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Portage / TRIBUTE TO ANFIONE WITH AN ECHO IN ARCHITECTURE D'INTERIEURS - ripresa camera 2


Performance ripresa da camera 2 : Il progetto artistico dei Portage si è da subito connotato con la necessità  di formulare in un'unica espressione da una parte l'approccio concettuale dell'opera d'arte contemporanea e il suo linguaggio formale, dall'altra il meccanismo di fruizione e di comunicazione emotiva dell'opera performativa, in un lavoro di ricerca sul pensiero e sulla sua rappresentazione. http://www.portage.it/
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CANZONE MUTA PER BEUYS


Fabio Sargentini galleria Pio Monti
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La poesia è di casa - 18 Marzo 2012 - 2° parte


"La poesia è di casa" Luci del contemporaneo dal 16 al 19 marzo 2012. Terza edizione promossa dall'Assessorato Politiche culturali e Dipartimento Cultura con Teatro di Roma e Zètema Progetto Cultura. Quattro giorni, quattro "case" per avvicinarsi alla poesia, soprattutto a quella nuova e nuovissima che, nonostante i media ne parlino poco o per niente, appare in buona salute. Magari perché ormai capace di contaminarsi con il multimediale e la videoart, grazie alle nuove leve finalmente non più previamente ostili alla tecnica. Il progetto è a cura di Marco Palladini e Davide Nota. Domenica 18 marzo, CASA DEI TEATRI. "A PIENA VOCE". A dieci anni dalla scomparsa di una delle voci più significative della Letteratura italiana del Novecento, un omaggio a Carmelo Bene proposto attraverso quattro momenti: un incontro con critici e testimoni dell'opera beniana, uno spazio dedicato ad autori e poeti dei nostri giorni caratterizzati dalla resa scenica e performativa o dalla struttura teatrale della composizione e infine l'ascolto di Bene, con l'attore Cosimo Cinieri che interpreta "Il mal de' fiori" e un documento video di repertorio. Interventi dei poeti: Carlo Bordini, Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Serse Cardellini, Chiara Daino, Loris Ferri/Stefano Sanchini, Francesco Muzzioli.
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Diario di un pazzo


TEATRO ARGOT STUDIO 11 Novembre 2012 "Diario di un pazzo" di Nikolaj Gogol, regia: Andrea Renzi, tratto da: I racconti di Pietroburgo - Le memorie di un pazzo, con Roberto De Francesco, scenografia: Barbara Bessi, costumi: Ortensia De Francesco, luci: Pasquale Mari, suono: Daghi Rondanini, aiuto regia: Francesco Paglino. Un viaggio all'interno dei pensieri, vagheggiamenti e ricordi di un personaggio surreale e inquietante, racconta la storia di "un impiegatuccio" che restituisce al pubblico "una storia di ordinaria follia".
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150 ITALIAN DARK CABARET


