materia viva, una sostanza che è tramite di qualcosa di volatile, di ultrafisico. All'inizio del secolo scorso uno scrittore visionario, molto amato dai surrealisti, Saint-Paul Roux, preconizzava uno stato diverso del cinema: immagini che si sarebbero manifestate, incarnate, materializzate direttamente nell'ambiente reale, naturale, circostante, attraverso una condensazione dei raggi solari. Lo schermo sarebbe stato dunque lo spazio che ci avvolge, e le immagini avrebbero acquistato volume, e avrebbero abitato una dimensione coalescente ai nostri corpi. Tutto ciò lo si trova scritto in un piccolo libro, dal titolo significativo Cinema vivente. Ecco, al di là  della dicotomia virtuale-reale, ciò che potrebbe aprirsi lungo la strada di una ricerca di un nuovo stato dell'immagine, è appunto la possibilità  di manipolare le immagini proprio tattilmente, in modo aptico, ma anche in modo magnetico, cioè mettendo in gioco gli elementi naturali, la sensorialità  che ci investe, insieme a una energia sottile che attiene all'esserci, allo stato vivente, alle forme di vita. In modo da ottenere immagini che siano ventose, che siano bagnate, che siano infuocate, che siano telluriche, E' proprio quello che mi pare faccia Benedetto Simonelli: e non a caso usa il termine genesi . Ciò mi fa pensare a un movimento filogenetico delle immagini, al loro dischiudersi, a un moto che non è solo nascita ed epifania, non è solo ricerca creativa, ma è proprio produzione, formazione, lavoro nel processo originario di un vedere che è contemporaneamente un fare. E che è, e ciò in Simonelli è diventato via via più importante, un parlare, la nascita verbale di una parola che sia però fattuale, che sia carne : 'caro factum est'. Il discorso allora si articola proprio in questa zona liminale in cui l'immagine si fa attiva e questa attività, che si materializza in una luce e in un fluire luminoso-scuro di elementi, genera una parola, la articola lungo un cammino silenzioso , la ritrova a seguito di un mutismo che ha a che vedere con un mistero ( i riti misterici avevano la caratteristica della rivelazione visiva nel silenzio di una immagine naturale davanti alla quale si diventava in-fans, fanciulli muti, mistero da muto, chiudere la bocca ), e nello stesso momento con una sorta di giubilo, di movimento giubilatorio che è appunto un corpo parlante ( vociante o cantante, o meglio ancora un corpo sonoro, un discorso naturale che è anche risonante ). Benedetto Simonelli ha raccontato una volta di una esperienza infantile che ha messo in rapporto a Genesi, a questo bilicare tra silenzio e parola : il solo e necessario modo per entrare nel lavorìo che Benedetto affronta, nel termine lavorìo c'è la fatica e il continuo fare e disfare, trasformare, ritornare da presso e prendere le distanze, laddove l'epifania dell'immagine, non potendo essere distinta dall'epifania in quanto esserci e in quanto parola, a questa sua emozione nell'atto del parlare, è proprio una esperienza filogenetica. Era un bambino piccolo e fu portato al mercato di Piazza Vittorio dalla madre, avvenne una perdita del contatto con la madre, per cui, dopo il vissuto di un certo sgomento, ci fu una perdita della parola, che aveva a che fare con il ritrovamento, con il riconoscimento ( e con uno stato 'matricale', generativo, oltre che con l'orientamento-disorientamento in uno spazio ). 'Abbiamo trovato un bambino ma è muto, non parla'. Qui c'è appunto la genesi, l'epifania della modalità  espressiva di Benedetto, che attinge in tal modo anche a un racconto, un racconto di gesti che ritrova la parola come eco naturale, specchiamento negli elementi, sdoppiamento del proprio essere nel manifestato, nello specchio naturale. La successione di gesti e azioni possono costruire performativamente un tessuto narrativo, un testo sonoro che esprime ritmo e ripercussione ( in tal senso Benedetto coglie i suoni naturali e li ripercuote con la parola, così come per le sue performance registrava per la strada i suoni urbani). Ma trattandosi di cinema, qui ciò che interviene è appunto la ricerca di uno stato vivente dell'immagine. E' l'immagine che dischiude il dire e che dispone un tragitto di coscienza per 'cogliere la realtà  così come si manifesta', un percorso iniziatico che permetta un rinascere del vedere, 'come se potessimo vedere per la prima volta'. E ciò si colloca in un punto di apprensione e di sospensione, la macchina da ri/presa diventa una sorta di arto invisibile, diventa un occhio pineale, un occhio interno estroflesso, insieme immanente e trascendentale, che possa dar luogo da una apparente inerzia ad una vitalizzazione, una reviviscenza, ciò che Warburg chiamava una sopravvivenza ( Nachleben ) delle immagini. E ciò avviene innestando una empatia, cioè il ripercorrere, lungo un territorio magico, vitalizzato, magnetizzato, il dischiudersi, il nascere di uno stato immaginale. Genesi è una immanenza e insieme una trascendenza dell'immagine, e procede a rimettere in gioco cose molto antiche, per esempio il 'Poema sulla natura' di Parmenide che costituisce un gesto inaugurale filosoficamente: la necessità  che l'essere sia, che sia in quanto pensabile e lo fa con un poema in cui il confine tra il rito, il territorio sacro della visione, dell'estasi e la filosofia,sia mobile, liminale, messo in immagine e insieme riarticolato in parola, sentiero dell'essere che 'tien dietro alla verità'. C'è anche l'orizzonte inaugurale e trasformativo di un fare alchemico, in cui, il lavorìo degli/sugli elementi, connette la ritualità precisa del gesto con uno stato fisico-chimico del fenomeno inerente alle immagini. Un orizzonte in cui l'immagine è portata alla sua feccia, resa talmente nera da essere inconsumabile, e diventare residuo, pietrisco, cenere, arbusto bruciato, sasso d'inciampo, scandalo nudo della forma vivente. Quello scandalo che è il dire che il cinema è pensiero, e lo è alle radici nel momento in cui il bios, l'èlan vital, la forza inerente alle immagini diventa il pensabile e insieme l'impensato,la materia vitale, la vis, la forza, il fluire esperenziale del nostro vivere, che contiene già  in sè, a prescindere dal meccanismo tecnico il principio del 'filmare', il lavoro della durata e la consumazione di questa durata. Ecco, Genesi è una sorta di laico oratorio, di messa arcaica e filmica, in cui, attraverso l'occhio estroflesso della nostra percettività, si riprende e si restituisce la vita delle immagini e le immagini viventi, e, in questa restituzione-reminiscenza dell'immagine nella-della vita stessa, si accede a un vedere l'invisibile, il tempo, il lavoro della morte, il fantasmatico. Ciò che l'occhio interno-esterno della macchina da presa/corpo di Benedetto effettua è l'accedere a uno stato eternale del rifare il mondo, rifare la natura e nello stesso tempo sentire, sentire con tutto il corpo il resto vitale, ciò che nell'essere gettato nel mondo, nel terreno, come un seme, ri-genera le immagini, che fuoriescono dal solco del terreno così come passano e si trasformano, nel passo del frame, del fotogramma come cifra arcana, geroglifico della materia filmica, atto a trasformare gli elementi, e a farci ritrovare-rivedere il mondo.
9.6.14
 

