Colosseo Nuovo Teatro 6 Maggio 2007 "Othello" di William Shakespeare regia Veronica Gentili e Roberto Pappalardo. Il Moro condottiero della repubblica marinara di Venezia sposa Desdemona e si trasferisce a Cipro come Comandante della roccaforte. Il suo alfiere Iago, per eliminare il rivale Cassio e prenderne il posto come Luogotenente, insinua in Otello il sospetto del tradimento della moglie, dando il via agli eventi del dramma Shakespeariano della gelosia. La storia nasce da due visioni del mondo. Otello, l'eroe romantico, soldato e uomo d'azione, valoroso e leale, di una gentilezza tenera timida, e Iago, prototipo dell'uomo moderno, incapace di agire se non nell'ombra, abile nell'arte del ragionamento, giocano una partita a scacchi, si scontrano con strategie diverse sul comune terreno dell'inadeguatezza. All'ordine dei bianchi, si contrappone il disordine dei neri; l'equilibrio scientifico d Iago si scontra con il caotico squilibrio di Otello. Un Clarion si accende in scena, per l'incipit di quest'Otello fuori dalle righe della tradizione. Otto burattini prendono vita, manipolati dal maestro immortale di un anticipato romanticismo inglese, e occupano definitivamente una scena che somiglia alla cantina di un giocattolaio, dove ogni scatola magica libera e nasconde gli eventi di una storia narrata pi√π volte, ma che non esaurisce il suo fascino dirompente. Il primo atto √® l'esaltazione di Iago, e Roberto Pappalardo, coregista e interprete, cattura in pochissimi minuti l'attenzione degli spettatori, imponendo un ritmo serrato e un timbro virtuoso d'altri tempi; occupa dinamicamente lo spazio scenico, calibra i movimenti e dialoga col pubblico, affinch√® tutto il torbido evolversi dell'anima nera del personaggio sia gradualmente, ma inesorabilmente liberato. 'Io non sono quel che sono' confessa Iago, paventando dall'inizio l'alibi che sostiene e giustifica la cattiveria umana, ed esalta l'egoismo lucido dei propri meschini obiettivi contro l'Amore eroico e limpido di Otello e Desdemona, i personaggi forse meno attuali del patrimonio teatrale Shakespeariano. Iago diviene in breve il Capitano del vascello di scena, dai cubi della scenografia minimalista, trasformati in gavoni di un'imbarcazione, trae i suoi incantesimi maligni rivestiti di ironica seduzione, intrappola Otello nel sospetto del tradimento di Desdemona e fa ridere il pubblico, supportato dai degni compari Cassio e Montano, artefici di un originale quartetto musicale sulle note della chitarra pizzicata da Roderigo. La scena si ripopola in modo repentino e sul palco si alternano feroci duelli e intimi accenni d'amplessi, i registi di tanto in tanto ricaricano la chiave e la musica del Clarion d√†¬† il la alla sequenza successiva. Nel secondo atto il ritmo cede all'assenza di tensione, complice un Otello ormai ridicolizzato dalla scelta registica della supremazia di Iago, (e tuttavia potrebbe oggigiorno essere rappresentato diversamente?) e una Desdemona che sacrifica l'illibatezza verginea, che l'Autore le impose quando scrisse del suo straniamento dinanzi all'improvviso furore di Otello, a un ben pi√π gratificante girl power a cui le donne, ormai, sembrano non riuscire a rinunciare. E così Desdemona, Veronica Gentili, protagonista e coregista, 'non riesce a piangere' per la tempesta ormonale che agita Otello, salvo rivalersi in punto di morte, quando Shakespeare la guida in un finale bellissimo che chiude la giostra, spezza i fili ai burattini, lascia liberi gli Uomini. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72
Colosseo Nuovo Teatro 6 Maggio 2007 "Othello" di William Shakespeare regia Veronica Gentili e Roberto Pappalardo. Il Moro condottiero della repubblica marinara di Venezia sposa Desdemona e si trasferisce a Cipro come Comandante della roccaforte. Il suo alfiere Iago, per eliminare il rivale Cassio e prenderne il posto come Luogotenente, insinua in Otello il sospetto del tradimento della moglie, dando il via agli eventi del dramma Shakespeariano della gelosia. La storia nasce da due visioni del mondo. Otello, l'eroe romantico, soldato e uomo d'azione, valoroso e leale, di una gentilezza tenera timida, e Iago, prototipo dell'uomo moderno, incapace di agire se non nell'ombra, abile nell'arte del ragionamento, giocano una partita a scacchi, si scontrano con strategie diverse sul comune terreno dell'inadeguatezza. All'ordine dei bianchi, si contrappone il disordine dei neri; l'equilibrio scientifico d Iago si scontra con il caotico squilibrio di Otello. Un Clarion si accende in scena, per l'incipit di quest'Otello fuori dalle righe della tradizione. Otto burattini prendono vita, manipolati dal maestro immortale di un anticipato romanticismo inglese, e occupano definitivamente una scena che somiglia alla cantina di un giocattolaio, dove ogni scatola magica libera e nasconde gli eventi di una storia narrata pi√π volte, ma che non esaurisce il suo fascino dirompente. Il primo atto √® l'esaltazione di Iago, e Roberto Pappalardo, coregista e interprete, cattura in pochissimi minuti l'attenzione degli spettatori, imponendo un ritmo serrato e un timbro virtuoso d'altri tempi; occupa dinamicamente lo spazio scenico, calibra i movimenti e dialoga col pubblico, affinch√® tutto il torbido evolversi dell'anima nera del personaggio sia gradualmente, ma inesorabilmente liberato. 'Io non sono quel che sono' confessa Iago, paventando dall'inizio l'alibi che sostiene e giustifica la cattiveria umana, ed esalta l'egoismo lucido dei propri meschini obiettivi contro l'Amore eroico e limpido di Otello e Desdemona, i personaggi forse meno attuali del patrimonio teatrale Shakespeariano. Iago diviene in breve il Capitano del vascello di scena, dai cubi della scenografia minimalista, trasformati in gavoni di un'imbarcazione, trae i suoi incantesimi maligni rivestiti di ironica seduzione, intrappola Otello nel sospetto del tradimento di Desdemona e fa ridere il pubblico, supportato dai degni compari Cassio e Montano, artefici di un originale quartetto musicale sulle note della chitarra pizzicata da Roderigo. La scena si ripopola in modo repentino e sul palco si alternano feroci duelli e intimi accenni d'amplessi, i registi di tanto in tanto ricaricano la chiave e la musica del Clarion d√†¬† il la alla sequenza successiva. Nel secondo atto il ritmo cede all'assenza di tensione, complice un Otello ormai ridicolizzato dalla scelta registica della supremazia di Iago, (e tuttavia potrebbe oggigiorno essere rappresentato diversamente?) e una Desdemona che sacrifica l'illibatezza verginea, che l'Autore le impose quando scrisse del suo straniamento dinanzi all'improvviso furore di Otello, a un ben pi√π gratificante girl power a cui le donne, ormai, sembrano non riuscire a rinunciare. E così Desdemona, Veronica Gentili, protagonista e coregista, 'non riesce a piangere' per la tempesta ormonale che agita Otello, salvo rivalersi in punto di morte, quando Shakespeare la guida in un finale bellissimo che chiude la giostra, spezza i fili ai burattini, lascia liberi gli Uomini. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72
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