"Teatro della Cooperativa Milano 2011 ""150 ovvero ITALIAN DARK KABARET"" ovvero la macabra storia dell'italica penisola dall'Unità  al federalismo fiscale. Scritto e diretto da Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, con: Antonio Casella, Marco Di Stefano, Francesca Romano, Elisa Proietti, Domenico Pugliares. Menzione speciale Scintille010 - AstiTeatro32, finalista del premio Avamposti d'autore 2010 - Teatro delle Donne di Calenzano (FI) “Benvenuti Signore e Signori allo spettacolo di varietà  più divertente, irriverente e splatter della storia del Teatro Mondiale o perlomeno del Teatro Italiano. Sicuramente del Teatro Padano. Uno spettacolo che racconta la storia del BELPAESE dal Risorgimento al Legittimo Impedimento, una storia che parla di Camicie Rosse e Camicie Nere, di Re che sparano sulla folla e di Re che smettono di essere Re. Di Principi che tacciono e di Principi che cantano, di eroi di Due Mondi e di senatori di Due Repubbliche. Di due Guerre Mondiali e 4 Mondiali di Calcio. Insomma, uno spettacolo di varietà  sulla nostra beneamata Italia. Benvenuti, Signore e Signori, al nostro cabaret macabro. L'Italia quindi. Un paese che troppo spesso sembra tristemente diviso, su ogni tema, su ogni questione. E soprattutto un paese che ci sembra in declino. Cultura, politica, economia. Tutto pericolosamente in caduta libera. Eppure noi amiamo questo paese. Lo amiamo talmente tanto da non poter notare le evidenti contraddizioni, le terribili ingiustizie, una politica ridotta al ridicolo. E allora vogliamo dissacrare. Denunciare divertendoci. Essere cinici su quello che di questo paese ci lascia l'amaro in bocca. 150 anni di unità  nazionale segnati da una dittatura, due o tre repubbliche (ma chi può dirlo davvero?) da misteri che non verranno mai svelati, da bombe nelle piazze, da anarchici volanti... Raccontare 150 anni con uno spettacolo di cabaret macabro, ispirato alle atmosfere del Grand Guignol, al grottesco, al Dark e al Kitsch. La Confraternita del Chianti, una sgangherata compagnia di attori alcolizzati, cerca di realizzare alla propria maniera uno spettacolo sui 150 anni dell'Unità di Italia... il tutto per avere dei finanziamenti pubblici in vista delle celebrazioni... Il risultato? Non lo sappiamo neanche noi..."
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Casa Scelsi - Intersezioni Contemporanee


SUONA FRANCESE 2011 - 11 aprile, Chiesa di San Teodoro, Roma, ore 21 "Intersezioni Contemporanee2 Keiko Morikawa, soprano, Luca Sanzò, viola con la partecipazione dell'Ensemble Les Temps modernes, Lione. Musiche di Georges Aperghis, Ivan Fedele, Tristan Murail, Nicola Sani, Giacinto Scelsi, Giya Kancheli.
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ALL'USCITA di Luigi Pirandello


prove di messinscena mai realizzata di Simone Carella, al Cimitero Acattolico, detto degli Inglesi, al Testaccio di Roma, con Luigi Rigoni, Stefano Corsi, Patrizia Bettini, con Mario Romano scenografo, Areta Gambaro ed Emiliano Vitolo, operatori riprese.
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No Lei!

Teatro dell’Orologio 15 maggio 2014 No, Lei! Rassegna “Inventaria”
Compagnia Kraken/Gli Scarti
Fuori e dentro Samuel Beckett, visioni e incursioni sonore. ispirato a "Va e vieni" di Samuel Beckett diretto e interpretato da Sara Battolla, Chiara De Carolis, Cecilia Malatesta
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Suorassipark


Video lettura recitata di 'Suorassipark ' da 'la rintracciate questa lettera a luigi rigoni' di Francesco Gambaro, con Luigi Rigoni - attore, Simone Carella - regista, Ulisse Benedetti - riprese
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Testaccio jazz orchestra


Concerto di testaccio jazz orchestra in occasione della festa europea della musica Roma 2011 al Colosseo Nuovo Teatro
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CALIGOLA NIGHT LIVE


