Colosseo Nuovo Teatro 22 Settembre 2011 "IL GIARDINO DEI CILIEGI" Testo di Anton Cechov, regia di Viviana Di Bert, allestimento scenico di Fabio Maria Alecci, costumi di Alessandra Pinzari Milani, luci di Caterina Guia, commento musicale di Margherita Giunti (pianoforte) e Linnea Malmberg (arpa). Interpreti: Irene Roncalli (Liuba), Paola Delfino (Ania), Giovanna Rumma (Varia), Claudio Meloni (Gaiev), Andrea Bellocchio (Lopachin), Gianluca Esposito (Trifimov), Laura Corona (Charlotte), Francesco Cau (Epichodov), l'attrice aquilana Marzia Masiello nel ruolo della cameriera Daniuscia, Gloria Annovarsi (Firs), Graziano Sonnino (Iascia), Morgana Lengfeld (una viandante) e Piera Saladino (un'invitata). Lo spettacolo ha il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura di Roma. La storia ruota intorno ai vari tentativi di una famiglia dell'alta borghesia russa di conservare la proprietà  dell'estesa tenuta di campagna, messa all'asta. Qui un antico frutteto di ciliegi, nel mese di maggio, si ricopre di fiori bianchi trasformandosi in un meraviglioso 'giardino', che diventa motivo per evocare in tutti memorie e rimpianti, speranze e sogni. A contemplare questo miracolo della natura per l'ultima volta, riuniti nella grande casa dell'infanzia, i vari personaggi non colgono i segni del tempo, che passa e cambia. Si ritrova in quest'opera il tema dominante dello scorrere della vita, dalla nascita fino alla morte. 'Per il popolo giapponese - ha dichiarato la regista Viviana Di Bert - l'albero del ciliegio è simbolo stesso del Giappone nonchè immagine della bellezza e della caducità  della vita. Per questo motivo ho voluto allestire lo spettacolo ispirandomi alla cultura giapponese'. 'Un'antica storia narra che la pianta del ciliegio Sakura avesse i fiori bianchi. Un imperatore fece seppellire sotto i ciliegi i samurai caduti in battaglia. Da quel giorno i petali dei fiori divennero rosa per il sangue di questi eroi. Il fiore del ciliegio raggiunge la sua massima bellezza, poi si stacca e il vento lo porta via. Questo fiore riflette la filosofia dei Samurai di sopportare fino ad accettare anche il sacrificio estremo, cioè, la morte. Ogni anno, tra marzo e aprile, in tutto il Giappone per la fioritura dell'albero del ciliegio è grande festa, si balla e si canta sotto questa pianta'. 'Quest'anno, in pochi attimi, una catastrofe ha cambiato ogni cosa. Tutto è sparito. Ma il fiore del ciliegio no. E' vivo nel pensiero e nel cuore del coraggioso popolo nipponico. Silenziosi eroi. Samurai del nostro tempo. Il loro orgoglio e la loro dignità  sono modello per tutti noi. Viene da pensare - conclude la regista - che qui i ciliegi torneranno a fiorire presto, forse già  domani e per lunghi anni e che la felicità  non è perdutaâ€?.
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