28 - Twenty Eight - (10/10/14)


CANALE:

"Forte Fanfulla 26 Gennaio 2012  - 28 [TWENTY - EIGHT] progetto e coreografia Annamaria Ajmone e Ilaria Tanini, musiche e suono: Marcello Gori, disegno luci: Matteo Cavenaghi. 28 [twenty-eight] è una riflessione sul femminile in forma di assolo, nel quale al movimento e alla danza si affiancano il racconto e l'azione scenica. 'Quando ero piccola avevo paura di due cose: la prima era la famosa chiamata di dio; dio che mi chiama e mi obbliga a diventare suora. Ed io mi dicevo: non puoi dire di no a dio, non puoi, vivrai con il malocchio per tutta la vita. Il catechismo mi aveva terrorizzata con questa storia della chiamata, completamente terrorizzata'. Immaginiamo uno spazio intimo, notturno, dalle luci molto fredde, prevalentemente sui toni del blu. In scena solo un telefono, uno specchio, un microfono. E la luna. Un telefono per il costante bisogno femminile di condividere con qualcuno i propri stati d'animo. Uno specchio per riflettere sul corpo come involucro dell'animo. Un microfono per amplificare, riverberare, moltiplicare. E la luna, infine, per il perpetuo influsso dei suoi ritmi sui liquidi della terra e sulle sue creature. Il lavoro sarà articolato intorno ad un percorso legato alle età  della donna e alla loro relazione con il corpo ed il mondo esterno: prima l'infanzia, con la paura ed il senso di colpa derivanti dalla cultura cattolica in cui siamo cresciute; poi l'adolescenza, con la rabbia, la trasformazione, la scoperta della femminilità; poi ancora la maturità, con le sue crisi, i tentativi di guarigione, la ricerca di soluzioni e palliativi: scoprire che nonostante i molti anni trascorsi dall'infanzia la nostra mente è ancora insidiata da diverse paure, di natura sociale, lavorativa, emotiva, relazionale, estetica. Infine, ci auguriamo, l'approdo all'età  adulta: riuscire a guardarsi per quello che si è, riconoscere che siamo tutti diversi ma impastati della stessa matrice; la liberazione, la gioia. A scandire questo percorso, il ciclo mestruale considerato come un dono, che riafferma il ruolo del corpo della donna come origine della vita. Un momento prezioso e di infinito potere, un'opportunità  per riequilibrare il mare interno emotivo e ricollegarsi ai cicli naturali in cui tutto è immerso, attraverso il filo rosso che tesse il miracolo dell'esistenza. Le due figure cui facciamo riferimento, la suora e la strega, sono gli antipodi che abbiamo scelto per restituire la vastità  dell'animo femminile; gli estremi entro i quali ogni donna si muove ciclicamente e per sempre, come la luna attraverso le sue fasi: bambina capricciosa, amante appassionata, madre premurosa, bestia selvaggia e solitaria."

"Forte Fanfulla 26 Gennaio 2012  - 28 [TWENTY - EIGHT] progetto e coreografia Annamaria Ajmone e Ilaria Tanini, musiche e suono: Marcello Gori, disegno luci: Matteo Cavenaghi. 28 [twenty-eight] è una riflessione sul femminile in forma di assolo, nel quale al movimento e alla danza si affiancano il racconto e l'azione scenica. 'Quando ero piccola avevo paura di due cose: la prima era la famosa chiamata di dio; dio che mi chiama e mi obbliga a diventare suora. Ed io mi dicevo: non puoi dire di no a dio, non puoi, vivrai con il malocchio per tutta la vita. Il catechismo mi aveva terrorizzata con questa storia della chiamata, completamente terrorizzata'. Immaginiamo uno spazio intimo, notturno, dalle luci molto fredde, prevalentemente sui toni del blu. In scena solo un telefono, uno specchio, un microfono. E la luna. Un telefono per il costante bisogno femminile di condividere con qualcuno i propri stati d'animo. Uno specchio per riflettere sul corpo come involucro dell'animo. Un microfono per amplificare, riverberare, moltiplicare. E la luna, infine, per il perpetuo influsso dei suoi ritmi sui liquidi della terra e sulle sue creature. Il lavoro sarà articolato intorno ad un percorso legato alle età  della donna e alla loro relazione con il corpo ed il mondo esterno: prima l'infanzia, con la paura ed il senso di colpa derivanti dalla cultura cattolica in cui siamo cresciute; poi l'adolescenza, con la rabbia, la trasformazione, la scoperta della femminilità; poi ancora la maturità, con le sue crisi, i tentativi di guarigione, la ricerca di soluzioni e palliativi: scoprire che nonostante i molti anni trascorsi dall'infanzia la nostra mente è ancora insidiata da diverse paure, di natura sociale, lavorativa, emotiva, relazionale, estetica. Infine, ci auguriamo, l'approdo all'età  adulta: riuscire a guardarsi per quello che si è, riconoscere che siamo tutti diversi ma impastati della stessa matrice; la liberazione, la gioia. A scandire questo percorso, il ciclo mestruale considerato come un dono, che riafferma il ruolo del corpo della donna come origine della vita. Un momento prezioso e di infinito potere, un'opportunità  per riequilibrare il mare interno emotivo e ricollegarsi ai cicli naturali in cui tutto è immerso, attraverso il filo rosso che tesse il miracolo dell'esistenza. Le due figure cui facciamo riferimento, la suora e la strega, sono gli antipodi che abbiamo scelto per restituire la vastità  dell'animo femminile; gli estremi entro i quali ogni donna si muove ciclicamente e per sempre, come la luna attraverso le sue fasi: bambina capricciosa, amante appassionata, madre premurosa, bestia selvaggia e solitaria."
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