Teatro Valle Occupato 25 Novembre 2011 "CALIGOLA NIGHT LIVE" di e con Claudio Gioè, con la partecipazione di Fabrizio Romano, disegno luce Alessandro Arena, costumi di Valentina Monticelli, scene Roberto De Angelis, assistente alla regia Laura Giacobbe, produzione Palermo Teatro Festival. Caligola night live è uno spettacolo che accompagna Claudio Gioè da più di un decennio. Scritto nel 1998 a Palermo, nato a tappe, attraverso tre tempi e altrettanti studi, 'Caligola Night live' è un atto unico sul dramma umano ed esistenziale di Caligola. Claudio Gioè (autore, interprete e regista) mette in scena l'ultima notte dell'imperatore romano esplorando luci ed ombre della mente del folle dittatore e proiettando nel presente le tragiche conseguenze di uno smisurato potere, concentrato nelle mani di un unico uomo. Chiuso in un bunker in attesa della fine, giunto al culmine del delirio di onnipotenza, in compagnia solo di un servitore e degli atroci fantasmi che affastellano e agitano la sua mente, Caligola ricorda le sue folli imprese, dando vita ad un vero 'one man show' in evocazione di stile americano, in uno strano crescendo in cui si alternano monologhi, canzoni anni '50 da Tony Bennett a Frank Sinatra, intermezzi televisivi e un tragico ballo col fantasma della sorella-amante Drusilla. Accecato da una ossessiva volontà  di potenza, Caligola si fa rappresentazione del sogno americano (e occidentale) per cui tutto è possibile, metafora di un impero (e di un tempo) malato di individualismo e di una società  in cui anche il potere diventa spettacolo. Nell'attuare la più sregolata e cruenta dittatura, prima di tutto su se stesso, Caligola si scontra con i suoi limiti, oltre che con la realtà  della morte e la caducità  dell'esistenza, sino a rimanere impigliato nelle maglie di un sistema di cui resterà  vittima ancor più che carnefice. Caligola è passato alla storia come l'emblema della follia al potere. Le fonti sulle quali è fondato tale giudizio sono a dir poco 'gonfiate' e nella migliori delle ipotesi, funzionali ad una rimozione. Un fatto rimane: quando Caligola diventà l'uomo più potente del mondo allora conosciuto, aveva appena 24 anni. A volte ci si dimentica che è pur sempre da un uomo che provengono tutte le idee, le conseguenti azioni di un dittatore; la pianificazione di stermini di massa, il culto personale e i deliri di onnipotenza più o meno mascherati, mentre fuori e tutto intorno semina e cova sotterraneo un dissenso di forza uguale e contraria alla violenza dei suoi gesti. Quello che più ci interessava capire e mettere in rilievo sono le conseguenze estreme di un 'io dittatore' all'interno di un corpo finito. E Caligola in questo senso è paradigmatico: la genesi intima di una dittatura su se stessi. Più che l'interpretazione storica, il campo di indagine (e di battaglia) dello spettacolo è proprio il corpo dell’imperatore, sperduto nel proprio delirio, imprigionato nelle sue idee e condannato a vivere ascoltando l’eco solitaria della propria voce in un vuoto castello. Un moderno io smisurato che non riesce a reggere il contatto con la realtà e tenta una fuga disperata quanto impossibile dai propri confini…C’è un piccolo Caligola in ognuno di noi…
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G.E.R.M.I. Music Festival 2011 - FRANCESCO PRODE pianoforte


G.E.R.M.I. Music Festival 2011 FRANCESCO PRODE pianoforte IVAN FEDELE - Cadenze I - II - III (1993) IVAN FEDELE - Eudes Boreales (1990) GYORGY LIGETI - Musica Ricercata (1951-53)
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I Giorni di Antonio


