Doping - (27/11/14)


CANALE:

"Teatro Spazio Uno 1-2 Aprile 2011 ""Doping"" di Allegra De Mandato, diretto e interpretato da Emanuele Arrigazzi.Produzione Aemilius, lo spettacolo fa parte della Rassegna teatrale DCQ - I edizione - Linea d'ombra. Doping è al tempo stesso un monologo, una performance dal vivo e una corsa contro il tempo. Il senso è quello della vertigine, del labirinto, dell'acidità, della droga, del doping. Il doping non è solo drogarsi per vincere, ma è la droga che accompagna la vita di chi deve sentirsi parte di una società  in decadenza, anzi di più: deve sentirsi sovrano di questa società; la storia di chi attraversa una linea d'ombra e non sa come ne uscirà. Non tutti ne escono e sicuramente nessuno resta quello di prima. La drammaturgia è volutamente a brandelli, va avanti e indietro nel tempo, è un'incursione nel cervello di qualcuno, è un flusso di coscienza allucinato, è accompagnata da una videoproiezione e un insieme di suoni, è una serie di racconti e insieme un elenco straniato di droghe, drogati, effetti, è un incubo o la fine di una vita, è il tentativo di non essere consequenziali ma nemmeno mimetici, è sicuramente una spirale. Un testo che ci sembra metafora più che mai urgente di un ossimoro che si sta facendo sempre più reale e che tanto la cronaca ci racconta, fino a renderlo parte della nostra quotidianità. Non si vogliono dare risposte o dare giudizi. In questo gioco siamo le vittime o i carnefici? I giudici o i giudicati? Siamo sicuri che non ci riguardi?"

"Teatro Spazio Uno 1-2 Aprile 2011 ""Doping"" di Allegra De Mandato, diretto e interpretato da Emanuele Arrigazzi.Produzione Aemilius, lo spettacolo fa parte della Rassegna teatrale DCQ - I edizione - Linea d'ombra. Doping è al tempo stesso un monologo, una performance dal vivo e una corsa contro il tempo. Il senso è quello della vertigine, del labirinto, dell'acidità, della droga, del doping. Il doping non è solo drogarsi per vincere, ma è la droga che accompagna la vita di chi deve sentirsi parte di una società  in decadenza, anzi di più: deve sentirsi sovrano di questa società; la storia di chi attraversa una linea d'ombra e non sa come ne uscirà. Non tutti ne escono e sicuramente nessuno resta quello di prima. La drammaturgia è volutamente a brandelli, va avanti e indietro nel tempo, è un'incursione nel cervello di qualcuno, è un flusso di coscienza allucinato, è accompagnata da una videoproiezione e un insieme di suoni, è una serie di racconti e insieme un elenco straniato di droghe, drogati, effetti, è un incubo o la fine di una vita, è il tentativo di non essere consequenziali ma nemmeno mimetici, è sicuramente una spirale. Un testo che ci sembra metafora più che mai urgente di un ossimoro che si sta facendo sempre più reale e che tanto la cronaca ci racconta, fino a renderlo parte della nostra quotidianità. Non si vogliono dare risposte o dare giudizi. In questo gioco siamo le vittime o i carnefici? I giudici o i giudicati? Siamo sicuri che non ci riguardi?"
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