"Atelier Meta-Teatro dal 25 gennaio al 6 febbraio 2011 ""EROS E PRIAPO"" di CARLO EMILIO GADDA, con VALENTINA MARTINO GHIGLIA, alle percussioni ANDREA NICOLE'. Elementi scenici ANNA AGLIETTO. Musica BENEDETTO GHIGLIA. Regia ADRIANA MARTINO ""Eros è il dio dell'amore, simbolo di amicizia e dunque di armonia, Priapo è il simbolo dell'istinto sessuale e della forza generatrice maschile. Quando queste due deità  si contrappongono generano mostri"". Gadda cominciò a lavorare a 'Eros e Priapo' subito dopo la liberazione di Firenze, negli anni 1945/'46, voleva sfogare la rabbia accumulata per i vent'anni del fascismo, per gli anni della guerra, della fame e dei bombardamenti patiti a Firenze. Gadda parte dal centro di un nucleo reale che è il fascismo, da lì si muove e inventa, interpreta, si insinua, scava, amplia e deforma nelle direzioni più varie, in vorticoso ribollire e gorgogliare di parole e immagini, sino a modificare dall'interno la sostanza stessa e la forma della realtà  che vede. La polemica è devastante, furiosa, a volte quasi incontrollata. Pensando al Duce e alle sue qualità  amatorie, alla 'banda' dei gerarchi fascisti e soprattutto alle donne fasciste in particolare, la dilatazione della sua furia non conosce limiti, ritorcendo contro le donne un loro legame sessuale e priapesco con Mussolini. Le straordinarie capacità  mimetiche della lingua gaddiana danno vita a pagine di straordinaria letteratura. Per dare valore e forza a questa lava di parole e di immagini, a questo fiume fangoso di invettive gaddiane, ci è venuto naturale immaginare di affidarle ad una creatura sotterranea che sembrasse provenire dai bassifondi di una città  metropolitana e che avesse accumulata tutta la rabbia della propria miseria ed emarginazione. Questa creatura l'abbiamo fatta spuntare da un lurido cunicolo di cartone con le sembianze apparenti di una barbona. Che parla ad alta voce cuocendosi la sua minestrina, trascinando le sue misere cose, che fa i suoi bisogni dove capita, che, dialogando con se stessa sotto la ritmica delle percussioni snocciola contro il mondo impavida il lucido delirio inventato dal grande Gadda."
"Atelier Meta-Teatro dal 25 gennaio al 6 febbraio 2011 ""EROS E PRIAPO"" di CARLO EMILIO GADDA, con VALENTINA MARTINO GHIGLIA, alle percussioni ANDREA NICOLE'. Elementi scenici ANNA AGLIETTO. Musica BENEDETTO GHIGLIA. Regia ADRIANA MARTINO ""Eros è il dio dell'amore, simbolo di amicizia e dunque di armonia, Priapo è il simbolo dell'istinto sessuale e della forza generatrice maschile. Quando queste due deità  si contrappongono generano mostri"". Gadda cominciò a lavorare a 'Eros e Priapo' subito dopo la liberazione di Firenze, negli anni 1945/'46, voleva sfogare la rabbia accumulata per i vent'anni del fascismo, per gli anni della guerra, della fame e dei bombardamenti patiti a Firenze. Gadda parte dal centro di un nucleo reale che è il fascismo, da lì si muove e inventa, interpreta, si insinua, scava, amplia e deforma nelle direzioni più varie, in vorticoso ribollire e gorgogliare di parole e immagini, sino a modificare dall'interno la sostanza stessa e la forma della realtà  che vede. La polemica è devastante, furiosa, a volte quasi incontrollata. Pensando al Duce e alle sue qualità  amatorie, alla 'banda' dei gerarchi fascisti e soprattutto alle donne fasciste in particolare, la dilatazione della sua furia non conosce limiti, ritorcendo contro le donne un loro legame sessuale e priapesco con Mussolini. Le straordinarie capacità  mimetiche della lingua gaddiana danno vita a pagine di straordinaria letteratura. Per dare valore e forza a questa lava di parole e di immagini, a questo fiume fangoso di invettive gaddiane, ci è venuto naturale immaginare di affidarle ad una creatura sotterranea che sembrasse provenire dai bassifondi di una città  metropolitana e che avesse accumulata tutta la rabbia della propria miseria ed emarginazione. Questa creatura l'abbiamo fatta spuntare da un lurido cunicolo di cartone con le sembianze apparenti di una barbona. Che parla ad alta voce cuocendosi la sua minestrina, trascinando le sue misere cose, che fa i suoi bisogni dove capita, che, dialogando con se stessa sotto la ritmica delle percussioni snocciola contro il mondo impavida il lucido delirio inventato dal grande Gadda."
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