Colosseo Nuovo Teatro 3/11/2007 "I GIORNI DI ANTONIO" di Dario D'Ambrosi, con Celeste Moratti, Dario D'Ambrosi, Giulia Mombelli, Lorenzo Alessandri. Si definisce 'patologico', ma non è un caso senza speranza. Il 'teatro patologico' di Dario D'Ambrosi, cui il Nuovo Colosseo di Roma ha dedicato un festival dal titolo 'Illusioni, Sogni e Speranze', partì negli Anni Ottanta da un'esperienza singolare. Dario, nato nel 1962 a San Giuliano Milanese da genitori salernitani, si fece ricoverare nell'Ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano per entrare in contatto diretto con il disagio mentale. Da qui ha preso le mosse lo stare in palcoscenico di questo attore 'massiccio' (aggettivo che ne descrive bene forma e sostanza) che racconta con un linguaggio scenico fortemente determinato dal gesto e dalla pantomima storie di emarginazione sovente estrapolate dalla cronaca. E' il caso de I giorni di Antonio, seconda parte di una trilogia che comprendeva anche Angelina e Volare. Siamo agli inizi del Novecento. Antonio nasce in una famiglia di contadini di Veredo, nella provincia milanese. Ha un grave handicap: una gamba che termina al ginocchio, che per i genitori è motivo di grande vergogna, e che rende Antonio inutilizzabile nel lavoro dei campi. Il bimbo viene quindi rinchiuso in un pollaio. Qui spende le sue giornate in compagnia delle galline, dalle quali impara a muoversi, spulciarsi, emettere suoni. Ogni tanto incontra sua madre, che va a raccontargli quello che succede in casa nei pochi minuti che trascorre nell'aia per stendere il bucato, a simboleggiare l'ignoranza gretta e fastidiosa di chi non vede o non vuol vedere. Gli anni passano, Antonio cresce e inizia ad identificarsi con il re del pollaio. Ogni mattina il suo chicchirichì diventa più potente. La storia acquista una visibilità  mediatica quando il ragazzo viene rinchiuso in un manicomio perchè trovato in compagnia di una prostituta (si scoprirà  poi che è stata la donna ad approfittarsi di lui). Entriamo in contatto con Antonio al suo arrivo in ospedale. Il sipario si alza mentre quello che diventerà  il suo compagno di cella (Giacomo, interpretato da D'Ambrosi con la 'solita', incredibile capacità  di legare ironia e follia) è nel bel mezzo di una crisi: ha disturbi ossessivi compulsivi legati all'olfatto e alla pulizia, ma è ben consapevole della violenza che gli viene inflitta quotidianamente nel luogo in cui è recluso. Un pò finge di fare buon viso a cattivo gioco, un pò è terrorizzato dall'alternativa al manicomio. Antonio (ruolo complicatissimo che Celeste Moratti - collaboratrice storica di D'Ambrosi oltre che figlia primogenita del patron dell'Inter - interpreta magnificamente) ha diciotto anni e vive come ha imparato, ossia come un animale. Niente può scatenare l'ossessione di Giacomo più della puzza di pollaio che il ragazzo si porta addosso. Imparando a conoscersi i due instaurano un rapporto di mutuo soccorso. Nel frattempo, attraverso la costruzione di questo fragilissimo ed esplosivo rapporto, lo spettatore entra nelle pieghe più agghiaccianti delle dinamiche manicomiali. Aggirando pietismi e retorica con umorismo e delicatezza, I giorni di Antonio traccia il percorso di un essere umano alla scoperta della propria identità. Un tragitto che deve concludersi esattamente nel punto in cui le due vite di uno stesso essere umano si incontrano in una, generando un corto circuito fatale tra l'io che percepiamo noi e quello che la realtà  ci rimanda indietro in uno specchio deformato.Alcune notizie su Dario D'Ambrosi: il talento di Dario è stato riconosciuto in America prima che in Italia. E' una celebrità  al Cafè La Mama di New York, storico santuario dell'off-Broadway di Ellen Stewart dove si esibisce dagli anni Ottanta (partì alla volta della Grande Mela mettendo nella valigia la camicia di forza utilizzata nelle prime prove milanesi). In Italia è conosciuto ormai da qualche anno, pur non lavorando nei circuiti cosiddetti istituzionali. Sarà  utile a molti
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Autori nel cassetto, attori sul comò - I LOVE CAFFE'


Teatro Lo Spazio, Roma, 28 Luglio 2012 Autori nel cassetto, attori sul comò I LOVE CAFFE' Scritto e diretto da Marina Polla de Luca. Con Roberto Bagagli, Carolina Luzi, Giulia Linari, Maurizio Pepe, Matteo Montaperto, Ida Basile
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Fondazione Teatro Valle Bene Comune 1° parte


