Dukkha - azione privata - (10/10/14)


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"TEATRO GUANELLA DI MILANO 2009 ""DUKKHA - AZIONE PRIVATA"" Compagnia Effetto Larsen, un progetto di Matteo Lanfranchi, sound design Roberto Rettura, produzione Effetto Larsen, con il sostegno di Cattivi Maestri, Confni Festival menzione speciale SubUrbia '08, progetto vincitore bando GAI - Movin'Up '08 un ringraziamento particolare a Eccentrici Dadarò, Emanuele Crotti, Velvet Factory (RN) Il progetto trae ispirazione da un racconto di Ian McEwan intitolato Conversazione con l'uomo nell'armadio. In particolare del racconto rimane un luogo, una stanza, eletta a 'contenitore' dello spettacolo. In questa stanza il protagonista, un uomo senza nome, ha passato tutta la sua esistenza. All'interno dei pochi elementi scenografci che defniscono i confni di questo piccolo universo si assiste all'esistenza di un essere umano, ai suoi tentativi di comunicazione, all'immaginario di qualcuno che è sempre rimasto chiuso in un posto lontano dal mondo. Del testo restano solo poche frasi. I nodi principali di questa vita claustrofobica vengono tradotti da parola in azione, andando a indagare quello che nel racconto trova il suo posto tra una riga e l'altra. Il principio è quello di invitare lo spettatore nel tempo di questa stanza isolata, concedendogli lo spazio immaginativo per ricomporre i fili di una storia frammentata, scomposta come può esserlo un ricordo. Come attraverso uno spiraglio, si sbircia l'intimo mondo di un personaggio: le sue ossessioni, i suoi sogni, le sue abitudini, in un misto di presente, passato e desiderato."

"TEATRO GUANELLA DI MILANO 2009 ""DUKKHA - AZIONE PRIVATA"" Compagnia Effetto Larsen, un progetto di Matteo Lanfranchi, sound design Roberto Rettura, produzione Effetto Larsen, con il sostegno di Cattivi Maestri, Confni Festival menzione speciale SubUrbia '08, progetto vincitore bando GAI - Movin'Up '08 un ringraziamento particolare a Eccentrici Dadarò, Emanuele Crotti, Velvet Factory (RN) Il progetto trae ispirazione da un racconto di Ian McEwan intitolato Conversazione con l'uomo nell'armadio. In particolare del racconto rimane un luogo, una stanza, eletta a 'contenitore' dello spettacolo. In questa stanza il protagonista, un uomo senza nome, ha passato tutta la sua esistenza. All'interno dei pochi elementi scenografci che defniscono i confni di questo piccolo universo si assiste all'esistenza di un essere umano, ai suoi tentativi di comunicazione, all'immaginario di qualcuno che è sempre rimasto chiuso in un posto lontano dal mondo. Del testo restano solo poche frasi. I nodi principali di questa vita claustrofobica vengono tradotti da parola in azione, andando a indagare quello che nel racconto trova il suo posto tra una riga e l'altra. Il principio è quello di invitare lo spettatore nel tempo di questa stanza isolata, concedendogli lo spazio immaginativo per ricomporre i fili di una storia frammentata, scomposta come può esserlo un ricordo. Come attraverso uno spiraglio, si sbircia l'intimo mondo di un personaggio: le sue ossessioni, i suoi sogni, le sue abitudini, in un misto di presente, passato e desiderato."
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