Teatro India 2 Marzo 2012 "GIULIO CESARE" di William Shakespeare, adattamento di Vincenzo Manna e Andrea Baracco, regia Andrea Baracco, con Giandomenico Cupaiuolo, Roberto Manzizi, Aurora Peres, Waldem Zanforlini, Livia Castiglioni, Gabriele Portoghese, scene Arcangela di Lorenzo, consulente ai costumi Mariano Tufano, disegno luci Javier Delle Monache, regista assistente Giulia Dietrich, produzione Benvenuti srl e Lungta Film in collaborazione con Teatro di Roma. Giulio Cesare, colui che storicamente ha strappato la democrazia alla Repubblica Romana trasformandola in una dittatura. Seguono coloro che, alla sua morte, comporranno il secondo triumvirato (Marcantonio, Ottaviano e Lepido) e che qui rappresentano dunque il futuro di Roma non narrato nella tragedia; vengono poi Cicerone, Publio e Popilio Lena, tre senatori che stanno a significare il presente e infine i responsabili del complotto e dunque ponte tra presente e futuro. A loro otto (storicamente furono una sessantina), raccolti in un unico elenco, Shakespeare riserva un solo epiteto: cospiratori. Quello il loro ruolo. Vincenzo Manna e Andrea Baracco prendono il testo e lo tagliano sensibilmente, riducendolo a una rete di scene adatte a sei attori. Sul palco vuoto unici elementi scenografici sono tre vecchie porte. Niente battenti, niente stipiti, sembrano avanzi di quell'edificio del potere già in parte demolito. Molti i tagli, le luci inquadrano particolari, bagnano zone ristrette, sacrificano la profondità e insistono sul controluce che cancella i volti e lascia alle ombre il compito di definire le espressioni.
Teatro India 2 Marzo 2012 "GIULIO CESARE" di William Shakespeare, adattamento di Vincenzo Manna e Andrea Baracco, regia Andrea Baracco, con Giandomenico Cupaiuolo, Roberto Manzizi, Aurora Peres, Waldem Zanforlini, Livia Castiglioni, Gabriele Portoghese, scene Arcangela di Lorenzo, consulente ai costumi Mariano Tufano, disegno luci Javier Delle Monache, regista assistente Giulia Dietrich, produzione Benvenuti srl e Lungta Film in collaborazione con Teatro di Roma. Giulio Cesare, colui che storicamente ha strappato la democrazia alla Repubblica Romana trasformandola in una dittatura. Seguono coloro che, alla sua morte, comporranno il secondo triumvirato (Marcantonio, Ottaviano e Lepido) e che qui rappresentano dunque il futuro di Roma non narrato nella tragedia; vengono poi Cicerone, Publio e Popilio Lena, tre senatori che stanno a significare il presente e infine i responsabili del complotto e dunque ponte tra presente e futuro. A loro otto (storicamente furono una sessantina), raccolti in un unico elenco, Shakespeare riserva un solo epiteto: cospiratori. Quello il loro ruolo. Vincenzo Manna e Andrea Baracco prendono il testo e lo tagliano sensibilmente, riducendolo a una rete di scene adatte a sei attori. Sul palco vuoto unici elementi scenografici sono tre vecchie porte. Niente battenti, niente stipiti, sembrano avanzi di quell'edificio del potere già in parte demolito. Molti i tagli, le luci inquadrano particolari, bagnano zone ristrette, sacrificano la profondità e insistono sul controluce che cancella i volti e lascia alle ombre il compito di definire le espressioni.
Posta un commento