Teatro Valle “FONDAZIONE TEATRO VALLE BENE COMUNE� Venerdì 13 e Sabato 14 Gennaio 2012: un evento lungo quarantott’ore. Sabato 14 gennaio Serata GranFlusso, Tra gli interventi: SAVERIO RAIMONDO, AWA LY con MASSIMO GIANGRANDE, I FOOLS, BOBO RONDELLI, FRANCESCA REGGIANI, CHIARA CIVELLO, ROCCO PAPALEO, ALESSIO BONI, PAOLO ROSSI, con i suoni dei TETES DE BOIS saranno ospiti i lettori di favole Valentina Carnelutti, Francesco Di Giacomo, Sabina Guzzanti, Giovanna Marini, Danilo Nigrelli, Andrea Satta, Daniele Silvestri, ORCHESTRACCIA. Partecipano alla serata Maso Notarianni, Gianni Mura, Sandro Portelli. Tavole a china di Sergio Staino, disegni su sabbia di Licio Esposito.
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Fino all'Ultima Goccia


"Fino all'Ultima Goccia di Rachele Caputo con Rachele Caputo, Sara De Santis, Ottavia Nigris progetto visivo Mario Romano luci Giovanni Magnarelli Teatro Vascello 21/11/2011 Roma"
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Con le frecce contro i carri armati


"Circolo degli Artisti 28 Giugno 2011TeatroInCircolo presenta ""CON LE FRECCE CONTRO I CARRI ARMATI"" Regia e drammaturgia Gianni Spezzano. Tutto nasce dai 'Demoni' di Dostoevskij. Mi aveva incuriosito molto il tema della rivoluzione e la nascita del movimento anarchico. Facendo una ricerca su internet delle fonti che ispirarono Dostoevskij mi sono imbattuto nella storia di P.Nacaev, giovane anarchico morto suicida, che insieme a Bukunin stilè il 'Catechismo del buon rivoluzionario'. Rimasi colpito dall'estremismo delirante di un ideale portato al suo eccesso. Parole cariche di una potenza rinnovatrice che genera uno spirito combattivo pronto a tutto pur di ottenere dei risultati tangibili e significativi. Non condividevo i concetti che leggevo avidamente ma mi domandavo perché oggi ci siamo trovati ad assistere ad una caduta libera dei valori ideologici, soprattutto tra noi giovani. L'avvenimento storico, più vicino a me, dove potessi ritrovare un vero moto di rivolta sovversivo è stato il G8 di Genova. Avvenimento troppo poco discusso e spazzato via dall'avvento mediatico del 11 Settembre 2001. Genova è stato teatro di fatti che faticano a giustificarsi. Da tutte le parti. Credo che questo sia dovuto maggiormente alla grossa crisi comunicativa in cui viviamo noi ragazzi, sperduti, tra il lancio delle varie 'Bombe Informatiche' a cui siamo sottoposti. Il problema comunicativo più grande che ho riscontrato personalmente è quello dell'interpretazione. Siamo davvero sicuri che ciò che intendiamo personalmente venga recepito nella stessa maniera da tutti? Questa domanda mi ha trascinato lungo tutto il testo. In che panorama politico si svolge tutto il dramma? In un mondo in cui la politica non  più un’Ideologia ma semplicemente Economia, Politica Economica, che nelle Università amano tanto farci studiare. Ho sentito l’esigenza di rifarmi ai fatti di Genova però reinventando un mondo nuovo, dove Genova diventa Stenopoli , dove i ragazzi hanno Epiteti, non nomi, il governo è rappresentato da generici Ministri e dove tutto diventa una metafora di non comunicabilità, soprattutto dell’individuo che diviene Prototipo. Nel testo vi è un avvenimento principale esterno che non è condizionato o creato dai personaggi che subiscono l’azione e si ritrovano a fronteggiare una situazione inaspettata. Ho scelto la satira politica per le scene dei Ministri in modo da smorzare i toni drammatici degli argomenti e riuscendo a disegnare in maniera molto più funzionale la mia idea di Stato."
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SCHEGGE D'AUTORE 2011: TUTTO IL MIO AMORE


