Officine Molliconi 2/10/2000 "GRAAL" compagnia Giorgio Barberio Corsetti. Spettacolo realizzato nell'ambito delle manifestazioni dedicate al Giubileo, ispirato ai testi di Chrétien de Troyes e Wolfram Von Eschenbach. L'itinerario artistico di Giorgio Barberio Corsetti si presenta ricco di esperienze, di luoghi e di incontri, ma è allo stesso tempo caratterizzato da un'estrema coerenza, perché, la sua cifra è "l'equilibrio tra la fedeltà  ad alcune tematiche e modalità  espressive e la loro continua evoluzione attraverso successive contaminazioni e innesti" quindi molto interessante ripercorrere alcune tappe del suo percorso, per comprendere meglio le sue scelte attuali e per interrogarsi sulle specificità  della sua pratica teatrale. Corsetti si avvicina al teatro all'università, e in seguito sceglie di intraprendere la strada della regia attraverso il canale istituzionale dell'Accademia d'Arte Drammatica di Roma, dove è allievo di Luca Ronconi. Terminato il corso di studi nel 1975, intraprende una ricerca personale che si distacca nettamente dall'ambiente del teatro di prosa e si rivolge alla scena alternativa romana, all'epoca un laboratorio effervescente di sperimentazione nutrito da personalità  di eccezione come Carmelo Bene, Mario Ricci, Memé Perlini, Giancarlo Nanni, solo per citare qualche nome. Con Alessandra Vanzi e Marco Solari fonda il gruppo la Gaia Scienza, che presenta le sue creazioni nel circuito delle "cantine" e si impone, insieme al Carrozzone di Federico Tiezzi, al Beat 72 di Simone Carella e a Falso Movimento di Mario Martone, come uno dei principali esponenti della Post-avanguardia prima e della Nuova Spettacolarità  poi. Il lavoro collettivo della Gaia Scienza, i cui tre membri sono contemporaneamente performer, registi e autori, si fonda sul rifiuto del teatro tradizionale, sulla decostruzione dell'evento teatrale e sulla sua ricomposizione in elementi primari, secondo una poetica del frammento, dello squilibrio e della contaminazione con altre forme artistiche. La Gaia Scienza costruisce spazi obliqui, ritagliati con la luce, dove i corpi sfidano le leggi naturali fra corse sfrenate e momenti di sottile lirismo. Testi letterari e poetici vengono utilizzati come pretesti per creare degli eventi performativi, ispirati alle tecniche di improvvisazione del jazz e alle soluzioni espressive della new dance americana. Negli anni Ottanta i linguaggi dei mezzi di comunicazione di massa suscitano un vivo interesse negli artisti teatrali, che realizzano video ispirati agli spettacoli e ad introdurre gli schermi televisivi sulla scena. Anche Corsetti produce alcuni clip, e inizia a collaborare con Studio Azzurro per diverse videoinstallazioni. Dopo lo scioglimento della Gaia Scienza, Corsetti fonda una compagnia che porta il suo nome e insieme a Studio Azzurro crea tre spettacoli (Prologo a diario segreto contraffatto, Correva come un lungo segno bianco e La camera astratta) di grande bellezza e portata innovativa, fondati sull'ibridazione di teatro e video, e sul dispositivo della doppia scena. Dietro a un palco invaso di monitor è infatti collocato un set nascosto, da cui vengono riprese in diretta alcune delle immagini trasmesse sugli schermi. Per gli attori, il passaggio da uno spazio all'altro coincide con un cambiamento di stato, da corpi materiali a corpi elettronici. Esaurite le possibilità  del campo di ricerca specifico del rapporto tra teatro e video, nel 1988 Corsetti compie un passo molto importante e affronta per la prima volta l'opera di Franz Kafka, di cui mette in scena tre racconti nello spettacolo Descrizione di una battaglia. L'elemento testuale e quello narrativo entrano a far parte della creazione teatrale, attraverso una scrittura - quella kafkiana - che è però, secondo la definizione di Walter Benjamin, un codice di gesti". Per questa caratteristica, ma anche per il senso dell’ironia e il grottesco, affini alla sensibilità di Corsetti, Kafka è per il regista romano un territorio di ricerca nel quale ritorna
