TAMERLANO Il Grande - (12/10/14)


CANALE:

"14-26 Settembre 2010 Teatro Colosseo TAMERLANO - Il grande Di Christopher Marlowe, con Matteo Capogna, Santo Miceli, Alberto Gilio, Paolo Zambiasi, Alessandro Margari, Alessandro Lori, Jacopo Sabar Giacchino, Alessandro Catalucci, Monica Perozzi. Percussioni Marcello Magliocchi, adattamento e regia Matteo Lolli, aiuto regia e tecnico luci Arianna Iannarilli, disegno luci Mirco Maria Coletti, foto di scena Cristina Bisà. Combustione in versi per nove attori e percussioni. Tamerlano, il pastore che diventa capo carismatico e re sacrale, guarda ai grandi esempi della tirannia classica come a dei modelli per il proprio progetto di dominio del mondo. Non si oppone ai sistemi da rovesciare come una soggettività  positiva che si opponga a una normatività  negativa, anzi vuole solo inglobare in sè quelle leggi e farle sue. L'eroicità  è nell'immagine sovrumana che un individuo può sviluppare di sè e nel suo sforzo per imporla attraverso una violenza verbale oltre che fattuale. A ben guardare, vera protagonista del Tamerlano, è la 'forza': la 'forza' che s'impone ad altri e la 'forza' che si subisce da altri a fare da basso continuo della comune umana miseria. Al di sopra di questo universo di forze ed 'eventi naturali' contrastanti e dolorosamente stridenti (mai psicologie!) la musica titanica dei versi ampollosi di Marlowe: versi in cui dovremmo ritrovare il segreto della combustione interna (il soffio!) che agita la danza delle forme. La violenza di Tamerlano è di qualità diversa da quella di un sistema che si difende, è una violenza primigenia e sacrale che ha la capacità  di distruggere e creare la realtà  col linguaggio. Per mezzo della parola e dell'immagine Tamerlano costruisce e impone la sua grandezza. Dal punto di vista musicale, il Tamerlano, mi fa pensare, piuttosto che a qualcosa di 'melodico', all'irrompere sovversivo della forza barbarica dei 'timbri', dei suoni urlanti la propria materialità! E non posso non pensare a Varèse infatti le percussioni di Marcello Magliocchi hanno assunto un ruolo decisivo in Tamerlano: il manifestarsi di 'forze' più che umane, originarie, come d movimenti geologici o maremoti. Che sia impresa tragicamente Donchisciottesca dubbio non v'è, ma non temiamo di fallire e incagliarci in qualche mulino a vento se la posta in gioco è Tamerlano. Marlowe ne sapeva qualcosa. Tutto è soltanto una volta, soltanto una volta! Riprese e regia video Ulisse Benedetti"

"14-26 Settembre 2010 Teatro Colosseo TAMERLANO - Il grande Di Christopher Marlowe, con Matteo Capogna, Santo Miceli, Alberto Gilio, Paolo Zambiasi, Alessandro Margari, Alessandro Lori, Jacopo Sabar Giacchino, Alessandro Catalucci, Monica Perozzi. Percussioni Marcello Magliocchi, adattamento e regia Matteo Lolli, aiuto regia e tecnico luci Arianna Iannarilli, disegno luci Mirco Maria Coletti, foto di scena Cristina Bisà. Combustione in versi per nove attori e percussioni. Tamerlano, il pastore che diventa capo carismatico e re sacrale, guarda ai grandi esempi della tirannia classica come a dei modelli per il proprio progetto di dominio del mondo. Non si oppone ai sistemi da rovesciare come una soggettività  positiva che si opponga a una normatività  negativa, anzi vuole solo inglobare in sè quelle leggi e farle sue. L'eroicità  è nell'immagine sovrumana che un individuo può sviluppare di sè e nel suo sforzo per imporla attraverso una violenza verbale oltre che fattuale. A ben guardare, vera protagonista del Tamerlano, è la 'forza': la 'forza' che s'impone ad altri e la 'forza' che si subisce da altri a fare da basso continuo della comune umana miseria. Al di sopra di questo universo di forze ed 'eventi naturali' contrastanti e dolorosamente stridenti (mai psicologie!) la musica titanica dei versi ampollosi di Marlowe: versi in cui dovremmo ritrovare il segreto della combustione interna (il soffio!) che agita la danza delle forme. La violenza di Tamerlano è di qualità diversa da quella di un sistema che si difende, è una violenza primigenia e sacrale che ha la capacità  di distruggere e creare la realtà  col linguaggio. Per mezzo della parola e dell'immagine Tamerlano costruisce e impone la sua grandezza. Dal punto di vista musicale, il Tamerlano, mi fa pensare, piuttosto che a qualcosa di 'melodico', all'irrompere sovversivo della forza barbarica dei 'timbri', dei suoni urlanti la propria materialità! E non posso non pensare a Varèse infatti le percussioni di Marcello Magliocchi hanno assunto un ruolo decisivo in Tamerlano: il manifestarsi di 'forze' più che umane, originarie, come d movimenti geologici o maremoti. Che sia impresa tragicamente Donchisciottesca dubbio non v'è, ma non temiamo di fallire e incagliarci in qualche mulino a vento se la posta in gioco è Tamerlano. Marlowe ne sapeva qualcosa. Tutto è soltanto una volta, soltanto una volta! Riprese e regia video Ulisse Benedetti"
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