Teatro Tordinona 27-28-29 Maggio 2011 SCHEGGE D'AUTORE - Festival della Drammaturgia Italiana 'corti teatrali, atti unici e monologhi' dedicato a Mario Angelo Ponchia e a Mario Scaccia, Undicesima edizione. Festival competitivo di 'corti teatrali e non solo', al quale partecipano ventiquattro autori italiani, patrocinato dall'ENPALS (Ente Nazionale di Previdenza per i Lavoratori dello Spettacolo e dello Sport Professionistico Fondo PSMSAD) e organizzato dallo SNAD (Sindacato Nazionale Autori Drammatici) in collaborazione con l'Associazione Culturale Beat 72. Direttore Artistico Renato Giordano, organizzazione Silvia La Placa, Giulia Mininni, Raffaele Aufiero. "TUTTO IL MIO AMORE" scritto e interpretato da Melania Fiore.
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PELLEAS E MELISANDE (a kid’s play)


Colosseo Nuovo Teatro 27 Maggio 2011 "PELLEAS E MELISANDE" (a kid's play) di Maurice Maeterlinck. LINK ACADEMY - EUROPEAN ACADEMY OF DRAMATIC ARTS, Direzione Artistica Alessandro Preziosi, Anno Accademico 2010-2011. Saggio degli allievi del I anno del corso di recitazione. Drammaturgia a cura di Marcello Cotugno e degli allievi. Con: Maria Grazia Bisurgi, Giulia Cacciamani, Cristina Fusco, Luigi Lauria, Giulia Pelliciari, Xhuljo Petushi, Cosimo Ricciolino. Docente Marcello Cotugno.
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Marble


Teatro Vascello Dal 15 febbraio al 6 marzo 2011 "MARBLE" di Marina Carr traduzione Valentina Rapetti. Con Paolo Giovannucci, Paolo Zuccari, Teresa Saponangelo, Antonella Attili. Regia Paolo Zuccari. Assistente alla regia Marco Canuto. Scene Francesco Ghisu. Costumi Antonella Mancuso, produzione TSI La Fabbrica dell'Attore - Officine Puricelli - Tournesol. In Marble i personaggi s'innamorano addirittura dello sconosciuto: l'uomo e la donna che si sognano in realtà  non si conoscono, se non per i racconti del rispettivo partner. E il desiderio, non solo sessuale, rimasto represso e inascoltato per anni e che si manifesta violentemente nel sogno supera per importanza la prosperità  materiale e gli agi economici delle due coppie. Improvvisamente si è pronti a rischiare tutto. Non si pensa nemmeno di nascondere quello che si sogna. Il tradimento, pur se virtuale, non è taciuto, al contrario è ribadito in continuazione, come se non fosse un problema per l'altro. Il bisogno affettivo urla cittadinanza staccandosi dalla cornice comoda e rassicurante della famiglia. Il mondo quotidiano è ormai freddo, senza vita e senza senso. E i personaggi persi in una crisi ancora priva di coscienza non hanno nemmeno bisogno di fare l'amore davvero, si tradiscono senza tradirsi, perchè il vero amante, quello di cui non riescono. Un rapporto in continua e veloce evoluzione che ci trova spesso sbigottiti e impreparati e ci costringe a scelte difficili e piene di incognite. Il punto di vista di Marina Carr è assolutamente nuovo e originale. La sua specifica qualità è nella natura primitiva, arcaica e insieme profondamente semplice della rappresentazione dei rapporti umani. I personaggi non agiscono secondo una volontà consapevole, al contrario sono abitati da un istinto, quello della sopravvivenza. E il marmo che fa da scenografia agli incontri onirici tra i due è la morte, nel suo ambivalente valore di attrazione e cornice insopportabile da cui voler fuggire. I sogni fagociteranno la realtà. Così dice la donna che sogna al marito: 'E' come se la mia vita reale accadesse quando vado a dormire e io e te siamo un sogno difficile da ricordare da sveglia' è la prosaicità della vita che non sopporto più. Mi guardo attorno e tutto ciò che è irregolare, irrazionale, opaco è ciò che mi appare bello adesso. Cosa sono queste regole senza senso secondo le quali viviamo? Chi le ha decise e perchè? E nel momento in cui rivendico una certa personalità, tu mi rifiuti. Non c'è più neanche l'ombra della mia essenza. Sono così stanca di comportarmi bene.â€?
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Grandissimo Tesoro Mio