linea35 - Take two


Sala Uno 23 – 27 – 28 – 29 – 30 Dicembre 2011 LINEA35 Festival presenta “PASSAGGI VISIONARI” TEATRO- MUSICA-DANZA-ARTIVISIVE. La prima edizione di Linea35 Festival si è svolta nel luglio 2011 presso il comprensorio del Santa Maria della Pietà.  Il tema era quello del disagio, vissuto nel rapporto tra arte e follia, capace di coinvolgere pubblico artisti e organizzatori. Il gruppo nato da questa prima esperienza ha avvertito l’esigenza di portare avanti questo progetto sviluppandolo in nuovi ambiti e nuovi spazi. Linea35 Festival giunge al Teatro SalaUno di Porta San Giovanni ed amplia lo stesso tema del disagio che si fa fisico, relazionale, sociale, economico. E che diviene anche la messa in discussione dei margini dove esso viene solitamente relegato, ribadendo la necessità vitale di un confronto e di una elaborazione collettiva. Il Teatro SalaUno diverrà un luogo dove il processo creativo possa continuare a prendere forma, un luogo di studio e di elaborazione, scandito da appuntamenti ricorrenti, fornendo sia a giovani compagnie emergenti che ad artisti affermati un cantiere aperto dove approfondire, ricercare, confrontarsi e proporsi in una progettualità continua. Un intento che accoglie l’intenzione creativa messa in luce dalla nuova realtà del Valle Occupato e che Linea35 condivide. Ogni sera il pubblico sarà accolto e accompagnato attraverso un susseguirsi di passaggi visionari, fatti di video art, racconti, work in progress, improvvisazioni teatrali, suggestioni poetiche e sonore. Il tutto su un palcoscenico che pur mantenendo la sua unità sostanziale si farà territorio ideale di molteplici percorsi emotivi. Moltissimi i protagonisti di questo festival delle arti che acquisisce una nuova identità in ogni sua tappa, accogliendo in sé la creatività e l’urgenza di numerosi artisti. Direzione Artistica: Hossein Taheri. Coordinamento artistico: Caterina Bertone, Antonella Britti, Francesca Campli, Marianna Di Mauro, Matteo Febo, Fabiana Iacozzilli, Carolina Levi, Federica Marchettini, Mario Schittzer Coordinamento per l’arte contemporanea: Francesca Campli e Carolina Levi Coordinamento Tecnico: Davood Kheradmand, Mario Schittzer, Emanuele Silvestri, Hossein Taheri Ufficio Stampa: Alessandra Comotto Pubbliche relazioni: Valentina Olivato Social network: Eva Milella Grafica: Marianna Di Mauro. Ore 19:30 Sulle spalle degli altri di e con Eva Milella, regia di Luca Angeletti Ore 20:15 NUOVE OFFICINE Laboratorio Babs presenta Take two. L’inevitabile conseguenza a cui Vale(2) ci sottopone di Marianna Di Mauro con Raffaella Cavallaro, suoni Piero Antolini, video Matteo Seduta, scene Roberto Sonica, ideazione e regia Marianna Di Mauro. Ore 21:00 Non sono stata finita, ispirato ad una storia vera di follia di e con Clara Galante Ore 22:00 SANDRO’ JOYEUX live in Sala Uno.Si ringrazia Tommaso Garavini, Tommaso Guerra, Flavia Di Nardo per il contributo artistico durante le serate.
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LOCUS SOLUS - Maria Paola Zedda - RQ-omaggio a James Lee Byars


"LOCUS SOLUS Maria Paola Zedda RQ - omaggio a James Lee Byars atto performativo e ideazione: Maria Paola Zedda musiche Cristiano Luciani/Crisi X, John Duncan - Mika Vainio fonti: James Byars, Roland Barthes luci: Maria Elena Fusacchia www.teatroinscatola.it"
9.6.14
 
 
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