Teatro Nuovo Colosseo 22 Novembre 2010 "OTELLO PRIMO ATTO VENEZIA TUTTA NOTTE" da William Shakespeare. Esercitazione scenica con gli ospiti delle tre comunità terapeutiche del progetto PORT ROYAL 10. Regia di Alba Bartoli, Maria Sandrelli, Daniele Cappelli, Cecilia Muti, Riccardo Vannuccini. I MDT DSM ASL RMA Direttore Rosa Maria Scalise. Comunità  Terapeutica Piazza Urbania DSM I A. T. ASL ROMA B Direttore Josè Mannu Psicologo dirigente Fiore Bello. Azienda U.S.L. RMA DSM U.O.C. IV CENTRO DIURNO PASQUARIELLO Direttore Fabio Massimo Candidi. Assistenti alla regia Rosselle Iorio, Laura Dominjanni, Esther Galazzi. Musiche originali e colonna sonora Rocco Cucovaz. Eseguite da Gianluca Pizzorno, contrabbasso e Simone Martino percussioni, luci e oggetti scenici Ferdinando Ammore. AZIONE 1: Damiano Stacchiotti, Simone Tonon, Federico Alberti, Valentina Reiner, Guido Nigro, Maria Sandrelli, chitarre: Damiano Sacchiotti e Federico Alberti. AZIONE 2: Marco Barsotti, Claudia Camuffo, Stana Nikolic, Marco Rosadoni, Tonia D’Ascoli, Roberta Randazzo, Gloria Amodu, Giuseppe Onesti, Alba Bartoli, Rossella Iorio, Laura Dominjanni. AZIONE 3: Emilio Cieri, Marco Fieni, Lrenzo Finazzi-grò, Arturo Goglia, Annalisa Morrone, Daniela Nilo, Maurizio Santarelli, Cristina Santinelli, Gabriella Tufano, Maria Sandrelli, Cecilia Muti, Riccardo Vannuccini. Otello e il teatro medicina: ogni performance teatrale interroga la vita e aggiunge vita, non la esplica semplicemente, non la riflette, la società  il teatro, ma la produce. Il teatro può infrangere il reale e contribuire a definire il virtuale, cioè il possibile. Teatro come preparazione del sopravvento e della sorpresa; ovvero sistemare la scena, le azioni, quello che è dato insomma, in modo da favorire - attraverso una tensione armonica artistica - qualcosa non è dato ma che si dà, qualcosa che accade adesso, e sopraggiunge davvero. La prova racconta di alcune persone che accompagnate in un percorso artistico e trovandosi in una situazione di eccezione - la malattia mentale in questo caso - lontane dai gesti abituali - voci, posizioni, comportamenti - rivelano in questo lavorio una propria grazia e rimandano direttamente a quella condizione umana comune a tutti noi di non essere pronti, ma inesatti, e dunque, in qualche modo, autentici. Nel gioco del teatro medicina che oscilla e precede la vita, queste persone provano a condurci - con qualche rischio che ci protegge e che ci cura tutti â€" verso una situazione autentica dell’esistenza.