TEATRO COMETA OFF 16 â€" 18 Febbraio 2011 “Grandissimo Tesoro Mioâ€? scritto diretto e interpretato da Massimiliano Graziuso, sonorità di Andrea Biondi e Paolo Buonomo, collaborazione all'allestimento a cura di Laura De Marchi . Lo spettacolo fa parte della rassegna LET - Liberi Esperimenti Teatrali. VII edizione . Un autocontrollo affettivo dei nostri giorni. L'amore inconsapevolmente incompreso degli otto anni. Quello adolescenziale nell'inconsapevolezza del tempo. I primi amori liberatori e quello della tanto aspirata maturità lavorativa nella consapevolezza del tempo. Le vicende appassionate di un ragazzo, nell'arco della sua crescita, nell'ultimo scorcio di 900 italiano dove tutto non è rimasto più come prima. Riprese video per l’archivio dell’Ass. Cult. Beat 72.
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SUICIDE VEEJAY SHOW


Teatro Trastevere 21/12/2010 Compagnia teatrale AdLP in: "SUICIDE VEEJAY SHOW" scritto e diretto da Giuseppe Pollicelli ed Emiliano Rubbi con: Giuseppe Pollicelli, Carlos Alberto Mendes Pereira, Susanna Mingolla, Emiliano Conti, Ludovica Argnani, Silvia Antonini, Fabio Colagrande, Eleonora Petrucci, Paolo De Sanctis, musiche: Lemmings, direzione di scena e costumi: Lucia Costanzo. Scenografia: Francesca Toscano. Luci: Luisa Monnet. Suoni: Mario Tani. Per una complessa serie di ragioni che qui non è possibile indagare, è almeno a partire dai primi anni Novanta che, in Italia, può fregiarsi del titolo di 'giovane' anche chi abbia abbondantemente passato la trentina. Un italiano di trentacinque anni è, oggi, a tutti gli effetti un giovane, e così viene percepito dalla totalità dei suoi connazionali. E' un giovane perchè il suo aspetto fisico come tale lo connota; e il suo aspetto fisico è giovanile anche in quanto egli pensa sè stesso come un individuo giovane. Naturalmente non è tutto oro quel che luccica. L'apparente privilegio di avere potuto dilatare a dismisura la stagione della giovinezza nasconde pesanti scotti da pagare. Per esempio quello di potersi dare solo tardi, molto tardi (forse mai), una fisionomia definita, vuoi a livello psicologico vuoi a livello sociale. Questo stato di cose ha costituito il punto di partenza per scrivere Suicide Veejay Show, uno spettacolo con cui abbiamo voluto raccontare un mondo e una realtà  che conosciamo molto da vicino e di cui possiamo quindi parlare con perfetta cognizione di causa. Per fare ciò si è scelto di concentrare l'attenzione su cinque personaggi, ciascuno dei quali si rivela essere un tassello emblematico di quel variegato e complesso mosaico che è la gioventù italiana odierna. Cinque personaggi 'giovani' che, non senza difficoltà  d'ogni genere, condividono lo stesso appartamento e che appaiono accomunati, pur essendo l'uno assai diverso dall'altro, da un medesimo scontento nei confronti dell'esistenza. Tutti e cinque, soprattutto, patiscono il disagio e l'insoddisfazione, rispetto ai quali sembrano impotenti, che procura loro l'essere immersi in una situazione 'sospesa' e circolare (mancante, cioè, di vie d'uscita). Il vivere, insomma, in una sorta di opprimente limbo. Questi cinque antieroi della nostra contemporaneità  si chiamano Stefano, un veejay fallito che gioca con la sua depressione mimando, seduto su un water, una roulette russa eseguita con una pistola scarica; Danilo, un ragazzo colto e dai modi ostentatamente raffinati che ha trovato nell'estetica dark un mezzo attraverso cui sublimare il pessimismo e il nichilismo che lo caratterizzano; Melania, la più giovane del gruppo, una ragazza dall'animo candido e facile a incontenibili entusiasmi - solitamente assai effimeri - che evidenziano una sostanziale mancanza di punti di riferimento; Mario, un trentenne di belle speranze, buona famiglia e ottimi studi che non riesce ad accettare l’idea di essere finito a fare il commesso in un ipermercato di periferia; infine Lucia, che cela sotto una pignoleria maniacale e una certa qual freddezza di sentimenti una profonda insicurezza. Ciò detto, occorre precisare che Suicide Veejay Show è una commedia. Una commedia in cui ogni situazione, anche quelle che di primo acchito possono apparire venate di malinconia o di angoscia, rivela un’essenza comica che si esprime attraverso dialoghi di secco e tagliente cinismo. Ma dietro un velo di spensieratezza e di incoscienza si cela spesso il dramma. E il limbo può rivelarsi il peggiore degli inferni. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72.
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CANZONIERE ITALIANO - Cosimo Cinieri