Officine Molliconi 2/10/2000 "GRAAL" compagnia Giorgio Barberio Corsetti. Spettacolo realizzato nell'ambito delle manifestazioni dedicate al Giubileo, ispirato ai testi di Chrétien de Troyes e Wolfram Von Eschenbach. L'itinerario artistico di Giorgio Barberio Corsetti si presenta ricco di esperienze, di luoghi e di incontri, ma è allo stesso tempo caratterizzato da un'estrema coerenza, perché, la sua cifra è "l'equilibrio tra la fedeltà  ad alcune tematiche e modalità  espressive e la loro continua evoluzione attraverso successive contaminazioni e innesti" quindi molto interessante ripercorrere alcune tappe del suo percorso, per comprendere meglio le sue scelte attuali e per interrogarsi sulle specificità  della sua pratica teatrale. Corsetti si avvicina al teatro all'università, e in seguito sceglie di intraprendere la strada della regia attraverso il canale istituzionale dell'Accademia d'Arte Drammatica di Roma, dove è allievo di Luca Ronconi. Terminato il corso di studi nel 1975, intraprende una ricerca personale che si distacca nettamente dall'ambiente del teatro di prosa e si rivolge alla scena alternativa romana, all'epoca un laboratorio effervescente di sperimentazione nutrito da personalità  di eccezione come Carmelo Bene, Mario Ricci, Memé Perlini, Giancarlo Nanni, solo per citare qualche nome. Con Alessandra Vanzi e Marco Solari fonda il gruppo la Gaia Scienza, che presenta le sue creazioni nel circuito delle "cantine" e si impone, insieme al Carrozzone di Federico Tiezzi, al Beat 72 di Simone Carella e a Falso Movimento di Mario Martone, come uno dei principali esponenti della Post-avanguardia prima e della Nuova Spettacolarità  poi. Il lavoro collettivo della Gaia Scienza, i cui tre membri sono contemporaneamente performer, registi e autori, si fonda sul rifiuto del teatro tradizionale, sulla decostruzione dell'evento teatrale e sulla sua ricomposizione in elementi primari, secondo una poetica del frammento, dello squilibrio e della contaminazione con altre forme artistiche. La Gaia Scienza costruisce spazi obliqui, ritagliati con la luce, dove i corpi sfidano le leggi naturali fra corse sfrenate e momenti di sottile lirismo. Testi letterari e poetici vengono utilizzati come pretesti per creare degli eventi performativi, ispirati alle tecniche di improvvisazione del jazz e alle soluzioni espressive della new dance americana. Negli anni Ottanta i linguaggi dei mezzi di comunicazione di massa suscitano un vivo interesse negli artisti teatrali, che realizzano video ispirati agli spettacoli e ad introdurre gli schermi televisivi sulla scena. Anche Corsetti produce alcuni clip, e inizia a collaborare con Studio Azzurro per diverse videoinstallazioni. Dopo lo scioglimento della Gaia Scienza, Corsetti fonda una compagnia che porta il suo nome e insieme a Studio Azzurro crea tre spettacoli (Prologo a diario segreto contraffatto, Correva come un lungo segno bianco e La camera astratta) di grande bellezza e portata innovativa, fondati sull'ibridazione di teatro e video, e sul dispositivo della doppia scena. Dietro a un palco invaso di monitor è infatti collocato un set nascosto, da cui vengono riprese in diretta alcune delle immagini trasmesse sugli schermi. Per gli attori, il passaggio da uno spazio all'altro coincide con un cambiamento di stato, da corpi materiali a corpi elettronici. Esaurite le possibilità  del campo di ricerca specifico del rapporto tra teatro e video, nel 1988 Corsetti compie un passo molto importante e affronta per la prima volta l'opera di Franz Kafka, di cui mette in scena tre racconti nello spettacolo Descrizione di una battaglia. L'elemento testuale e quello narrativo entrano a far parte della creazione teatrale, attraverso una scrittura - quella kafkiana - che è però, secondo la definizione di Walter Benjamin, un codice di gesti". Per questa caratteristica, ma anche per il senso dell’ironia e il grottesco, affini alla sensibilità di Corsetti, Kafka è per il regista romano un territorio di ricerca nel quale ritorna
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