Auditorium Parco della Musica "CANZONIERE ITALIANO" interpretato da Cosimo Cinieri. Poesia in concerto da Francesco D'Assisi a Pasolini con la Banda dell'Arma dei Carabinieri diretta dal Ten. Col. Massimo Martinelli. Regia Cosimo Cinieri & Irma Palazzo.
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Zona Protetta


'convergenze Urbane
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Canio Loguercio PASSIONE


PASSIONE concertino al sangue di canzoni d'amore sussurrate Testi di Canio Loguercio con interventi di Sara Ventroni, Gabriele Frasca, Enzo Mansueto, Rosaria Lo Russo, Tommaso Ottonieri, Lello Voce Musica di Canio Loguercio e Rocco De Rosa Voci recitanti: Sara Ventroni, Gabriele Frasca, Enzo Mansueto, Rosaria Lo Russo, Tommaso Ottonieri, Lello Voce / Silvana Matarazzo, Peppe Bosone. Con la partecipazione straordinaria di Maria Pia de Vito brani: Voce 'e notte (Nicolardi - De Curtis) Friariella (Loguercio - De Rosa) Ferrarella (Loguercio - De Rosa) Sona campana (Loguercio - De Rosa) Stretto (Loguercio - De Rosa) Lazzarella indifferente (Loguercio - De Rosa) Aspetto (Loguercio - De Rosa) Vocca rossa vocca persa (Loguercio - De Rosa) Miserere (Loguercio - De Rosa) Leonardo (Loguercio) Che giorno è? (Loguercio) Passione (Bovio-Tagliaferri-Valente)
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EROS E PRIAPO : da furore a cenere


"spettacolo con Massimo Verdastro, drammaturgia di Luca Scarlini e Massimo Verdastro, regia di Luca Bracci, Pontedera Teatro Colosseo Nuovo Teatro - Roma 15-23 sett.2007"
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VISSI PER MARIA


FontanonEstate 26 luglio 2012, Roma Elisabetta de Vito in VISSI PER MARIA, la vita di Maria Callas raccontata dalla governante Bruna di Roberto D'Alessandro, soprano Elena Jador Braschi, regia di Ciro Scalera. produzione: Nuova Compagnia di Teatro Luisa Mariani, scene e costumi: Ciro Scalera, musiche: repertorio di Maria Callas, tecnico luci/ light design: Paky De Cosmis. In un'atmosfera intima, la governante Bruna ci introduce alla vita della grande cantante lirica attraverso i rituali della sua esistenza. La sua genuina semplicità riesce a cogliere la fragilità e la sensibilità dell'artista Maria Callas in una visione che va oltre il mito. La narrazione mette così a nudo le manie, le esigenze, gli amori di un leggendario personaggio dandoci la sensazione di averla veramente conosciuta, quasi da dimenticare l'immagine più nota, quella del palcoscenico. Il sentimento di affetto sincero della governante ci rivela la personalità densa e complessa di un essere umano consumato da insicurezze e dubbi, gli stessi di una donna di oggi e di ogni tempo.
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